Il Silenzio delle Fate
Il Silenzio delle Fate
Il Silenzio delle Fate
Il Silenzio delle Fate
Il Silenzio delle Fate
Il Silenzio delle Fate
Il Silenzio delle Fate
Il Silenzio delle Fate

Cos’hanno in comune Sogno d’una notte di mezza estate di William Shakespeare, Pinocchio di Carlo Collodi e il recentissimo Le Meraviglie, il film di Alice Rohrwacher che ha vinto il Gran Premio della Giuria a Cannes? La presenza delle fate, creature del nostro immaginario che continuano ad affascinarci.

Anche l’arte non ha dimenticato questo universo fatto di stupore e incantamento. Chi lo ha saputo interpretare con particolare sensibilità è Giuliana Cunéaz, attratta dai luoghi della coscienza, ancor prima che della visione.

Il Silenzio delle Fate è un’installazione di arte ambientale realizzata nel 1990 in Valle d’Aosta dove l’artista ha rianimato 24 luoghi della regione dove, secondo la leggenda, sono apparse le fate. Ora questo progetto così complesso e articolato, torna d’attualità per merito del Comune di Gressan, il paese dove Giuliana Cunéaz è nata, che ha deciso di restaurare la fata presente sulla morena, la “piramide” che per le sue particolari caratteristiche geomorfologiche (un accumulo di frammenti rocciosi, sabbia e argilla) identifica il territorio.

L’opera è stata presentata al pubblico sabato 7 giugno 2014 e costituisce uno dei più attesi appuntamenti della Festa della Cultura, una manifestazione voluta dall’amministrazione comunale nel 2000 e giunta alla quarta edizione.

L’evento si svolge sulla morena (Cote de Gargantua) alla presenza del sindaco di Gressan Michel Martinet e dell’assessore alla cultura Stefano Porliod. Insieme all’artista, interviene Maria Cristina Ronc, direttore del Museo Archeologico Regionale di Aosta.

Secondo la leggenda, la morena è nata proprio a causa di due fate che realizzarono due enormi gomitoli che trasportavano, terra e campi di prato in quantità così massiccia da creare un’enorme collina.

Dopo il disvelamento dell’opera, si scende a valle nella nuova sede del Museo Gargantua per il concerto Il Silenzio delle Fate di Giuliana Cunéaz eseguito al flauto da Giovanni Miszczyszyn con musiche di Armando Prioglio.

La musica è strettamente connessa con il lavoro dell’artista che, in ciascun luogo, ha collocato un leggio in ferro che sorregge uno spartito inciso su una sottile lastra bianca. Nel loro insieme, i brani delle 24 fate consentono di ricostruire un’intera opera musicale appositamente realizzata. Come spiega lei stessa, “attraverso le note musicali, ho voluto creare un segno tangibile e nello stesso tempo evocare un universo immaginifico.”

Le fate sono entità che nascono dal contatto tra psiche e natura ed emanano il loro mistero in una prodigiosa ambivalenza che conduce all’incantamento.

Parafrasando Borges, si potrebbe dire che “ignoriamo il significato della fata così come ignoriamo il significato dell’universo, ma c’è qualcosa nella sua immagine che concorda con l’immaginazione degli uomini”.

In ventiquattro anni, il lavoro di Giuliana Cunéaz ha subito un significativo processo di metamorfosi tanto da modificare la fruizione di taluni luoghi, com’è accaduto per la fata della grotta di Ozein. Quando è stata collocata non c’era nulla; oggi quello spazio è stracolmo di ex voto e di preghiere di ringraziamento in una perfetta osmosi tra sacro e profano.

L’importante intervento conservativo realizzato dal comune di Gressan costituisce un primo passo verso il restauro completo delle 24 fate che consentirebbe di recuperare una delle più importanti installazioni di arte ambientale presenti, oltre alla valorizzazione del patrimonio immateriale della Regione Valle d’Aosta attraverso un percorso di notevole attrazione turistica e culturale.

Giuliana Cunéaz è sempre stata attratta dall’aspetto segreto delle cose e Il silenzio delle fate è stato, per certi versi, propedeutico. La sua indagine va oltre il dato fenomenico per cogliere gli aspetti più inaccessibili della forma così come del mondo interiore in un lavoro che sviluppa un dialogo continuo tra micro e macrocosmo.

L’artista nel corso della sua più che trentennale carriera, ha realizzato cicli dedicati agli angeli, alle trance, agli sciamani e oggi lavoro sulla scienza e sulle nanotecnologie lasciandosi sedurre dalle porzioni infinitesimali dell’universo.

Sono molti gli eventi pubblici che coinvolgono attualmente Giuliana Cunéaz. Sino al 5 ottobre viene ospitata dal Castello Gamba di Châtillon la sua personale Au coeur de la matière e sino al 30 giugno è aperta al Museo Civico di Storia Naturale di Verona un’altra personale, Nature multiple. L’artista ha, infine, realizzato un omaggio ai Bronzi di Riace esposto nella mostra Nostos. Il ritorno proposta sino al 31 luglio al Museo Archeologico Nazionale di Reggio Calabria.

In occasione del recupero della Fata di Gressan è stata realizzata una pubblicazione con testi di Alexis Bétemps, Massimo Centini, Janus e di Giuliana Cunéaz.