La vacanza di quest’anno era dedicata all’Alsazia, ai suoi paesi con le case a graticcio, i vigneti, ma anche un castello, la linea Maginot, un monastero e tanto altro. Ci eravamo documentati e così sapevamo che quella è la zona meno piovosa di tutta la Francia, questo ci incoraggiava molto visto che di solito le nostre vacanze sono… bagnate, ma stavolta sarebbe stato molto diverso.
E infatti… ci sono stati un paio di giorni di sole…

Siamo partiti sabato 20 agosto e come sempre io e i bimbi (Federico 14 anni, Erika 10 e Nicole che ne ha compiuti 4 proprio il giorno della partenza) abbiamo dormito in camper la sera prima in modo da non doverci alzare all’alba e questa è una grande comodità, svegliarsi dopo aver già percorso più di 100 chilometri è proprio piacevole! La prima giornata è stata quasi tutta di viaggio, abbiamo fatto una lunga pausa per il pranzo anche perché c’era il compleanno di Nicole da festeggiare, era così contenta di compiere gli anni in camper!

Siamo arrivati in campeggio verso le 6 e alle 8 eravamo già pronti per il primo giro turistico, la prima tappa era Colmar, forse il paese più bello, stupendo di giorno ma ancora più pittoresco e suggestivo di notte. Infatti più di 900 punti luce illuminano le case, i ponti, le statue e rendono l’atmosfera quasi magica. La sorpresa è stata ancora più grande per noi perchè pensando di esserci allontanati troppo dalla zona del centro stavamo per tornare sui nostri passi quando abbiamo visto un piccolo arco in un muro e giusto per curiosità ci siamo avvicinati, l’abbiamo superato e davanti ai nostri occhi c’era una vista da lasciare senza fiato: una piazza con tante case a graticcio piene di fiori e illuminate da tante lucine, un piccolo canale e un altro arco, più grande, che lasciava intravedere altre case e altre luci, sembrava di essere entrati in una favola, siamo davvero rimasti senza parole.

Abbiamo trascorso a Colmar anche tutta la domenica, abbiamo camminato e camminato, percorso tante stradine e ogni tanto ci fermavamo per ammirare un gruppo di case, uno scorcio particolare e ci ripetevamo che più bello di così non poteva essere, ma dopo poco dovevamo ricrederci c’era ancora qualcosa di più bello. Sarà che a noi i paesi nordici piacciono particolarmente, ma a chi non piacerebbe passeggiare per queste stradine quasi pedonali, affiancate da case a graticcio dai colori più diversi, con cascate di fiori ai balconi, con insegne tanto curate quanto allegre e… il ticchettio della pioggia sugli ombrelli… bhè si a questo forse potrei rinunciare!
Ci è proprio rimasta la voglia di vedere Colmar col sole e senza l’ingombro di ombrelli, marsupi e felpe.

Nel tardo pomeriggio abbiamo raggiunto Turckheim, un paese a pochi chilometri di distanza, dove abbiamo visto per la prima volta le cicogne sui tetti e… sul campo da calcio! Sapevamo che da diversi anni in Alsazia sono tornate le cicogne, ma non credevamo si vedessero davvero così da vicino, i bimbi erano entusiasti. In questo paese ogni sera, alle 10, dall’edificio del Corpo di Guardia esce un uomo con un mantello nero, un’alabarda in una mano e una lanterna nell’altra, è il “guardiano della notte” che, da parecchi secoli, gira per il villaggio rassicurando la sua gente, intonando vecchie storie (in alsaziano!!) e augurando a tutti una notte serena. Per un po’ l’abbiamo seguito nel suo giro, poi visto che la pioggia aumentava siamo tornati al camper.

Il giorno successivo siamo andati a Ribeauvillè (il preferito di Erika dopo Colmar), stavolta non abbiamo portato con noi gli ombrelli, perché le nuvole non sembravano “minacciose” e così dopo una decina di minuti Luca è dovuto tornare al camper a prenderli!
Raccontare di questi posti può sembrare ripetitivo e forse anche un po’ noioso, ma vi assicuro che non è così, è tutto così curato e pulito, quasi candido, le case sembrano appena ripitturate nei loro colori festosi, i fiori sono dapertutto così belli da sembrare appena sbocciati (sarà merito della pioggia che li annaffia di continuo?) e c’è un clima di serenità proprio invidiabile.

