Udin&Jazz arriva al suo 22esimo compleanno con la consueta determinazione, nel segno della riflessione, della qualità, della provocazione. Da Ground Zero si riparte, per ricostruire nuove forme di pensiero libero sulle macerie di una musica di maniera e fine a se stessa; si riparte dalla grande storia del jazz (filologicamente inteso) con il ritorno a Udine del coltraniano Pharoah Sanders dal fraseggio libero e rotondo, come rotondo è il vinile delle radici del jazz che appare nella nostra immagine grafica… Rotondo come l’urlo sofferto del solitario grunge di Chris Cornell e della rabbia spontanea
della rivelazione italiana dell’Hip Hop, Marracash, passando dalla romantica e vulcanica nostalgia Vintage di Nina Zilli.

Grande attenzione e spazio ai nostri grandi talenti, con la prima assoluta del nuovo progetto del Tinissima 4et di Bearzatti, dedicata al grande genio del jazz più libero, Thelonious Monk; con l’irruenza delle radici più profonde del nuovo viaggio musicale dei Red Devils di Claudio Cojaniz, nuova produzione Euritmica; e con le contaminazioni tra nord Africa e cultura europea del sound sofisticato e inaudito dell’oud di Dhafer Youssef.
E molto altro.

Perché “jazz” non sia solo una definizione di stile, ma una forma di pensiero, un modo di “sentire”, un’espressività creativa che esplode in un attimo, come reazione a qualcosa di omologante di cui ci si vuole liberare, ognuno col proprio linguaggio.

Il ventiduesimo compleanno del Festival Internazionale Udin&Jazz si celebra all’insegna della libertà, della rinascita di una nuova forma di pensiero, della ricerca di un’intimità profonda e allo stesso tempo esplosiva: quell’energia creativa spontanea che vuole guardare oltre ai generi e allo stesso tempo cercare nelle proprie radici più primordiali una nuova forma comunicativa. Si riparte da Ground Zero, come ben spiega il direttore artistico Giancarlo Velliscig, proponendo come sempre un cartellone che coniuga qualità e profondità di intenti. Ed è in questa direzione anche la scelta di richiamare il più vasto e vario pubblico con la maggior parte dei concerti a ingresso gratuito, proprio perché Udin&Jazz vuole essere aggregazione, attenzione, coinvolgimento, incontro e condivisione, al di là di qualsiasi contingente difficoltà.

Al via dunque il prossimo mercoledì 20 giugno lo storico Festival, come sempre organizzato da Euritmica – Associazione Culturale di Udine e sostenuto dalla Regione Autonoma Friuli Venezia Giulia, dal Comune di Udine (Udin&Jazz è inserito nel palinsesto estivo di UdinEstate), dalla fondazione CRUP, dai Comuni di Cervignano del Friuli, San Giorgio di Nogaro e Palmanova; sorretto dal contributo di Reale Mutua Udine, Friuladria, Honda City; e nuovamente in sinergia con le consolidate collaborazioni dell’Home Page Art/Music Festival e The Groove Factory con il Centro Culturale Chei de Vile di Fagagna, attivissime realtà giovanili dell’udinese.
____________________________

Si inaugura a Cervignano, mercoledì 20 giugno, alle 21.30, in piazza Indipendenza, con il concerto di Claudio Fasoli Four (il quartetto composto da Claudio Fasoli, sax tenore e soprano – Michele Calgaro, chitarra elettrica – Lorenzo Calgaro, contrabbasso – Gianni Bertoncini, batteria, elettronica): Avenir è il titolo del progetto che l’ensemble presenta a Udin&Jazz, che è anche un CD recentemente prodotto e pubblicato da Caligola Records. Una nuova identità per un Claudio Fasoli compositore (oltre che esecutore) in un momento di grande forma, che nel sound rinnovato dalla presenza dell’elettronica ritrova paesaggi più sfumati, sereni e liberi di emozionarsi.

