minareto della Kotouiba di giorno
minareto della Kotouiba di notte
Mercato
Tavolino di legno grezzo e qui sotto...
Tavolo di legno intarsiato e finito. Hai visto quello sopra?
Particolare dell'ufficio del turismo
taxi populaire
Said e famiglia
Said e famiglia
Una classe a scuola
Spezie
Datteri
Menta
Olive
Lavabo Berbero
Le mura
VICOLI CASBAH
VICOLI CASBAH
mausoleo di Hassam
mausoleo di Hassam
Hotel di Fes
Hotel di Fes
Giardino dell'hotel
Mura di Fes
LAVABO BERBERO SU TAPPETO MAROCCO
BOUGANVILLE HOTEL
Parto per Essauoira
Parto per Essauoira
stazione bus
pasticceria ambulante
Pane particolare
VENDITORI D'ACQUA IN COSTUME
MANUFATTI IN RAME
MANUFATTI IN RAME

Premesse:
1- non scriverò mai “marocchino/a” in quanto il vocabolo ha un’ accezione dispregiativa da noi in Italia e la cosa non mi piace….

2- per me viaggiare=soddisfare la curiosità senza la presunzione di volere spiegare le cose ed i fenomeni dei paese stranieri con la mia logica

3- Scrivo questo report di viaggio dopo circa 40 giorni che sono tornato ho quindi avuto molto tempo per lasciare che il tutto decantasse tranquillamente ed ora, spogliato dagli orpelli dell’entusiasmo tipico da chi torna fresco fresco mi accingo a trasferire su pc quanto scritto dagli appunti e quanto memorizzato nella mia zucca… la prosa rivelerà qualche buco qua e là ma è intenzionale in quanto, per rispetto di chi lo legge, ho asportato le cose più personali ed i commenti più intimi alle faccende mie intime gli amanti del bel stile mi perdonino mentre i viaggiatori come me capiranno

Rispetto sempre e in ogni modo due principi basilari nell’effettuare i miei viaggi ma poi in ogni modo ognuno è libero di fare ciò che crede: Primo ho sempre chiaro nella zucca che sono ospite di un paese e della sua gente quindi per rispetto mi preparo adeguatamente leggendo di storia usi e costumi e soprattutto consultando un sito della CIA che si chiama www.factbook .com in cui si elencano le cose da fare e soprattutto quelle da NON FARE e rispettando queste ultime soprattutto, finora non sono mai incorso in spiacevoli “contrattempi” Secondo lascio a casa la presunzione (che a volte sa di arroganza e razzismo) di ergermi, per il fatto di provenire da un paese così chiamato civilizzato, a giudice unico ed inappellabile degli altri nonché risolutore di tutti i loro problemi nello spazio di 5 minuti Terzo credo che tutti abbiano qualche cosa da dire indipendentemente dal censo e dallo stato economico….

…infine chi è interessato a leggere questo report sappia (non voglio far perder tempo) che il mio modo di viaggiare è abbastanza originale e sicuramente esula dagli schemi standard del viaggi da agenzia con particolari di alberghi e ristoranti esclusivi, vocabolo che sinceramente evito perché sa di vacanza come biglietto da visita di dichiarazione di censo e reddito… ultimo avvertimento e annotazione: essendo un gran girovago ed amante dei dialetti della nostra meravigliosa penisola ho inserito per piacere e per capriccio qualche apporto qua e là

17 Domenica
sveglia biologica – fortunatamente – perché nella frenesia mi ero dimenticato di accendere quella elettronica. Piove che Dio la manda quando salgo sul bus che mi trasborda a Porta Nuova, alla stazione FFSS e sul treno comincia il mementum delle cose che ho dimenticato a casa… Bazzecole comunque..
Arrivo a Milano; veloce trasferimento a Malpensa ove sono in superanticipo..; cerco di stampare, visto che la cartuccia della mia stampante era improvvisamente finita, il file degli appunti sul MAROCCO ricavato dalla consultazione di altri report di viaggi in Internet, ma, oltre che visionarlo, non ottengo altro in quanto gli uffici sono chiusi e solo eccezionalmente l’impiegata dell’agenzia mi lascia accedere al PC; recupero il biglietto aereo dal banco FRANCO ROSSO poi mi imbarco su volo ROYAL AIR MAROC che parte ed arriva puntualissimo a Marraketch ove cambio un po’ di euro all’aeroporto. Il cambio=1 dirham=€ 0,10.

La città mi accoglie in un clima Primaverile ed in poco tempo raggiungo l’hotel in taxi, dopo aver assistito ad una lite furibonda tra i vari proprietari per accaparrarsi il cliente… Arrivato a destinazione pago 50 dirham (10.000 lire) perché, da sprovveduto, avevo scelto il gran taxi e non il petit e mi impossesso dei “miei appartamenti”. Qui conosco Alejandro, spagnolo di Barcellona, con cui faccio ben presto amicizia e, arrivato il fatidico Allah akbar (Dio è grande) segnale che il Ramadam è finito, andiamo insieme in una bettola vicina a sfamarci con Harira, bomba calorica: una zuppa di ceci, altri legumi pomodoro ed altro; proseguiamo quindi verso il centro della città, raggiungibile molto facilmente, in quanto il minareto della Kotouiba, la più grande moschea di Marraketch, è visibile da tutte le parti e segna il centro città (Medina); ritorniamo verso le ore 23 dopo aver fatto un giretto dentro al mercato e cenato ulteriormente nella piazza J’mee H’fna con pesce (cibo scadente e moneta molto sonante.. la classica fregatura per turisti). Giunti a destinazione ho appena il tempo per lavarmi i denti e mettere il pigiama che crollo in un sonno profondo.. durante la notte mi sveglio dal freddo: l’escursione termica è notevole e capisco ora il perché della presenza sul letto di ben due coperte di lana, coperte che avevo guardato con ridicolo sussiego, io che ho sempre caldo.. cmq si dorme bene, con questo bel fresco, sotto le coperte al caldo: il fabbricato è tipico dei paesi del Magreb e cioè tetto piatto che dà su patio interno aperto, quindi esposto alle intemperie e ai capricci del tempo.

