Anno Domini 1198 .In quel tempo in una buia e fredda notte d’inverno si levò ,dal castello di Caraglio , un urlo di morte. Era l’ultimo grido del “Dusu”, aguzzino signorotto di quel luogo, ucciso dalla giovane Cecilia con uno stiletto che aveva nascosto nella sua folta bionda chioma. Cecilia non voleva sottostare alla umiliante “jus prime noctis”, usanza tanto in voga e imposta , nel medioevo, tra i vari “capetti” locali.

Ma quel terrificante urlo fu anche un segno e di colpo, quella tetra notte, si illuminò dai tanti fuochi accesi sulle colline vicine. Era l’inizio di una grandiosa sommossa popolare , guidata da Roldano giovane sposo della stessa Cecilia, contro il potere di vita e morte dei meschini “padroni” del posto. Da quella rivolta ne seguirono altre e presto i villaggi vennero liberati.

Purtroppo la libertà non durò a lungo e i rivoltosi dovettero fuggire dalla collera dei torvi parenti e amici di quei “signorotti” deposti. Allora I fuggiaschi si rifugiarono nella terra di mezzo, tra due fiumi, poco distante dai loro luoghi natii e da quel momento iniziò la storia di una nuova città libera: Cuneo . Di quel tempo rimase poco se non il ricordo e pochi resti delle mura del castello e la torre del tiranno, sulla collina caragliese.

Tuttavia nel borgo antico sopravvive una bella e suggestiva finestra, dove Cecilia si affacciava per conversare con il suo amato Roldano ..

Questi due giovani eroi avevano combattuto per un futuro migliore per la loro gente e diedero il principio per la nascita di una grande città libera, Rimasero talmente impressi nel cuore dei caragliesi tanto da diventarne le maschere ufficiali del tradizionale carnevale.

Ed è tradizione che ogni anno alla fine del carlevé caragliese si bruci “il cicio” (pupazzo) . Un’azione arcaica, liberatoria e purificatrice che accomuna in esso il significato più antico di una usanza alpina beneaugurante per una futura primavera ricca e feconda .

Dapprima si bruciava un pupazzo di sterpi o paglia, poi venne il tempo in cui si ardeva una figura di un carro allegorico, ora, grazie all’impegno dell’associazione Insieme per Caraglio, per ricordare il gesto leggendario dei due eroi caragliesi, e per lo stesso significato alludendo alla nuova vita, si da al rogo un fantoccio dalle sembianze di quel Dusu, accomunando tradizione e orgoglio di una comunità che è stata ed è importante nella storia cuneese.

Anche quest’anno il rito ancestrale, ormai praticamente unico, caratteristico e che distingue il carnevale caragliese, si ripeterà domenica 01 febbraio 2015, dopo la sfilata dei carri e dei gruppi allegorici,(ore 14.30-17.30-spettacolo gratuito).

Informazioni :Ass. Insieme per Caraglio tel.0171619816 – [email protected]