Le splendide camelie, vanto da sempre dell’Isola Madre, hanno avuto la loro fioritura più bella nell’ultimo mese. Ora stanno lasciando spazio a un altro fiore altrettanto attraente: il glicine, che si potrà ammirare dal 19 aprile al 4 maggio. Una galleria all’aperto di grappoli fioriti accoglierà il visitatore, con gli esaltanti profumi e le infinite varietà di colore, dal bianco al viola passando per tutte le sfumature. La fioritura dei glicini è un appuntamento consolidato per gli appassionati che giungono numerosi all’Isola Madre ad ammirare i porticati, le scalinate, le colonne interamente coperte di glicini con nuance di colori ed effetti mozzafiato. La collezione di glicini dell’isola Madre nacque circa 25 anni fa e si distingue per essere la prima creata in Italia.

Nel giardino botanico è rappresentata una ventina di varietà di glicini differenti tra loro per il colore dei fiori, per i frutti e per le modalità di crescita, la maggior parte delle quali è concentrata nella scenografica scalinata che degrada verso il lago. Una dalle maggiori curiosità del glicine è che in alcune specie i rami si avvolgono in senso orario, in altre all’opposto. Per spiegare questa curiosità bisogna ricordare che le piante originarie dell’emisfero boreale (a nord dell’Equatore) si avvolgono tutte in senso antiorario mentre quelle originarie dell’emisfero australe (a sud dell’Equatore) in senso orario. Ci si potrebbe pertanto chiedere per quale motivo la W. Floribunda e la Millettia japonica si avvolgono in senso orario pur trovandosi in Giappone nell’emisfero boreale. Il motivo va ricercato nel fatto che milioni di anni fa il Giappone si trovava nell’emisfero australe e nei secoli galleggiando sulla crosta terrestre si diresse progressivamente verso nord alla velocità di qualche centimetro all’anno, non dando quindi tempo alla sua flora di adattarsi alle mutate condizioni climatiche.

Originari della Cina, dove venivano chiamati Zi Teng (vite blu), i glicini furono portati in Europa nel 1816 dal capitano inglese Welbank, e arrivarono in Italia attorno al 1840. Il nome glicine, che significa in greco “pianta dolce”, fu dato da Linneo a un rampicante introdotto dall’America ai primi del 700; un secolo dopo i botanici si accorsero che l’essenza era della stessa famiglia di quella importata dalla Cina. Il glicine ha proprietà particolari: in Occidente è simbolo di riconoscenza e amicizia e in Estremo Oriente è un talismano contro le calamità.