In occasione delle celebrazioni per il 150° anniversario dell’Unità d’Italia, il Complesso Monumentale del Vittoriano ospita dal 17 marzo al 2 giugno 2011 la grande mostra “Alle radici dell’identità nazionale. Italia Nazione Culturale” promossa da Roma Capitale in collaborazione con Bnl – Gruppo Bnp Paribas, Unicredit Banca di Roma, Monte dei Paschi di Siena.

La rassegna, a cura di Marcello Veneziani con il coordinamento scientifico di Marco Pizzo, è organizzata e realizzata da Comunicare Organizzando di Alessandro Nicosia. Attraverso oltre duecento opere tra dipinti, sculture, documenti, libri antichi, fotografie, manufatti, mappe, cartine geografiche e video, la mostra nasce con l’obiettivo di ricercare le radici della nostra nazione o, meglio ancora, della nostra “civiltà nazionale” intesa come sintesi millenaria di istanze culturali diverse. Quali sono le tracce dell’Italia, intesa come nazione culturale ? Quali sono le tappe che ne hanno segnato il percorso culturale contribuendo a tracciare il suo caratteristico profilo e le sue specificità? L’unità d’Italia, ancor prima di essere realizzata dalle vicende risorgimentali, che contribuirono a formare lo Stato italiano, era di fatto unita sul piano culturale: una “Nazione delle Lettere”. Una nazione che aveva i suoi padri spirituali in Dante, Petrarca, Boccaccio per proseguire con Machiavelli, Ariosto, Tasso fino ad arrivare ad Alfieri, Foscolo, Leopardi e Manzoni.

Questa Italia “delle Lettere” è rappresentata nella mostra utilizzando tipologie documentarie diverse: manoscritti e documenti autografi, libri a stampa – rare edizioni spesso recanti annotazioni a margine o raffinate illustrazioni – e dipinti che evocano i grandi uomini della cultura letteraria italiana del passato. Non tanto però con l’intento di soffermarsi sulla storia della lingua quanto per passare in rassegna due diverse funzioni della scrittura, intesa come modo di trasmettere le idee e come modo per documentare i fatti; la letteratura come documento e i documenti per la storia della letteratura. Il percorso espositivo vuole essere uno strumento di riflessione sui vari modi in cui la nostra letteratura si è interrogata sulle proprie radici che affondano nell’eredità del classico e che in un secondo momento ha visto nella religione e nella Chiesa un momento di diffusione e di conservazione del sapere. Le opere che sono state selezionate provengono da quel tessuto connettivo, estremamente variegato ed esteso su tutta la penisola, costituito dagli archivi, dalle biblioteche e dai musei. Si intreccia così un percorso legato alla storia della tradizione letteraria italiana in cui si presentano le immagini che consentono di vedere come, poco dopo l‘unità d’Italia, si iniziarono a costruire questi “luoghi della memoria”. Scorrono così le immagini degli allestimenti ottocenteschi di alcuni musei italiani e quelle della nascita delle biblioteche nazionali. Si tratta in molti casi di materiali documentari inediti che vogliono tentare di far vedere l’estrema varietà dei materiali documentari che è possibile utilizzare per “fare storia”, una sorta di antologia delle fonti oggi utilizzabili per far affiorare il profilo del nostro ritratto culturale. E’ questa complessità che costituisce un´altra anima della cultura italiana in cui la circolazione del pensiero superava agevolmente le divisioni territoriali e la frammentazione politica, nutrendosi al contrario di questa eterogeneità scaturita da un sentimento comune. L’arte italiana rappresenta l’altro grande aspetto in cui l’Italia trova un suo momento di coesione nazionale: i grandi artisti italiani – da Michelangelo a Raffaello, da Tiziano al Bernini – costituiscono con le loro opere un tratto del tutto specifico e caratteristico. La loro fama e fortuna critica fa sì che inizino a circolare in vari parti della penisola copie di opere famose in grado di diffondere e tramandare la lezione dei Maestri.

