Rio, panorama
Veduta su Rio
Il Cristo
Ipanema
Maracana
Maracana

Viaggiare soli è un’esperienza estremamente gratificante e oramai insostituibile, e osservare il Brasile da sotto la visiera del mio cappellino mi trasmette un profondo e disinibito senso di libertà.
Rio mi appare inaspettatamente occidentalizzata: l traffico caotico, la gente che freneticamente corre avanti e dietro confonde la mia astratta icona di cio’ che fosse il Brasile.

Alloggio a Botafogo nella zona sud della citta’, a ridosso delle piu’ blasonate Copacabana e Ipanema e per questo molto piu sobria e discreta. Risiedo all’International Hostelig (rua General Dionisio), un ottimo ostello dove si pernotta per 30 real (l’equivalente di 10 euro) prima colazione inclusa. Il personale è molto accogliente e l’organizzazione efficiente.

La citta’ acquista una volto completamente diverso quando l’indomani mi affaccio per la prima volta a Copacabana ed Ipanema e sopratutto se c’è il sole. Quando i primi raggi di sole iniziano ad accarezzare la citta’, la gente si materializza all’unisono sulle interminabili spiagge, dove si percepisce la essenza gioiosa dei brasiliani, ma sopratutto dove si puo’ constatare la bellezza paradisiaca delle ragazze.

Mi piace passeggiare su gli “ondulati” marciapiedoni antistani alla spiaggia e mi rapisce guardare la gente che si dedica con tanta attenzione alla cura del proprio corpo. Ma come dice Dolores dei Cranberries, “this is not Hollywood”.

Rio è una citta’ piena zeppa di contraddizioni, per noi che abbiamo i dollari in tasca è tutto semplice ma la realta’ e’ completamente diversa: basta alzare poco poco lo sguardo per vedere le brulicanti favelas che sembrano sgomitare tra i ricchi grattacieli dei vips, quasi per farsi largo. Ma credo che poter vivere a Rio sarebbe un’esperienza irripetibile.

Il mio soggiorno nella citta’ carioca prevede anche una visita al Corcovado, dove fiero e maestoso troneggia il Cristo Redentore, e una partita del campionato brasiliano (Vasco-Fluminense) al Maracana’, lo stadio piu’ grande del mondo. Muoversi ed orientarsi è estremamente facile: il servizio pubblico degli autobus è molto efficiente e girare in bus ti consente di conoscere moltissima gente.

La tappa successiva al mio soggiorno di Rio è lo stato di bahia per la precisione Salvador. Per raggiungere Salvador necessitano 2 ore di aereo oppure 28 di bus. I turisti alloggiano prevalentemente al Pelurinho, la zona piu vecchia della citta’, il centro storico con le sue variopinte casette in stile coloniale.

Consiglio di trascorrere qui almeno un martedi’, il giorno della settimana in cui è prevista la festa cittadina. L’aspetto troppo turistico di Salvador mi indispone. Troppi negozi per turisti che vendono cianfrusaglie di ogni tipo, i numerosi ristoranti per turisti e la gente baiana che in nome della cultura di cui va estremamente fiera, escogita qualunque mezzo anche dei piu’ subdoli, pur di estorcere denaro. Fare attenzione!!

nfastidito ma soprattutto deluso, decido di tornare a Rio de janeiro dove sicuramente ritrovero’ gli amici lasciati qualche giorno addietro come il mio fratello nord irlandese, Andy,e Mirko anche lui di Roma; la sua sicurezza mi dà una profonda carica.

Tornato a Rio, dopo 2 giorni decido di spostarmi per a Ila Grande. In 3 ore circa di bus si arriva ad Angra do Reis, da cui si prende un battello che in 1 ora e mezza ti conduce in questo paradiso dove i colibri’ volano come farfalle e gli scoiattoli fanno colazione con te. Non ci sono macchine, quindi per raggiungere le spiagge piu belle sull’altro versante dell’isola si prende un barco oppure si cammina nella foresta. La sera la gente dal molo pesca decine di argentati barracuda che sembrano lame di fioretto; insomma un vero paradiso incontaminato.

Corro con la mia moto per le trafficate strade di Roma, ma i colori gli sguardi e i profumi, percepiti in Brasile, mi portano a sognare il Carnevale.