Obiettivo dell’evento è far scoprire allo spettatore, attraverso il contatto con artisti dalle culture e dai percorsi formativi differenti, il ruolo unico dell’arte, maestra che unisce in un discorso comune popoli e civiltà lontane o diverse

L’arte come ponte capace di mettere in contatto culture completamente differenti fra di loro o visioni della realtà eterogenee e che danno corpo a opere altrettanto diverse. Questo il filo conduttore sulla base del quale si sviluppa la collettiva “Stili, culture e tecniche diverse”, organizzata dalla Galleria “Il Mondo dell’arte” e in programma a Palazzo Margutta (Via Margutta, 55) dal 24 al 31 maggio prossimi (ingresso gratuito).

L’esposizione, che è uno degli appuntamenti più attesi nel calendario della nota galleria romana, punta a far sì che lo spettatore entri in contatto con artisti che – pur avendo origini, percorsi formativi, patrimoni conoscitivi, esperienze e produzioni assolutamente diversi – sono concordi nel riconoscere all’arte il ruolo di maestra capace di parlare un linguaggio universale, di unire in un discorso comune popoli e civiltà lontane o diverse, di abbattere barriere e confini, avvicinando gli animi e sconfiggendo l’imbarbarimento che spesso ci circonda.

Così, raccolte in questa preziosa collettiva e perfettamente amalgamate tra di loro, trovano il proprio spazio tele che evocano un vigore espressivo di grande suggestione, quadri che ripropongono atmosfere rarefatte e silenziose, lavori che spaziano nel metafisico e, per finire, scatti fotografici che sfidano sé stessi lanciandosi alla ricerca di nuovi punti di vista. Tutte queste opere, che nascono da ispirazioni e tecniche stilistiche diverse, sono caratterizzate da un linguaggio forte e da una capacità comunicativa unica che animano e ispirano gli artisti presenti, e rappresentano un intreccio estremamente variegato di fili differenti tra di loro ma assolutamente capaci di generare allo stesso modo nello spettatore emozioni intense.

A selezionare i pittori il Maestro Elvino Echeoni, direttore artistico della celebre galleria che, da anni, propone nella sede espositiva di Via Margutta Maestri che hanno portato l’arte italiana nel mondo.

“In quest’esposizione – ha detto il Maestro Elvino Echeoni, Presidente dell’Associazione Margutta Arte e direttore artistico della società Il Mondo dell’Arte – abbiamo appositamente scelto di mettere a confronto autori provenienti dal nord, dal sud e dal centro dell’Italia ma anche da altri paesi dell’Europa. L’obiettivo è stato quello di presentare artisti che, avendo bagagli culturali diversi, hanno visioni differenti della realtà e danno vita a pezzi eterogenei ma ugualmente coinvolgenti” .

L’organizzazione della mostra è stata curata dal Maestro Elvino Echeoni unitamente a Remo Panacchia e Adriano Chiusuri. A prendere parte a questo piacevole scambio artistico: Anna Rita Alatan, Natalia Cojocari, Fabio D’Antoni, Kirsten Murhart, Andrea Pirazzi e Lorena Ulpiani.

L’appuntamento per il vernissage è fissato per giovedì 24 maggio 2012 dalle 18.30 alle 22.00.