18 Lunedì
Sveglia ad ore normali (08,30), colazione: io a base di farinacei ed Alejandro a base di frutta. Scopro tante cose dell’amico spagnolo: che è un ex prof che ha lasciato il lavoro per girare il nord e centroafrica per un annetto e che è un tipo molto calmo, riflessivo e posato.. Mi accodo a lui per l’intera giornata e ritorniamo alla Medina passando per la stazione degli autobus ove annoto gli orari per andare a Chemaia a casa del fratello di Kerim, conosciuto in Italia.. Sin dal mattino la giornata si presenta frizzante, ma anche serena e secchissima per cui il fresco/freddo non si avvertono poi così tanto.. raggiunto il centro compro una scheda telefonica dell’operatore meno conosciuto per cui trovare cabine è molto difficile. Fortunatamente l’operatore che me l’ha venduta me la ricompera (autosconto 30%) fregatura n..ro due: COMPRARE SOLO SCHEDE MAROCCO TEL.. Io cmq chiamerò sempre con le monete nelle numerosissime boutique telephonique, postazioni telefoniche che si sostituiscono alla carenza di apparecchi domestici. Al bazar seguo Alex nei suoi acquisti notando che è un po’ tortellino, ma mi astengo da fare osservazioni, dopodiché, visto che il sole si è alzato nel cielo, il caldo avanza e non ho una capigliatura molto folta, decido di acquistare un tipico copricapo mussulmano per evitare insolazioni, strappando il prezzo che volevo io, dopo una estenuante contrattazione di circa 15 minuti. Alex mi guarda allibito e mi nomina sul campo suo intermediario .. gli spiego ciò che ho appreso nella lettura di numerosissimi report di viaggio e dalla pratica: mai disdegnare la merce, mai fare gli sbruffoni e spacconi, mai far finta di andarsene piccati, solo usare un po’ di psicologia della serie..:” ah la sua merce è bellissima ma le mie disponibilità sono limitate, molto limitate” per cui appena il venditore chiede:” limitate fino a quanto?”, il gioco è fatto o giù di lì.. intanto i crampi della fame si fanno sentire ma c’è il Ramadam (niente cibo, acqua, sigarette dalle 5 del mattino sino alle 17,45 di sera… ah sì anche niente sesso ma questa entità e’ da dimenticare in toto in questi paesi) ed io sono determinato a rispettarlo (già ho trasgredito facendo una abbondante colazione alle 9 di mattino) ed Alex è concorde, quindi si tira avanti dimenticando il richiamo del pancino… Per distrarmi entriamo nella zona ove operano gli artigiani del legno che scolpiscono con rara maestria tavole di cedro per fare gli intarsi sui letti…

Verso le 16,30 riesco a chiamare Said a Chemaia annunciando che arriverò da lui il giorno seguente, poi ci incamminiamo verso l’alloggio che raggiungiamo dopo varie soste lungo il percorso. Marraketch di giorno rivela la sua doppia identità: citta’ araba al centro (MEDINA, che significa centro) ed europea tutta intorno (sembra di essere a Parigi con i suoi lunghi boulevard); la città è circondata da una cinta muraria restaurata e punto comune a moltissime città marocchine.
Dopo una doccia salutare ci avviamo alla solita locanda ove consumiamo il rituale pranzo del Ramadam che poi è un concentrato di calorie: Harirar, datteri, dolcetti a base di miele e zucchero e tantissimo the’ alla menta, tanto buono quanto dolce; la sera nuova capatina verso il centro ove scopro alcuni negozi di spezie ed affini: molto tipico il musk una specie di panetto di profumo delicatissimo… ne acquisto un po’. Ritorniamo tardi dopo aver visto nella piazza Jamme F’na’, i classici incantatori di serpenti e venditori di sogni, mentre in sottofondo un incessante ed assordante rullio di tamburi ritma tutto: i passi, il parlare etc. Passiamo nuovamente vicino al Theatre Royal che avevo visto ed immortalato in alcune foto la sera precedente. dopo aver salutato Alex, che se ne và a Essaouira al mare sulla costa atlantica e poi in Mauritania, bighellono per la parte europea e faccio visita all’ufficio turistico regionale (un vero portento di restaurazione), cambio altri euro, mi collego con Internet per scaricare la posta ed infine faccio ritorno all’hotel per preparare armi e bagagli e partire per Chemaia, che dista circa 80 kilometri. Arrivato alla stazione degli autobus (gare routiere), sono assalito da vari imbonitori alle cui tentazioni non cedo; mi dirigo al punto vendita ed acquisto per una cifra bassa (6000 lire circa) il biglietto..
In MAROCCO, accanto agli autobus di gran linea CTM, esistono anche quelli della concorrenza che sono meno confortevoli ma più popolari, economici ed ETNICI e, visto che la mia intenzione principale è quella di tastare questa componente essenziale della civiltà MAROCCO, mi sono sempre servito di loro che, magari non hanno l’aria condizionata, ma che offrono uno spaccato veritiero del vivere giornaliero.. in fondo sono sempre partito ed arrivato lo stesso.. riuscendo altresì ad intavolare chiacchierate molto interessanti a bordo ed altro…Il bus ha il motore acceso da un bel po’: faccio notare gli effetti pestilenziali ma mi dicono che, spegnendolo, potrebbe non ripartire… desisto quindi dal ribadire le mie rivendicazioni ecologiche… usciamo da Marraketch e, proprio alla periferia, vedo un ipermarket, si chiama MARIJORIE (o qualche cosa del genere) ah la civiltà occidentale è arrivata fino qua… mi propongo di farci una capatina al ritorno… Dopo circa un’ora e 30 minuti, arriviamo a Chemaia sotto un vero e proprio diluvio, chiamo Said che viene a prendermi e mi accompagna in calesse (taxi populaire) alla sua casa ancora in costruzione nei piani alti… Ebbene finalmente eccomi in una famiglia MAROCCOs, descrizione: Said, capofamiglia, signora rigorosamente avvolta da abiti che le coprono tutto da capo a piedi (volto scoperto comunque) e due figli uno, Hassam di 4 anni, un terremoto, vero concentrato di simpatia con cui faccio subito amicizia e altra figlia di 2 anni, di cui non ricordo il nome, che immediatamente corre tra le braccia della mamma neanche fosse arrivato l’orco …la casa e’ agibile solo al pian terreno, in una zona nuova di questa cittadina che conta circa 50.000 abitanti e le cui risorse sono l’agricoltura e la produzione di sale.

Una volta arrivato, vengo fatto accomodare nella sala ove regna un forte odore di cera sulla mobilia appena comprata (mi pare di essere un po’ in qualche stube del Tirolo…). Dopo le rituali presentazioni, consegno a Said quanto portato dall’Italia e la cosa è molto gradita, specialmente il caffè… Prometto di cucinare gli spaghetti la sera successiva. Intanto si sono fatte le 17,45 ora di pappe, che vengono consumate rigorosamente davanti alla TV (che palle… ma per far star buoni i bambini!!!!). Io mi incarico di imboccare Hassam, con le mani, in quanto le posate sono poco usate da queste parti ma, paese che vai… (COMUNQUE E’ UN CONTINUO LAVARSI LE MANI… ) è un gusto e mi pare di essere tornato indietro di tanti anni quando preparavo la pappa al mio amato figliolo Jammy e poi gliela davo con il cucchiaino… ah un tuffo al cuore (ora che sono separato mi manca tanto!!!! ). Dopo la prima cena io e Said usciamo (deve recarsi alla moschea per la preghiera), poi ce ne andiamo all’osteria ove tutti giocano a carte ad un gioco che mi pare molto familiare: si’ infatti è scala 40… sono i colleghi insegnanti di Said che giocano e, con loro, in un francese che non pensavo essere così fluente, dialogo del più e del meno… soprattutto di informatica e di calcio… i miei trascorsi di radiocronista per una emittente radio mi aiutano non poco a discutere di tattiche e commentare gli ultimi mondiali…

