13 DICEMBRE 2004
C’è in me quella frenesia e quella curiosità stuzzicante che precede l’inizio di ogni viaggio.. è il giorno della partenza. Milano. L’aereo decolla dopo le 14 e guardo dal finestrino una grigia e fredda Milano che si allontana sempre più…
L’Avana. Sono le 8 di sera, ora locale quando arriviamo all’aereoporto dell’Avana dove ci accoglie un operatore della compagnia di viaggi dove abbiamo acquistato il pacchetto. Ci conduce ad un albergo lussuosissimo perchè devono farsi perdonare un repentino annullamento del volo diretto per Cancun.. ma questo soggiorno forzato a Cuba non è cosi spiacevole.
Io e il mio fidanzato (già dimenticavo di dire chi era il mio compagno di viaggio!!) conosciamo altri 6 italiani che come noi sono stati “dirottati su Cuba” e ci organizziamo subito per il giorno seguente: visita breve dell’Avana prima di ripartire alla volta del Messico.
Una volta organizzati i dettagli mi accorgo di avere una gran fame che il ristorante dell’albergo sarà in grado di saziare con un succulento piatto di “Camarones a la Parilla” (gamberoni alla griglia accompagnati da riso e verdurine).

14 DICEMBRE
La sveglia suona presto ma non è fastidiosa come quella che ti ricorda di andare a lavorare! Incontro con i compagni di escursione e raggiungiamo il centro de La Habana, dove mi colpisce un’atmosfera davvero particolare, è un tripudio di colori, suoni, persone molto solari, socievoli… a volte anche troppo invadenti perchè vogliono a tutti i costi portarti in giro facendoti da guida… noi rifiutiamo e ce la caviamo da soli!
Incontriamo anche qualche mendicante che ti chiede qualsiasi cosa, un profumo, una crema una biro per i nipotini…
Alcuni negozietti attirano la nostra attenzione e acquistiamo un po’ di tutto sfiorando il kitsch… dalla riproduzione in legno di una targa d’automobile (quelle tipiche automobili americane col musone grosso… bellissime) alle maracas agli immancabili sigari!

Ci ritroviamo davanti alla “Boteghita del Medio” e la tappa è d’obbligo per gustare un mohito con i fiocchi (peccato che sono solo le 11 del mattino e fa un po’ caldo per questo tasso alcolico, altrimenti ci poteva stare anche un bis!) mentre una caratteristica coppia cubana suona e canta per noi. Questo locale è famoso a Cuba perchè vanta la visita di personaggi come Hemingway e altri di cui restano le foto e le firme sui muri.
Usciti due variopinte donne in stile carioca, ci addescano per una foto spillandoci qualche pesos convertible (il dollaro non è accettato a Cuba). Ci rendiamo conto che è ora di tornare in albergo, dopotutto non vogliamo mica perdere l’aereo per Cancun!?

Arriviamo in Messico alle 15.50 e all’aereoporto viviamo un attimo di panico… nessun operatore è venuto a prenderci perchè dall’Italia si sono scordati di comunicare il nostro arrivo! Alla fine qualche buon samaritano è venuto a recuperare le nostre 8 anime e siamo stati condotti nei rispettivi villaggi. Noi alloggiavamo al Maeva Club tra Playa del Carmen e Tulum dove ci siamo trovati divinamente bene perchè il personale era gentilissimo, il cibo era paragonabile a quello degli dei ed era tutto molto intimo perchè è un piccolo villaggio, quindi per niente dispersivo: dopo due giorni conoscevamo già tutti i camerieri, chiamandoli per nome e loro ci salutavano con calorosi sorrisi e pacche sulle spalle! E poi come dimenticare quei buffet con cucina internazionale e messicana?
Un consiglio? Non dimenticate di guarnire i vostri piatti messicani con un’abbondante cucchiaiata di guacamole, che veniva preparata giornalmente ed era eccezzionale!

15 DICEMBRE
Ci rendiamo subito conto del clima di questo inverno messicano… è un inverno a 25-26° dove il sole sorge prestissimo (alle 7) e tramonta altrettanto presto (verso le 17). Ma oggi il sole va e viene cosi dopo un giretto in spiaggia per vedere com’è (bellissima, mare caraibico azzurro, spiaggia finissima bianca) dedichiamo il resto della giornata ad un’improvvisata gita fai-da-te a Tulum.
Fuori dal villaggio, sulla Carrettera principale fermiamo un Taxi collettivo (ce ne sono tanti che transitano tutto il giorno da Playa del Carmen a Tulum) e con 20 pesos ci scarica proprio davanti alla zona archeologica. Il pezzetto di strada sterrata che conduce alla biglietteria del sito è disseminato di tende custodite da allegre messicane che si dondolano sulle amache e che al tuo passaggio ti propinano ogni sorta di souvenir… tutte cose da perdere la testa per chi come me ha la malattia dello shopping… mi riprometto che tornerò per comprare i regali da portare in Italia!
La visita al sito archeologico ci vede molto impegnati a scattare fotografie di queste rovine Maya affacciate sul Mare dei Caraibi; è proprio questa la particolarità di Tulum, è l’unico antico villaggio Maya a strapiombo sul mare.

