PROGRAMMA DEL VIAGGIO DI AGOSTO 2006

1 GIORNO 09/08/2006 MILANO-MALPENSA/DOHA/QATAR
… OVVERO … SI PARTE… DESTINAZIONE LUCKY LAND…

Ore 10.00 ritrovo di Signor Ivo, Signor Marco, Signora Laura e Signora Saby in aeroporto a MILANO -MALPENSA 1 International Departures, per le operazioni d’imbarco direttamente al banco QATAR AIRWAYS e decollo con volo per DOHA con pasti e pernottamento… Per andare in Shi lanka scegliamo i voli di linea e consigliamo vivamente di riferirsi alle compagnie aeree di origine araba, le migliori in assoluto sono la Kuwait, gli Emirates e ovviamente Qatar (ottima per efficienza servizi ed eleganza). Per lo scalo interno tra S.L e Maldives abbiamo opzionato direttamente la Sri Lankan Airlines comodissima per la frequenza dei voli interni a quasi tutte le ore.

2 GIORNO 10/08/2006 DOHA/QATAR – COLOMBO – GIRITALE
… OVVERO … LA MOSTRUOSA STATUA DI BUDDHA, IMPERDIBILE

0re 07. a.m. dopo ben 11.000 km di volo si atterra a Colombo e facciamo la piacevole conoscenza di VIMAL la ns. guida parlante italiano che ci attende all’int. Airport, già pronto e pimpante per il trasferimento in minibus. Lungo il tragitto si presenta, è un signore chiacchierone e simpatico, capisce al volo le battutine del Marinos che dire… un tipo sveglio… Ci anticipa l’itinerario che faremo insieme nella settimana di tour, precisando che la prima tappa, nell’immediato pomeriggio è DAMBULLA ROCK CAVE TEMPLE, dove si trova la più famosa collezione di immagini di Buddha di tutto lo Sri Lanka.

Noi in realtà siamo ancora un pò stanchi per i voli e per il transfer in minibus, ma Vimal rilassato e vigoroso quasi a dettar legge ci precisa che questo è solo il primo di una lunga serie di Buddha… Anzi leggendo direttamente dalla mia guida in italiano ci scandisce, “è la prima MOSTRUOSA statua di Buddha, imperdibile, andiamo!” E’ così che giunti a DAMBULLA, antico santuario rupestre opera instancabile del lavoro secolare dei monaci, siamo accolti davvero da un’orribile statua gigantesca e fintamente plastica, dipinta di giallo ocra, posta in alto per farla rimirare da tutta la campagna circostante….e a dire il vero c’entra poco o niente con il contesto del complesso religioso.

Or bene armati di video foto camera e bottigliette d’acqua puntiamo verso la cima della collina, procedendo faticosamente e a piedi nudi sul ripido pendio, cercando di mirare bene gli sgangherati gradini consumati ma soprattutto di evitare i troppi venditori di tutto, gli ambulanti, gli intagliatori del legno, gli imbonitori di serpenti, i finti fotografi e le guide ufficiali. Giunti nel complesso monastico risalente al 1000 d.c. depositiamo le scarpe all’esterno e ci dirigiamo verso la grande Tavola, dove in lingua sanscrita è narrata (incisa) tutta la storia di Siddharta. Più avanti ci aspettano le 5 grotte con più di 150 statue di Buddha sdraiate, sedute, addormentate, reclinate, insomma una meraviglia per i nostri piccoli occhi. Senz’altro la più particolare e la più bella è la 2* caverna, dedicata al grande Re contenente un’enorme statua dormiente, ancor più grande di quella vista a Bangkok, circondata da meravigliose statue di piccoli Buddha, vasi, anfore colme di fiori di loto, incensi, monete e affreschi di immagini sacre. Tengo a precisare che fino a 3/4 anni fa, in questo sito religioso era vietato fotografare, dato che una stupida modella tedesca ed il suo fotografo di Penthause profanarono la sacralità del luogo improvvisando con assoluta mancanza di rispetto e permessi, a discapito del pudore dei turisti e delle guardie presenti, un servizio fotografico di nudo. La notizia fece scaldalo e clamore in tutto il paese e nelle grotte di Dambulla fu giustamente proibito l’uso di video e foto camere, per evitare altri spiacevoli “inconvenienti”