Ritorniamo a casa per la seconda cena ma io ho poca fame e scopro che i bambini sono ancora svegli: andranno a nanna verso le ore 23.30; nel frattempo la moglie di Said ha lavorato come una mula… Che angusto nascere donna nei paesi mussulmani!!! E dire che da queste parti sono sunniti, perché mi hanno detto che per gli sciiti sia ancora peggio… richiesto di un parere in merito, Said e più tardi il fratello Kerim*, in Italia, mi hanno detto che la donna all’interno della famiglia è la vera sovrana e vedrebbe un’ aiuto da parte del consorte come un’ intrusione. Boh sarà… io la penso molto diversamente ma, di nuovo, PAESE CHE VAI… Finalmente si va a nanna ed io dormo su di un divano con il materasso durissimo con l’effetto di una dormita soporosa e profonda.
*Kerim, fratello di Said, è un giornalista maroccos che opera in appoggio al comune di Viareggio in un progetto di integrazione degli immigrati di quel paese nella nostra realtà civile… ho avuto il piacere di incontrarlo e conoscerlo e grazi e lui, nello spazio di una sola telefonata, mi è stato possibile entrare, cosa molto molto rara, in un ambito familiare maroccos… ancora grazie sentite

Mercoledì 20
Sveglia ad orari normali, mi ha svegliato Hassam il mio giovane amico con un bel bacetto sul naso e coccole qua e là (questa sì che è una sveglia che ricorderò per tutta la vita!!! Altroché Hotel a 12222 stelle!!!), colazione eccezionalmente concessami con i bambini (ovviamente per loro il Ramadam, che inizia alle 6 di mattino e termina alle 17,45, non esiste in termini di diete e rinunce alimentari) con un piattino di olio e la solita montagna di pane, buono anzi buonissimo, tutt’altra cosa da quello che si mangia da noi; non ci sono tante varietà di pane ed affini, alcuni hanno della semola spolverata ‘n coppa, altri sono lisci ma tutti tondi ed ho scoperto che moltissime famiglie preparano il pane in casa per poi farlo cuocere al forno del quartiere per 50 centesimi di dirham (100 lire circa): questo spiega il perché non mi volevano vender il pane in alcuni luoghi che io pensavo fossero panifici ed invece erano solo forni pubblici ove cuocevano il pane, si, ma di terzi… Said mi spiega che molte famiglie, per povertà adottano l’olio e pane come dieta giornaliera… cmq l’olio in MAROCCO è molto buono e poi vale sempre il solito discorso: le cose fuori casa, in atmosfera di vacanza e condite dalla curiosità diventano sempre più buone. Stamattina abbiamo appuntamento con gli allievi di Said nella sua scuola ma c’è una cosa che devo fare prima: accompagnare alla scuola materna il mio amico Hassam che si pavoneggia come una femmina civettuola alla mano di questo strano zio acquisito che viene da tanto lontano; ritorno di corsa verso la scuola di Said ed una certa curiosità serpeggia nel veder l’occidentale in una scuola MAROCCOs. Said fa’ la sua lezione tranquillamente poi, astutamente, fa’ leggere una pagina del sussidiario scritto in francese che riguarda i media e chi ci opera: giornalisti, cameraman, truccatori, etc.. ed alla fine mi presenta ed io spiego, romanzando un po’ il tutto (senza contare balle comunque), vista l’audience che ho davanti, il lavoro di giornalista radiofonico quale sono stato per tanti anni mostrando il corder, il cellulare e facendo immaginare il lavoro con il PC e soprattutto parlando di Internet, che scopro essere molto familiare come cognizione teorica ma non come uso.

Arriva l’intervallo e Said mi fa’ conoscere alcuni suoi colleghi uno dei quali, dal viso e comportamento molto furbo e gnorri ad un tempo, mi invita nella sua classe (allievi più grandi) ed io volentieri acconsento trovandomi di fronte circa 35 paia di occhi scurissimi di ragazzi/e molto curiosi che mi bombardano di domande molto intelligenti (della serie: come credo che finirà il conflitto palestinese israeliano ed anche come è cambiato il mondo dopo l’11 Settembre etc). Resto allibito e stringo la mano congratulandomi ad un ragazzino e la cosa lo rende particolarmente contento come pure il prof (e dire che ha una faccia da sberle!!!): deve essere molto molto bravo anche a giudicare da come lo ascoltano i suoi allievi durante la lezione… a forza di dai e dai apprendo che in arabo la parola 4 si dice arba. Le lezioni terminano anzitempo, perché domani passerà per Chemaia il giovane re ed è la prima volta nella storia della cittadina che ciò avviene, quindi i preparativi procedono spediti; Said mi lascia solo per un po’ perché ha da fare e ne approfitto per visitare il paese pur non trovando nulla di particolarmente eccitante ed interessante, eccezion fatta per il locale mercato ove i prezzi sono decisamente meno cari che a Marrakech e la forbice di contrattazione molto meno ampia. Vedo però una cosa che subito mi piace: una specie di brocca d’acqua con relativo catino, ambedue cesellati. Chiedo il prezzo e penso che il venditore si sia sbagliato in quanto la richiesta è bassa: solo 20.000 lire… Chiedo più tardi consiglio a Said, il quale tratta per me l’acquisto che avviene in termini ancora più economici: 13.000 lire, poi mi spiega che è un vecchio lavabo berbero con portasapone annesso.

Sono contento dell’acquisto e l’idea di come farò a portarlo a casa in aereo non mi sfiora per nulla, ormai mi conosco e siamo solo agli inizi del viaggio!!.. inchALLAH se dio lo vuole o meglio InchMAR se la Marrocoair vorrà. Nel pomeriggio resto in giro con Said a conoscere gente (i suoi familiari etc) e la sera a casa per il pranzo del Ramadam; stasera preparerò gli spaghetti, affiancato dall’aiutocuoco Hassam che ormai mi ha adottato come zio: il tutto si svolge a regola d’arte e ne esce un piatto di spaghetti alla carbonara (carne bovina macinata al posto della pancetta ovviamente) che viene mangiata con avidità. Lascio quindi un paio di kili di spaghetti alla famiglia, che sembra molto gradire. Dopo cena solita uscita all’osteria, ma prima una sosta al bar per attendere Said che deve recitare le preghiere alla moschea e, nel frattempo, conosco alcuni personaggi della cittadina tra cui il sindaco: vero boss che non suscita a pelle le mie simpatie, avendo un atteggiamento di supponenza ed alterigia che io odio per principio (fuori ha la Mercedes nuova fiammante con tanto di autista); successivamente sia Said che Kerin mi spigheranno che la carica gli viene dal suo potere economico e non certo dalla sua abilità politica e che i denari li ha fatti in modo molto strano e sorprendentemente veloce. ( ma guarda anche da queste parti!!!!). Ritorniamo la sera verso le ore 23, do’ la buona notte ai bambini e me ne vado a dormire perché domani si parte nel primo pomeriggio essendo tutto bloccato in mattinata: passa il re Hassam qualchecosa II ,IV o VI. Buona notte.

Due parole sul giovane rè che suscita le simpatie di tutta la popolazione specialmente di giovani cui ha dato una certa speranza nel futuro impegnandosi a cambiare molte cose che immobilizzano il paese reduce da un regno/dittatura del padre, che a dire il vero non è poi cosi’ tanto popolare specialmente tra le nuove generazioni(aveva fatto costruire la moschea più grande del mondo anche con i contributi dei cittadini più poveri, mentre molta gente soffre di indigenza)… ricordo che i giovani tra i 18 e i 30 anni sono tantissimi in Marocco quindi sono color che guideranno il paese nel prossimo futuro e non potevano avere miglior rè dell’attuale però assieme a lui c’è anche la vecchia nomenclatura che frena tira indietro e rincula peggio di un somaro d’altronde difende i suoi arcaici privilegi.

