Veduta di Lisbona - 1997
Monumento agli scopritori
Ponte 25 Abril
Cattedrale

Se vi recate in Portogallo non potete non andarla a visitare, perdereste qualcosa di unico e straordinario. Grossa metropoli, con quasi un milione di abitanti, offre moltissimi monumenti da vedere con un susseguirsi di architetture non solo settecentesche, ma anche medievali, manueline e barocche.

Raggiungerla dall’Algarve (il nostro campo base era a Lagos…) comporta un viaggio, snervante e stancante, ma non certo noioso, che in tre ore, lungo strade secondarie, non troppo scorrevoli, visto che solo l’ultimo tratto, da Setubal, é di autostrada vera e propria, catapulta l’ignaro viaggiatore, nella storia portoghese e non solo…. Giungendo da questa via, si entra in città attraversando il ponte “25 de Abril”, un’imponente capolavoro di architettura metallica, che corre a 100 metri di altezza e che ricorda moltissimo il suo più famoso “gemello” : il ponte di Brooklin. Eh si proprio quello che si trova negli Stati Uniti…; in pochi se l’aspettano ! Il transito sul ponte è chiaramente a pagamento, quindi si trova traffico al suo imbocco, a causa dei caselli per il pagamento del pedaggio, che non é tanto a buon mercato ! E così mi ritrovo in fila…; strana sensazione, dimenticata, o forse sarebbe meglio dire rimossa, dopo qualche settimana lontano dalla “quotidianità”… del resto bisogna ricordarsi che ci troviamo pur sempre a cospetto di una capitale europea ! Rimango sorpreso, ma poi riemerge la naturale sensazione di fronte a questo fenomeno metropolitano: sconforto e rassegnazione. Lentamente arriviamo al casello, paghiamo e via sul ponte alla scoperta di Lisbona… Giunti dall’altra parte, dirigetevi verso sinistra e costeggiate il Tago; in questo modo arriverete nel quartiere di Belem, all’estremità occidentale del centro storico.

Quest’ultimo, conserva le maggiori testimonianze dell’arte “manuelina”, tra cui spiccano l’antico palazzo reale di Belem e l’omonima torre cinquecentesca, che è stupefacente, un vero e proprio merletto in pietra. Sembra quasi finta vista da lontano…, una scenografia di legno…, poi mentre ti avvicini, comincia a balenarti l’idea che sia di pietra e pian piano questa consapevolezza si consolida e diventa reale quando giungi al suo cospetto… Di fatto è una torre in miniatura, una sorta di faro fortificato giunto sino a noi attraverso i secoli per testimoniare la grandezza di questo tipo di architettura. Una vera delizia per gli occhi…; l’unico problema che tutto questo, lo posso solo intravedere dietro dei teloni, che celano i ponteggi necessari al suo restauro… Spero che chiunque vada a Lisbona, abbiate la fortuna di vedere quest’opera nella sua interezza, senza impalcature intorno, che ne affievoliscono la bellezza; io questa fortuna, purtroppo, non l’ho avuta. Meno male che le opere di restauro non interessavano anche il “Mosteiro dos Jeronimos”, altro incredibile complesso monumentale fatto edificare alla fine del 1400 presso il porto per onorare le spedizioni dei grandi navigatori.

Eh si grandi navigatori, “scopritori”, viaggiatori, ma veri, non come me… “Eroi” che partivano con una barca di legno spinta dal vento per solcare l’oceano alla scoperta dell’ignoto… Per questo quello che Lisbona offre al visitatore non è solo la sua storia, la storia del Portogallo, ma anche e forse soprattutto la storia di tutti noi, visto che da questa terra partirono i colonizzatori del nuovo mondo.
Ma torniamo al Monastero di Geronimo, per dirla nella nostra lingua… Questa costruzione, che ha di fronte uno splendido giardino, é molto bella; completamente bianca, é costituita da innumerevoli sculture floreali e decorazioni di vario tipo ed ha un portale grande ed imponente. Il sole si riflette sulla sua facciata e le sfumature dello scultore appaiono rarefatte dai miei occhi socchiusi… Ma quanto sarò sfortunato ! La torre di Belem era in ristrutturazione e parzialmente “impacchettata”…; il “Mosteiro dos Jeronimos” è invece chiuso ! Altro duro colpo a questa visita…; dal’altra parte scegliere la domenica non è stata certo un’idea brillante !!! Mi rivolgo dal lato opposto e di fronte, ma sulla sponda del Tago, scorgo il monumento dedicato agli scopritori. Proprio quelli di cui parlavo prima…

