In Val Cavallina (Prealpi Eurobiche Bergamasche) crescono piante d’alta quota. La Valle del Freddo è forse il fenomeno naturale più interessante e singolare dell’intero territorio bergamasco.

In apparenza nulla di straordinario: si tratta di una depressione, lunga circa 600 metri, posta in alta Val Cavallina, a 360 metri di altezza dal mare, subito dopo il laghetto di Gaiano, nel territorio del Comune di Solto Collina: pietrame, un po’ di terriccio, cespugli, alberi, come in qualunque altro angolo della Valle.

A guardarla da vicino si scopre invece una cosa straordinaria: qui, ad un’altezza assai modesta, crescono piante e fiori tipici dell’alta montagna, dal rododendro alla stella alpina (quest’ultima normalmente non cresce al di sotto dei 1700 metri di altezza).

Già in tempi remoti la valletta ai piedi del monte Na era conosciuta dagli abitanti della Val Cavallina col sinistro nome di Valle del diavolo. Leggende locali tramandate nei secoli, infatti, dissuadevano le donne ad avventurarsi da sole tra i boschi della valletta; essa era tuttavia frequentata da pastori e cacciatori i quali si occupavano, inoltre, dello sfruttamento e del governo del bosco. Solo a partire dal secolo scorso la Valle del diavolo divenne nota a tutti col nome di Valle del Freddo.

Nel sottosuolo di questa valle si forma una specie di frigorifero naturale generato dal ghiaccio che si forma nel sottosuolo durante l’inverno. In alcuni stagioni fuoriescono correnti d’aria fredda che portano la temperatura vicino a zero gradi creando condizioni climatiche dove nascono e si sviluppano larici ed altre piante tipiche d’alta montagna.

Tutto ciò avviene in quanto una complessa e particolarissima struttura del terreno fa sì che nel sottosuolo si formino durante l’inverno grossi blocchi di ghiaccio: in estate l’aria passa attraverso questi blocchi e fuoriesce da una serie di buche poste nel fondo della valletta, a temperatura bassissima (2-4 gradi). La zona può quindi considerarsi una specie di grande frigorifero naturale,che consente la sopravvivenza, anche nella calda estate, di vegetazione abituata ai climi più freddi dell’alta montagna.

Un fenomeno singolare, dunque, che sembra non avere paragoni in Europa. La Valle del Freddo è visitabile nei mesi di maggio, giugno e luglio, naturalmente lungo un sentiero predisposto al di fuori del quale non è consentito uscire. La struttura della Valle è infatti straordinariamente delicata: basterebbe un nonnulla, non solo per rovinare la flora esistente, ma per distruggere l’intero sistema.

L’eccezionale peculiarità della Valle del Freddo fu scoperta per caso nel 1939 da Guido Isnenghi, appassionato di botanica e di escursionismo. Di passaggio a Piangaiano, infatti, osservò sul cappello di un cacciatore locale una stella alpina appena colta. La meraviglia fu grande quando, conversando col cacciatore, scoprì che il prezioso fiore non proveniva da un’alta montagna ma dai magri pascoli di una valletta posta ai margini del lago di Gaiano.

La visita alla Valle del Freddo è un’occasione irrinunciabile per osservare da vicino, in un area circoscritta, una vasta gamma di specie floreali e arbustive che, ad eccezione della preziosa valletta, crescono abitualmente soltanto in alta montagna.

Visite della Valle del Freddo

La visita guidata alla Valle del Freddo, lungo il sentiero appositamente predisposto, è gratuita e dura circa 1 ora e 30 minuti. Si consiglia un abbigliamento adatto ad escursioni di media montagna con buone scarpe da escursionista. La partenza della visita si trova presso l’area attrezzata, a 50 m dalla sbarra, dove i volontari attendono i visitatori.

Periodo d’apertura: Dal 1° Maggio al 31 Luglio, in coincidenza col periodo della fioritura.
LE VISITE ALL’AREA PROTETTA SONO CONSENTITE SOLO SU ACCOMPAGNAMENTO DELLE GUIDE VOLONTARIE

Orari di apertura:
Da Lunedì a Venerdì visite guidate per scolaresche e gruppi organizzati previa prenotazione.
Sabato dalle 13:30 alle 18:00;
Domenica e festivi dalle 9:00 alle 12:00 e dalle 14:00 alle 18:00;
nei giorni di Sabato, Domenica e festivi non è necessaria alcuna prenotazione (comunque gradita in caso di gruppi numerosi).

Per informazioni www.invalcavallina.it