Cesenatico, Galleria Comunale d’Arte “Leonardo da Vinci” dal 30 giugno al 26 agosto 2012, orario 19-23

Si inaugura il 30 giugno alle ore 18.30 alla Galleria Comunale d’Arte di Cesenatico una nuova mostra di Alan Gattamorta, artista che negli anni ha perseguito sempre nuove ricerche espressive approdando ad originalissimi esiti in diverse tecniche. In mostra sono presenti alcune innovative ceramiche accanto alla sua più recente produzione di bassorilievi e mosaici in carta.

Alan Gattamorta è un artista di Cesenatico che presenta regolarmente le nuove opere che emergono dalla sua incessante ricerca espressiva, in un sito web (www.alangattamorta.it) che contiene anche sue riflessioni estetiche che hanno sempre catturato l’attenzione di critici e studiosi. Gattamorta è convinto che le il pianeta ci elargisca un perpetuo godimento, e che le cose siano la misura di tutti gli uomini. “Se così non fosse – dice – se non venissimo incessantemente confermati e gratificati da ogni foglia secca che calpestiamo, ci trasformeremmo in salsicce.” La sua attenzione di artista, dunque, è focalizzata sulla realtà, non quella assoluta dei fisici, ma quella percepibile coi i sensi. In accordo a questa visione di un sé compenetrato da ciò che lo circonda, stella polare di tutte le produzioni del nostro artista, è la qualità materiale, intesa come artificio espressivo, atto a surrogare l’ineffabile plausibilità dell’esistente. La tesi è equivocabile, ma le opere di Gattamorta forniscono una esemplificazione che annulla ogni necessità di spiegazione.

Il curriculum di Alan Gattamorta inizia nel 1973 e prosegue con varie mostre, alcune tenute proprio a Cesenatico, dove l’artista vive ed è molto apprezzato; due suoi grandi vasi in cotto e inserti di vetro, collocati all’inizio di viale Anita Garibaldi e viale Marino Moretti, sono una presenza familiare e gradita e destano da sempre l’attenzione dei passanti. Un’altra sua grande opera è presente nell’atrio del Museo della Marineria. Ma il lavoro di Gattamorta è costante e quotidiano, fatto di decine e decine di acquerelli che riprendono e inseguono la fisicità e l’apparire delle “cose così come sono”, che siano esse zanzare, foglie secche, penne biro o scarpe. Di se stesso dice “Ho cacciato il mammut, visitato ogni luogo, costruito di tutto. Dipingo da quindicimila anni, e so riconoscere la bellezza dovunque”.