San Martino al Cimino, borgo adagiato tra i boschi della Tuscia Viterbese, celebra la pienezza della stagione autunnale con la XXIV Sagra della castagna e della caldarrosta. La castagna sarà dunque la regina incontrastata dal 22 0ttobre all’1 novembre 2011, affiancata da una serie di eventi collaterali fatti di piacevolezze enogastronomiche ed evasioni storiche, culturali e folkloristiche. Lungo le vie dell’antico borgo verranno installati punti gastronomici con formaggi, vini, liquori, olio d’oliva, salumi, pasticceria e prodotti da forno, esposizioni di bell’artigianato locale, visite guidate, mostre e spettacoli ed esclusive visite guidate dell’Abbazia cistercense e del palazzo Doria-Pamphilj.

San Martino e il suo centro commerciale naturale

San Martino al Cimino, clima gradevolissimo, boschi rigogliosi ricchi di funghi e castagni, è una terrazza naturale che si affaccia sulla vasta pianura di Viterbo. Possiede un centro storico medievale rivisitato nel XVII secolo, una notevole chiesa gotica e l’imponente palazzo Doria Pamphili.
Cresciuto intorno all’abbazia cistercense, il borgo ha preso vita per volere dalla potente Donna Olimpia Maidalchini, cognata di papa Innocenzo X, che lo governò con il titolo di principessa di San Martino.
Le tipiche casette ospitavano i sudditi all’interno del borgo che era dotato di tutto quanto necessitasse (spacci,osterie,divertimenti organizzati). La principessa aveva esentato i sudditi dal pagamento delle tasse, voleva essere benvoluta creando attorno a sè un nutrito stuolo di sudditi, al punto di stabilire una dote alle ragazze che dopo il matrimonio avessero scelto di rimanere nel paese.
Attualmente San Martino possiede un Centro Commerciale Naturale, formato da 35 commercianti, che si sono organizzati per dare vita a un servizio di shopping nel borgo all’insegna della cortesia, della convenienza e della qualità della vita.

Palazzo Doria Pamphili e l’abbazia cistercense

L’abbazia
L’edificio dell’abbazia, dall’aspetto austero e solenne, è ornato da un rosone e da una grande polifora gotica e ai suoi lati si stagliano due basse torri campanarie sormontate da cuspidi piramidali. Armonioso e affascinante, il retro della costruzione possiede un abside poligonale di pietra. Sul fianco della chiesa si aprono i resti del chiostro di cui non restano che poche colonne sobrie ed eleganti. L’interno, semplice ed austero, ricorda le grandi cattedrali gotiche e le abbazie cistercensi per l’altissimo soffitto a crociera, le ampie finestre ed il colonnato con pilastri a croce.
L’abbazia è direttamente collegata con il vicino palazzo Doria Pamphili, tramite una sorta di corridoio costruito sopra un arco che collega il chiostro con la piazza retrostante la stessa abbazia. Nella parte sottostante ci sono alcuni locali oggi sede della confraternita, all’interno dei quali, in una vela del soffitto di una piccola stanza, è raffigurato in un affresco, il castello di Montecalvello, feudo della famiglia Pamphili e successivamente, proprietà di Donna Olimpia.
All’interno dell’abbazia, nella navata centrale è sepolta Donna Olimpia Maidalchini, morta di peste a San Martino al Cimino il 26 settembre 1657 all’età di 63 anni.

Palazzo Doria Pamphili

Palazzo Doria-Pamphili venne costruito utilizzando materiali provenienti dalla ristrutturazione del palazzo di famiglia in piazza Navona a Roma, sugli antichi ambienti dell’Abbazia, per volere della principessa Olimpia Maidalchini (1594-1657) che, affidò all’architetto Marcantonio De Rossi la trasformazione urbana di San Martino al Cimino. Le casette a schiera addossate le une alle altre, una grande novità per quell’epoca, digradano dal sontuoso palazzo signorile verso una delle due porte d’ingresso al borgo. Attualmente il palazzo gode di grande vitalità ed è sede dell’Azienda di promozione turistica.
Possiede inoltre varie sale, riccamente decorate, utilizzate per congressi, feste, corsi di formazione ed eventi di varia natura. Il Cantinone, che durante le giornate della castagna ospiterà le degustazioni più golose dell’evento, è la parte più antica del Palazzo ed è diviso da grandi pilastri su cui poggiano le volte cistercensi della primitiva abbazia.
Secondo quanto si è appreso, all’interno del Palazzo, il soffitto a cassettoni della stanza da letto di Donna Olimpia ha una particolarità comune soltanto ad altri due palazzi in Europa: si può abbassare tramite un sistema di carrucole per ridurre il volume totale della stanza, favorendone il riscaldamento.

Le castagne della Tuscia viterbese

Le castagne della Tuscia (provincia di Viterbo, rappresentano oltre il 50% della produzione dell’intera regione Lazio, il 7,5% di quella nazionale, con 2.800 ettari di superficie, 60mila quintali di raccolto l’anno, 2.000 aziende. Complessivamente nel Lazio, le castagne hanno una Dop (Castagna di Vallerano, provincia di Viterbo) e otto qualità iscritte nell’elenco dei prodotti tradizionali: Marrone Antrodocano (provincia di Rieti), Marrone dei Monti Cimini (provincia di Viterbo), Marrone di Arcinazzo Romano, Marrone di Cave, Marrone di Latera, Marrone Segnino, Castagna di Terelle, Castagna rossa del Cicolano.