“Il Nabucco”, “Rigoletto”, “Il trovatore”, “La traviata”, “Aida”.
Questi alcuni titoli delle opere del più grande compositore dell’Ottocento italiano, Giuseppe Verdi, che proprio a Busseto, nella frazione Roncole, nacque nel 1813.

Secondo il ritrovamento di un antico documento, il carnevale di Busseto avrebbe avuto origine nel 1879.

A quei tempi si trattava di semplici corsi mascherati con carri trascinati da buoi, da cui si gettavano fiori, dolci e arance. Ai vincitori andava il primo premio di 200 lire e al secondo di 100 lire e se pensiamo alla vecchia canzone: “Mamma mia dammi 100 lire, che in America voglio andar”, somma con cui ci si pagava il viaggio in cerca di fortuna verso il Nuovo Mondo, i vincitori… avevano motivo di prolungare i festeggiamenti e le baldorie per tutto l’anno… In quegli anni il Carnevale era ben diverso da quelli attuali: ogni carro esibiva le sue poesie e canzonette. Nel 1891 la “Società dei divertimenti” fece affiggere un goliardico manifesto:

“Popoli dell’Ongina, della Fossa della Vallanza. Un avvenimento portentoso si verificherà tra queste storiche mura nel prossimo carnevale, a fronte del quale passano in secondo piano le sette meraviglie del mondo, la guerra dei sette anni, le sette streghe del Machbet!

IL RISVEGLIO DEL CARNEVALE DI BUSSETO.

Popoli dell’Alta e della Bassa!
Non mancate di assistere ad una festività inaudita.
Se vi nutrirete bene, state certi di fare buon sangue:
chi invece neghittoso non vi assisterà, rimarrà con un palmo di naso!
Se non potete venire in ferrovia, in tram, in carrozza, non disperdetevi!
La società mette a vostra disposizione il cavallo di S.Francesco.
Con questo mezzo pronto, sicuro, igienico, tutti saranno invidiosi di assistere allo svolgimento del seguente programma…”.

Seguiva il programma per i festeggiamenti del Carnevale.

Nel corso mascherato del 1893 tra le maschere sfilò anche quella di Falstaff, in onore all’ottantenne Giuseppe Verdi che aveva appena composto l’opera.
Il periodo di maggiore splendore fu negli anni trenta, quando la “Gazzetta di Parma” parlava di trentamila spettatori presenti e dei carri di cartapesta provenienti da tutta la provincia.
Non c’erano più i tram a vapore e la gente arrivava su corriere e treni speciali, spesso giungeva a piedi dalle località vicine.

Siamo in quella “Bassa Parmense in cui il battagliero -Don Camillo- a suon di campane e “scappellotti” fronteggiava il -compagno don Peppone- e anche nella “rossa comunità parmense” la rivalità politica tra destra e sinistra si combatteva sul fronte carnevalesco.
Mentre i “compagni” della sinistra costruivano i loro carri allegorici con i pochi mezzi che avevano a disposizione, sotto le “barchesse” (porticati aperti delle cascine, utilizzati per riporre gli attrezzi), la “destra”, più ricca, poteva permettersi di andare ad acquistare dei magnifici mascheroni a Viareggio.

Oltre alla contrapposizione politica anche la rivalità tra le frazioni e il capoluogo mettevano fermento alle idee e alle risorse. Le grandi capitali storiche del Carnevale, come Viareggio e Venezia, possedevano delle società che facevano capo ai diversi rioni, mentre a Busseto i bar erano ancora l’unico punto di riferimento. Per raggiungere la somma necessaria alla costruzione del carro o per realizzare un soggetto speciale i componenti dei gruppi si auto-finanziavano spendendo settimanalmente somme notevoli per quei tempi.

Negli anni ’50 la costruzione dei carri avveniva ovunque, dalle barchesse delle cascine, al piazzale della canonica. Un gruppo dell’oratorio di S.Ignazio lo costruì addirittura nella chiesa.
A Busseto i corsi mascherati hanno una vera e propria tradizione risalente alla metà del diciannovesimo secolo.

Al carnevale di Busseto non sono mancati carri allegorici passati alla storia per le loro originalità, come quello di “Cenerentola”, del ’52, ingegnosamente costruito in modo che transitando davanti alla giuria emanasse un delizioso profumo.

A causa dei problemi economici della Pro Busseto il corso mascherato subì un arresto tra il ’57 e il’62.

Nel ’69 vennero costruiti degli appositi capannoni, ma nel ’71 un violento incendio li distrusse una settimana prima della sfilata, senza però fermare l’entusiasmo carnevalesco degli organizzatori che in pochissimi giorni riuscirono a recuperare tutto quello che era rimasto e con l’aiuto delle vicine località, in cui si svolgevano le sfilate carnevalesche, riuscì anche quell’anno a presentare i suoi carri.

Dal 1998 l’associazione di volontari “Amici della Cartapesta” organizza le manifestazioni e l’allestimento dei carri, che vengono costruiti in un grande capannone messo a disposizione dal Comune, chiamato “La casa dei carristi”.
A giugno s’inizia a smontare i vecchi carri e a preparare i nuovi.

Le maschere sono costruite di cartapesta con una struttura interna di ferro e legno. S’inizia dal rimorchio in ferro, sul quale viene montata l’intelaiatura per sostenere le maschere, quindi si fissano pannelli di legno sui lati, ai quali vengono sistemati i contorni, cioè gli stampi. Quando struttura e montaggio sono ultimati inizia il lavoro dei pittori che con la loro creatività daranno colore ed espressione alle maschere.

I carri che raggiungono una lunghezza di circa 15 metri, una larghezza di 6 ed un’altezza di 9, verranno giudicati durante il Carnevale e al termine verrà proclamato il vincitore.

A fare da coreografia alla sfilata, oltre ai carri partecipano le bande italiane ed estere, i gruppi mascherati, e le figure a piedi. Per tradizione sfila sempre un carro gastronomico con il “Re” della cucina locale: il maiale.

Anche ai più piccini è assicurato il divertimento, con giochi gonfiabili, gratuiti, disposti in piazza. I più…temerari possono fare, gratuitamente, un giro sul “Carnival Express” il trenino che gira tra i vicoli del paese. Vere e proprie battaglie di coriandoli tra gli occupanti dei carri e il pubblico assicureranno, per tutto febbraio e sino ai primi di marzo, un coloratissimo Carnevale.

Curioso concorso per gruppi mascherati e soggetti speciali: macchine, camion o altri tipi di veicoli, trasformati in mezzi diabolici, con scoppiettanti motori e sirene. Non mancano un Raduno Camperisti, serate gastronomiche, musica e danze.

L’Amministrazione Comunale allestisce in Piazza il “Palacoriandolo”, una tensostruttura, in cui si allestiranno delle feste, il veglioncino dei bambini nel pomeriggio del Martedì Grasso, con animazione, giochi e dolci per tutti i bambini; quello per gli adulti; in programma non può mancare una “maialata” (cena a base di prodotti esclusivamente suino-gastronomici) organizzata dai cuochi della Sagra estiva di San Bartolomeo, e tante altre sorprese.

Per Informazioni:
www.carnevaledibusseto.com

Ufficio Turistico Comune di Busseto.
Tel. 0524-92487
www.bussetolive.com