Giovedì 21
È un gran giorno per Chemaia: passerà il re nel primo pomeriggio!! Il sovrano riveste una grande importanza nel paese nordafricano in quanto funge da collante fra le genti egli e’ sicuramente più vicino alle istanze dei più bisognosi, è letteralmente venerato come un dio, Bighellono per il paese osservando los moroccos in giornata di grande eccitazione… ed ecco che finalmente, preceduto da uno stormo di elicotteri, arriva il re’ acclamato da una folla oceanica (tutta Chemaia è in strada); passato il corteo ritorno a casa di Said, raccolgo i miei bagagli e mi incammino verso il parcheggio del grand taxi che ad un prezzo leggermente superiore al bus mi porterà a Marraketch (in MAROCCO i taxi si dividono in grand taxi, che di solito sono mercedes 240d con una capacità di 6 passeggeri più l’autista e sono autorizzati a percorsi extraurbani e petit taxi, che invece portano 3 passeggeri più l’autista e che circolano prevalentemente nel centro delle grandi città: i prezzi sono molto bassi, ma bisogna sempre contrattare e dopo un paio di giorni questa pratica, apparentemente estenuante per chi come noi non è molto abituato, diventa un’abitudine (prova ne sia che, al mio ritorno, dopo 15 giorni di tira e molla, a Malpensa quasi quasi mi veniva di contrattare con il bigliettaio/autista del bus navetta per la stazione centrale di Milano). Bene, dopo i rituali saluti (molto caloroso quello con Hassam il mio giovane amico), salgo sul Mercedes ed arrivo a Marraketch dopo un’ora secca di viaggio (40 minuti meno che il bus): lungo il tragitto assisto ad un tramonto da favola, uno di quei tramonti che la mia fotocamera tanto ama ma non può immortalare perché sono stretto dietro tra altri passeggeri tarchiati come me e quindi il ricordo è solo nella mia testa e basta… Faccio quindi rotta verso bvd. De France, al mio hotel, ove mi accoglie con molta affabilità il proprietario richiedendomi del mio soggiorno in provincia.. ma sono stanco e rimando al giorno seguente la “conferenza stampa”.. nanne al fresco

Venerdì 22
Come promesso, dopo una ricca colazione… (è l’unica trasgressione che mi permetto nei confronti del Ramadam, per il resto ho sempre rispettato gli orari ricevendo in cambio una grande considerazione dai MAROCCOs…) sono fatto così, paese che vado rispetto che porto. Trovo che, sotto questo profilo, sia fondamentale la fase di preparazione di un viaggio, sia attraverso la lettura di report che altro materiale su Internet ed anche, laddove possibile, il contatto su qualche chat locale… Posso assicurare che, a chi come me viaggia per scopi etnici, una buona preparazione riserva delle graditissime sorprese… Altra cosa fondamentale è imparare subito la parola grazie… sciukran: ogni volta che la pronunci i volti degli interlocutori si distendono ed illuminano.

Allora, dicevo, dopo una ricca colazione (devo tirare fino alle 17,46 di stasera), misto di carboidrati (pane arabo e miele, uova fritte ed un qualche dolcetto al miele) e vitamine (frutta varia), racconto al boss dell’albergo tutto quanto avvenuto a Chemaia ed egli, tralasciando tutti i suoi compiti, mi ascolta interloquendo con osservazioni che mi fanno capire tante cose a me indecifrabili. Pian piano la conversazione si anima e si autoalimenta, sino a terminare solamente verso le ore 13 che poi da noi sarebbe ora di pranzo… credo che il pancino abbia suonato la campanella ma, ero tanto infervorato a parlare, che ho dimenticato l’esistenza del vocabolo appetito ed annessi. Sono tremendamente in ritardo sulla tabella delle cose da fare, ma chi se ne frega. Il bello di non avere programmato nulla di specifico… alla giapponese, per intenderci, ha questi risvolti positivi: non ho perso una mezza giornata, bensì ho trascorso 4 ore a conoscere e metabolizzare un paese straniero confrontandomi con un local e questo per me è essenziale. Il pomeriggio lo trascorro bighellonando per la parte europea a scattare foto alle costruzioni nuove ed al teatro Royal (premetto che ho un debole per le case e gli stili architettonico/abitativo); il mio iter mi porta in giro per la parte occidentale ed anche all’interno di un grande albergo, ove sogno di essere in atmosfere da mille e una notte, poi alle 17,45 ritorno alla locanda: cena post ramadam, chiacchiere con gli autisti dei bus. Molti parlano un po’ di Italiano e sono sorpresi di vedermi lì, in una locanda popolare, abituati come sono a trasbordare i turisti vip: quelli che girano con tutto firmato, anche i lacci delle scarpe quelli che risolvono i problemi di ogni paese straniero dopo 3 secondi che ci hanno messo piede; quelli che cercano sempre e comunque un piatto di pastasciutta affermando che non si possono tagliare i legami con la patria; quelli che si portano sempre e comunque dietro il loro bagaglio di intolleranza, spacciandosi ovviamente per antirazzisti; quelli infine per i quali se l’hotel non è a 17777777777777 stelle, non và bene.. contenti loro!!!!!

IO SONO DIVERSO..

Bene, esternato questo sfogo che mi attirerà le ire dei turisti “FANNO GLI ALTRI PER ME” (l’esatto contrario di fai da tè), tirem innanz. Ritorno in centro ove conosco un ingegnere urbanista MAROCCOs ad un stand enogastronomico (si dice così in Italia vero!!) ove vendono una strana bevanda che sa’ di anice – è buonissima -, poi rotta verso l’hotel dove trovo 3 francesi, uno dei quali figlio di immigrati pugliesi che parla un discreto Italiano e quindi, con il mio francese zoppicante ed il suo Italiano altrettanto relativo, imbastiamo una gran chiacchierata che occupa tutta la serata: loro sono appena ritornati da una escursione nel sud di cui mi dicono gran bene ed io comincio a pensare ad un mutamento di tour ma poi decido di pensarci il giorno dopo… certo che il deserto le gole di Todra!!!!!! Vedremo.

Sabato 23
In mattinata, dopo aver salutato i frogs (simpatica espressione con cui gli inglesi fotografano i francesi scimmiottando il loro modo di parlare, appunto simile alle rane), faccio consiglio di viaggio tra me e me e decido di fare un po’ l’HARIGATO’ (il giapponese) una bella tirata supercompressa: prima città imperiali poi discesa verso il deserto a tappe forzate, arrivo a OUARZAZATE e rientro in tempo a Marraketch per preparare armi e bagagli per il ritorno in Berluscaland (è solo una battuta.. poteva essere anche Fassinoland o Baudoland o meglio CANALISLAND). Lascio il grosso del bagaglio al boss e vado a prender l’autobus per Rabat, ove giungo dopo un viaggio di 5 o 6 ore (il tipo che guida non parte fino a che il bus non è strapieno). Questa volta poche chiacchiere perché viaggiamo nel pomeriggio in zona ALARM; si nel pom durante il RAMADAM i moroccos, specialmente quelli che fumano (vedi dita gialle e denti scuri) sono delle vere e proprie mine vaganti in quanto ad irascibilità ed infatti durante il viaggio scoppiano per futili motivi numerose liti consumate lungo l’angusto corridoio di quello che una volta era un bus gran turismo. Io, che osservo con un certo distacco (sono seduto vicino al finestrino e quindi protetto da eventuali spintoni o cose varie da altro MAROCCOs che siede lato corridoio…), ad un certo punto fungo anche da deterrente quando un’anziana signora mi addita in arabo e, come per miracolo o forse per vergogna, i due contendenti si chetano; siamo vicini alla pappa, lo si può giudicare anche dalla variazione di velocità del guidante che ora sta portando una F1 non un bus e dire che la strada è scivolosa per un improvviso acquazzone Dio anzi Allah me la mandi buona ed Allah mi ascolta, non fosse altro che per dovere di ospitalità verso lo straniero…

