Quest’anno optiamo per il mitico mare dei Caraibi; è la prima volta che andiamo nel continente delle Americhe, la scelta ricade sulla Repubblica Dominicana, dove il sole, il mare celeste e le musiche latino americane, ns. grande passione, la fanno da padrone!!

Santo Domingo non è un isola e neppure una mezza isola, ma in realtà è solo il nome della città che definisce lo stato di cui è capitale. La parte est infatti è la Repubblica Dominicana di lingua spagnola, dove stiamo noi appunto, mentre la parte ovest è la povera Repubblica di Haiti, di lingua francese; comunque l’isola è la seconda per grandezza di tutti i Caraibi e non è poco…

La storia di Santo Domingo inizia in una data magica, 12.10 del 1942 con la scoperta di Cristoforo Colombo del Nuovo Mondo e tutto quello che ne consegue, (piccolo appunto: mitica data per noi e non solo, visto che il 12.10 è un giorno magico, nostro anniversario di matrimonio…). Si dice che lo stesso Cris Colon sia stato folgorato dalla bellezza di questa terra, tanto da decidere di rimanervi per molto più tempo del previsto, impressionato dalla purezza incontaminata dei luoghi e dalla cordialità dei locali, gli indigeni Tainos. L’allegria e la cordialità è rimasta tuttora inalterata, la gente di Santo Domingo infatti ride sempre e non si fa mai troppi problemi.

Insomma, dopo 11 ore d’aereo e ben 7611 km di volo (pari a 4729 miglia èèè che precisione!), lasciamo Milano Malpensa e giungiamo all’aeroporto internazionale di La Romana, un pochino distante rispetto al nostro punto di arrivo finale e dopo un’ora circa giungiamo al BAVARO in Punta Cana (si legge cagna). Noi viaggiamo con Teorema, ma in loco sono presenti altri 2 tour operator italiani, Alpitour e Comitour, l’assistenza di tutte e 3 è ottima e professionale, davvero meritevole di lode.

Il complesso turistico del BAVARO Barcelò è abbastanza lontano dalla capitale circa 210 km., quando arriviamo l’impatto è positivo e sorprendente, il villaggio è immenso tant’è che ci distribuiscono subito la mappa turistica del convention center per orientarci, gli hotel sono ben 5: Bavaro Garden, Golf, Palace, Villas e Caribe il nostro. Tutti gli alberghi sono collegati fra loro dal trenino colorato, perché siamo immersi in uno splendido e vastissimo giardino tropicale, con tanto di laghetti e cigni bianchi, palme, ponticelli, canali, fontane e stradine illuminate, un ambiente davvero unico.

Per la prima volta scegliamo la formula all inclusive, per cui possiamo usufruire indistintamente di tutti i servizi, dalle attività ricreative e a quelle sportive, ai bar e ristoranti disseminati sulla spiaggia e ovviamente il nostro bracciale rosa (ahimè per gli uomini del gruppo) fa da pass par tout. Già la prima serata sperimentiamo la comodità della navetta e facciamo il giro turistico del complesso, per avere idea sia delle dimensioni dei giardini sia per avere un maggior senso dell’orientamento. E’ così enorme che ripetiamo il giro con il trenino per ben tre volte, ridendo in compagnia di altri ragazzi italiani conosciuti al meeting di benvenuto, Maurilio, Emiliano, Giulia ed Elena.