16 DICEMBRE
Seconda escursione al più importante sito Maya dell’età post-classica della zona: Chichen-Itza.
Con il pullman attraversiamo alcuni piccoli villaggi dalle tipiche abitazioni in legno e foglie intrecciate di banano. I bambini giocano davanti alle case, ci sono tantissimi cani che dormono al sole tutto il giorno, sdraiati che sembran morti! La guida ci dice che in questi paesini c’è molta povertà a volte denutrizione e manca l’assistenza sanitaria ma, per assurdo, non mancano mai le antenne satellitari sopra i tetti e i chioschi che vendono Coca-Cola! Pranziamo in un ristorante dove ballerine e ballerini in costumi tipici danzano tenendo sul capo bottiglie di “cerveza” e vassoi colmi di bicchieri!
E finalmente arriviamo a Chicen-Itza: vale la pena davvero ammirare tutte queste costruzioni Maya e scoprire che sono veri e propri calendari solari! il Castillo per esempio segue criteri astronomici per cui con i suoi 91 gradini per lato più la piattaforma centrale rappresenta l’anno di 365 giorni!
Negli equinozi di primavera e di autunno frotte di turisti assistono al curioso fenomeno del “serpente discendente“. Si tratta di un’ombra che si proietta sulla parete del tempio in corrispondenza di una testa di serpente scolpita. Una volta saliti in cima al Castillo la vista è mozzafiato: tutto intorno c’è solo giungla, è tutto verde e qua e là affiorano altre rovine non ancora recuperate. Al ritorno, breve sosta a Valladolid, tipico paese di provincia con abitazioni colorate, giardinetti, una chiesa costruita con le pietre di un tempio maya abbattutto.

17 DICEMBRE
Il sole che filtra tra le persiane mi dà il buongiorno e ne approfittiamo per rilassarci in spiaggia e dopo aver affittato un po’ di attrezzatura ci lanciamo nello snorkeling! Incontriamo una tartaruga e divertenti gruppi di pesci (uno mi morde anche un dito!). Siccome al pomeriggio tornano di nuovo un po’ di nuvole ci facciamo viziare dalle opportunità del nostro villaggio e ci concediamo una sauna seguita da un bagno rigenerante in piscina.
Alla sera ceniamo all’altro ristorante del villaggio, quello più caratteristico sulla spiaggia che si chiama La Palapa (il nome indica le tipiche abitazioni in legno e banano di cui ho già parlato): serviti e riveriti anche se le porzioni erano minime!
Per concludere una cenetta tipica messicana consiglio a tutti di assaggiare il “Cucaracha“, è un piccolo chupito con tequila e liquore al caffè a cui si dà fuoco e va bevuto tutto d’un fiato con la cannuccia… senza bruciarsi!

18 DICEMBRE
Seconda escursione importante: Coba e Chi Much.
La sveglia non è suonata e rischiamo di perdere il pulmino ma ce l’abbiamo fatta per un pelo! Attraversiamo ancora piccoli villaggi Maya e ad un certo punto ci addentriamo in un sentiero non asfaltato nella giungla. La nostra giuda ferma il pulmino e iniziamo a camminare nella giungla… affascinante!
Arriviamo al cenote di Chi much (il cenote è un lago sotterraneo di acqua dolce, il Messico ne è pieno per la sua conformazione geologica) dove ci accoglie un sacerdote Maya che esegue un rito di purificazione antico. Ci cosparge di un incenso naturale mentre recita dei versi Maya di buon augurio. Entriamo nello scomodo ingresso del cenote ma appena gli occhi si abituano alla penombra, lo spettacolo è ineguagliabile: uno specchio d’acqua cristallina tra stalattiti e salagmiti. Il primo a tuffarsi è il mio fidanzato e tutti non esitiamo a seguirlo! Altro che Laguna Blu!

