TERNI

San Valentino fu il primo vescovo di Terni e la città ne conserva le spoglie mortali in una Cattedrale a Lui dedicata. Le sue reliquie sono conservate nella basilica, in una statua d’argento posta in una vetrina di cristallo con un cartello: “San Valentino patrono dell’amore“.

La domenica precedente al 14 Febbraio la città ricorda ancor oggi la “Festa della Promessa“: ogni anno nella basilica centinaia di fidanzati che si sposano entro l’anno e provenienti da tutta Italia si scambiano una promessa d’amore davanti al Vescovo e al sindaco. Si festeggiano poi la Festa delle Nozze d’Oro e quella delle Nozze d’Argento per celebrare i 50 o i 25 anni di matrimonio, la Festa dell’Accoglienza per dare il benvenuto in città agli stranieri sopraggiunti e ormai residenti…. ed i festeggiamenti dell’amore proseguono per tutto il mese di febbraio con molti eventi (Info: www.marmore.it).

SADALI (NU)

A Sadali (NU) la festa sarda di San Valentino cade secondo il calendario liturgico il 14 febbraio, ma viene festeggiato l’8 febbraio e soprattutto il 6 ottobre. Il mese di Febbraio infatti era caratterizzato da un clima troppo rigido ma soprattutto un periodo di magra. Il periodo più ricco era invece l’inizio della stagione autunnale, pertanto i Sadalesi decise di festeggiare San Valentino il 6 ottobre.

In passato la festa era particolarmente sentita: nei giorni precedenti si puliva la casa per accogliere gli ospiti che si era soliti invitare per la ricorrenza. Inoltre si preparava pane e dolci, si macellavano pecore e capre.

Il giorno della festa il simulacro di San Valentino veniva vestito per la solenne processione dalle prioresse e dai confratelli. Il corteo veniva aperto da un cavaliere che portava un’asta con un prezioso drappo. Seguiva un confratello con un crocifisso e un altro con la croce in argento, affiancato da altri due che reggevano delle alte lanterne. Un altro confratello teneva un medaglione con lo stemma della confraternita. La processione veniva diretta dal priore, che portava in mano una sfera d’argento, sormontata da una croce fissata ad un’asta. Sfilavano quindi le prioresse con gli stendardi e infine le donne che recitavano il Rosario. San Valentino veniva portato in spalla; seguivano il sacerdote con i chierichetti e gli uomini. Al termine della processione veniva celebrata la Messa Solenne.

I festeggiamenti civili consistevano nell’organizzare gare poetiche e balli sardi al suono delle launeddas. Attualmente la festa del Patrono ha perso gran parte dei suoi antichi rituali tuttavia la profonda devozione dei Sadalesi verso San Valentino è rimasta forte e immutata.

OZIERI (SS)

Alcune reliquie di San Valentino si trovano a Ozieri, centro principale del Logudoro, a una cinquantina di chilometri da Sassari. Le avrebbe portate, un frate benedettino nativo del luogo, nel 1838, il quale le avrebbe poi sepolte nella cinquecentesca chiesa dedicata ai santi Cosma e Damiano, sul Colle dei Cappuccini.

QUERO (BL)

Anche a Quero (BL) si festeggia il santo. Nella seconda metà del XVII secolo l’industria tessile ebbe un incremento rilevantecosì che alcune famiglie accumularono beni e potere. Giacomo Sartori detto Casamatta fece costruire l’oratorio di S.Valentino, consacrato nel 1696, come attesta la lapide tuttora esistente. I Casamatta da più di mezzo secolo possedevano sulla riva del Tegorzo due folli e un mulino. Si comprende quindi, ad illustrazione del potere economico della famiglia e come atto di pietà, l’erezione della chiesa di S. Valentino, la cui devozione ebbe nel 1600 molta diffusione, tanto che gli furono dedicate chiese anche in altre località. Nel 1736 delegato del vescovo annotò che sopra l’altare in una custodia era conservata una reliquia di S. Valentino, tratta dalle ossa del martire. Ordinò di sigillare la pietra sacra col gesso, ornare con croci le borse dei corporali e degli amitti, cambiare il messale.

