Periodo del viaggio: 2 settembre – 15 settembre

Il mio viaggio comincia a Glasgow, dove rimango per 2 notti, forse anche troppo perché in effetti non c’è un gran che da vedere. Comunque al mio secondo giorno mi incontro con il mio collega scozzese David insieme alla sua ragazza italiana Francesca e sua sorella Martina. Passiamo insieme il pomeriggio andando un po’ a zonzo per la città, e tra un negozio e l’altro ci fermiamo in qualche pub per assetarci di birra ovviamente. Ci facciamo 2 o 3 pub ed ogni volta usciamo che c’è ancora la luce del giorno; credo che non mi abituerò mai ad una cosa del genere, visto che di solito a Roma e non solo si va nei pub giusto la sera.

Il terzo giorno mi sveglio presto per prendere il bus della citylink che mi condurrà ad Oban. Arrivo lì percorrendo strade davvero belle, circondate da montagne verdi alternandosi con dei piccoli loch. Durante il tragitto il bus che ci impiaga circa 3 ore, fa diverse fermate. In una di questa sale un signore di una certa età ed ovviamente scozzese che indossava il classico kilt. Già ne avevo visto uno a Glasgow, ma pensavo che lo indossasse per lavoro o per attirare turisti, ed invece molti uomini lo indossano semplicemente così, senza nessun fine ma solo perché quella è la loro cultura e tradizione. Infatti di seguito ne vedrò molti altri.

Oban è una piccola cittadina che si affaccia sul mare e da dove partono le navi che portano alle isole che sono di fronte, come Mull, Coll, Bara, Tiree. In cima al pendio si trova la McCaig’s Tower, una specie di imitazione del Colosseo, ma più piccola, da dove si può vedere un bel panorama sempre se si è più fortunati col tempo. Infatti pioveva! Ridiscendo il pendio e visito la distilleria di whisky di Oban dove compero una piccola bottiglia di whisky. Ci sono visite guidate che fanno vedere come si produce il whisky, dall’inizio fino alla fine del procedimento e con tanto di assaggio.

La sera capito in un pub dove mangio e bevo e dove c’è uno spettacolo con tipica musica scozzese e balli tradizionali. Davvero interessante.

Il quarto giorno parto per Fort William dove sto per 2 notti in ostello. E’ un cittadina ai piedi del Ben Nevis, la montagna più alta di tutta la Gran Bretagna (1344 m). Capito nel bel mezzo del campionato del mondo di bike. C’è parecchia gente, anche la sera. Si incontrano ragazzi vestiti con tute con i colori della propria nazione. Incontro anche quelli con i nostri colori nazionali, ma mi dicono che sono lì non per gareggiare ma solo in qualità di supervisori per l’organizzazione, visto che il prossimo anno il campionato si farà proprio in Italia, a Trento.

Il secondo giorno a Fort William prendo il Jacobite Steam Train, un treno a vapore come quelli di una volta e con i macchinisti che alimentano la locomotiva col carbone. La cosa mi sembra molto turistica anche perché passa su di un ponte in una vallata dove sono state fatte riprese cinematografiche di Harry Potter. Decido comunque di prenderlo nonostante i 28 £ andata e ritorno (circa € 40). Il treno va da Fort William a Mallaig passando in posti davvero da film, molto suggestivi, con i classici lochs circondati da montagne dal verde molto intenso.

Una volta arrivato a Mallaig ho circa 2 ore di tempo prima che il treno riparta, anche se 2 ore sono troppe per visitare questo piccolo ma attivo porto. In compenso faccio una passeggiata sul molo e vedo affiorare dall’acqua una foca completamente in libertà che sbuffa aria dal naso facendo zampillare l’acqua davanti il suo muso. Davvero simpatica. Le faccio anche un paio di foto visto che da quelle parti ci sono solo io e qualcun altro viaggiatore. E’ la seconda volta che vedo una foca allo stato naturale. La prima è stata quando ero al porto di Galway in Irlanda.