3 GIORNO 11/08/2006 GIRITALE – ANURADAPHURA – MIHINTALE … OVVERO… PRIMA USTIONE AI PIEDI…

Dopo la prima colazione cingalese in hotel partiamo per la visita guidata di ANURADHAPURA che fu la prima vera capitale della regione , è stata la più antica di tutte considerato che di età fa qualcosa come 14 secoli… Fu costruita nel 400 circa, poi abbandonata, rimasta in balia della giungla per secoli, pertanto inesplorata e di una bellezza vergine e ancora ineguagliabile. Gli scavi intrapresi all’inizio del 1900 riportarono alla luce palazzi, templi, monasteri, stagni artificiali e vasti serbatoi d’acqua, svelando una concezione urbanistica e capacità costruttive di notevole livello.
Le sue rovine dispongono di infiniti dettagli di rara bellezza, delicatamente sistemati nel mondo dei Dagoba (Tempio), secondo solo …a mio parere …. alle Piramidi d’Egitto. E’ famosa perché qui il sovrano del 300 d.c. abbracciò per primo la religione buddista, si narra che la sua conversione avvenne mentre era a caccia di cervi, ed oggi ancor è uno dei maggiori centri mondiali di questa bellissima filosofia. Sempre qui sorge il grande Bodhi, l’albero sacro (semplicemente un ficus) piantato da una principessa indiana venerato da piu di mille anni, custodito instancabilmente da soldati armati e storicamente è considerato l’albero piu antico di tutto il mondo. Più in là, il Brazen Palace, l’antico palazzo reale famoso per le sue 1600 colonne nere.

Nel pomeriggio proseguiamo per MIHINTALE a meno di 13 km da Anuradhapura, un luogo incantevole, che non ha mai smesso di affascinare gli abitanti locali e i visitatori stranieri. Vimal solerte ci induce ad arrampicarci per raggiungere la vetta del monte PERO e qui iniziamo a capire che lo Shi Lanka è forse il paese delle scale, dei gradini, delle arrampicate e dei bellissimi panorami, insomma bisogna un pochino diventare stambecchi (cosa per me “semplice” data la mia agilità) e difatti iniziamo a SCALARE la bellezza di BEN 1860 GRADINI… INFINITI…

4 GIORNO 12/08/2006 GIRITALE – POLONNARUWA -SIGIRYA
… OVVERO … VERRÀ BEN QUALCUNO A PRENDERCI…

Giornata memorabile trascorsa nella leggendaria FORTEZZA DEL LEONE, SIGIRYA che dista circa 20 km. da Dambulla, la strada per raggiungerla non è molto comoda ma neanche trafficata…. la raggiungiamo partendo di primo mattino, con l’intento di espugnarla per mezzogiorno. E’ il famosissimo monolito giallo rosso, diventato roccaforte di un grande re del 500 d.c. che lo fece costruire a regola d’arte in meno di 20 anni, per evitare scontri ed invasioni nemiche o meglio la guerra aperta di un fratellastro. La bellezza di questo posto non è tanto l’imponente palazzo con molte vasche canali troni, costruito si dice da migliaia di operai, ingegneri idraulici e dai migliori architetti del tempo (le prove a distanza di secoli gli danno ragione) quanto piuttosto tutto il panorama mozzafiato che gli sta sotto ed intorno.

