Nusco (Avellino) – Da quattro secoli è la festa che rievoca e suscita suggestione, un rito antichissimo che puntualmente si rinnova e che torna con la forza della storia e della memoria.
Il 12 gennaio 2008 ritorna la tradizione della Notte dei Falò, notte di tradizione e sapori, di enogastronomia d’eccellenza e di musica. Lo scenario è quello di sempre: il centro storico di Nusco, uno dei cento centri storici più belli d’Italia. Due gli assi portanti dell’edizione 2008: il fuoco e il Mediterraneo.

Il fuoco è quello dei falò, elemento simbolico, che distrugge per far rinascere, che purifica e vivifica.
Il Mediterraneo, invece, è raccontato attraverso i suoni, attraverso la musica. E anche per quest’anno, infatti, la Notte dei Falò propone un interessante viaggio nel mondo della musica etnica e popolare. E il filo conduttore sarà proprio il mare nostrum, il Mediterraneo.
Saranno tredici i punti spettacolo allestiti nell’ambito del centro storico di Nusco. E ci sarà musica africana, musica greca e, ancora, ritmi calabresi e salentini. Senza dimenticare ovviamente la tradizione popolare partenopea e campana fino alla tarantella di Montemarano.
Il rito è dedicato a Sant’Antonio Abate, originario dell’Egitto. Anche da qui la scelta di dedicare alle sonorità del Mediterraneo l’edizione 2008.

L’importante manifestazione, che da quasi quattro secoli segna l’inizio del Carnevale, è promossa dal Comune di Nusco in collaborazione con la Comunità Montana Terminio Cervialto, il Parco Regionale dei Monti Picentini e la Provincia di Avellino.

L’evento comincerà alle ore 16 del 12 gennaio 2008, con l’esibizione del gruppo MateriaViva che presenterà spettacoli di fuoco ed emozionanti acrobazie.

Momento più atteso è quello delle ore 17.30, quando il sindaco di Nusco, Giuseppe Del Giudice, come da tradizione accende con le proprie mani il primo falò. Un simbolo che segna l’inizio della festa: l’accensione di enormi fuochi, rito accompagnato dall’esplosione di suggestivi fuochi pirotecnici, che illuminano a giorno l’intero centro storico. Per ogni via del borgo ci sarà un grande falò, preparato con cura dagli abitanti della zona, che passano le giornate precedenti a raccogliere la legna e preparare l’evento.

Per ogni falò ci saranno diversi stand gastronomici, che offriranno ai visitatori – migliaia ogni anno – le specialità irpine preparate secondo le ricette dell’antica tradizione irpina: salsicce alla brace, castagne sul fuoco, cecaluccoli (i tipici cavatelli), maccaronara, lagane (tipo tradizionale di pasta) e fagioli, carne alla brace, formaggi, tartufi e naturalmente i pregiati vini della zona, dall’Aglianico al Taurasi Docg.

Il programma dell’edizione 2008 è in fase di allestimento. Si preannunciano molte sorprese e tante novità per rendere ancora più ricco e suggestivo uno degli eventi più attesi dell’anno.

La Notte dei Falò nasce come rito propiziatorio nel XVII secolo. E’ la Festa di Sant’Antonio Abate, protettore degli animali e della comunità contadina. I primi falò venivano accesi per scacciare la peste, che nel 1656 solo a Nusco fece registrare ben 1200 vittime. In tutto il Regno di Napoli, alla fine del XVII secolo, veniva distribuito il pane di Sant’Antonio, preparato con la parte più pura del grasso di un maiale in tenera età. Si trattava di una sorta di unguento per curare l’infezione da Herpes Zoster, detto il “fuoco di Sant’Antonio”.
I falò venivano quindi accesi per purificare i luoghi ma anche i corpi, invocando le virtù taumaturgiche di Sant’Antonio.

«La nostra ambizione – commenta Giuseppe Del Giudice, primo cittadino di Nusco – è quella di coniugare storia e modernità. Stiamo costruendo una strada per reinventare oggi le nostre tradizioni, unendole alla contemporaneità. Feste che un tempo rappresentavano solo il folclore di un luogo, oggi sono momento di turismo e di sviluppo per il territorio. E’ questo il nostro compito: reinterpretare le nostre culture e trasportarle nella modernità. Evochiamo echi della memoria nel tentativo di fissare un’identità che, seppur in continua evoluzione, non dimentichi mai il valore della memoria e della storia. Quest’anno abbiamo voluto mettere al centro dell’evento l’elemento fuoco, elemento che rappresenterà una traccia anche per le prossime edizioni».

Per la notte più importante dell’anno si attendono anche per questa edizione migliaia di visitatori, per un evento di rara emozione che, da Santa Croce fino al punto più alto del borgo, illumina uno dei cento centri storici più belli d’Italia.