La sua forma ricorda la prua di una nave e si inserisce perfettamente nel contesto in cui é posto; unico neo, la strada a ridosso, troppo trafficata… In un certo senso fa perdere la poesia e la simbologia che il monumento dovrebbe suscitare nell’animo dell’osservatore.
Una volta visto il quartiere di Belem, si torna indietro, costeggiando sempre il Tago e si entra nel cuore di Lisbona. Il centro commerciale della città é la piazza dedicata a Dom Pedro IV, più nota con il nome di “Rossio”, ovvero la grande piazza. Oltre ai numerosi edifici che la costituiscono, quello che colpisce di più e che forse é anche la sua vera caratteristica peculiare, sono i vecchi caffè, i negozi, i venditori di fiori, i lustrascarpe (che da noi ormai sono scomparsi) e la moltissima gente che l’affolla.
Qui l’agorà ha ancora quel valore di aggregazione sociale, che alle nostre latitudini si è un po’ perso nei meandri del tempo, stritolato dalla cultura della fretta, incalzato dalla dilagante indifferenza, calpestato da una società che ci vuole in perenne corsa…
A Sud del quartiere del Rossio ha inizio la “Baixa”, altro quartiere che separa la Lisbona medievale dalla zona occidentale. In questo quartiere le case, relativamente molto basse, hanno un’architettura uniforme che le tramuta in una sorta di scacchiera; le molte viuzze sono ricche di negozi e convergono tute nella “Praca do Comercio”. Anche quest’ultima ha un colpo d’occhio eccezionale; chiusa su tre lati da palazzi con portici, si apre sul quarto verso il Tago, a cui arriva attraverso una lunga scalinata fiancheggiata da colonne di marmo.

Procedendo verso Est, si imbocca l’Avenida Infante Enrique, lungo la quale si trova anche l’elevatore, una sorta di ascensore panoramico, che consente una vista “dominante” sulla città; chiaramente il tutto é a pagamento, ma dato che sono arrivato sino qui, sarebbe stupido non salire a dare un’occhiatina, dopo aver fatto tutti questi chilometri…, o no ? Il rapporto tra il tempo per raggiungere la terrazza e il costo di accesso è inversamente proporzionale: la salita è infatti tanto rapida, quanto cara… La vista però posso affermare che giustifica parzialmente l’esborso monetario; dall’alto si può vedere molto bene la Baixta, il castello e la cattedrale; non molto, ma comunque pur sempre qualcosa di particolare da portare con se. Piccola digressione sull’Avenida… : dato che é una via molto battuta, in particolar modo, dai turisti, non sarà infrequente che vi si avvicini qualcuno offrendovi del “cioccolato” ! Niente paura, non è un pasticcere, ne tanto meno un commerciante, vi stanno solo offrendo un po’ di “maria”, “fumo”…, insomma marijuana…, si, si, droga ! Se non siete interessati basta rifiutare e tutto finisce lì, del resto tutto il mondo é paese !

Attraverso l’Avenida Infante Enrique si arriva alla rua Santo Antonio, dove sorge l’omonima chiesa, dedicata al patrono di Lisbona. Quasi di fronte si trova la Sè, la cattedrale della città, una chiesa fortezza medievale, in chiaro stile romanico. Un vero e proprio monolite, maestosa, imponente; incute quasi timore… Due torri massicce e un portale semplice, ecco come si presenta all’esterno. Spoglio ed essenziale, invece il suo interno; buio ed austero, nella migliore delle tradizioni medioevali…
Dalla Sè si accede al quartiere dell’ Alfama, il più antico e a mio parere il più bello della città; ovunque si respira un’atmosfera particolare, diversa dagli altri quartieri di Lisbona. L’Alfama é infatti un groviglio di piccole strade strette, una “medina” europea, edifici cubici, stretti gli uni agli altri e motivi architettonici chiaramente arabi, che non ti fanno dimenticare per un attimo di essere in Portogallo. Perdersi e ritrovarsi nei suoi vicoli è simpatico, divertente, curioso e affascinante… Questo quartiere ha una doppia anima: di giorno espone un chiaro spirito commerciale, ma di sera diventa il cuore della vita notturna, ospitando nelle numerose taverne tutti coloro che vogliono ascoltare e farsi trascinare dal fascino malinconico del fado, sorseggiando “lagua de vida“.
Superata l’Alfama si inizia la salita verso il castello di Sao Jorge, che è il punto dominante della città. Molto diverso da quello che era un tempo il suo aspetto originario, a causa delle ricostruzioni avvenute negli anni, il castello merita di essere visitato soprattutto per la splendida vista di Lisbona, che si gode dalle mura di cinta. Dal castello si può ritornare alla Baixta, attraversando il quartiere di Santa Cruz, che però non presenta niente di trascendentale.

Lisbona non é chiaramente tutta qui; questa è solo una sua immagine, un’istantanea tratta dal libro dei ricordi di un viaggiatore veloce, che nell’affascinante capitale portoghese é stato solo un giorno… Una toccata e fuga dall’Algarve, che mi ha regalato un ricordo vivo e indelebile di una splendida città, che merita un soggiorno molto più lungo.