Giovedì 21 giugno, Villa Dora di San Giorgio di Nogaro ospita, sempre con inizio alle 21.30, il quartetto di Matteo Sacilotto (Matteo Sacilotto, chitarra – Nevio Zaninotto, sax – Simone Serafini, contrabbasso – Santiago Colomer, batteria) che con il suo Tributo a Nino Rota rievoca le colonne sonore di celeberrimi film come Amarcord, Il Bidone, La Strada, I vitelloni, Le Notti Di Cabiria (Federico Fellini), Il padrino (Francis Ford Coppola), Il Gattopardo (Luchino Visconti). “Nello scrivere gli arrangiamenti – spiega Sacilotto – ho cercato di raggiungere un equilibrio tra il rispetto della sonorità dei brani originali e l’intenzione di darle una nuova veste, senza tuttavia stravolgerne il significato: volevo che la musica di Rota si configurasse come vero jazz, rimanendo comunque sua”.

Venerdì 22 giugno, alle 21.30 nella bellissima Piazza Grande di Palmanova, sale sul palcoscenico Graziella Vendramin con il suo settetto (Graziella Vendramin, voce – Renato Strukelj, pianoforte – Gaetano Valli, chitarra acustica – Roberto Daris, fisarmonica – Nevio Zaninotto, clarinetto e sax – Mario Cogno, contrabbasso – U.T.Gandhi, batteria e percussioni) e l’intervento speciale di Maurizio Cepparo al trombone: viene presentato l’ultimo lavoro discografico della cantante, Regreso al Sur (Artesuono). Un crogiuolo di tradizioni e stili, che mette in risalto la duttilità vocale e la forte personalità della cantante. Canta in sei lingue, sempre con proprietà di stile, ottimizzando i percorsi personali che l’hanno fatta viaggiare dalla lirica al soul fino al progressive, per trovare un’ottima “casa” nell’impronta jazz. Tra le tante gemme, di particolare rarità è l’interpretazione della Nuages di Reinhardt su testo francese.

Lo stesso venerdì 22 con inizio sempre alle 21.30 Udin&Jazz si apre anche alle fasce più giovani del pubblico, grazie alla collaborazione con l’Home Page Festival: al Parco del Cormor, infatti, tre gruppi si avvicendano sul palco della kermesse “in combinata”: i Démodé, un’orchestrina “tascabile” che, tra ispirazioni jazz, folk e contemporanee, si distingue per il suo gusto retrò, e la levità intelligente con la quale accosta gli stili di provenienza diversa. Mole and the Moonwalket è un’altra band ospite del Cormor, che nasce dall’anima hip hop del leader: tra improvvisazione e sperimentazione è sempre il groove a vincere, spostandosi dal dub al funk fino alle più morbide atmosfere africane o sudamericane. È poi la volta dei Quintorigo, che dopo il magnifico omaggio a Mingus, dedicano ora la loro straordinaria inventiva negli arrangiamenti all’opera di Jimi Hendrix, nato esattamente 70 anni fa. Osa molto, così, questa band, plasmando le creazioni di una leggenda della chitarra rock sui propri equilibri funzionali e sonori.

