Porta di Mileto
Museo ebraico

Il volo in questione è di Hapag Lloyd a 18 euro per a/r, partenza dal Marco Polo di Venezia e arrivo a Berlino Tegel.

(Ndr: se non siete di Mestre, consiglio a tutti quelli che devono imbarcarsi al Marco Polo e che arrivano da altre città alla stazione di Mestre, di prendere il bus n.15 davanti alla stazione, basta attraversare la strada e davanti all’agenzia viaggi c’è la fermata, al costo di 1 euro anziché lo shuttle dell’aeroporto che ne vuole 2,50€, in 20 minuti siete in aeroporto)

Giunti a Berlino, che è servitissima dai trasporti pubblici, abbiamo preso la welcome card che con 22 € vi consente 72 ore d’utilizzo illimitato di tutti i mezzi (U-Bahn, S-Bahn, autobus) a partire dal momento in cui timbrate la prima volta il biglietto in aeroporto sul Bus. C’è anche la possibilità di comprare biglietti giornalieri che valgono dalla validazione che fate il mattino fino alle 3 di notte del giorno dopo, ma la welcome card spendendo un po’ di più offre sconti sugli ingressi ai musei, ai tour guidati in bus, agli spettacoli teatrali, discoteche e pubs. C’è un comodo botteghino di vendita biglietti della BVG nel piazzale antistante l’aeroporto Tegel (www.bvg.de questo è il sito riguardante le informazioni sui trasporti e sul tipo di biglietti). In questo sito troverete molte informazioni utili in lingua italiana.

Berlino è una città che a differenza delle altre capitali europee ha un architettura prevalentemente moderna e molto particolare, non vi saranno sufficienti un paio di passeggiate per farvene un idea, la citta è enorme e il suo asse nord -sud misura 38 km, quello ovest-est 45.

Con pochi giorni a disposizione per farvi un idea delle distanze tra i punti salienti della città vi consiglio di salire sui bus 100 o 200 la cui fermata più centrale e comoda è in Zoologischer Garten attraversa Tiergarten passando accanto al Bellevue schlosse, percorre Unter den Linden il bellissimo boulevard con tanti edifici storici anche se in gran parte ricostruiti ma risalenti a Federico I e II fino alla famosa Porta di Brandeburgo, unica sopravvissuta delle 18 porte della città, Posdamer Platz che dopo il 61 fu terra di nessuno a ridosso del muro e che ora brulica d’edifici modernissimi, Alexander platz dove si innalza la torre della televisione che offre panoramiche spettacolari sulla città.

Da non perdere assolutamente i musei di questa città che sono davvero unici al mondo.

Il museo egizio contiene bellissimi reperti esposti molto bene e il favoloso busto della regina Nefertiti che fu ritrovato il 7/12/1912 nell’atelier di uno scultore d’Akhetaten. Il busto dipinto con il suo “ritratto” è riemerso dalle sabbie del deserto durante gli scavi di un’équipe d’archeologi tedeschi, ed è oggi conservato nel Museo Egizio di Berlino. Raffigura la regina in tutta la sua sfolgorante bellezza. Collo lungo, naso dritto e sottile, labbra delicate e un volto perfettamente simmetrico. Altra punta di diamante del museo è la porta del tempio di Kalabsha alta 8 metri.

Il Pergamon Museum lascia veramente a bocca aperta dallo stupore e dalla bellezza degli edifici storici in esso ricostruiti e racchiusi come la spettacolare Porta di Mileto, l’altare di Pergamo che da il nome al museo, e la bellissima porta di Ischtar col corridoio delle processioni proveniente da Babilonia. Non ho mai visto nulla di simile in nessun altro museo al mondo, fa impallidire anche il Louvre per gli appassionati di archeologia!

Il Museo ebraico ha nella pianta la forma di una stella di David spezzata, lacerata, come spezzata e lacerata è la storia di questo popolo errante che a Berlino aveva radici profondissime, estirpate dal Terzo Reich con una violenza disumana.