Anna Rita Alatan: nasce a Roma, dove tuttora vive. Il suo percorso creativo, dopo gli anni di studio al Liceo Artistico e all’Istituto di Moda e Costume, la porta a una crescita professionale e a una maturazione continua. Fin dal 1970 le sue opere vengono esposte in personali e collettive e la sua fama cresce a livello internazionale. Nel 1992 studia nell’Atelier del Professor Hugo de Soto, pittore autodidatta cubano, trasferitosi in Europa dal 1961 che dice di lei: “Un’artista piena di immaginazione, fantasia e anche metier, cosa molto rara oggi che il mondo dell’arte sembra andare alla ricerca dell’effimero”. Ha esposto ottenendo un ottimo successo di critica e pubblico anche in Francia, Austria, Stati Uniti, Cina ed Emirati Arabi. “Per me – dice l’artista – dipingere è amore: libera la mente da falsi pudori e fa sognare. Questo è quanto vorrei trasmettere a coloro che regalano un minuto del loro tempo ai miei quadri”.
Di lei hanno detto: “Il discorso pittorico di Anna Rita Alatan è tutto incentrato sul mondo femminile e racchiude i sogni, i desideri, quanto di più magico o di più doloroso ci possa essere nella vita. L’artista attraverso immagini sia dolci che sensuali svela intense emozioni, trasfigura la realtà, la memoria e ci fa partecipi delle profonde passioni che le sue donne, lontane, irraggiungibili, immerse in atmosfere rarefatte, silenziose, evocano con una “vis” espressiva di grande suggestione. Protagonisti assoluti, dalla linea incisiva e duttile sono i corpi ma Anna Rita esplora il loro animo con tutte le problematiche esistenziali che, s’intuisce, non si allontanano mai da un grande desiderio d’amore.” (Mara Ferloni, critico d’arte)

Natalia Cojocari: nasce nel 1979 in una piccola città della Moldavia. Dopo il diploma all’Istituto di Belle Arti, nel 1996, si iscrive al corso di laurea in Belle Arti e Design dell’Università Pedagogica dello Stato “Ion Creanga”. La passione per la pittura di Natalia è dovuta all’amore per l’arte trasmessole dai genitori. Nel tempo affina la sua passione partecipando a numerosi concorsi di pittura. Attualmente vive e lavora in Italia. In lei risulta sempre vivo il desiderio di approfondire le proprie conoscenze artistiche e la voglia di affermarsi in questo settore.

Fabio D’Antoni: Nonostante sia uno tra i più giovani artisti del nostro paese, il Maestro, di origine catanese, è già affermato nel mondo dell’arte contemporanea come pioniere di uno stile pittorico che lui stesso ha battezzato “Cyber “. Quest’artista dalla spiccata personalità e dalla forte creatività ha saputo imporsi per la capacità di dare un’affascinante impronta metafisica alle proprie opere, lavori nei quali spicca la suggestiva surrealità degli sfondi di cui paesaggi e figure finiscono per essere parte. Eccellente ritrattista riesce a esprimere, tramite il movimento, l’armoniosa bellezza del corpo umano. Nei ritratti e nei volti di donne da lui realizzati si percepiscono sentimenti e stati d’animo di un mondo sospeso tra realtà attese e fantasia. Ma è nell’amore per la mitologia classica, quella greco-romana, che emerge, quasi in contraddittoria apparenza, un puro realismo in un chiaro stile futurista. Un’ariosa festività anima le scene mitologiche in cui la grazia e la raffinatezza delle immagini non giungono mai a espressioni forzate. Apprezzato e recensito da illustri critici tra i quali Alfredo Pasolino, Elena Caruso, Roberto Carnevale, Silvio Rossi, Nadia Velani, Milena Nencioni, Ivano Davoli, ha ricevuto diverse note di apprezzamento ed encomi. Ha esposto in numerose gallerie prendendo parte anche a svariate collettive e riscosso un notevole successo di pubblico e critica.

Kirsten Murhart: espressionista figurativa dotata di grande humor, ha lavorato per oltre venti anni come giornalista ed editorialista. E’ stata allieva di due famosi Maestri danesi, l’artista litografico Alfred Immanuel Jensen, e il pittore e artista litografico Ole Vincent Larsen. Nel 2003 ha preso parte a svariate esposizioni e deciso di iniziare a dedicarsi a tempo pieno alla pittura. Da allora ha esposto in Danimarca, Polonia, Russia e Olanda. Le sue opere sono presenti, tra l’altro, anche al museo d’arte contemporanea di Yekaterinburg in Russia e al museo di Sopot in Polonia.
L’ispirazione le arriva direttamente dal mondo reale, dalle piccole stranezze che caratterizzano la vita quotidiana, dalle nuove emozioni o da episodi brevi e divertenti, dove sono presenti tanto l’ambiente e la natura quanto la toccante poesia dei clown. I suoi dipinti sono spesso il commento pungente – realizzato in uno stile che è stato definito severo e caricaturale – a problemi etici, tra i quali la tecnologia genetica e la clonazione.