Domenica 24 una nuova location per il festival, che si trasferisca a Fagagna, nel Castello di Villalta, grazie alla collaborazione con Groove Factory e il Centro Culturale Chei de Vile di Fagagna.
È una band di all stars all’italiana quella che per prima si esibisce a Fagagna: il Francesco Bertolini 5et lavora con serietà ed entusiasmo alle proposte del leader: ne esce un lavoro di grande freschezza e di qualità superlativa. Accanto alla chitarra elettrica di Bertolini suonano Cristiano Giardini, sax tenore e soprano; Rudy Fantin, pianoforte e tastiere; Raffaello Gnesutta, basso e, proprio a Fagagna, l’ensemble si vedrà affiancato dal batterista che forse più ha segnato la storia musicale italiana dagli anni Settanta in poi: Ellade Bandini. Il clima di Los dias del Viaje (questo il titolo del progetto) è caldo, profumato, ha una costruzione sonora ariosa, ma non per questo poco strutturata. Una musica rispetto alla quale è il cuore che emerge. E la necessità emotiva di comunicare.
A seguire un’iniziativa che vede protagonista la Jazz Band del Liceo Copernico di Udine: nata nel 2003 da un’idea di Marco Feruglio, allora studente del Liceo, ancora oggi la band vive grazie alla volontà dei dirigenti scolastici che hanno supportato un’iniziativa così singolare e specifica. Oggi coordinata da Nevio Zaninotto, la band ha conseguito il primo posto al concorso internazionale di band scolastiche a Sanremo e ha al suo attivo un CD, preziosa testimonianza per le future generazioni. Per la grande valenza del progetto che vede la scuola protagonista di un’esperienza formativa così originale e direttamente legata al jazz, la Band avrà un nuovo spazio anche all’interno del palinsesto udinese del Festival, il 29 giugno sul piazzale del Castello.

Lunedì 25 giugno il Festival approda in città, con una data annunciata diverse settimane or sono e che già si è rivelata come appuntamento di punta dell’estate musicale in regione: al Castello di Udine, a partire dalle 21.30 è attesa l’icona mondiale del grunge, Chris Cornell, leader, tra gli altri, dei Soundgarden (dei quali proprio a giugno è prevista una reunion in Italia). Il cantautore arriva a Udine per una delle quattro attesissime tappe italiane del tour Solo Songbook Vol. 1.
Già oltre il migliaio i biglietti richiesti per la performance di Cornell (molte le chiamate da fuori regione e dall’estero) per quella che è considerata una delle migliori voci della storia della musica moderna. Innovatore tormentato dell’ambiente rock anni Novanta, Cornell ha saputo continuare una propria ricerca personale e profonda nell’ambito della canzone d’autore, collezionando vari Grammy e una nomination al Golden Globe. Leader, tra gli altri, anche dei Temple of the Dog (realtà che maggiormente rivela la vena più intimistica di Cornell), l’attività di gruppo lascia spazio al primo lavoro solista, disperato ed emotivamente straziante (Euphoria Morning) che sfocia in una sorta di gesto di speranza quando, a fine decennio, Cornell fonda gli Audioslave, che con la loro storica esibizione a L’Avana davanti a migliaia di persone compiono un simbolico passo fondamentale verso l’abbattimento delle barriere culturali.
Tre gli album da solista che rivelano poi la continua ricerca compositiva di Cornell, sempre più concentrata sull’intimismo dei temi e sull’emotività interiore del dolore esistenziale. I solo tour, già sperimentati in diverse parti del mondo, hanno registrato ovunque critiche entusiastiche e sold out da Los Angeles alla Nuova Zelanda.

Ad aprire la performance di Cornell, un autore rivelazione della scena giovanile britannica: Paul Freeman, cresciuto con la lezione dei Beatles e nell’epoca degli Spandau Ballet prima e, poi, degli Oasis, poco più che ventenne scrive canzoni per Mark Owen e i Take That, rivelando subito ottime doti creative. Alcuni suoi lavori autorprodotti scalano le vendite di I tunes e il grande pubblico lo conosce per i suoi concerti benefici al fianco di Roger Daltrey, Steve Winwood e Ronnie Wood.

Martedì 26 giugno la giornata del festival si apre all’insegna dell’arte figurativa, e in particolare del disegno: alle 18, alla Casa della Confraternita (sempre sul piazzale del Castello) si inaugurano le mostre Jazz Loft e I diavoli rossi e il paese delle danze. Non è nuovo il rapporto tra jazz e fumetto (che da anni ripercorrono assieme la storia dell’arte, combinando i due codici comunicativi): Udin&Jazz accoglie questa volta due lavori presentati in prima assoluta.
Jazz Loft è una graphic novel a sfondo noir ambientata nel mondo del jazz, e ispirata a una storia vera, accaduta a New York tra il 1957 e il 1965: la sceneggiatura di Flavio Massarutto, tradotta in immagini da Massimiliano Gosparini (le cui tavole originali saranno esposte alla Casa della Confraternita) è diventata anche un omonimo progetto musicale presentato dal De Mattia – Cesselli 6et proprio sul piazzale del Castello a partire dalle 19. Jazz Loft è anche un progetto editoriale, curato dal periodico Musica Jazz, che lo pubblicherà come allegato nel numero di giugno 2012: il festival Udin&Jazz è dunque fiero di poter ospitare in prima assoluta questo nuovo avvincente progetto.