Scopriamo “subito per caso” il Casino dove sarà ns. abitudine andarci di notte, qui si sfida la fortuna ai tavoli verdi, al black jack caraibico, alla roulette, per non parlare poi delle numerose slot machine che fanno disperare i molti scommettitori… inoltre per noi ragazze l’appuntamento diventa d’obbligo perchè dopo le 23.00 arriva puntuale e preciso un ragazzo francese sosia udite udite di Brad Pitt, cosi che ci lustriamo gli occhi mentre i nostri maschietti sono alle prese con i tavoli da gioco… come si suol dire, anche l’occhio vuole la sua parte, in vacanza poi…

Altro spettacolo immancabile è il Tropicalissimo… es claro que es un escandalo, ovvero uno spettacolo musicale che coinvolge con i ritmi delle danze tropicali appunto, con tanto di ballerini in costumi succinti e colorati. All’interno del teatro Mallorca tutte le sere ci si scatena al ritmo di salsa merengue e bachata, la canzone popolare di questa splendida terra, e stranamente notiamo che i ballerini uomini non guardano le ragazze in pubblico ma adocchiano insistentemente i maschietti della ns. comitiva… con il braccialetto rosa…

Le serate le passiamo alla Plaza dominicana, cuore notturno del Bavaro, perché qui sono concentrati tutti i mercatini di artesanaria locale, con il Cigar club, il mercado taino, l’artesanaria Sobre Pluma, ricca di quadri e statue intagliate, ma soprattutto la discoteca Las Canas, aperta a noi guest e ai locali, dov’è si fa conoscenza con i ragazzi del posto bevendo insieme una birra Presidente e prendendo insieme a loro lezioni di bachata. Un saluto particolare a Juan e Adriana, nostri compagni di ballo scatenati…

E per le godurie del palato non c’è che scegliere consigliamo vivamente il ristorante di solo pesce sulla spiaggia “L’Uva” dove su prenotazione servono l’aragosta rosa; l’italiano Los Pinos, con il mitico caposala senor Pablo e il superbo carpaccio serale (una sera ce ne ha portati addirittura 24 piatti, 4 a testa…); lo Steak House texano con le alte bistecche e gli spettacoli americani; il Lindo Mexicano con sombreri e tequila fortissima; La Fuente ristorante con specialità spagnole, unforgettable!

Durante il giorno non c’è che l’imbarazzo della scelta, le alternative sono talmente tante che bisogna solo decidere che fare dopo colazione. Si possono sfruttare i campi da tennis, aperti anche di notte, oppure prendere lezioni di golf nell’esclusivo campo da 18 buche, uscire per la pesca d’altura, con il wind surf se c’è vento, o ancora snorkelling, banana jet, ping pong, aerobica, freccette, vabbe altrimenti si va all’internet point o all’immancabile partita internazionale di beach volley con Barthez.

Il tutto è ovviamente accompagnato dal merengue di sottofondo e dalle musiche inconfondibili del villaggio, “una mano a la cabeza y una mano a la cintura, vamos bailando al Barcelo, y toma toma toma”… oppure dal tormentone estivo degli Aventura la Canzion De Nuestro Corazon Obsession.

A me piace andare al mercatino locale, che rimane appena fuori dal ns. complesso turistico, bisogna camminare una mezz’ora buona e si arriva alla vivace e colorata realtà del paese, sempre ci buttiamo a capofitto perché essendo amanti dei bazar vi è l’offerta strepitosa di tutti gli oggetti tipici. Si passa dai sigari alle cornici, alle t-shirt, alle statue in caoba legno durissimo e scuro delle piantagioni, ai quadri naif taini, al rum locale o il caffè e la bigiotteria in larimar tipica pietra semipreziosa di color rosa o azzurro. Qui conosciamo immediatamente Raphael il poveraccio e Roberto, schietti e simpatici che attirano la ns. attenzione per l’italiano spigliato e il modo semiserio di contrattare su escursioni e gite.

