Diventa più ricco e completo l’itinerario che tocca i castelli di Langhe e Roero. Un’opportunità davvero unica per scoprire uno dei più famosi comprensori turistici ed enogastronomici del Piemonte e del Nord Italia. Visto l’alto successo riscontrato dal sodalizio che riunisce al suo interno (e promuove) alcuni dei più bei manieri del territorio, si è deciso di accogliere nel Comitato per la Valorizzazione dei Castelli delle Langhe e del Roero cinque nuove “perle” artistiche. La storia già millenaria dei “Castelli Doc” si arricchisce in questo modo di nuovi capitoli, tutti da vedere e da raccontare agli ospiti appassionati di cultura ed enogastronomia. Sono salite a dodici le residenze del circuito che già raccoglieva i castelli di Barolo, Benevello, Govone, Grinzane Cavour, Magliano Alfieri, Mango e Roddi. E come da statuto il Comitato per la Valorizzazione dei Castelli di Langhe e Roero riesce così a presentare al turista un ampio e completo percorso di indubbio valore storico e culturale. Ma ecco una breve descrizione delle “new entry”.

Castello Di Monesiglio – Adagiato su un poggio roccioso che domina il borgo, il vecchio maniero si staglia alto e maestoso, facendosi così notare subito da chi arriva in paese. La parte più antica del castello è la possente torre a base quadrata, che denota l’esclusiva funzione difensiva originaria della costruzione. Controverse le fonti che parlano della sua costruzione che, per alcuni fu opera addirittura del marchese Aleramo, per altri della famiglia Caldera nel 1221. Di certo venne ampliato nel corso dei secoli con una nuova struttura allungata a forma di “L”, nella quale venne inclusa l’antica Parrocchiale di San Giuseppe. Nel corso del XVI e XVII secolo, venute meno le esigenze difensive, il castello fu trasformato in una residenza civile, senza alterarne la pianta. Varcato il portone posto all’inizio dell’ampia scalinata, si accede al piano seminterrato dove si trovano la cucina, la dispensa e le carceri. Due scale permettono invece di accedere ai piani nobili: al primo si trovano l’armeria, una sala di soggiorno, la camera del conte e la biblioteca; al secondo piano una piccola anticamera, la stanza della contessa, la “sala degli stemmi” e altre due camere. Proseguendo attraverso l’ex galleria dei quadri si entra nell’area dell’antica Parrocchiale di San Giuseppe (oggi casa canonica), dove è conservata la cappella privata dei Signori del Castello. Il maniero è proprietà del Beneficio parrocchiale ed è stato utilizzato fra gli anni Ottanta e Novanta come casa di ricovero.

Castello Di Monesiglio – Via alla Chiesa, Monesiglio (Cn), tel. 0174.92.108. Il castello è aperto il 4 e il 25 luglio, il 15 agosto, il 5 e il 24 settembre, il 24 ottobre (orario 14.30/18.30) e su prenotazione (chiamare la Pro Loco al tel. 0174.92.143 oppure il Comune al tel. 0174.92.108). Ingresso: intero euro 3, bambini fino a 12 anni e gruppi euro 2.

Castello Di Monticello D’alba – Situato a pochi chilometri da Alba, è una delle costruzioni medievali meglio conservate della zona, anche grazie al fatto che dal 1372 a oggi è stato proprietà della stessa famiglia: i Roero di Monticello. Il castello venne fatto costruire dai Vescovi di Asti per difendere i confini del contado dopo la devastante calata dei saraceni su Alba nel 920. Quella originaria non è tuttavia la costruzione che vediamo oggi, perché venne seriamente danneggiata nel 1187 durante un assedio prolungatosi per quasi tre anni. Esempio tipico di residenza fortificata Monticello può vantare una particolarità architettonica molto singolare: la presenza di tre torri e ognuna con pianta e dimensioni diverse: una è quadrata, una rotonda, l’ultima è ottagona. In tempi più recenti, ed esattamente nel 1787, nel castello vennero compiuti radicali restauri agli interni, senza peraltro alterare la struttura medievale all’esterno. L’occasione agli importanti lavori venne fornita dal matrimonio di Francesco Gebbaro, Vicerè di Sardegna, con Paola del Carretto di Gorzegno. Il castello fu trasformato in un’elegante dimora signorile di campagna; vennero così eliminati parte degli elementi difensivi, sostituendo il ponte levatoio con uno scalone in pietra e colmando i fossati. All’interno si procedette inoltre a nuove decorazioni pittoriche secondo il raffinato gusto settecentesco. Il castello si sviluppa su tre piani. Salendo lo scalone d’onore si accede alla sala delle Armi e all’attigua Cappella votata a Santa Barbara. Al piano superiore la Sala dei Quadri con i ritratti della famiglia dei Roero e gli stemmi. Proseguendo nel percorso ecco la Sala del Biliardo e la Galleria di Diana Cacciatrice. Il cortile, situato all’altezza del primo piano rialzato, presenta ancora intatta l’antica struttura del Trecento.