Per la tradizionale annuale festa di S. Valentino, è tradizione per i Queresi e per gli abitanti dei paesi limitrofi, ritrovarsi all’oratorio del santo. La festa prevede anche la benedizione delle arance e la distribuzione ai convenuti; per i ragazzi la distribuzione viene fatta lanciando le arance lungo i pendii che attorniano l’oratorio e nel canale di irrigazione che lambisce la chiesetta.

VICO DEL GARGANO (FG)

San Valentino è patrono anche di Vico del Gargano (FG), invocato come patrono degli innamorati ma anche degli agrumeti, dove si festeggia il 14 febbraio con eventi religiosi e attività culturali. La statua e le vie del paese sono ornate con arance, zagare ed alloro.
Leggenda vuole che donando un arancio all’amato, preso dall’addobbo del Santo, il frutto si trasformi in uno speciale filtro d’amore. La mattina del 14 febbraio si tiene la tradizionale processione con la reliquia del santo.

Le fitte siepi frangivento di alloro tentavano di proteggere gli agrumeti dai forti venti di tramontana, economia sulla quale si basava la città. Vico cercò un protettore che si potesse festeggiare ed invocare quando i giardini avevano maggior bisogno di aiuto, cioè d’inverno. Dopo infinite vicende, ai Vichesi fu concesso dal Papa Paolo V di adottare un nuovo patrono. Si narra che sia stato “Valentino a scegliere i vichesi e non viceversa”, nelle catacombe romane, dove si era recata la delegazione di notabili per procedere all’ “adozione di un martire patrono”: il capo di essa urtò contro un braccio sporgente da un loculo. Era il braccio di S.Valentino che, assieme ad altre reliquie, il 14 febbraio del 1618, fu prelevato e portato in pompa magna nella Chiesa Madre di Vico, colma di arance e limoni offerti al nuovo patrono affinchè fosse tangibile ciò che la gente si aspettava da lui.

Soprattutto durante la tradizionale processione, nel Vicolo del Bacio, una stradina situata nel centro storico larga non più di 50 centimetri e lunga meno di 30 metri, si danno appuntamento gli innamorati: a causa della ristrettezza del passaggio, gli innamorati sono costretti a “sfiorarsi”.

Nella settimana di San Valentino ha luogo anche la Fiera dell’amore, una mostra mercato con un centinaio di espositori e luna park, musica e spettacolo pirotecnico, alla quale partecipano migliaia di persone che visitano nel caratteristico centro storico anche le bancarelle di prodotti artigianali e gastronomici.

ABRIOLA (PZ)

Nella chiesa madre di Abriola è custodito il busto ligneo seicentesco del santo, un’urna e tre teche contenenti parte delle reliquie del martire romano, tutte accompagnate da autentiche pontificie.
Come siano giunte ad Abriola queste reliquie è difficile a dirsi. E’ possibile che, dal momento che Abriola fu tappa importante della via Erculea, anche la chiesa madre sia stata meta di pellegrini, che volendo impreziosire il luogo di culto, come si era soliti fare nel medioevo, hanno inserito in un altare le reliquie del santo martire.

Leggenda vuole infatti che il Santo, sostando durante il suo viaggio verso le Puglie, in un periodo di grande carestia, fece arrivare carri pieni di grano impegnando il suo anello, così da salvare la popolazione. Il 7 febbraio 1998 è stata inaugurata una monumentale porta bronzea, ingresso della chiesa madre, dedicata al santo patrono.
Il 14 febbraio si tiene la processione per le vie del paese, con il Santo portato in spalla; in serata si allestiscono grandi falò intorno ai quali gli abitanti e i numerosi visitatori degustano piatti tradizionali e vino locale intonando canti popolari, fino a quando si spegne l’ultimo falò.