Ancor prima della nascita dei musei, sono proprio queste “copie” – spesso non di altissimo pregio artistico ma di altissimo valore documentario – che formano la trama connettiva della maniera italiana, che vedeva nei grandi artisti una declinazione della particolare lezione dell’arte italiana: dalla scuola veneta a quella toscana; dalla trazione emiliana alla maniera lombarda. I celebri artisti dell’Italia dal XIII al XX secolo, diventano una sorta di ideale galleria degli uomini illustri che recupera la lezione della tradizione classica che invera attraverso le grandi opere, i capolavori dell’arte. Uno stile che troverà anche nell’età contemporanea la sua modalità espressiva nel design e nella moda. Ma se la lingua letteraria era un patrimonio ormai acquisito, molto si doveva fare per estenderne l’uso e la comprensione mediante la scuola. L’estensione dell’istruzione obbligatoria e la riforma del sistema scolastico, da Casati a Coppino, preparò un nuovo modo di utilizzare l’Italiano, una lingua che con l’avvento del Novecento trovò nella radio prima e nella televisione poi, straordinari strumenti di diffusione. La lezione “alta” della letteratura prende una forma e declinazione diversa nei testi scolastici e nella letteratura dell’infanzia. E‘ la scuola che contribuisce a “fare gli italiani”, che fa circolare una cultura unitaria, cercando di levigare le differenze reali tra le singole varietà regionali e la diversità delle “cento città” all’interno di una cultura unitaria e nazionale. Passare in rassegna le immagini di aule scolastiche affollate e gruppi di scolari, tra la fine del Xix secolo e la metà del Xx secolo, è forse la maniera più chiara ad evidente per riuscire a capire il mutamento reale che subì l’Italia unita.

Tra i caratteri della identità italiana un tratto distintivo è rappresentato dal suo inconfondibile paesaggio, che, non a caso è diventato un “bene culturale”. La maniera di rappresentare il territorio attraverso i secoli ha conosciuto evoluzioni e varianti – dai disegni alle mappe, dalla cartografia geografica alle vedute pittoriche – ma uno dei momenti che sicuramente hanno contribuito a diffondere la conoscenza del territorio furono gli studi e gli elaborati preparatori per la redazione della prima carta geologica italiana, fortemente voluta da Quintino Sella. La presenza in mostra della serie completa dei plastici tridimensionali che costituiva il perno delle collezioni dell’antico museo di mineralogia vuole essere l’espressione sintetica di un modo di intendere la scienza a cavallo tra conoscenza e arte. D’altra parte fu proprio il sapere scientifico che prendendo le mosse dalla lezione di Galileo Galilei gettò le basi per quei Congressi degli scienziati italiani che agli inizi dell’Ottocento posero le basi per una Italia unita anche dal punto di vista della cultura scientifica. Ad aprire il percorso espositivo, una sezione arricchita da foto, filmati e oggetti, dedicata a diciotto grandi personaggi della nostra storia nazionale dal 1861 ad oggi, simboli e vere e proprie “icone” dell’Italia: Giuseppe Garibaldi, Alessandro Manzoni, Giuseppe Verdi, Gabriele D’annunzio, Luigi Pirandello, Eleonora Duse, Il Futurismo, Benedetto Croce, Giosuè Carducci, Enrico Caruso, Arturo Toscanini, Padre Pio, Guglielmo Marconi, Enrico Fermi, Il Neorealismo (Rossellini, De Sica, Visconti, Fellini), Fausto Coppi, Totò, La nazionale di calcio. Il made in Italy viene da molto lontano: è il frutto di una lunga e fertile cooperazione tra cultura, arte, artigianato, abilità manifatturiera, territorio, memorie storiche. Questa sezione della mostra vuole essere testimonianza del “saper fare bene” in Italia nei tanti settori in cui il nostro Paese si è da sempre contraddistinto: moda, artigianato, cinema, design, cucina. Catalogo: Gangemi Editore

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