Castello Di Monticello D’alba, piazza San Ponzio 3, Monticello d’Alba (Cn), tel. 0173.64.115. Il castello è visitabile tutte le domeniche da inizio settembre a metà novembre; per i gruppi tutto l’anno su prenotazione. Ingresso con visita guidata euro 6 (bambini fino a 12 anni euro 4).

Castello Di Pralormo – L’origine del castello risale al XIII secolo, quando era una fortezza a pianta quadrata per la difesa del territorio. Dal Medioevo sino all’inizio del XIX secolo l’edificio era circondato da un fossato e vi si accedeva attraverso un ponte levatoio. La storia del maniero si intreccia naturalmente con quella delle famiglie che lo possedettero nel corso dei secoli. I fondatori furono i Signori di Anterisio, poi la residenza passò nell’orbita dei Biandrate e successivamente dei Roero. Nel 1680 giunse da Barcellonette Giacomo Beraudo, capostipite della famiglia attualmente proprietaria, quella dei Conti Beraudo di Pralormo. I suoi eredi amarono molto questa residenza e vi operarono grandi trasformazioni: fecero costruire nel 1730 la bella cappella dall’architetto Galletti, poi una sopraelevazione della stessa con saloni e camere decorate con affreschi. Eliminato il ponte levatoio, venne costruito il portico d’ingresso, un grandioso scalone e coperto il cortile centrale, trasformato in un salone d’onore, alto tre piani. Il Conte Carlo chiamò anche il famoso architetto paesaggista Xaver Kurten che creò il magnifico parco all’inglese. Molto ricchi gli interni che ricreano ancora oggi l’atmosfera della vita nel castello, in particolare quella dell’epoca cui si riferisce l’attuale sistemazione, cioè quella che va dalla metà dell’Ottocento ai primi decenni del Novecento. La cantina, dedicata alle attrezzature per la vendemmia e la vinificazione; la vicina grande sala ad archi e mattoni dove sono adunati gli arredi essenziali per le persone che abitavano il maniero, con i primi sistemi per riscaldarsi, per lavare, per illuminare gli ambienti nelle ore notturne. Quindi l’Office con i grandi armadi e i cassettoni dove si conservano i servizi di porcellana e ceramica, la stanza dei domestici con le loro cose, la cucina, la sala da bagno, il grande salone d’onore. A seguire la camera da pranzo, la camera del Ministro (Carlo Beraudo di Pralormo, 1784-1855, fu Ambasciatore a Vienna e a Parigi), il salotto azzurro, dove si adunavano le dame con i figlioletti per esercitare le arti femminili del ricamo, della musica, della conversazione.

Castello Di Pralormo, via Umberto I 26, Pralormo (To), tel. 011.88.48.70 oppure 88.77.40. Il castello è visitabile tutti i giorni nel mese di aprile, tutte le domeniche e festivi da maggio a ottobre (chiuso ad agosto). Ingresso con visita guidata breve (45 minuti circa) euro 6,50 a persona.