Arriviamo a Rabat sotto un vero e proprio diluvio: il mare, o meglio, l’oceano pare abbia voluto scambiarsi posizione fisica con il cielo e quindi… Mi fanno scendere anzitempo, per fortuna, perché la gare routiere è in tanta malora ed inizia la caccia all’hotel che riesco ad individuare dopo un’ora circa… Durante il tragitto, bagnato come un pulcino, mi rifugio in un forno per scaldarmi un po’; il fornaio ed addetti sono di una gentilezza eccezionale, mi fanno accomodare, mi offrono the, dolcetti, datteri ed altre leccornie (è qui che scopro che le famiglie fanno il pane in casa e poi lo portano a cuocere al forno); io scatto un po’ di foto e, dopo aver riscaldato corpo ma soprattutto spirito, proseguo per arrivare in hotel, dove mi preparo per uscire la sera con l’amico conosciuto a Marraketch.

Ci vediamo alle ore 21.30, va a recuperare la sua donna ed io gioisco perché finalmente potrò interloquire con l’elemento femminile: la cosa si dimostra assai produttiva (la tipa è molto sveglia, intelligente ed anche carina, il che proprio non guasta) e scambiamo tante opinioni sullo stato della donna nel mondo arabo. Lei mi dice, fra le altre cose, che c’è molto fermento, anche a livello legislativo, per riconoscere loro una maggiore autonomia poi, dulcis in fundo, mi portano in un bar musical ove si esibisce un trio di musica locale… CHE BOMBAAAA Gente che balla al ritmo irresistibile della musica MAROCCOs sui tavoli dappertutto… una vera orgia di Suoni. Ritorno verso mezzanotte (avrei voluto stare di più ma i due piccioncini dovevano pure tubare un po’, quindi…) sono strafelice e canticchio fino a addormentarmi riandando con la memoria ad uno dei tanti motivi suonati che parla di una richiesta di visa alla polizia… come viatico per la nanna è quasi quasi meglio della Canalis..eh basta con sta Canalis!!!!!!!

Domenica 24
Mi alzo di buon mattino faccio una ricca doccia, il tempo fa schifo: piove, anzi diluvia da ieri sera e le strade ovviamente fanno il loro compito diventando vie…”d’acqua”… Rabat si sveglia lentamente, molto lentamente…sono le 9 e, siccome la sera precedente mi sono dimenticato di comprare la pappatory, ho una fame assassina quindi appena trovo qualche cosa di aperto ne approfitto per far acquisti. Trovo anche un rivenditore di latte all’ingrosso e gli chiedo ½ litro di latte ma mi spara un cifra assurda, penso alla classica fregatura e tralascio per poi scoprire che il prezzo è giusto: il latte e latticini sono carissimi in proporzione al reddito pro capite (mi dicono che costa più il confezionamento in tetrapak che la materia prima: è una storia che ho già sentito, credo in Cambogia); visito la città europea, che è addormentata e stenta a svegliarsi, poi, sotto l’acqua, mi dirigo verso il lungomare dove visito un cimitero mussulmano, accompagnato da una gentile signora che alla fine neanche mi chiede nulla (strano!!!); gironzolo per la Casbah (dedalo intricato di viuzze, sempre azzannato da sedicenti guide che vogliono solo ed esclusivamente spillarmi denaro) e capito per puro caso in una bellissima casa che ora funge da museo ed ha un giardino annesso spettacolare, specialmente nelle sue tonalità di verde ancora più vive dopo due giorni ininterrotti di pioggia; tento di proseguire ma le nuvole di nuovo vogliono rompere alla grande e quindi aspetto sotto una tettoia per un paio di ore… Rabat e’ divisa dalla città di Salle da un porto canale. Faccio venire sera, pranzo con le solite cose, poi mi guardo un film nel bar sotto l’hotel, sorbendomi un buon caffè… Forse questa è stata la giornata vissuta in tono minore dell’intero viaggio… quanto ha rotto l’acqua… e dire che è una manna per il MAROCCO… bene per i contadini… Ah, dimenticavo: la sera, pulendo gli occhiali con un fazzoletto di carta, ho rovinato la superficie graffiandola, quindi i miei bei occhialini comprati in india sono da gettare.. ma che jella!!

Lunedì 25
Finalmente una bella giornata.. invio alcune mail ad amici e conoscenti, mi informo sugli orari dei bus per Fes e poi mi scateno a fotografare quanto non fatto i giorni precedenti, causa le avverse condizioni atmosferiche; visito il mausoleo di Hassam II ed il monumento al milite ignoto; vengo poi seguito o, meglio, inseguito da un venditore di paccottiglia che, imperterrito, mi taccheggia come un’ombra mostrando una insistenza davvero stoica, e dire che sono abituato a trattare con i venditori nei mondi arabo/asiatici… mai visto una insistenza così testarda!! Peraltro molto educata. Alla fine sparo una cifra esorbitatamente bassa per la sua merce (10%), certo di levarmelo dalle scatole ed invece lui duro ingaggia una lotta (si fa’ per dire) all’ultimo centesimo di dyram mentre continuiamo a camminare… la cosa mi stuzzica ma mi distoglie dal mio intento principale che è quello di fare foto. Arrivato nella piazza centrale (dopo aver percorso circa 3 kilometri) il tipo molla e mi cede la merce al mio prezzo, gli do qualche dyram in più per premiare la sua tenacia ed anche lui mi dice jamais, jamais… (mai, mai che penso voglia significare mai nella mia vita mi era capitato un turista/cliente così duro!!). Passo per il mercato ed acquisto il sapone fatto con le olive… ma che stranezza eppure tutti mi dicono che lascia la pelle morbidissima… boh che sia vero? Cmq farò contenta la antenata (mamma) e magari qualche amica civettuola…

Bene, temprato dalla contrattazione (il mio francese, dopo una settimana di pratica comincia a trasformarsi dall’avventizio/avventato/approssimato ad una certa liceità e correttezza, della serie inanello anche 10 parole senza fare errori… tres bien) arrivo via bus alla gare routiere… Lungo il percorso faccio due chiacchiere con una signorina niente male con la quale riesco a scambiare qualche opinione che mi conferma quanto detto dalla fidanzata dell’urbanista… ha un paio di occhi nerissimi ed anche una bella testolina (intesa come contenitore di materia grigia… non pianta la solita lagna ah vorrei andare in Italia etc è molto fiera di essere MAROCCOs ed ama il suo paese al quale, insieme, auguriamo un prospero futuro). Credo che il MAROCCO abbia bisogno di persone come lei, che vogliono fare con le loro mani, i loro mezzi, sono coscienti che i tempi stanno cambiando e che la loro nazione avrà un futuro migliore senza per forza dover passare per rivolte o soluzioni violente. Ci scambiamo un’ultimo sguardo molto intenso (certo lei con quegli occhi così neri ed intensi mi incenerisce) e ci seguiamo fino a perderci di vista quando io scendo alla stazione dei bus. Cavolo che bel commiato che ho ricevuto da Rabat… se penso come invece mi aveva accolto (diluvio)!!!