Entrando si lasciano il museo e il grande fossato e si procede verso i meravigliosi Royal Gardens poi il giardino acquatico e il giardino dei massi tutto molto curato, diviso in fossati, piscine gemelle, isolette, scalini, alberi fino ad arrivare alla grande grotta del cobra, un tempo intonacata ed affrescata con dipinti di sensuali giovani ninfee. La nostra salita prevede sicurezza, pazienza, buon fiato e coraggio ma ne vale la pena…. Costeggiando la grotta degli affreschi si arriva al Mirror wall che altro non è che parte della parete del monolito, lucidata e levigata con smalto trasparente tanto da renderla uno specchio liscio, un muro alto 3 mt. con inciso frasi d’amore e versetti dedicate alle fanciulle degli affreschi di 1000 anni fa. Nella lettura veloce, la più bella risalta dicendo ” Dopo Aver Visto Queste Splendide Donne, Il Cielo Non Mi Interessa Più!! wow
Per vedere le splendide donne della dedica si cui sopra bisogna salire un pò più in alto ed ammirare ciò che rimane, sulla parete di roccia, in alto miracolosamente al riparo dal vento e dalla pioggia, alcune incantevoli figure femminili che recano in mano fiori e frutta. Sono fanciulle dal fascino sensuale e misterioso dai gesti eleganti e pieni di grazia il cui volto accenna un enigmatico sorriso, forse dame di corte o forse spiriti benefici, forse ancelle del re che regalavano grazia con i loro seni rigonfi, eleganza con i gioielli e le accorciature preziose, ma soprattutto dolcezza con quelle mani lunghe e sottili pronte a donare offerte di fiori e d’amore.
Ci soffermiamo a tal punto da iniziare a creare la coda dietro di noi, così che un secondino in primis ce lo fa notare, poi incuriosito per la nostra permanenza contemplativa ci invita a seguirlo sorridendo, ci porta nella parte ancor più alta della montagna verso il corridoio sinistro, alza dei neri pesanti tendoni e ci fa ammirare altre due figure femminile, non esposte al pubblico. La prima in particolare ci spiega che ha lo sguardo fisso e da qualsiasi angolazione la si guarda lei ti segue con gli occhi, è vero.
E’ così vero da essere un posto Magico!

Che dire ho capito che non solo qui l’arte si mescola con la natura, ma che i sorrisi di queste ninfee, a distanza di secoli continuano ad affascinare chi ama sognare… perchè questi sguardi così vecchi ma così armoniosi irradiano una particolare dolcezza, bellezza e malinconia tutte insieme. Proseguendo l’ arrampicata arriviamo alle enormi zampe del leone, e si sale ancora, ancora fatica, ancora gradini, ancora scale, notando decisamente che la ringhiera di metallo moderna è affiancata dalla vecchia scalinata scavata a mano nella roccia e nei secoli, il vecchio e il nuovo si arrampicano insieme verso la sommità, come a ricordarci che il passato è parte di noi e oggi, senza di esso, non riusciremmo proprio ad apprezzare tutta quest’arte, la bellezza e l’ingegno di chi ci ha preceduto!!

E finalmente la cima, la vetta la sommità … ed è estasi. Non siamo molto in alto ma la città a 200 mt. d’altezza si lascia ammirare in un vero complesso, edifici palazzi piscine, fondamenta, un paese per accogliere il re e la sua esagerata famiglia di 36 concubine e una smisurata schiera di figli. Se si chiudono gli occhi, con il vento forte nella testa, immaginare è facile, diventa sogno e realtà al tempo stesso, noi siamo paralizzati dalla storia e dalla splendida veduta, e anche Vimal, visibilmente stanco e sudato, è soddisfatto dell’impresa e felice per noi. Ridiscendere della Rocca di Sigiriya è un piccolo dispiacere, dobbiamo lasciare gli sforzi della nostra fatica per quest’impresa, ma soprattutto la bellezza degli affreschi, il senso più allargato del panorama, il muro e le sue scritte, insomma non è così facile trovare così tanta armonia tutta concentrata… fatto sta che all’uscita ci fermiamo nuovamente nelle piccole botteghe di ambulanti (per la gioia di Vimal che invece è stanchissimo) e tra le tante statue di legno intagliato, scegliamo quella che più rappresenta la bellezza femminile, raffigura una delle 22 dame superstiti ed ora viene a casa con noi, pronta per essere appesa sulle nostre pareti per ricordarci la bellezza della FORTEZZA DEL LEONE un sito pieno di leggende e di amore.

Nel tardo pomeriggio, dopo la sosta in un piccolo villaggio per un problema meccanico al pulmino, partiamo per POLLONARUWA che fu capitale a partire dal 1073, ora rinomata World Heritage City. Visitiamo le antiche rovine e il complesso Gal Vihara, il Tempio della Roccia Nera, un grandioso trittico, le famose 3 statue giganti di Buddha che emergono da una singola roccia, il primo seduto il 2* in piedi e l’ultimo dormiente. Impossibile provare a descriverne la bellezza dolce di queste figure, sono senz’altro le tre statue di Buddha più belle mai viste in giro per il mondo, intagliate interamente in un unico lato della montagna, nella roccia grigia, si vedono le venature, si ammirano i dettagli, i fiori scolpiti, i bottoni sul cuscino, le vene nelle gambe, i fili di capelli, insomma vedere le foto per credere !!