Socializzare a s. Domingo è molto facile, la lingua ufficiale è lo spagnolo, anche se si parla bene anche italiano francese e tedesco sopratutto nelle aree turistiche. La stragrande maggioranza della popolazione è cattolica (anche se non propriamente praticante) sopratutto i locali sono in totale disosservanza nei confronti dei sacramenti o dei legami, qui è abitudine, ci spiega Roberto, avere il primo figlio a 14/15 anni, a 20 si è già genitori di 3/4 figli ovviamente avuti tutti da donne diverse. Lui a 24 anni ha già un bimbo, una bimba di un anno, la bellissima Rosio, e un altro da una ragazzina di 16 in progreso…

Sempre con Roberto andiamo a Higuey, inizialmente siamo prevenuti nei suoi riguardi, sarà forse il fatto che i dominicani… hanno una flemma… insomma sono… molli e lentissimi in tutto, e non si scalfiscono mai per il traffico ne per i ritardi o i contrattempi. Prendono la vita con assoluta filosofia, e lui ne è davvero l’esempio. Insomma tornando a Higuey, è una cittadina molto venerata dai locali perchè vi è la patrona di tutta l’isola, il santuario della Senora de Altagracia, famoso anche per essere stato visitato dal Papa Woityla qualche anno fa.
Da qui si prosegue e si può partire per l’isola corallina di Saona, assolutamente da non perdere, viene proposta da tutti i tour operator ma noi scegliamo di trascorrere la giornata intera con Robert che diventa la ns. guida privata ufficiale, assunto full time.

Partenza con le lance in compagnia di un equipaggio multietnico, siamo infatti in 3 coppie di pazzi italiani, io e Ivo of course, Mauri e Giulia, Emi ed Elena, il pilota cubano con la sua guapa di Portorico, la guida taina con la fidanzata di Madrid, insomma ben assortiti.
Il persorso di andata di circa un’ora è fatto con le lance, che sfecciano velocissime nel Parco Nazionale dell’Est, una zona ricca di incantevoli spiagge lunghissime, per fortuna ancora immacolate.
La playa si estende per chilometri sfiorata da palme di cocco che spesso sono piegate fino quasi a toccare l’acqua (Castre e Dolci la Vs. palma è qui giuro !!!), queste piante sono piatte perché abbattute dai monsoni e dalle forti piogge tropicali.

Siamo molto fortunati perchè sia nell’andata che nel ritorno, essendo a bordo in pochi, il pilota decide di fermarsi alle piscine naturali, Los Ojos (gli occhi del mare) per ammirare delle enormi stelle marine rosse, che vengono conservate e protette dai molti ladri occasionali. La giornata è indimenticabile, sembra un sogno, peccato solo che le foto di questi giorni non le conserviamo più, perchè addirittura 2 rullini interi sono andati distrutti, che rogna!!!
Vabbe, i ricordi più belli e le risate forti ce le rifacciamo tuttora quando sentendo gli altri ragazzi conosciuti, ripensiamo insieme a Cleopatra, all’airrrone, con che lettera…. a sua sorella, all’uccello di Del piero, ai cubani ubriachi, a Robert e alle uscite per pescare, insomma chi più ne ha più ne metta.

Comunque qui le spiagge sono bellissime, tutte delimitate da filari di palmeti alti, la sabbia bianca viene delicatamente accarezzata dal mare limpido, la gente fantastica e semplice ed effettivamente gli ingredienti per la vacanza ad hoc ci sono proprio tutti. Che fare, se potete andateci, e per avere maggiori informazione o suggerimenti vi consigliamo indirizzi che a noi sono stati molto utili ovvero: [email protected] www.italia-santodomingo.com e www.dominicana.com

A noi non resta che salutare in particolare tutte le persone conosciute, more over Maurilio, Emiliano Elena e Giulia, dicendo loro… con che lettera… a va be gniente dai gniente…
Noi invece difficilmente dimenticheremo la canzone tante volte canticchiata: Son las cinco a la manana, io no dormido nada, pensando a tu beleza, en loco voy a parar, el insomnio es mi castigo, tu amor sera mi alivio, hasta que no sea mia no vivire en paz… No no no es amor lo que tu sientes se llama obsession, anzi SANTO DOMINGO.

Para siempre in corazon. HASTA LUEGO
SABY E IVO MOTTA FROM MILAN.

Foto e testo di Brambilla Sabina. Grazie 🙂