Salgo sul bus per Fes, la più grande città imperiale, e, come al solito, il motore è già acceso da un pezzo, contribuendo ad ammorbare l’aria (questa è una delle cose che non sono riuscito a mandar giù in MAROCCO e dire che il gasolio costa ma soprattutto la salute… boh ); dopo che sono saliti imbonitori, venditori di unguenti magici, di ciabatte (5 volte per la precisione), di sogni, ciechi, storpi ed un torrente di varia umanità il bus gran turismo (si fa’ per dire) parte per un viaggio che dovrebbe durare circa 5 ore e che, vuoi per il Ramadam, vuoi per le cavolate varie, durerà invece 8 di ore ma va bene lo stesso. Passiamo paesi e cittadine prevalentemente pianeggianti. Seduto al mio fianco c’è una specie di Obelix, peraltro molto gentile, ma sempre Obelix il quale, arrivato il pappatory time, balza per primo dal bus e sembra assatanato dalla foga con cui si precipita sulla prima scodella di Harirar… cmq in men che non si dica tutti a magnà e, cosa assai curiosa, l’autista spegne il motore del bus… Ma brutto mona cosa mi vieni a raccontare allora che se lo spegni poi non si riaccende mi verrebbe voglia di augurarglielo così poi spinge lui ed io al volante!!! Egli si rifugia in corner dicendo che, mentre si mangia, meglio non essere disturbati dal rumore ed io comincio a tremare per la riaccensione al che’ egli serafico “INCHALLAH” ci pensa il dio… beh meglio non trascrivere gli epiteti che, un essere razionale come mi reputo, gli tira dietro… io, spiazzato dalla grande corsa alla pappa, mi ritrovo in piedi a guardare le idrovore che si abbuffano, per fortuna in mattinata avevo comprato una quantità industriale di mandarini (una vera squisitezza da queste parti, piccoli, ma sugosi e dolcissimi) e ceno con quelli ma dimenticavo: questa è la prima cena, poi arrivati a Fes ci darò dentro. Lungo il percorso riesco a scattare anche alcune foto al tramonto, ormai sono diventato uno specialista dopo la foto cliccata alle foci del Mekong, in Cambogia, due anni fa’.

Arriviamo a Fes, che si presenta molto molto bene con la cinta muraria illuminata… chiedo informazioni circa l’hotel della catena a me familiare, ma mi dicono che è distante dal centro (poi scoprirò che tanto distante non era ) allora devo cercarmi un albergo: impresa difficile in tempi normali, quando la città è visitata da molti turisti, ma ora, nel periodo del Ramadam, dovrebbe essere più agevole ma la sfortuna ci mette lo zampino.. mi si accoda un tipo abbastanza elegante che si offre di aiutarmi a cercare alloggio, un po’ da sciocco lo seguo (sono molto stanco) ma non si riesce a trovare un buco… quando mi stufo lo congedo e trovo da dormire al primo tentativo effettuato da solo… praticamente il tipo aumentava il prezzo che l’albergatore chiedeva. Una breve parentesi: io racconto quanto successo e niente più, non vorrei quindi darvi l’impressione che il MAROCCO sia un paese di imbroglioni… NON E’ VERO… c’è tanta gente che si ingegna (chi è puro ed innocente scagli la prima pietra!!!) una cosa cmq è certa: non ho mai avvertito sensi di paura a girare… e dire che mi intrufolo in tutti i buchi… semplicemente mi sento autorizzato a dire che bisogna stare vigili, ma vigili ai piccoli imbrogli, alle creste sui conti… una volta che los moroccos capiscono che hanno a che fare con una persona attenta e disincantata, si astengono e non ricorrono mai a maniere energiche (ripeto fino alla nausea: attenti se andate durante il ramadam, che ha il suo fascino senz’altro, a non mettervi a discutere dalle 16 in poi specialmente con forti fumatori… vedi esperienze sul bus). L’hotel è la classica casacorte trasformata in albergo, con un bel patio interno e le camere tutt’intorno distribuite su una balconata.. c’è anche una bella terrazza che domina la città. Bene adesso vado a magnà: il pancino ha aspettato anche tanto (quello deve averne due palle del ramadam, abituato ad essere pasciuto e viziato com’è). Avevo letto che la Medina (centro) di Fes è molto caratteristica: il tutto corrisponde, anzi di più. Io alloggio nella parte alta e quindi me la faccio tutta in discesa e noto che i commercianti sono meno aggressivi che a Marrakech, sono più gioviali, scambiano volentieri 4 chiacchiere senza urgere l’acquisto.

Appena saputo che sono italiano mi conducono al bar perché via satellite c’è un incontro di coppa dei campioni tra Roma ed una squadra inglese. Chiacchierando saltano fuori ancora una volta i miei trascorsi di radiocronista e loro mi mettono alla prova, cosa che accetto volentieri (ah un po’ di revival di tempi gloriosi): uno dei moroccos abbassa il volume e così per un po’ sono io il cronista, la voce però comincia a fare le bizze e devo desistere (fuori allenamento) cmq mi offrono il the: mai bevuto un the così buono (ovviamente c’è la componente psicologica). Venuta sera e saziatomi con una gigantesca omelette al tonno e un paio di spiedini, ritorno all’hotel e, memore delle serate precedenti, mi copro ben bene e dormo alla grande..

martedì 26
Mi sveglio di buon mattino, faccio colazione in camera e scambio due chiacchiere con la donna delle pulizie che poi è una ragazza sui vent’anni molto spigliata ed intraprendente: intendiamoci: per essere in MAROCCO, nel senso che mi chiede le solite cose ed io, che non aspetto altro, la assecondo stuzzicando la sua curiosità. Apprendo così che viene dalla campagna intorno a Fes e che vive con la madre, è disperata perché ha già 21 anni e non è ancora sposata e quindi il matrimonio lo vedrà con il binocolo.. Quando le dico degli usi e costumi italiani strabuzza gli occhi ma non accenna a volere venire in Italia: come tante, ha una gran dignità… Poi sale le scale ed il proprietario, che assomiglia a Shylok l’ebreo (una fotocopia), apostrofa la ragazza acerbamente.. io ne prendo le difese e gli dico di smetterla addossandomi una colpa che non ho… lei mi ringrazia con gli occhioni neri ed io le faccio l’occhiolino… bene ho già fatto la mia buona azione quotidiana da giovane marmotta (o da Gianburrasca, lo preferisco). Strano a dirsi, sono ricco dentro ma stranamente mi prende un colpo di depressione pensando alle mie angustie domestiche e familiari e questo groppo mi accompagna per tutta la mattinata, rovinandomi una meravigliosa giornata di sole… poi nel pom mi abbandona lemme lemme come mi aveva abbracciato… Nel frattempo, per fare qualcosa, cammino come un ossesso e faccio anche qualche bella foto alla cerchia di mura (ce ne sono varie) ed altro.. cavolo che bella città che è Fes!