Nella stessa sala verranno esposte anche le tavole originali di un altro progetto, sceneggiato e disegnato da Guido Carrara (in arte Quisco, musicista e grafico friulano, che oggi vive in Argentina) e abbinato al nuovo progetto dei Red Devils di Claudio Cojaniz (The land of dances), anch’esso proposto dal vivo al Castello a partire dalle 21.30 dello stesso giorno in prima assoluta. Carmen. The land of dances (il progetto musicale è una produzione Euritmica) esce in abbinata libro a fumetti + CD edito dalla casa editrice KappaVu, e verrà presentato proprio in occasione della mostra.

Il sestetto di Bruno Cesselli e Massimo De Mattia (Massimo De Mattia, flauti – Nicola Fazzini, sax alto e soprano – Luigi Vitale, vibrafono e marimba – Bruno Cesselli, pianoforte – Alessandro Turchet, contrabbasso – Luca Colussi, batteria) ricalca alla perfezione le atmosfere sospese della graphic novel di Massarutto-Gosparini, così come il progetto di Cojaniz è travolgente e dissacrante come i disegni di Quisco. Così spiega lo stesso Cojaniz: “Blues e free jazz entrano nei richiami d’Africa offerti dalle voci e dalle percussioni, citazioni di musica barocca si intersecano dentro suoni da fanfara serbo-macedone, mentre si prepara il ritmo giusto per il rap che sta arrivando, un rap che ci racconta delle storie vere, di sentimenti e di vita sociale. L’ultimo pezzo è particolare, forse il manifesto della Red Devil Orchestra: il testo è tratto dal libro tibetano dei morti (che a discapito del titolo è pieno di umanità e illuminante speranza); dice più o meno che se sei troppo pesante vai a fondo, quindi dovresti alleggerirti; ma se non sei mai andato a fondo non puoi capire nulla. Noi intendiamo il jazz come eterna contaminazione ed arricchimento, non scimmiottando altre culture, ma, con gran rispetto, usandone il vasto vocabolario”.

Continuano le giornate udinesi del festival mercoledì 27 giugno, alle 19, sempre sul piazzale del Castello con Os Caminhos de Garibaldi che vede sul palcoscenico Enzo Favata e la Banda Garibaldina di Monte Surdu (Alfonso Santimone, pianoforte – Danilo Gallo, contrabbasso – U.T. Gandhi, batteria – Filippo Vigato, trombone – Giancarlo Schiaffini, trombone – Flavio Davanzo, tromba – Enzo Favata, sax, clarinetto basso). Il progetto prende le mosse da un libro dal titolo omonimo trovato da Favata sassofonista in una biblioteca di Rio de Janeiro nel 2008 durante uno dei suoi tour sudamericani. Da qui l’idea di narrare gli ultimi giorni della vita di Garibaldi in modo inusuale, tra racconto orale e improvvisazione jazzistica, dà vita al progetto Os caminhos de Garibaldi na America una produzione che vede coinvolti sette musicisti e una voce narrante. Sui testi e sui materiali sonori è stato fatto uno studio profondo di ricerca e recupero delle fonti originali.
A seguire, a partire dalle 21.30, sullo stesso palco uno dei concerti più attesi del festival: Dhafer Youssef, artista di livello assoluto, la cui arte mescola le radici nordafricane con gli influssi europei (sin da giovane si è confrontato con il jazz sperimentale austriaco prima e del nord Europa poi) e ripercorre con fascino e profondità il percorso verso le proprie radici popolari. Voce duttile e calda, accompagnata dall’oud (l’antico liuto nordafricano e orientale), Youssef arriva a Udine con il suo quartetto (con lui: Kristjan Randalu, pianoforte – Chander Sardjoe, batteria e percussioni – Phil Donkin, basso) e ripropone uno dei suoi ultimi lavori, Abu Nawas Rhapsody (Jazzland/Universal), al cui progetto originale aveva partecipato, nel 2010, anche quel Tigran Hamasyan che il pubblico del festival ha applaudito lo scorso anno nel piano solo dedicato alle “sue” musiche armene. In questo lavoro il ritmo combina molti flussi energetici, e infonde calma e serenità attraverso la voce di Dhafer che richiama la meraviglia divina. Questo mix davvero speciale di elementi musicali e talento creativo produce un orizzonte sonoro nuovo e originale nel regno della jazz fusion. La dedizione di questi musicisti all’esplorazione e alla sperimentazione unita al coraggio di preservare la tradizione porta a un’operazione di sicuro interesse e di altissimo livello.