Castello Di Prunetto – Il nucleo originario risale al periodo compreso fra l’XI e il XII secolo ed era probabilmente un “castrum”, cioè un luogo fortificato con funzioni difensive e di avvistamento. Costruito su un massiccio dirupo che sovrasta il paese, facilitava infatti le segnalazioni fra un maniero e l’altro e costituiva un punto strategico unico che permetteva il controllo delle valli Bormida e Uzzone, importante luogo strategico di collegamento fra le Langhe e il mare. Nel corso dei secoli l’edificio ha subito importanti trasformazioni ed è stato ampliato. Nel 1400 si è aggiunto al nucleo originario il resto del castello fra cui una torre di forma circolare sullo spigolo di nord-ovest e, nel XVII secolo, il vano scala che conduce a un grande salone con camino. Il maniero si sviluppa su una pianta trapezia intorno a un piccolo cavedio interno che fungeva da impluvium per la raccolta delle acque. Qui si possono ammirare un pozzo in pietra e due architravi su cui sono scolpiti gli stemmi dei Del Carretto e dei Del Corno. Nell’interno dell’edificio rimangono le vecchie cucine, i resti di un grosso camino, il cantinato, stanze passanti con volte a padiglioni e una serie di locali che costituivano l’antico camminamento del castello. In alcuni locali è stato allestito un interessante museo etnografico con la ricostruzione di ambienti legati alla vita contadina e alla storia locale: bottega del falegname, del fabbro, del muratore, del ciabattino e dell’arrotino. Nel cantinato sono esposti oggetti attinenti alla vinificazione. Al piano terra si trova la cappella degli Scarampi, oggi adibita a biblioteca e la sala ovale, dedicata agli artisti che hanno soggiornato a Prunetto. Al primo piano sono testimoni del passato non solo il salone nobiliare con soffitto ligneo e grande camino, ma anche il salotto, la stanza dei bambini e la camera da letto per adulti, arredati con mobili in stile Settecento e giocattoli originali. Al secondo piano, in una serie di locali che costituivano l’antico camminamento, è allestito l’originale museo del mulo.

Castello Di Prunetto – Borgata Castello, Prunetto (Cn), tel. 0174.99.113. Il castello è aperto la domenica pomeriggio (ore 14.30/18.30) da maggio a settembre in base a un preciso calendario (giornate di apertura, prenotazioni per visite guidate e aperture straordinarie per gruppi al tel. 0174.99.113). Ingresso: intero euro 2,50, ridotto euro 2.

Castello Di Saliceto – Non si conosce la data precisa della fondazione del paese di Saliceto, la sua “Pieve” viene però menzionata per la prima volta nel diploma di Ottone II (967 d.C.). Altro dato certo è che risale a un periodo sicuramente anteriore al 1355 la decisione di far realizzare i disegni dei numerosi castelli acquisiti fino ad allora (fra cui figurava anche quello di saliceto) dal Comune di Asti. Da questa importante fonte iconografica emerge tuttavia un maniero con forma e struttura molto diversa da quelle attuali. Esso ha infatti la forma di un grande caseggiato merlato, dotato di torre laterale rotonda e sormontato dal vessillo a bande gialle e rosse dei marchesi Del Carretto. Saliceto passò poi in forma quasi definitiva ai Savoia, con l’eccezione del periodo in cui fu governato dagli Spagnoli (1639-1659) e dai Francesi (1800-1814). Durante la prima di queste fasi di transizione, e in particolare nel 1639, il Piemonte fu peraltro interessato dalla guerra che i Francesi avevano dichiarato agli Spagnoli per cacciarli dall’Italia. È in questo periodo che si colloca la battaglia di Saliceto, durante la quale andò fra l’altro distrutta parte del castello, fra cui probabilmente la torre attualmente mancante. Nella prima metà del secolo scorso il castello è infine diventato proprietà di Cesare Barberis fu Francesco e in seguito del cavalier Giuseppe Mazzone, che morì nel 1914 lasciandolo in eredità ai figli. Il maniero è attualmente proprietà del Comune che lo ha acquistato nel 1999. Fondato come fortilizio a uso esclusivamente militare e non residenziale, il maniero era anticamente cinto da un fossato ed era accessibile da un ponte levatoio, poi rimosso e sostituito da una rampa in muratura di pietra e mattoni. Pregevole il cortile interno in cui rimangono i resti di una piccola cappella affrescata. Le sale interne sono state da poco ristrutturate e presentano un ciclo di affreschi Liberty di fine Ottocento, primi Novecento. A partire dall’autunno 2010 le stesse sale verranno arricchite con parte di quello che era il mobilio originale.

Castello Di Saliceto – Via Vittorio Emanuele 38, Saliceto (Cn), tel. 0174.98.021. Il castello è aperto in primavera, in estate e in autunno; ingresso gratuito, visite solo su prenotazione contattando il tel. 0174.98.021 (da lunedì a sabato ore 9/12).

Per informazioni: Comitato per la Valorizzazione dei Castelli delle Langhe e del Roero, tel. 0173.36.40.30, www.castellilangheroero.it