Nel pomeriggio abbiamo visitato il parco delle cicogne e stavolta il sole si è fatto vedere, è un parco creato proprio per riportare questi uccelli in Alsazia, infatti erano quasi estinti, anche per colpa dei fili dell’alta tensione contro cui morivano al loro ritorno dall’Africa. Così è stato deciso di creare dei centri di ripopolamento, qui le cicogne nascono, rimangono per 3 anni in aree chiuse perdendo così il loro istinto migratorio, vengono poi lasciate libere e possono scegliere di rimanere nel parco, dove hanno ampi spazi, o “trasferirsi” nei paesi limitrofi. Nel parco ce ne sono davvero tantissime che vivono libere ma tornano sempre ai loro nidi qui, sono animali veramente belli, quasi maestosi, che non hanno quasi paura dell’uomo, infatti mentre eravamo in campeggio ne abbiamo viste alcune che camminavano tranquillamente a pochi metri da noi!

Abbiamo visto il castello di Haut Koenigsbourg, che domina la pianura dall’alto dei suoi 750 metri e che risale al 12° secolo, ma è stato più volte ricostruito a causa degli incendi. Nel 1899 il comune di Selestat decise di donare i ruderi del castello all’imperatore tedesco Guglielmo II che lo fece restaurare per riaffermare il dominio della Germania sull’Alsazia. I lavori riportarono il castello all’antico splendore, purtroppo per l’imperatore però, appena dieci anni dopo l’inaugurazione questa regione ritornò entro i confini francesi!

Questo passare da una nazione all’altra (ben 4 volte in soli 75 anni questa regione è passata dalla Francia alla Germania) ha reso l’Alsazia molto particolare, ci sono paesi con nomi tedeschi e altri, vicinissimi, con nomi francesi e addirittura alcuni che sono un insieme di entrambe le lingue, il dialetto alsaziano sembra proprio tedesco, il piatto nazionale è a base di crauti e wurstel.

Veramente pittoresco è anche Riquewihr che ha proprio l’aspetto di un villaggio medievale con una parte di mura con tanto di porte e torri. E’ anche uno dei paesi più turistici e così la sua atmosfera suggestiva l’abbiamo colta meglio nel tardo pomeriggio quando i pullman di turisti se ne erano andati, il cielo è diventato più scuro… ed è iniziato a piovere! E così abbiamo deciso di rifugiarci nei negozi davvero molto belli, come quello tutto dedicato al Natale o quello “delle streghe”. Nel nostro giro per il paese avevamo anche scelto un posto per la cena, infatti i bimbi volevano mangiare le crepes ma non erano così facili da trovare e quando abbiamo visto un piccolo locale che le aveva nel menu abbiamo deciso che saremmo tornati lì per cena… bhè noi ci siamo tornati, ma alle 8 di sera stavano chiudendo!! E così non solo niente crepes ma abbiamo rischiato di digiunare perché tanti erano i locali che ormai erano chiusi!

Il mercoledì mattina ci siamo svegliati col sole e quasi non ci sembrava vero! Per fortuna che c’eravamo fidati del nostro metereologo di fiducia (mio fratello) che ci aveva detto che quel giorno sarebbe stato forse l’unico di sole e così abbiamo cambiato il nostro itinerario altrimenti saremmo stati tutto il giorno in un museo! Invece abbiamo dedicato la mattina al Labirinto, un vero e proprio labirinto le cui pareti erano piante di mais alte almeno due metri, il percorso era davvero difficile anche perché c’erano degli enigmi da risolvere per poter aprire dei cancelli e proseguire, ma erano solo in francese! Per fortuna ci avevano dato anche le soluzioni altrimenti saremmo ancora lì!

Nel pomeriggio siamo andati al monastero di S.Odile, che però ci ha un po’ deluso, perché visitabile solo in parte e trasformato in un centro di preghiera e di soggiorno, forse più di soggiorno che di preghiera!