Il sesto giorno riparto e vado alla scoperto del mitico e famoso Loch Ness e precisamente raggiungo la davvero piccola località di Drumnadrochit dove rimango per una notte in ostello. Quel giorno faccio una gita di un’ora con un piccolo battello (10 £, circa € 14-15). Durante la mini crociera scruto l’orizzonte aiutato anche dal mio binocolo, alla ricerca di qualche piccolo segnale per la presenza di Nessy… Macchè, niente da fare…! Durante il tragitto in barca il capitano di bordo (ma anche autista e speaker) commenta la nostra gita. Ovviamente non riesco a capire tutto quello che dice ma sembra davvero una persona simpatica. Ci fa anche vedere un filmato in DVD sulle ricerche e ritrovamenti strani fatti nei fondali del loch.

Il piccolo battello giunge sotto il Urquhart Castle, davvero suggestivo. Il castello può anche essere visitato ovviamente da terra, ed è a un miglio (circa 1.6 Km) da Drumnadrochit. Io l’ho visto dal battello. La gita in barca è stata divertente e mi è piaciuta. Ritorniamo a terra e dopo i dovuti saluti faccio un giretto nel villaggio e compero qualche souvenir. A Drumnadrochit c’è la mostra ufficiale di Loch Ness, ma a dire la verità mi sembrava davvero troppo turistico e pieno di fantastorie, così ho deciso di non andare. Piuttosto, visto che era ancora pomeriggio presto, ho preferito passeggiare tra i boschi che circondano il villaggio e sicuramente è stata la scelta migliore.

Esiste il Craigmonie and Balmacaan woodland, una serie di percorsi immersi nel bosco percorribili dai 45 minuti a 1 ora o più. Ci sono punti dai quali si gode un ottimo panorama, soprattutto il percorso rosso, forse quello più faticoso, ma sicuramente una volta arrivati in cima il vostro sforzo sarà davvero ricompensato da quello che vedrete davanti a voi, soprattutto se siete fortunati come me. Quella è stata una giornata piuttosto soleggiata ed in quel punto la veduta del loch Ness era davvero straordinaria, con la luce del sole che esaltava il verde dei campi in maniera davvero strepitosa. Durante il tragitto sarete circondati da alberi, alcuni dei quali davvero maestosi, e se avete molta fortuna come me, avrete la possibilità di incontrare addirittura dei cervi. Ebbene sì, erano 2 forse femmine perché non avevano le grandi corna, ma appena mi hanno visto e sentito camminare, si sono spaventati e sono fuggiti tra gli alberi, ma riuscivo ancora ad intravederli. Purtroppo non ho potuto fare nessuna foto. E’ successo tutto così di fretta!
Comunque i percorsi sono tutti ben segnati e si può prendere la mappa all’Information point.

Al settimo giorno ho lasciato Loch Ness e sarei dovuto andare ad Inverness e rimanerci, ma in quei giorni ho cambiato idea sull’itinerario che mi ero prefissato. Così decido di andare ancora più a Nord. Passo per Inverness dove ho la coincidenza per Wick dove aspetto un altro bus che mi porti a John O’Groats da dove salperò niente popò di meno per le isole Orcadi.

Durante tutto il tragitto si scorgono bellissimi scenari naturalisti, con vallate verde smeraldo per i riflessi dei raggi di sole, coste frastagliate e piccole spiagge naturali. C’è un signore scozzese che fa il mio stesso tragitto, così tra un’informazione e l’altra circa i bus da prendere, facciamo un po’ conoscenza e mi dice che sta andando a fare un fine settimana nella sua nuova casa che ha comprato a Kikwall, capitale delle Orcadi. Lui è originario di quelle zone. Mi prende in simpatia e sapendo che sono italiano, mi fa vedere una piastrella di ceramica che aveva comperato a Wick durante l’attesa del bus, con sopra lo stemma ed il motto di Gibilterra. Mi dice che fa collezioni di queste cose, ma il motto è in latino e mi chiede cosa significa. Sono solo 3 parole latine e per deduzione riesco a tradurne solo 2. La terza mi manca proprio, cosi mando un sms a mia sorella (che ne sa più di me) chiedendole di tradurre il tutto. Cerco di tradurre la risposta in inglese e bene o male ci riesco. Il mio amico ne è compiaciuto. Si parla poi del più e del meno e mi racconta anche qualche cenno storico riguardante il posto che stiamo raggiungendo, John O’Groats. Ovviamente anche qui tra il mio inglese ed il suo scozzese riesco sempre a perdermi parti del discorso!