Continua il ritmo serrato con altri appuntamenti giovedì 28 giugno: dopo un momento di approfondimento (Ground Zero. Jazz: riflessioni e prospettive) e che vedrà alcune voci della critica nazionale e locale confrontarsi sullo stato del jazz in prospettiva futura, o più in generale nel panorama nazionale, alle 18 nella corte di Palazzo Morpurgo, alle 19.30 la stessa location ospita un duo di sicura presa: la chitarra di Marcio Rangel e la tromba di Flavio Boltro presentano il progetto Duas Cores: la tradizione afro-brasiliana delle corde di Rangel, che del Brasile ripercorre con grande intelligenza le radici musicali, sempre rimanendo a contatto con le innovazioni linguistiche, si combina con la sensibilità del suono magico di Flavio Boltro, uno dei migliori trombettisti italiani per l’eleganza del suono e la qualità delle interpretazioni.

Alle 21.30 il pubblico è richiamato nuovamente sul piazzale del Castello dove una prima assoluta attesissima animerà di energia infuocata il palcoscenico. Si tratta del Tinissima 4et di Francesco Bearzatti (già ospite con la Suite dedicata a Malcolm X lo scorso anno) che propone per la prima volta Monk’n’Roll, un omaggio al compositore afro americano Thelonious Monk, tra i geni più celebri e riconosciuti della storia del jazz, scomparso esattamente 30 anni fa. La compagine di strumentisti di prim’ordine (Francesco Bearzatti, sax, clarinetto, elettronica – Giovanni Falzone, tromba, voce, elettronica – Danilo Gallo, basso, elettronica – Zeno De Rossi, batteria) affronta con tutta l’energia possibile la potenza dei riff più famosi del rock (Led Zeppelin, Pink Floyd, Queen, Lou Reed, …) che si dispongono a sostegno dei temi più celebri di Monk: una performance imperdibile di adrenalina pura al servizio di un assoluto genio del jazz di tutti i tempi.
Ancora nella centrale corte di Palazzo Morpurgo prende inizio il programma di venerdì 29 giugno, che saluta il quartetto dello straordinario fisarmonicista Aleksander Ipavez (Aleksander Ipo Ipavec, accordeon – Karen Asatrian, pianoforte – Stefan Gferrer, basso – Emil Krištof, batteria) e il suo progetto senza confini Extra World: musica d’ogni dove, composta, improvvisata e immaginata da strumentisti abituati ai suoni della propria cultura come a quelli di ogni paese straniero. Ogni artista ha il proprio distinto, intenso, potente linguaggio, che trascinerà il pubblico attraverso paesaggi sonori contaminati, in un viaggio al di fuori di ogni possibile immaginazione.
Dopo la nuova esibizione dei ragazzi del Copernico (in Castello alle 20.30), il palco si spalanca, alle 22, su una vera leggenda della storia del jazz, che torna a Udine (dove era stato nel 2008, per una delle performance più emozionanti della storia di Udin&Jazz) con il suo quartetto storico: si tratta del grande Pharoah Sanders, con William Henderson al pianoforte, Nat Reeves al basso e Joe Farnsworth alla batteria: data italiana esclusiva per lo storico sassofonista. Torna dunque al festival un pezzo importante del percorso americano della nascita del jazz, quel Sanders che con John Coltrane ha formato uno dei sodalizi più contrastati della storia, eppure ha segnato l’evoluzione stilistica del jazz verso nuovi canoni, abbandonando lo swing e la regolarità del ritmo per le nuove, illuminanti scoperte tutte orientate alla ricerca sonora in funzione armonica. Un padre del jazz di tutti i tempi, dunque, con il carisma della potenza espressiva e della raggiunta maturità. Un suono ineguagliabile per corpo e rotondità, ma anche per il timbro sofferto, appassionato, intenso: proprio come la sua natura di grande artista, responsabile di un cambiamento sostanziale della storia della musica jazz di tutti i tempi.