Poi incontro un tipo che si professa guida e mi propone di accompagnarmi in giro con uno scooter… buona idea visto che non c’è tanto tempo e che la città è molto estesa (da’ veramente l’impressione di essere immersa ancora nei tempi che furono e la suggestione è ricchissima). Solita contrattazione estenuante… portato alla ragione il tipo mi accompagna ove pattuito ma, soprattutto, mi porta in una fornace dove si formano e cuociono le piastrelline per i mosaici e lì, devo dire, raggiungo uno dei tanti orgasmi cromatici… uno dei momenti in cui ho veramente satollato il senso della vista: un’orgia di colori paragonabile alla musica di Rabat se confrontato al senso dell’udito ( e la Canalis??)… poi ritorniamo verso il centro, bighellono nella Medina, scorgo un paio di cosette da comprare e mi riprometto di fare il tutto la sera dopo la pappatory post Ramadam; visito qualche laboratorio di ebanisteria ed a questo punto l’olfatto rivendica la sua presenza ed i suoi diritti: pronti eccomi a visitare alcuni postazioni di spezie ove, grazie alla affabilità dei venditori, che, ripeto, sono molto meno aggressivi che a Marraketch, riesco a farmi una cultura enorme (mi danno il principio attivo del Vicks vaporub ed è efficace veramente perché il mattino andando in scooter ho voluto fare il duro e, poco vestito com’ero, mi sono beccato il raffreddore).

Bene allora torno in hotel a prepararmi per la cena ramadam e trovo la tipa delle pulizie che prega sul suo stuoino (adesso capisco perché me lo hanno dato quando sono arrivato, per un momento avevo pensato che servisse per prendere il sole sulla terrazza che “sempio che son”!!!!) la quale non si scompone di un millimetro: la religione è la vita in questo paese ed ancora un gran collante sociale. Cena alla grande con harirar ed anche tajin con cous cous mangiato alla marocchina e cioè rigorosamente con le mani cosa che non fa nessun effetto se fatto in comunione con los MAROCCOs, va da sé che sono andato in una bettola fuori dai percorsi turistici. C’è anche un inglese di Londra e colgo l’occasione per rendermi conto quanto il mio inglese, che dovrebbe essere quasi immacolato, sia arrugginito: meglio andare a trovare uno dei due John in fish&chipsland la prossima estate… Dopo aver chiacchierato a lungo con il suddito di sua maestà e bevuto the fino alla nausea (è troppo dolce) mi avvio a rispettare le consegne informatiche di uomo dei media: invio mail a destra ed a manca e leggo un po’ solo delle varie newsletter (ho convogliato su un provider solo le più private) poi di corsa a fare gli acquisti che in poco tempo si perfezionano perché ho mostrato i due modestissimi mucchietti di denaro disponibili e c’è stata poca discussione che strano!! poi scopro anche il perché: non sono io che suscito particolar simpatia, ma stasera gioca il Milan contro il Barcellona ed allora sono capitato nel momento giusto al posto giusto: hanno fretta di concludere affari per vedersi la partita. Incredibile l’attaccamento de los moroccos al gioco del calcio ci saranno per strada circa 20 apparecchi Tv. Stavolta non mi rivelo e, zitto zitto, guardo il match. Il tifo è alle stelle per il team italiano e dire che la Spagna è molto più vicina geograficamente e per altro ma l’Italia è l’Italia; a proposito ho trovato un atteggiamento particolarmente affabile verso la nostra nazione a conferma che siamo simpatici a tutti chissà forse perché sappiamo sdrammatizzare e vivere meglio ma credo anche perché abbiamo tanto cuore ed una diversa sensibilità.. boh chi lo sa… (la Canalis??) Contento degli acquisti fatti: un soprabito in daino ed un tappetino da mettere in ingresso come base al lavabo (il lavabo marocchino acquistato a Chemmaia ben inteso!! mica ho il bagno in ingresso!!!).

Li guardo e li rimiro come un bambino cui hanno comprato un bel giocattolo e, così contento, mi addormento sotto due pesanti coperte di lana (osservazione doverosa riguardo la temperatura: ore 08 si esce dall’hotel con giacca a vento o giù di lì, ore 10 si resta in maglione ore 12 in tshirt e poi all’inverso fino a sera che cmq resta abbastanza temperata: la temperatura precipita durante la notte: credo che in posti come Marraketch , che si distende vicino alle montagne, l’escursione termica rasenti i 20 /25 gradi….)

Mercoledì 27
Faccio mente locale e decido di abbandonare i progetti ambiziosi di visita al sud, anche perché le piogge hanno creato qualche problema alla viabilità ed il rischio è grosso (poi con quella sfortuna che mi è sempre tanto amica!!!!) quindi decido di ritornare a Marraketch. Gran traversata della catena montuosa nord orientale passando per Benim Allelh. Il viaggio è molto interessante anche perché l’autista è giovane ed abilissimo, specialmente nel tratto montano che ci porta a sfiorare i 1500 metri. Solo in quel momento realizzo la valenza del MAROCCO come attrattiva turistica invernale con la sua catena dell’Atlante, le sue cime oltre i 4000 metri e le stazioni sciistiche con impianti nuovissimi, frequentati quasi esclusivamente da quei marpioni dei francesi. Quindi udite udite popolo degli skilift sciate in MAROCCO non per fare gli originali o gli eccentrici ma per scoprire qualche cosa di nuovo e magari in poco tempo passare da 4000 metri al deserto… Dicevo del viaggio che si svolge in maniera tranquilla fino ad arrivare la sera a Marraketch, tipica tappa di trasferimento. Nella ramadam stop incontro un gruppo di Italiani di Ancona, della serie io ho anche i lacci delle scarpe di firma, che stanno facendo commenti poco piacevoli sul mondo mussulmano. Vorrei evitarli ma mi squilla il cellulare e per forza rivelo la mia nazionalità. (quel mona dell’Andre che mi chiama per le cose più assurde!!) ma nello scambio di 4 chiacchiere sono molto stringato ed anche forse brusco… ma se avete tanti problemi statevene a casa vostra… l’Italia, di ambasciatori come voi, non ne ha proprio bisogno… magari a Senigallia starete certamente meglio… arrivato a Marrakech ritorno all’albergo dopo avere salutato doverosamente il gestore hotel.

