Una tradizione che affonda le sue radici nella notte dei tempi: è la Festa del Polentone di Castel di Tora, che da tanti secoli festeggia la prima domenica di Quaresima con questo piatto tipico della tradizione contadina. Una ricorrenza che cade quest’anno proprio il 14 febbraio, giorno di San Valentino: e così nel borgo dal fascino magico che sorge proprio sulle rive del Lago del Turano, sarà impossibile non innamorarsi del gusto della polenta locale, condita con un prelibato “sugo di magro” a base di aringa, tonno, baccalà e alici. In questo tratto della provincia di Rieti, peraltro, la polenta non è solo un piatto ricco di sapori e di storia, ma è una vera e propria istituzione: Castel di Tora è infatti uno dei sedici paesi che compongono l’Associazione Culturale dei “Polentari d’Italia”, uniti dalla stessa voglia di riscoprire le tradizioni e confrontarsi attraverso questo piatto; il “Polentone di Castel di Tora”, oltretutto, ha ormai varcato i confini regionali al punto che sempre più spesso la Pro Loco viene invitata in altri paesi per offrire la degustazione di questa specialità.

Il 14 febbraio a mezzogiorno – all’interno di una comoda struttura al coperto – inizierà la distribuzione del famoso polentone, mentre per i più golosi dalle 16 la Pro Loco di Amatrice offrirà una degustazione degli spaghetti all’amatriciana nell’ambito de “I sapori della nostra provincia”; tra un piatto e l’altro i visitatori potranno assistere gli spettacoli folcloristici e musicali, oppure curiosare fra gli stand di prodotti locali e artigianato.

Ottima cucina e tanto divertimento quindi, ma non solo: la “Festa del Polentone” rappresenta un’ottima occasione anche per chi ama scoprire i gioielli meno conosciuti del Lazio. Castel di Tora, arroccato sullo splendido Lago del Turano, è considerato uno dei borghi più belli d’Italia e offre ai turisti angoli caratteristici e scorci mozzafiato. Al suo interno è possibile passeggiare passando sotto la torre esagonale medievale dell’XI secolo, adiacente al Palazzo Scuderini, e poi su per i vicoli che conducono a piazzette ben tenute e curate; e ancora scoprire mura e torrette trasformate in case e ancora archi, scalinate, grotte e cantine scavate nella roccia. Fino al 1864 il paese si chiamava Castelvecchio, poi si decise di legare il suo nome a Tora, antico insediamento sabino nel quale avvenne – nel 250 d.C. – il martirio di Santa Anatolia. A lei è dedicato un santuario, che si erge su una collina attigua al borgo.