Usciti da questo paradiso sotterraneo rifacciamo un pezzo di sentiero e la giuda ci conduce ad una laguna dove a coppie ci imbarchiamo sulle canoe e ci apprestiamo a raggiungere la riva opposta passando tra suggestive strettoie di canneti sull’acqua. Ma il bello deve ancora venire!
Raggiungiamo un piccolo villaggio Maya e qui veniamo attrezzati con un’imbragatura per vivere una bellissima esperienza: penso si chiami “la tirolese” ma sostanzialmente consiste in un lancio nel vuoto a 30 metri tramite una carrucola che ti porta in basso dove due addetti prontamente ti fermano e ti sganciano. Lo rifacciamo due volte perchè è davvero divertente e ti sembra di sfiorare la vegetazione che ti circonda, peccato che duri solo pochi secondi!
Dopodichè sempre con la solita imbragatura ci agganciano ad una fune e ci fanno scendere lentamente da una parete rocciosa per arrivare a poggiare i piedi dove un tempo c’era un cenote ormai prosciugato.
A questo punto la fame si fa sentire e pranziamo in questo piccolo villaggio dove alcune signore piccole e in carne, vestite in abiti del luogo, ci cucinano le loro specialità in enormi pentoloni neri fumanti.
Assaggio tutto con gusto ma alla sera ne conserverò un triste ricordo perchè qualcosa mi ha provocato un’indigestione, ma solo una volta tornata al villaggio, così ho potuto continuare in tranquillità il resto della giornata.
Risaliamo sul furgoncino e partiamo alla volta di un altro sito archeologico di notevole importanza: Cobà.
Gli archeologi contano che complessivamente ci sono 6000 edifici sparsi nell’area inesplorata intorno alla zona visitabile! La Piramide Nohoch Mul è l’edificio più importante, è alta 42 metri e in cima si può ammirare la splendida vegetazione della giungla costellata di laghi. Trascorriamo l’assolato pomeriggio in bicicletta tra le rovine (sono molto distanti l’una dall’altra) e poi si parte per tornare ai nostri villaggi… ma prima la nostra guida Emilio ci offre una tequila sal y limon nella sede dell’Alltournative, la compagnia per cui lavora e che organizza giornate stupende come queste… consigliatissime!

19 – 20 – 21 – 22 DICEMBRE
Ultimi giorni trascorsi in assoluto relax e cercando di conquistare una tintarella dorata da sfoggiare al ritorno in Italia!
Il 20 dicembre ci concediamo una serata a Playa del Carmen che raggiungiamo con i soliti taxi collettivi in servizio tutti i giorni fino alle 20. Facciamo un giro nel centro commerciale “Cedraui” e tra i generi alimentari acquistiamo una confezione di salsine piccanti realizzate con il temibile peperoncino “Habanero”… imperdibile per i palati forti! Facciamo un giro nella via centrale di questo paesino di mare e ci rendiamo conto che il turismo lo ha reso molto commerciale, sembra una Rimini – messicana.

Ma se entri in qualche locale subito ritorna l’atmosfera giusta… ceniamo alla “Parilla”, ristorante premiato per la miglior “comida” messicana (piatti tipici, tradizionali). Mentre l’allegro suono e il canto dei Mariachi faceva da sottofondo gustiamo le nostre pietanze: io un piattone di gamberoni al cocco (che dopo un po’ mi han dato la nausea) e migliore la scelta di Davide caduta su un bel bisteccone di manzo il tutto accompagnato da un Margarita Frozen alquanto refrigerante. Passeggiata digestiva con qualche acquisto e sbirciatina nei negozietti e poi un taxi ci riporta al villaggio (ovviamente più caro del taxi collettivo ma per non farsi fregare il consiglio è di contrattare il prezzo prima di partire).

Il 20 dicembre facciamo un brevissimo ritorno a Tulum nei pressi dell’area archeologica… ricordate che ho parlato di una “tendopoli di souvenir”? Entriamo in una di queste botteghe improvvisate e iniziamo una lunga contrattazione con la proprietaria, se insistete un po’ pagherete la metà del prezzo iniziale. Ho riempito due borse di oggettini vari dalle statuine di legno raffiguranti divinità Maya alle tipiche coperte colorate… finalmente sono a posto per i regali di Natale!
L’ultima sera, il 22 dicembre, la trascorriamo a comporre le valigie in stile tetrix (cioè ad incastro) per far stare tutto e in modo che non si rompa nulla! Poi sfiniti cadiamo tra le braccia di Morfeo per questa ultima notte messicana.

23 DICEMBRE
Partenza. Ultimo controllo alla camera per non dimenticare nulla; ci facciamo tenere le valigie alla reception perchè abbiamo ancora un po’ di tempo e vogliamo goderci l’ultimo bagno. Quando arriva il pullman sul piazzale d’ingresso c’è un po’ di malinconia nei nostri sguardi… ci stiamo lasciando alle spalle un luogo d’incanto: natura, cultura, delizie gastronomiche, cordialità. Tutte cose che ci porteremo sempre nel cuore e negli occhi.
A Cancun prendiamo l’aereo e dormiamo tutta la notte forse sognando di fare un bagno nell’oceano. Arriviamo a Milano che è la Vigilia di Natale, scendendo dall’aereo l’aria fredda pizzica le narici… è il ritorno alla realtà di sempre.
I nostri genitori ci attendono fuori dall’aereoporto… la vacanza è proprio finita, ora iniziano i racconti.

Elisa Minetti da Racconigi (CN)