Giovedì 28
Conferenza stampa (si fa’ per dire) con il boss e scambio di idee e chiarimento/spiegazione su molte cose non digerite nel corso della lunga escursione, poi verso le 12 deciso di fare il turista visitando quanto c’è di bello da vedere a Marraketch: la moschea, i giardini della Menara e la scuola coranica che mi impressiona da come è stata ristrutturata.. un vero gioiellino.. poi vado alla Franco Rosso per confermare il biglietto di ritorno dove ho la possibilità di intervistare un signora molto gentile coniugata con moroccos (mi pare si chiami Paola), che mi racconta della sua vita in MAROCCO da 5 anni; sembra molto contenta e soddisfatta… Il pomeriggio è dedicato alla visita capillare della Medina e dei suoi artigiani… vengo avvicinato da un tizio che parla abbastanza bene l’italiano il quale vuole accompagnarmi a veder una conceria… acconsento perché non ne ho mai visitata una e così osservo ma, soprattutto, annuso (capisco perché mi fornisce di un rametto di menta.. avrete capito tutti perché, vero?). Vengo poi convogliato nello spaccio ove i prezzi sono ovviamente 4 volte superiori a quelli dei negozi normali, che già sono gonfiati di per se stessi.. Vorrei incavolarmi e spiegare loro che, fino a quanto si comportano così, si danno la zappa sui piedi perché si ingenera nel turista la convinzione che tutto costa 100 volte il suo valore e quindi quando si trova il commerciante onesto (e ce ne sono tanti specialmente fuori le grandi città) nascono i problemi.. (mi pare utile citare una cosetta.. la TV MAROCCOS trasmette con incessante ripetitività uno spot in cui si esortano i commercianti ad essere più onesti e meno esosi, in quanto il turismo rappresenta una voce importante nella bilancia commerciale del paese nordafricano). Faccio alcuni acquisti.. scambio una compilation di musica italiana con una marocchina e trovo un ragazzo che desidera parlare con me; mi aspetto che prima o poi salti fuori il vero motivo della sua richiesta (ha uno sguardo da persona onesta!!) ebbene è un ingegnere informatico che non trova lavoro e mi spiega che per campare è costretto a vender tappeti… Trovo poi un internet caffè gestito da un vero appassionato di informatica con cui dialogo (alla luce di quel poco che so di questo magico ambiente), mi collego, leggo la posta, rispondo ai messaggi urgenti e, dopo varie insistenze della serie 20 minuti, gli cedo la mia seconda webcam: il furbastro e scaltro gestore la piazza in vetrina e la collega al pc… chi passa e vuole una foto la può avere seduta stante… ma che dritto!!!! Mi complimento come sempre succede quando incontro una persona scaltra e sveglia!! Di sera bighellono nella piazza centrale per poi fare ritorno all’hotel. Ho deciso che domani andrò a Essauoira sul mare, anzi sull’oceano Atlantico.

Venerdì 28
Parto per Essauoira in una bella giornata di sole e raggiungo la località balneare verso le ore 11… Faccio una lunga camminata lungo il mare: c’è freddino, ma è secco e mi ricarburo seduto di fronte all’oceano, lasciando che la fantasia sprigioni una volta tanto la sua anarchica energia e vaghi, cavalchi ed altro poi scatto molte foto in giro e converso con il pasticciere del centro: un vero signore il quale mi racconta un po’ dell’economia della località e del grande afflusso di cittadini tedeschi (che si abbuffano di pesce alla griglia sul litorale, incuranti del ramadam) che ha fatto alzare i prezzi della vita durante tutto l’anno; la pasticceria che egli gestisce è molto bella, quasi doviziosamente ricca di merce e di altre ghiottonerie… poi, a malincuore (avrei potuto trascorrere qua un paio di giorni.. sarà per la prossima volta), riprendo il bus ed a fianco si siede una signora francese molto molto simpatica, con la quale inizio una piacevole conversazione fino a Marraketch, dimenticando che volevo fotografare le capre sugli alberi… si le capre sugli alberi che brucano le tenere foglioline… le avevo viste all’andata ma non avevo fatto in tempo a cliccare.. non fa nulla: la conversazione con la francese nel suo idioma ormai ben oliato si autoalimenta fino a destino.. saluto e faccio ritorno all’hotel alla fine di una magnifica giornata di escursione.. Mi guardo allo specchio e scopro di essermi anche un po’ abbronzato… sonno del giusto

Sabato 29
È la vigilia della partenza quindi disbrigo le ultime cose, faccio gli ultimi acquisti tra i quali spezie in quantità industriali e tra esse il cumino che per me d’ora in avanti sarà, a livello olfattivo, il MAROCCO, poi, dopo aver preparato il bagaglio o meglio i vari bagagli (come al solito ho esagerato ed in una borsa ho messo le cose che eventualmente dovrò pagare a parte come trasporto sull’ uccellaccio), faccio un’ultima passeggiata al mercato delle granaglie vicino alla gare routiere (stazione bus), posto che consiglio di visitare perché è etnico al 150% ed ivi mi faccio anche una ricca colazione in pasticceria ambulante e barba e capelli da figaro altrettanto ambulante. Terminato il tutto, saluto la moschea della KOTOUIBA, saluto la piazza Jamee F’na, saluto la Medina, i serpenti più o meno incantati, le montagne di datteri e dolcetti al miele e vado a cambiare gli skei rimasti all’aeroporto con lite furibonda con il cambiavalute (gran fumatore) e relativo sviluppo in commissariato.. però tutto finisce bene comunque.. la sera mi aspetta la visione di un match di calcio molto particolare: è la finale della coppa dei campioni tra una squadra moroccos ed una egiziana. Per fare il diverso e l’originale io tifo per gli egiziani e così si crea una sana e spiritosa disputa sportiva all’interno della audience: in hotel viene servita la cena post ramadam e anche qua mi congedo dal tajin, dal semolino, dal vero pane arabo… cavolo ecco cosa mi sono dimenticato di comprare!!! Un po’ di pane e domani è domenica… beh non fa’ nulla, motivo in più per ritornare quanto prima in questo meraviglioso paese.. alle 24 vado a nanna sperando di poter dormire. Ho caricato 3 sveglie per non rischiare di perder l’aereo.

Domenica 30
Ore 5 sveglia ma non ce n’è bisogno ho dormicchiolato per poco tempo svegliandomi si può dire ogni ora… Ora, thè in cucina e piccola colazione, lavaggio di denti veloce e poi via in cerca di un petit taxi che trovo subito e senza tanto contrattare ci accordiamo per una cifra veramente economica (3000 lire) per il trasbordo all’aeroporto (in fondo sono poi solo un paio di kilometri); arrivo, sbarco tutto il mio ambaradan e faccio affidamento alla mia loquela per poter imbarcare i quasi 33 kili di roba che ho… Tiro fuori qualche verità elaborata ed anche qualche balletta. Risultato: mi imbarcano tutto… mai mi era successo una cosa simile e credo che su un volo normale avrei pagato il bagaglio in eccesso (giustamente) ma questo è un charter ed allora… vai con il liscio… scambio 4 chiacchiere, visto che è presto e non c’è ancora nessuno al bancone del check-in, con la hostess della Franco Rosso (Daniela credo ) che mi conferma le mie entusiastiche prospettive sciistiche sui monti dell’Atlante e le chiedo di inviarmi dritte al mio indirizzo mail poi, seguendo il gregge dei turisti NON FAI DA TE che sono arrivati nel frattempo, mi imbarco sull’aereo ROYAL AIR MAROCCO..colpo di c…. vicino a me non c’è nessuno ed il posto libero tra me, seduto vicino al finestrino, ed il corridoio ove siede un’anziana signora, funge da appoggia tutto… Il volo trascorre normalmente tranquillo, anzi dimenticavo la nonna di cui sopra la xe de Venesia e credo di non avere mai incontrato un’ anziana così simpatica e fine: è membra di un gruppo di “ex ragase” molto spassose. Il tempo passa ed anche i panorami da fotografare ma chi se ne frega… come vorrei diventare anche io così da vecchio (dubito assai!!!) arrivo a Milano, poi stazione, poi Verona poi doccia oceanica e poi e poi sono cavoli miei nel senso che si ritorna alla vita normale segreteria telefonica, cellulare, pc, posta, amici che chiedono e rompono etc etc..

Nel caso vogliate avere qualche info o scambiare qualche impressione sul MAROCCO (se magari ci siete stati) scrivetemi