Bocas

Sicuramente entusiasmante grazie alla complicità di Matteo e Andrea.

Le mete da noi toccate: San Josè, Parco di Monteverde, Volcano Arenal, Playa Samar (Penis.Nicoya), Puerto Viejo, in Costa Rica; Bocas del Toro e Panama City a Panama.

San Josè capitale del Costa Rica offre veramente poco: consiglio di utilizzare questa tappa solo per organizzare il proseguo del viaggio. Alloggiamo da Dona Ines (San José, Calle 11 Ave 2 & 6) un alberghetto molto confortevole in pieno centro al costo di 50$ per una tripla. In Costa Rica è comodo ed economico mangiare nelle Soda, piccole tavole calde dove non vanno i turisti e dove si mangiano solo pietanza locali.

L’indomani ci spostiamo a Monteverde uno dei parchi a detta delle guide con più alta concentrazione di flora e fauna. Raggiungere il paese attiguo al parco, è più complicato del previsto, bisogna percorrere 2 ore circa di strada sterrata, completamente dissestata, ma con il nostro fuoristrada è tutto un pò più semplice. Arriviamo in serata e ad accoglierci c’è il diluvio universale.
La pioggia a Monteverde è sicuramente una delle cose piu’ bizzarre di questo viaggio… ero fermo in mezzo alla strada con il naso all’insù per capire da dove provenisse cosi tanta pioggia, visto che il cielo era stellatissimo…

La mattina seguente alle prime luci del giorno ci inoltriamo, equipaggiati di stivali in gomma ed impermeabili comprati in loco (indispensabili), nella foresta pluviale, ovviamente accompagnati da una copiosissima pioggia. I sentieri sono ben segnati, la vegetazione è rigogliosissima con gemme coloratissime e piante rampicanti ovunque, ma di animali esotici nemmeno l’ombra vediamo solo 2 pettirossi…
Umidi e delusi ci spostiamo sul pacifico, piu’ precisamente a Playa Samara nella penisola di Nicoya. Playa Samara è turistica ma con discrezione e la gente è molto cordiale.

La tappa successiva è il Volcano Arenal.
Con 20 $ si accede alle terme di Tabacon alle falde del vulcano (da non perdere!); sono queste una serie di vasche sparpagliate tra palme e luci soffuse, ognuna con gradazioni diverse di acqua, un po’ pacchiano ma molto gratificante… lo garantisco!!!

L’indomani mattina è prevista la visita al parco del vulcano ma a causa della foschia e delle nuvole desistiamo. Ci concediamo in alternativa un buonissimo frullato presso l’osservatorio Arenal antistante il vulcano che come dice un ragazzo incrociato per la via, “ne vale sempre la pena vedere”. L’osservatorio è sito in un resort lussuosissimo e curatissimo. Se girovagando per i suoi giardini individuate una vasca idromassaggio, non esitate fate come noi ed immergetevi… attenti però a non essere visti, non so come la prenderebbero!!!

Ci spostiamo dalla montagna al mare, questa volta sul versante dei caraibi: a sud di Limon c’è Puerto Viejo. Cambia il colore della pelle e sopratutto gli atteggiamenti delle persone nei confronti dei turisti bianchi… E’ qui presente una consistente comunità Rasta per la gioia di paffute e un po’ attempate turiste europee.

Restiamo qui per 2 notti cogliendo cosi l’occasione di visitare anche le spiagge limitrofe come PUNTA UVA a 15 minuti dal pueblo. Ma il tempo continua ad essere inclemente!

Ma Panama è a 2 passi ed è giunto il momento di lasciare il Costa Rica. La frontiera sul versante caraibico è sita a Sixaola.
Non sò perchè ma le frontiere mi hanno da sempre affascinato; mi colpiscono questa volta i contadini delle piantagioni di banane, col macete a tracolla, sporchi di fango fin sotto le ginocchia.

Per raggiungere il versante panamense attraversiamo un lungo e arrugginito ponte in metallo una volta snodo cruciale per il commercio, ora precario passaggio pedonale. Ci accompagna Riccardino, un bambino piccolo piccolo che in cambio di qualche spicciolo voleva portarci i nostri zaini, troppo pesanti per lui.

Con un Taxi raggiungiamo Almirante e da lì con una lancia in mezz’ora arriviamo a Bocas del Toro. Bocas è un arcipelago di isolette meta turistica di molti americani, quindi sufficientemente cara. Alloggiamo a CasaMax un bel alberghetto economico, gestito da una signora scostante e antipatica. Conosciamo Gigi un ragazzo di colore magro, rasta con occhiali e cappellino. Gigi ci porta con la sua lancia in giro per le varie isole del piccolo arcipelago. Prepotenti mangrovie rubano la calma ad una innaturale laguna, microscopiche rane dal mantello rosso dipingono rocce e cortecce e lo sguardo di e “Pollo” che da la sua spiaggia ci saluta con orgoglio: Gigi ci regala tutto questo e i nostri pensieri volano, volano alti come i gli aironi e giuro l’emozione piu’ grande è stata vedere un bradipo selvatico, il peresoso come lo chiamano loro, che tranquillamente mangiava su di un albero.

Da Bocas raggiungiamo Panama city in aereo con due sole ore di volo. Panama City mi fa da subito pensare ad una pozione d’amore: un miscuglio esatto di ingredienti rari e preziosi che creano un’esatta alchimia e cioè una moderna metropoli col fascino e i profumi centroamericani. Grattacieli, strade ben asfaltate, ospedali e strutture efficienti, si alternano a case in stile coloniale strade trafficatissime e a mercatini di artigianato .
Il Casco viejo, la parte antica della città, è una via di mezzo tra Spaccanapoli e Trastevere; e poi il canale, il grande canale di Panama, il trionfo dell’ingegno e dell’intelligenza umana. Sono ivi previste visite guidate, presso la chiusa di Miraflores, l’unica accessibile ai turisti. E’ facile e divertente arrivarci con i bus locali rumorosissimi e colorati come la tradizione centroamericana insegna.

Insomma Panama City va vista e vissuta!! Immergetevi poi nella notte brava e ne vedrete “di belle”
PURA VIDA
Mario