Finalmente si arriva a John O’Groats dove il mio compagno si imbarca subito per le Orcadi, mentre per me è troppo tardi. Mi imbarco il giorno dopo, così le nostre strade si dividono con i doverosi e cortesi saluti. Il villaggio è composto da me, 4-5 case, un B&B, un ristorante con pub, vacche e pecore…! Bhè, cosa pensavo di trovare in questi posti?! Sono costretto a pernottare 2 notti nel B&B. La signora è davvero simpatica e mi fa anche uno sconto… evvai! Il villaggio vanta di essere l’ultimo posto della Gran Bretagna, dove finisce la terra, oltre solo il mare. Solo in seguito, a ritorno dalle Orcadi una coppia di italiani (che poi rincontrerò casualmente ad Edimburgo) mi fa vedere che è una bufala e che è un altro posto lì vicino (non ricordo il nome) ad essere il punto dove finisce la terra… e ti pareva! Che tarocco!!

Comunque la mattina successiva mi trovo alle 08:00 davanti al chiosco per comperare il biglietto di 38£ (circa € 55) che comprende l’attraversata andata e ritorno in battello ed il giro in pullman dei luoghi più importanti dell’isola. Ovviamente pioverà per tutto il tempo della gita e smetterà solo quando sarò ritornato al B&B…! e ti pareva…!

Una volta sbarcati sulla Mainland comincia l’escursione. Visitiamo la capitale Kirkwall, la Italian Chapel costruita dai prigionieri italiani durante la seconda guerra mondiale, il piccolo porto di Stromness, e i misteriosi ed affascinanti ritrovamenti neolitici di Skara Brae (11,50 £), the Ring of Brodgar e le Standing Stones of Stenness. E’ tutto davvero interessante, peccato per il tempo. Il paesaggio circostante è lo stesso di quello che mi accompagna durante tutto il mio viaggio. Davvero bello!

La gita dura per tutta la giornata e ritorno al B&B verso le 17-18. Quella sera passo qualche ora nell’unico pub del villaggio. C’è solo qualche abitante del posto che ovviamente capisce subito che sono straniero e comincia a scambiare qualche chiacchiera con me. Molto probabilmente aiutato dalla seconda birra e dal whisky che mi offrono, il mio inglese si fa incredibilmente sempre più fluente e addirittura mi fanno i complimenti per come lo parlo… Forse la birra comincia a far effetto anche su di loro!! La serata comunque passa davvero piacevole, fin quando mi trascino quasi barcollando al mio B&B, che poi si trova semplicemente dall’altra parte della strada!

La mattina successiva del nono giorno, la signora del B&B mi prende in giro perché dice che sono “in panic” per il mio bus che ancora non arriva. Sono momenti davvero divertenti. Vedo un bus che arriva in lontananza, esco di corsa ancora svestito di giacca e saluto tutti al volo per raggiungere la fermata, ma non è il mio autobus. Fuori c’è un vento boia di quello che ti stacca le orecchie e che mi impedisce di mettermi la giacca; sembra quasi una scena comica da Benny Hill, ma alla fine ce la faccio. Attendo qualche minuto lì ma poi ci ripenso e rientro nel B&B dicendo di preferire di aspettare dentro e tutti i presenti che avevano visto la scena dalle vetrate si mettono a ridere… che figura… troppo forte!
Vedo in lontananza un altro bus. Questa volta è il mio. Saluto nuovamente e vado alla fermata. Salgo e rincontro una ragazza italiana che avevo conosciuto il giorno prima alla gita delle Orcadi. Sapevamo comunque che ci saremmo rivisti proprio su quel bus. Facciamo il percorso inverso dell’andata, da John O’Groats a Wick dove nell’attesa della coincidenza ci prendiamo un tè caldo. Alla fermata di Wick un signore scozzese ci sente parlare e comincia subito a chiacchierare con noi in italiano. Dice che circa 20 anni fa insegnava all’università La Sapienza di Roma e dopo tutti quegli anni ancora ricordava la nostra lingua. È tifoso del Celtic. Un tipo davvero simpatico che davvero non ti aspetti.