E si avvia agli appuntamenti finali, questo festival sempre più ricco e variegato: sabato 30 giugno è il quintetto della cantante triestina Alessandra Franco ad aprire la giornata alle 18.30 nella corte di Palazzo Morpurgo. Cantante di musica etnica e jazz, attiva anche nel campo della ricerca vocale, ha lavorato in tutta Italia e si è perfezionata a Siena Jazz e al Testaccio di Roma. Compositrice dalla vena sperimentale e voce tra le più affascinanti e duttili nell’improvvisazione, a Udine è accompagnata da un ensemble di prim’ordine di artisti della nostra regione: Simone Serafini al contrabbasso; Flavio Davanzo alla tromba e flicorno, Walter Beltrami, alla chitarra e U.T. Gandhi alla batteria.

Tutti sul piazzale del Castello, poi, per tuffarsi nelle atmosfere retrò e nel fascino magnetico (tra Mina e Winehouse) di Nina Zilli, rivelazione tra il jazz e il pop degli scorsi anni, e oggi affermatissima artista vulcanica e originale. Ha girato l’Europa e il mondo, come ha “girato”, provandoli, molti stili vocali e musicali. Ha studiato, cercato i suoi sogni, alcuni li ha realizzati e ora, dallo scorso 2011 è tra le artiste più amate dal pubblico italiano, senza differenze di età o di target. Dalla colonna sonora di Mine vaganti di Ozpetek del 2010, alla rivelazione sanremese dello scorso anno (che nel 2011 l’ha riempita di premi), fino alla definitiva conferma di uno stile fresco, ironico, Vintage che quest’anno la porta – come lo scorso anno Gualazzi – al festival europeo della canzone, Nina Zilli è in tour con il suo ultimo, vulcanico e accattivante lavoro L’amore è femmina.
A distanza di qualche giorno (il 10 luglio, sempre sul piazzale del Castello) chiude il festival la rivelazione italiana dell’Hip Hop (o il re del Rap, come lui stesso si definisce): Marracash, dalle 21.30 è pronto a trascinare il pubblico dei più giovani attraverso le sue esperienze di vita di strada, di tentativi di riscatto, di protesta e ribellione nei confronti di una vita che non restituisce le opportunità… I suoi testi (l’hip hop e il rap scandiscono ritmo e sentimenti con l’andamento delle parole, e questa ricerca in Marracash è davvero un’arte spontanea e diretta) sono tra i più convincenti della scena nazionale del genere.
Marracash (Fabio all’anagrafe) è milanese e trae la sua origine dalla Dogo Gang, proseguendo ora la sua carriera solista con la pubblicazione del suo album omonimo. Ha esordito ufficialmente nel 2005 con il cd autoprodotto Roccia Music, già considerato un cd culto nell’underground e che senza istribuzione ufficiale vende 2000 copie. Ha collaborato con numerosi artisti della scena hip hop tra cui J.Ax, Club Dogo, Crookers, Co’Sang ed è tuttora considerato l’astro nascente dell’hip hop italiano, grazie al suo stile unico e allo spessore e la credibilità dei suoi testi.
Per ricordare come Udin&Jazz sia soprattutto, ma non solo musica e concerti, ricordiamo che lunedì 25 alle 18 alla Libreria Feltrinelli verrà presentato il volume + cd: Michel Petrucciani: Body Soul, con la proiezione del film alla fine dell’incontro.
Prosegue anche l’attività didattica dei corsi Cantare, interpretare, emozionare curati da Barbara Errico con l’associazione InTantoCanto; e si attiva da quest’anno la collaborazione con l’Emotion Lab Studio (studio fotografico udinese) che sviluppa un corso di fotografia di spettacolo riferito al Festival.
Non mancheranno i momenti di confronto e di incontro tra artisti, pubblico, organizzatori, operatori tanto agli Aperitivi Jazz all’Osteria alla Ghiacciaia (dove ci saranno quattro incontri di musica dal vivo), quanto agli Afterhour che ogni sera dopo i concerti al Castello intratteranno il pubblico presso la Casa della Contadinanza, per godersi le ore della notte con musica dal vivo o dj set e con lunghi, piacevoli incontri a suon di jazz e dintorni, chiacchiere, confronti.