Andrea Pirazzi: romano, classe 1973, non si definisce un fotografo ma uno a cui piace l’immagine. Autodidatta, inizia a muoversi in questo campo verso la fine degli anni ’90, frequentando corsi. Successivamente comincia a lavorare sui set cinematografici per l’allestimento dell’illuminazione della scena e, a stretto contatto con direttori della fotografia, ha l’opportunità di continuare a impararne diversi segreti. Attratto fin da bambino dalla regia cinematografica, lavora attualmente come protezionista. Si dedica anche alla scrittura di soggetti e sceneggiature, realizza cortometraggi e documentari e, naturalmente, scatta fotografie. E’ alla prima esposizione fotografica. Tema centrale del suo lavoro il Colosseo.

Lorena Ulpiani: marchigiana di origine e padovana d’adozione, persegue una formazione storico-artistica all’Università di Verona. Arriva al pubblico con la personale “Shanti” a Cortina d’Ampezzo. La mostra rappresenta l’avvio di un percorso che la porterà a breve ad altre personali impegnative: a Roma, a Montreal, a New York, dove ha già esposto a Soho da gennaio a fine marzo, e a Ferrara. Diverse le collettive, alle quali impone però una rigorosa selezione prediligendo gallerie di consolidata notorietà o sedi museali, dalla Scuola Grande di San Giovanni Evangelista a Venezia, al Palazzo della Gran Guardia a Verona, al Museo del Balì a Fano. Ad attirare l’attenzione sulla pittrice padovana è la leggerezza del suo astratto geometrico. Nei suoi quadri linee e curve si armonizzano nell’uso di grigi colorati e di tinte pastello, sottolineati da rare note di colore puro. A ridare slancio alla sua passione per la pittura il trasferimento a Belluno, capoluogo montano caratterizzato da inverni lunghi e orari poco adatti alla vita sociale. Il contatto con il locale Circolo artistico Morales di cui è parte e l’amicizia con la presidente di questo, Francesca Lauria Pinter, pittrice e critica d’arte, hanno fatto il resto. E da fisiologico dialogo con se stessa al quale è stata abituata dall’infanzia la pittura di Lorena è diventata “opera”, linguaggio di un’avventura che l’artista intende sperimentare in tutte le sue forme e potenzialità. Attualmente è presente alla Galleria Spazio Arte Immagine di Cremona e Harry Ward Nasse Gallery di New York.
Di lei hanno detto: “Informale, si potrebbe chiamare la geometrica creazione che sentiamo respirare attraverso i colori delle tele di Lorena, ma le ricerche possono essere considerate antiche: come la scuola delle geometrie di Pitagora o di Euclide, in cerchi e quadri. Una presentazione dalle mille forme conosciute nel converso ciclo dei colori. In Lorena, figlia d’arte, si riconosce l’astratto-informale, semplice, di cui Kandinzkij è stato l’iniziatore che lei tiene nella memoria profonda. (…)”. (Massimo Deyla, poeta)

Galleria Il Mondo dell’Arte “Palazzo Margutta” (www.ilmondodellarte.com) – Via Margutta, 55 Roma
Mostra collettiva degli artisti: Anna Rita Alatan, Natalia Cojocari, Fabio D’Antoni, Kirsten Murhart, Andrea Pirazzi e Lorena Ulpiani.
Vernissage cocktail giovedì 24 maggio 2012, ore 18.30 – 22.00.
La mostra si protrarrà fino al 31 maggio 2012: dal martedì al sabato dalle 10.00 alle 13.00 e dalle 16.00 alle 20.00 (lunedì mattina chiuso).