Da Wick arriviamo finalmente ad Inverness dove rimango per 2 notti in ostello. La mia amica deve prendere un altro bus che la porti vicino Fort William dove ha trovato un lavoro stagionale. Così nell’attesa facciamo un giro insieme di Inverness.
Inverness è una città davvero carina. È considerata la capitale delle highland. Tutta molto curata, con il suo castello. È attraversata dal fiume Ness. Lì ho fatto una passeggiata di circa 10 km che costeggia il fiume, molto carina soprattutto la parte iniziale dove si supera il fiume con dei ponti che collegavano le isolette che sono sul Ness fino poi a raggiungere l’altra sponda. Il tragitto è davvero affascinante ed anche un po’ selvaggio. Durante la passeggiata ci sono delle panchine, o meglio dire dei tronchi d’albero modellati a mo’ di panchine, davvero molto originali. Si può incontrare anche qualche pescatore. Il percorso arriva poi fino al Caledonian Canal e lo costeggia per tutto il suo cammino sin dove inizia. Una volta giunti lì molto probabilmente ti chiederai: “…ma ndo’ sò arrivato, ma dove stò…!”…classica riflessione che più di una circostanza mi è balzata in mente…! Si vedono anche le dighe che sono state costruite per permettere alle imbarcazioni di arrivare a Loch Ness, e se si è fortunati potrai anche vederle in funzione e vedere come il livello dell’acqua si alza o si abbassa. Comunque il percorso è segnato, e se ti capita di farlo prendi una cartina.
La sera ci sono svariati pub, da quello con musiche tipiche scozzesi ai karaoke.

La mattina dell’undicesima giornata lascio la graziosa Inverness per raggiungere la capitale Edimburgo. Anche stavolta modifico il mio itinerario. Infatti sarei dovuto stare una notte ad Aberdeen, ma poi ho seguito il consiglio della mia amica e devo dire che molto probabilmente ho fatto bene. Ad Edimburgo rimango le ultime 3 notti del mio viaggio, in ostello. È una città davvero bella ed interessante, con il suo maestoso castello e con il Royal Mile che praticamente taglia tutta la città e che va dal castello fino al Palace of Holyroodhouse dove c’è anche l’odierno e moderno parlamento scozzese.

Le costruzioni sono in stile gotico, contornata da molti tipi dal look strano e piuttosto punk e dark. Da non perdere la passeggiata su Calton Hill da dove si gode la vista di tutta la città. Un altro punto più interessante e panoramico è sicuramente Arthur’s Seat, un promontorio vulcanico alto circa 200 metri che domina letteralmente la capitale. Se vi piace fare un po’ di trekking è sicuramente il posto giusto.

Ad Edimburgo c’è molto da visitare, dal Royal Museum e Museum of Scotland al castello, i giardini di Princes Street, la galleria d’arte. È anche possibile visitare i sotterranei di Edimburgo nell’Old Town, i famosi “close” dove una volta vivevano persone in pessime condizioni. Camminando lungo il Royal Mile si possono vedere insegne pubblicitarie che organizzano queste visite guidate. Ce ne sono svariate ed in varie ore della giornata. Molte sono legate a storie di fantasmi, probabilmente per incuriosire di più i turisti. Sicuramente il migliore è il Mary King’s Close, dove sono stato (10 £). La gita dura un’ora. Si scende in una specie di cantina che poi non è altro che le vecchie vie e le “case” dove una volta era il centro dell’attività domestica e lavorativa. Un posto davvero lugubre e tetro. È incredibile pensare come vivevano in quei tempi. C’è anche l’audio in italiano. Consiglio di fare la gita di sera perché più suggestiva.
Di sera nella vecchia città, ci sono svariati pub dove andare. Ci sono quelli con musica dal vivo, quelli classici, insomma di tutti i tipi e per tutti i gusti.