5 GIORNO 13/08/2006 GIRITALE – MATALE – KANDI
… OVVERO … PAGHIAMO CON 2 LITRI DI SANGUE …

Dopo la prima colazione partenza per KANDI passando per Matale, una moderna cittadina non troppo famosa, se non per la costruzione del Forte MacDowall eretto nel 1800 dagli inglesi conquistatori. Tutto ciò che rimane oggi del forte è l’ingresso, noi ci passiamo sotto, ma non è niente di che… Vimal invece è tutto gasato, dice che questo forte è troppo bello… ci passerà davanti ben 3 volte !! Matale è anche nota per il suo decoratissimo tempio induista, visto solo dall’esterno.

Durante la mattinata è prevista la sosta alla fabbrica artigianale di Batik i famosi tessuti colorati eseguiti a mano su goccia di cera. Questa tecnica decorativa tessile l’abbiamo già conosciuta, è praticata anche in Indonesia, soprattutto a Lombok, nell’India e in Thailandia, ma qui devo ammettere che le giovanissime lavoratrici, impegnate nel buio della stanza con i loro beccucci in mano, son velocissime nel ricoprire simultaneamente linee e punti dei disegni già tracciati. Alla fine della visita guidata, è possibile ovviamente fare acquisti nel negozio convenzionato (dove ahi noi) è tutto carissimo, e (dove ahi loro) Marco e Laura pagano l’idea dell’acquisto dei loro 2 nuovi batik… Con 2 litri di sangue (hi hi hi)…

Proseguiamo sempre più svenati, per visitare uno dei tanti giardini di spezie on the road. Le spezie sono state uno dei più famosi prodotti esportati dallo Sri Lanka, dato che crescevano nei giardini come principale prodotto industriale e venivano usate non solo per insaporire i cibi ma anche come rimedi medicinali. Le specie individuate nelle tradizioni culturali di questo popolo e nella ricerca scientifica sono migliaia e sono chiamate con il loro antico termine, la guida dopo una breve spiegazione “stile adesso spiego e poi vi interrogo” ci mostra l’effetto immediato di alcuni prodotti tipo la cannella o la polpa di cocco mista a zenzero e altri strani semi.
Una cosa è certa, arrivati alla cassa anche qui c’è da svenarsi, perché il sedicente medico parlante italiano, continua a riempirci i cesti di bottiglie e bottigliette inutili, tant’è che più della metà viene restituita al mittente e di nuovo (ahi loro) Marco e Laura pagano l’idea dell’acquisto dei loro nuovi prodotti naturali… Con altri 2 litri di sangue (hi hi hi)…

Nel pomeriggio arriviamo a KANDY capitale adagiata tra verdi e boscose colline, che sorge malinconicamente sulle rive di un lago artificiale, attorno ad un palazzetto con alte mura. Qui con estremo rammarico Vimal ci comunica che la sera prima si è conclusa la parata più importante e spettacolare di tutto il paese: la Kandy Esala Perahera, la regina delle feste buddiste che dura 11 giorni, nei quali con riti spettacoli preghiere danze ed offerte, viene celebrata una grande processione in onore della reliquia del Sacro Dente di Buddha. In effetti per le strade e lungo il lago artificiale non si vedono che rifiuti, rimasugli di immondizia, sacchetti e bottiglie di plastica, fiori appassiti, cacca gigante di elefante, ma non importa andiamo verso il palazzo reale per vedere, anche se non in processione, il famoso tempio. La leggenda racconta che il Dente di Buddha fu portato sull’isola nascosto tra i capelli di una principessa indiana, che lo donò al sovrano di Ceylon il quale in segno di ringraziamento stabilì che una volta all’anno la reliquia sarebbe stata portata in processione da elefanti bianchi bardati a festa, per farla ammirare dal popolo buddista. Purtroppo nel 2000 un guerrigliero tamil fece scoppiare una bomba all’ingresso del palazzo, causando la morte di fedeli e da allora ancora oggi, i controlli all’ingresso sono severi, con tanto di perquisizioni e metal detector … un vero lento supplizio…

