Riprendono, dopo la sosta invernale, le visite guidate gratuite alla villa roman di Almese, in località Grange di Rivera. Il primo appuntamento è domenica 24 marzo dalle 15 alle 18, stessi orari il 14 e il 28 aprile, il 12 e il 26 maggio, il 9 e il 23 giugno. Le domeniche 7, 21, 28 luglio e 25 agosto l’apertura è, invece, dalle 16 alle 19. Infine, l’8 e il 22 settembre, il 6 e il 20 ottobre e il 10 novembre, l’orario ritorna a essere dalle 15 alle 18.

Le visite sono organizzate dal Comune di Almese in collaborazione con la Soprintendenza per i Beni Archeologici del Piemonte, la Fondazione Magnetto – che ha contribuito alla realizzazione del percorso di visita, la Finder e il piano di valorizzazione “Valle di Susa. Tesori di arte e cultura alpina”. Sono rese possibili da una convenzione per il coordinamento degli interventi finalizzati alla valorizzazione e alla tutela dell’area archeologica sottoscritta da Comune, Fondazione Magnetto e Direzione Regionale per i Beni culturali e paesaggistici del Piemonte. Ad accogliere i visitatori i volontari guidati dall’archeologo Gabriele Gatti. La villa, la cui costruzione risale probabilmente al I secolo d. C., è il più grande edificio privato di epoca romana del nord Italia: era un vasto complesso di circa 5.000 metri quadrati e si sviluppava su più livelli, mentre la villa contava due piani edificati attorno a un grande cortile centrale porticato, circondato da ambienti su tre lati. L’articolazione di questi ambienti è solo in parte ricostruibile dalle tracce dei muri di fondazione e dai materiali architettonici precipitati a valle nel crollo che ha distrutto la villa, probabilmente nel IV secolo d. C.

Tutte le murature erano intonacate: nel piano inferiore con intonaci grezzi, mentre al piano superiore con intonaci dipinti. Questa distinzione suggerisce una destinazione residenziale degli ambienti del primo piano, mentre il piano terra, più modesto, sembra essere stato in uso alla servitù, o a coloro che lavoravano alle dipendenze dei proprietari. I pavimenti erano variamente realizzati con mosaici, cocciopesto a scaglie di pietra bianche e colorate, o in semplice malta su vespaio. La villa si colloca ai margini della strada delle Gallie che è all’origine della deduzione della colonia di Augusta Taurinorum, in immediata prossimità della statio ad fines (Drubiaglio di Avigliana) che della romanizzazione della zona deve essere stata un punto nodale.

La villa è stata scoperta alla fine degli anni ’70 del XX secolo e nel 1980 sono iniziati gli scavi a cura della Soprintendenza per i beni archeologici del Piemonte in collaborazione con il Dipartimento di Scienze Antropologiche, Archeologiche e Storico Territoriali dell’Università di Torino. Le campagne di scavo sono proseguite per diversi anni e l’ultima risale al 2007. Dal 2008 il comune di Almese in collaborazione con la Soprintendenza ha intrapreso un’iniziativa di pulizia e manutenzione del sito attraverso l’organizzazione di stage di educazione ambientale riservati ai giovani almesini, che si è ripetuta con successo negli anni successivi. Nel 2010, 2011 e 2012 la villa romana è stata aperta alle visite guidate nell’ambito della giornata dedicata al patrimonio archeologico della valle di Susa. Nel 2011 l’amministrazione comunale ha sottoscritto con la Fondazione Magnetto e la Direzione regionale per i beni culturali e paesaggistici del Piemonte una convenzione per il coordinamento degli interventi finalizzati alla valorizzazione e alla tutela dell’area archeologica. Le azioni hanno portato all’allestimento del percorso di visita e alla sistematica apertura al pubblico della villa romana, con particolare attenzione alle scuole, per le quali è prevista la possibilità di visite guidate nel corso della settimana.

Informazioni: Comune di Almese, ufficio cultura, tel. 011.9350201/5 e-mail: cultura @comune.almese.to.it