Al mio secondo giorno ad Edimburgo ho fatto una gita a Stirling, dalla mattina fino a metà pomeriggio. Cittadina simpatica e vivace (ovviamente prima delle 18:00), ma soprattutto molto importante per la storia scozzese. Ho visitato il castello di Stirling (8,50 £), dove gli scozzesi sconfissero gli inglesi, che per anni riuscirono a respingerli, fino all’unione delle due corone. E’ da lì che cominciò la dinastia degli Stuart.
A qualche km ho raggiunto in 10 minuti, col bus urbano, anche il monumento a Wallace (6,50 £) dove è custodita la sua spada e dove puoi ascoltare la storia della sua vita con l’auricolare, ma a parte questo non c’è molto altro da visitare, anche se dal maestoso monumento si gode di un ottimo panorama del castello e del vecchio ponte di Stirling.

Il mio viaggio in Scozia è durato 13 giorni. Sono stato sia in ostelli che in b&b, anche se preferisco stare sicuramente in ostello perché è più facile fare amicizie ed è sicuramente più divertente.
Tra una città e l’altra mi sono spostato con i bus nazionali della citylink comprando uno degli abbonamenti disponibili, molto efficienti e puntuali. Gli ostelli ed i bus sono sicuramente il modo più economico per viaggiare, soprattutto se viaggiate soli come me.
Ogni città sia grande che piccola è organizzata con un information point dove troverete tutte le informazioni di cui avete bisogno. Le persone sono tutte molto gentili e disponibili soprattutto se vedono che sei in difficoltà e straniero. A volte saper parlare l’inglese, anche se poco, è quasi vitale.
Spesso i capolinea dei bus sono sempre vicino alla stazione centrale del treno ed ai suddetti information point. È piuttosto semplice orientarsi.

Per quanto mi riguarda anche questo è stato un viaggio sensazionale. Conoscere, scoprire, non fermarsi mai, è sicuramente il modo più semplice ma avventuroso per viaggiare, un viaggio in piena e pura libertà.

TRASPORTI

Volo di andata: dom 02/09/2007 11:00 Roma – Glasgow € 34,25 Ryanair
Volo di ritorno: sab 15/09/2007 17:20 Glasgow – Roma € 107,61 Ryanair Comperato in Scozia a Fort William

Explorer pass Citylink valido per 5 giorni su 10 € 87,45

ALLOGGI

2 e 3 Glasgow ostello Margaret Macdonald House 2 notti: 42,92 € camera singola
4 Oban B&B 1 notte: 31,84 € circa
5 e 6 Fort William ostello MacBackpackers 2 notti: 37,63 € circa
7 Drumnadrochit ostello loch ness backpackers lodge 1 notte: 18,81 € circa
8 e 9 John O’Groast in B&B 2 notti: 67,77 € con postapay
10 e 11 Inverness ostello Buzpackers 2 notti: 37,63 € circa
12, 13 Edimburgo ostello MacBackpackers 2 notti: 38,02 € con postapay
14 Edimburgo ostello Brodies 1 notte: 17,39 € con postapay
15 partenza da Edimburgo alle 11 circa per Glasgow ed infine per Prestwick airport

TOTALE ALLOGGI: 422,58 €

Soldi in tasca: 200 € spicce + 1355 € su postapay = 1555 €
Soldi rimasti: 499,02 su postapay
Soldi spesi: 1055,98 € tra alloggi, mangiare, biglietto aereo di ritorno e spese varie.