Si accede al museo da un edificio “antico preesistente” dove sono le biglietterie, caffetteria e bookshop, si diparte da qui una scala di pietra nera che conduce al sotterraneo, nel quale si presentano tre strade di fuga o di morte. Quelle che hanno percorso milioni di Ebrei in millenni dai Balcani alle Americhe, dalla Russia alle coste africane. Nelle teche, sobrie e ben distanziate, troviamo poveri oggetti d’uso comune: un libro, un giocattolo, alcune stoviglie, una lettera d’addio prima di sparire nel nulla o nell’inferno di un lager. Tante foto, piccole fototessere o ritratti di Ebrei che se lo potevano permettere. Alla fine di queste tre vie dell’esilio – drammatica metafora della diaspora – sono due pesanti porte di ferro che accedono alla torre e al giardino.

La torre è di cemento a base triangolare, la porta si chiude alle spalle del visitatore e ci si trova dentro a un non-luogo claustrofobico, con piccole aperture che sono buchi e non finestre, da cui filtra livida la luce e un freddo pungente vi entra nell’anima, si sentono in distanza i rumori della vita che c’è al di fuori di quel luogo, che è stato costruito per commemorare la sofferenza dell’isolamento e della privazione vissuta dagli ebrei nei campi di sterminio.

Un’altra parte di storia più recente di Berlino e che la distinse tristemente dalle altre città europee è quello che resta del Muro di Berlino che si estendeva per 46 km.

Molto emozionante è passeggiare in Muhlenstrasse e osservare quel km e mezzo che resta a memoria di quello che accadde, e che ora è una galleria d’arte all’aperto: la west side gallery. Si può visitare anche il museo di Chek point Charlie che era l’unico varco che univa la Berlino est e ovest e il monumento alla memoria di tutte le persone che si sono ribellate a questa assurdità e sono morte a causa di ciò.

Camminando lungo Friedrich strasse all’altezza della fermata della U-Bahn di Stadmitte andando da est verso ovest incontrerete la foto del soldato Harper e per chi viene dalla direzione opposta, la foto di un soldato russo.

Altro posto da non perdere è la visita al Raichstag ovvero il palazzo del parlamento che sorge accanto alla Porta di Brandeburgo. Questo edificio risalente al 1884 fu incendiato nel 1933 e successivamente danneggiato dalla guerra, sorge sul punto di confine tra i due settori in cui venne divisa Berlino nel 61, infatti attraversando la strada davanti alla porta di Brandeburgo vedrete che dopo la demolizione del muro, sull’asfalto è stata lasciata la traccia segnata con cubetti di porfido di dove passava la linea di confine.

Tornando al Raichstag dovete assolutamente visitare la cupola di vetro ricreata dall’architetto inglese Norman Foster, da dove si gode una splendida vista della citta’.

Che dire… di cose da vedere ce ne sono talmente tante, a cominciare dalla Nuova sinagoga, la vecchia risaliva al 1866 e fu distrutta da un bombardamento nel 43, al Charlottemburg schlosse con il suo giardino barocco che si estende fino alle rive della Sprea, dalla lunga via commerciale (3 km) Kufurstendamm detta confidenzialmente Ku-damm dai berlinesi, alla chiesa Kaiser- Wilhelm – Gedachtniskirke monumento sopravvissuto in parte all’ultima guerra che è stato affiancato dalla nuova chiesa ottagonale e campanile in vetro blu di grande effetto di sera quando è illuminata dall’interno.

Sulla Ku-damm per i vostri acquisti o solo per stordirvi entrate al grande magazzino Ka de We, sono cinque piani di tutto quello che cercate e non avete mai trovato, comprese le griffes internazionali.
Mi raccomando l’ultimo piano l’area gastronomica con cibi d’ogni provenienza e piccoli ristoranti o cafè… Da perdere la testa!

A proposito di cibo… ottimi i ristoranti turchi, se mangiate cucina tedesca, portatevi un dizionario perché molti menù sono solo in lingua e non in inglese quindi potreste trovarvi in difficoltà.

Bè, i nostri quattro giorni sono terminati in fretta… ma contiamo di tornarci, c’è ancora tanto da vedere e da fare!

Per le informazioni pratiche su dove dormire se avete bisogno chiedete pure… siamo qui!