Ancora una volta, dunque, un festival di grande impegno, con 20 concerti, 130 musicisti, una decina di eventi collaterali, oltre 50 persone coinvolte nello staff; kermesse che offre alla città e alla regione (e non solo) l’opportunità di godere della qualità delle proposte e del grande potere aggregativo, civile, sociale della musica e delle sue espressioni.
_

__________________________________________________________
Udin&Jazz INFO

BIGLIETTI Udin&Jazz 2012
Tutti gli eventi sono ad ingresso libero, tranne:
25/06 Chris Cornell
Poltronissima numerata: intero € 35,00, ridotto € 30,00
Platea Numerata: intero € 30,00, ridotto € 25,00
Potrona non numerata: intero € 25,00, ridotto € 20,00
30/06 Nina Zilli
Posto unico a sedere: intero € 25,00 ridotto € 21,00
10/07 Marracash
Posto unico in piedi: intero € 17,50 ridotto € 15,00
I biglietti preacquistati sono soggetti al diritto di prevendita
Riduzioni ammesse: diversamente abili (acquistabili esclusivamente presso la sede di Euritmica)
Info biglietti: www.euritmica.it – [email protected] – tel. +39 04321744261
PUNTI VENDITA
Euritmica – Via Caterina Percoto 2 Udine tel. +39 0432 1744261
Angolo della Musica – Via Aquileia 89 Udine tel. + 39 0432 505745
Tabacchi Moretti – Via Mercato Vecchio 33 Udine tel. +39 0432 505734
ON LINE www.euritmica.it
Circuiti: Azalea Promotion www.azalea.it, Vivaticket www.vivaticket.it e www.ticketone.it
INDIRIZZI UTILI
Euritmica Associazione Culturale Via Caterina Percoto 2
Palazzo Morpurgo Via Savorgnana 12
Piazzale del Castello Piazzale del Castello 5
Osteria alla Ghiacciaia Via Zanon 13
OSPITALITA’
www.turismofvg.it www.comune.udine.it
STRUTTURE CONVENZIONATE
Osteria alla Ghiacciaia Via Zanon 13, Udine tel. 0432 502471
Alle Due Palme Via Leonardo Da Vinci 4, Udine tel. 0432 481807
Udin&Jazz 2012_ Ground Zero

euritmica – associazione culturale
Via Caterina Percoto 2 – 33100 Udine
Tel: +39 0432 1744261 – Fax: +39 0432 1744262
www.euritmica.it
direzione artistica Giancarlo Velliscig