Giovedì, come da previsioni, è piovuto tutto il giorno, ma noi eravamo al chiuso; tutta la mattina l’abbiamo trascorsa all’interno di un museo interattivo dedicato ai bambini (un po’ come la Città dei Bambini di Genova), veramente bello! C’era il formicaio gigante, il percorso da fare con le stampelle o la carrozzella (per rendersi conto di come sia difficile spostarsi così), la batteira virtuale, le illusioni ottiche (alcune veramente divertenti), la carta d’identità genetica (dove si confrontavano capelli, occhi, colore della pelle ecc, si inserivano i dati nel computer per vedere quanti visitatori avevano le tue stesse caratteristiche), il tappeto volante. Nella zona dedicata ai piccoli dai 2 ai 5 anni c’erano fra le altre cose la casa da costruire (una grande impalcatura da completare con mattoni di gommapiuma, questo è piaciuto così tanto a Nicole che ha detto che da grande farà il muratore!) e i giochi con l’acqua (anche questi molto ricercati!). e queste erano solo alcune delle attività che si potevano fare, veramente bello.

Abbiamo mangiato velocemente e poi via verso la linea Maginot, eravamo un po’ in ritardo e così mentre il camper andava ho dato ai bimbi vestiti più pesanti (la temperatura lì sotto era di circa 12 gradi) da indossare subito per non perdere tempo, dovevamo essere veloci, ma bisognava anche stare attenti a non cadere! Abbiamo perso un po’ di tempo a causa di una deviazione e siamo arrivati dieci minuti prima della chiusura della biglietteria.
Questo forte è costruito a trenta metri di profondità, faceva un certo effetto scendere questi scalini, sentire l’aria diventare più pesante e pensare ai chilometri di gallerie che formano quest’opera così gigantesca e così inutile, che non è servita a fermare l’avanzata dei tedeschi in Francia. C’era un percorso da seguire, si passava da una galleria da cui partivano altri cunicoli che portavano in varie stanze: l’infermeria, la cucina, le camere dei soldati, la stanza del comando… Tutto molto interessante ma anche molto triste.

Stranamente il venerdì c’era il sole, ma forse era perché eravamo ormai a fine vacanza… abbiamo visitato altri tre bei paesi, giusto per “riempirci gli occhi” prima del ritorno a casa: abbiamo visto Obernai, dove abbiamo anche fatto un po’ di acquisti, abbiamo trovato un negozio che svendeva tanti articoli natalizi e così decorazioni e regalini sono già pronti per dicembre prossimo, siamo poi andati a Kayserberg e anche qui ci siamo dedicati allo shopping (scarpe e abbigliamento per i bimbi a prezzi veramente bassi, non potevamo non approfittarne) e dopo aver girato un po’ per il paese siamo entrati nel piccolo cimitero militare dove sono sepolti alcuni soldati francesi morti durante la seconda guerra mondiale e appartenenti a tre diverse religioni. In serata abbiamo raggiunto Eguisheim, particolare poichè il centro storico è costruito in cerchi concentrici attorno alla piazza principale.

L’ultima tappa è stato l’Ecomusee, un museo all’aperto dove sono stati ricostruiti più di 50 edifici, ogni giorno il villaggio “rivive” grazie ai tanti artigiani che indossano gli antichi costumi alsaziani e lavorano utilizzando tecniche e strumenti di un tempo. Ci sono vasai, falegnami, fabbri, mugnai, ci sono diversi animali da cortile e tante cicogne. Quasi tutte le case sono visitabili e sono arredate fin nei minimi particolari, sembra di tornare indietro nel tempo di un paio di secoli.

Nel primo pomeriggio siamo ripartiti e un po’ a malincuore abbiamo lasciato l’Alsazia, è stato davvero un viaggio bellissimo, apprezzato anche dai bimbi (Nicole si è innamorata delle “case a grrrraticcio” come le chiama lei e delle cicogne), tanto che hanno detto che la cosa più faticosa era fare la classifica dei posti più belli perché era proprio difficile fare una scelta!
Come negli altri viaggi i due grandi hanno scritto il “passaporto” dove hanno raccontato quello che abbiamo visto, incollato biglietti di ingresso, cartoline, depliant e stilato ogni giorno la classifica.
Sulla via del ritorno ci siamo fermati in Svizzera a visitare il Museo del cioccolato, piccolo ma molto interessante e goloso… c’erano anche gli assaggi!