Dal 3 al 5 agosto in Irpinia la festa dei piccoli comuni sostenibili per la solidarieta’ e la pace

Per rispondere alle sfide del futuro, l’Italia ha bisogno dei suoi piccoli comuni, quelli con meno di 5mila abitanti, che rappresentano più del 70% dei comuni italiani. Sono sempre più numerosi, infatti, quelli che scelgono la via della sostenibilità realizzando progetti concreti di risparmio energetico e sviluppo delle fonti rinnovabili e attivi sul fronte della cooperazione internazionale.
Più di 70 hanno già aderito a “Castelli di Pace”, la rete creata da Legambiente per i piccoli comuni che condividono valori di pace e solidarietà e che hanno deciso d’impegnarsi con azioni concrete firmando la Carta d’Azioni promossa per loro dall’associazione ambientalista.

A Terra Futura oggi Legambiente ha ospitato alcuni sindaci di questi municipi presentare il Festival “Castelli di Pace” promosso insieme a Acli, che dal 3 al 5 agosto in Irpinia, metterà in mostra le buone pratiche dei piccoli comuni insieme a spettacoli, concerti e dibattiti culturali sui temi dei popoli migranti, stili di vita e risorse energetiche, cambiamenti climatici e conflitti internazionali.

“Il Festival Castelli di Pace, insieme alla rete, è nato due anni fa proprio qui in Toscana – ha dichiarato Maurizio Gubbiotti, coordinatore della segreteria nazionale di Legambiente – e Terra Futura rappresenta la sede ideale per presentare questa iniziativa dove i castelli, da architetture di dominio, si trasformano in luoghi aperti alla promozione di una cultura di pace e sostenibilità. I piccoli borghi d’Italia – continua Gubbiotti – sono una fonte inestimabile di ricchezza per il Paese perché dimostrano sempre più spesso di essere luoghi di grande coesione sociale, aperti alla cooperazione, protesi verso la costruzione della pace e al tempo stesso capaci d’innovazioni tecnologiche e investimenti lungimiranti come nel caso delle scelte energetiche. Per questo Legambiente ha voluto metterli in una rete dove potessero conoscersi, confrontarsi e scambiare le esperienze ma anche impegnarsi in azioni concrete”.

Sottoscrivendo la Carta d’Azioni di Castelli di Pace i piccoli comuni s’impegnano a realizzare azioni concrete di risparmio energetico come quella di sostituire le lampadine degli edifici pubblici con quelle ad alta efficienza, montare riduttori di flusso nei rubinetti per risparmiare acqua o realizzare progetti di raccolta differenziata di rifiuti nelle mense.
“Trasformare fortezze e castelli, un tempo simboli della guerra e della difesa armata – aggiunge Soana Tortora della presidenza nazionale delle Acli – in luoghi di pace, rappresenta in modo evidente il significato della direzione che vogliamo prendere. Nei piccoli comuni, cittadinanza e convivenza civile, sono il modo quotidiano e concreto per costruire relazioni di pace”.

Quest’anno il Festival “Castelli di pace” dalla Toscana, sede delle precedenti edizioni, si sposta in Irpinia e si concentra sul tema dei popoli migranti, quella di Avellino infatti è la quarta provincia in Italia con il più alto numero di migrazioni. L’intento è quello di sottolineare la connessione che c’è tra processi di pace, flussi migratori e storia locale qui indissolubilmente legata al terremoto dell’80, ma anche la ricostruzione, non solo degli edifici e la rinascita delle comunità e delle relazioni solidali delle popolazioni, espressioni della società civile e delle istituzioni locali.