Giustamente protetta dall’odio religioso e dai fanatici, oggi il la reliquia sacra è inserita in sette scrigni d’oro tempestati di pietre preziose. Vimal preciso come al solito ci spiega che purtroppo, l’intolleranza etnica e l’interpretazione militante della filosofia religiosa hanno portato e portano allo scontro i singalesi prevalentemente buddisti, pacifici, che parlano singalese e i tamil prevalentemente hindu di bassa casta, arrivati perchè portati sull’isola dagli inglesi per lavorare nelle piantagioni, che non hanno mai avuto nulla in comune.
Lasciamo il tempio e prima di cena andiamo al Kandyan Art Association & Cultural Centre in riva al lago che offre interessanti mostre di artigianato locale e un auditorium destinato a spettacoli di danza popolare. I francesi del nostro hotel, vice campioni del mondo, “che bello continuare a ripeterglielo” si addormentano immediatamente e si perdono oltre le danze tipiche, anche la camminata sui fuochi ardenti…

6 GIORNO 14/08/2006 KANDY – PERADENIYA – PINNAWELA
… OVVERO… CITIRIPIZZOT ELEFANTI… O FORSE MENO…

Partenza per la visita al Giardino Botanico Reale di Peradeniya a pochi chilometri dalla città, tra i più interessanti e ricchi al mondo, che ospita la maggior parte delle piante tropicali e subtropicali. Molto bella la parte dedicata alle serre delle orchidee, profumatissime e dalle forme più strane (ci viene mostrato addirittura un’orchidea minuscola chiamata Cristo in croce, e un’altra rosa di forma fallica) mentre il padiglione dedicato agli alberi piantati dai nostri ministri Craxi e Fini, Vimal ce lo fa saltare completamente, perché dice che non abbiamo abbastanza tempo.
C’è da dire che quando lui non vuole fare una cosa, quella salta !!!

In compenso ci fa correre in macchina per raggiungere PINNAWELA strafamosa per l’Orfanotrofio degli Elefanti. L’orfanotrofio fu istituito per dare sistemazione a giovani elefanti trovati abbandonati dalle loro madri, poi col tempo sono stati raccolti altri elefanti feriti, malati, maltrattati, sfruttati e ormai da ben 101 anni questa fondazione si occupa di nutrire, curare e salvare questi bellissimi giganti dolci. Il primo approccio è molto divertente, alla mattina assistiamo al bagno dei 70 pachidermi che si tuffano letteralmente nelle acque del fiume di Kegalle, uno spasso perchè si intende che gli enormi cuccioloni in realtà hanno voglia di coccole attenzione e divertimento proprio come i bambini.

Facciamo la prima conoscenza con Maya un’anziana elefantessa e Sugarbaby incinta, la accarezziamo per nulla intimoriti e lei con la sua proboscide ci saluta, ci lascia fare! Io per prima mi butto in questo nuovo emozionante incontro, con il suo nasone l’elefantessa si struscia sulle mie caviglie e … all’inizio c’è un po’ di pauuuura… Ma tutto è sotto controllo, tant’è che a furia di accarezzarla la bestiona chiude gli occhi, segno che è una grande coccolona… Poi verso le 14 c’è l’ora della poppata e ci dirigiamo verso le nursery, qui c’è una neomamma nervosa che ha partorito da tre giorni e cerca di proteggere il suo “piccolo” di 80 kg dal fastidioso contorno dei troppi curiosi. Ci sono i cuccioli di pochi mesi ai quali viene dato il latte versato in grandi bottiglie mentre alle bestie anziane vengono fatte le flebo. Spettacolo.

Infine come in un film, giungiamo nella parte del parco dove gli elefanti pascolano liberamente, è possibile avvicinarsi e vivere l’emozione di un documentario, questi si fanno fotografare mansuetamente, sempre in compagnia dei custodi e vediamo da vicino il più vecchio di tutto il branco, l’unico maschio con le zanne d’avorio intere, cieco da entrambi gli occhi perché i cacciatori lo hanno torturato per sottrargliele. Nella lotta gli uomini hanno avuto la peggio, l’elefante si è salvato ma solo perché lo hanno lasciato agonizzante nella foresta, e solo per caso è stato ritrovato da alcuni contadini che lo hanno affidato alle cure mediche del centro, ora diventato il suo habitat naturale.
Queste ultime giornate trascorse negli spazi aperti, immersi nella storia e le naturali emozioni regalateci dalla natura e dagli animali ci fanno sempre più innamorare di questo paese di poco clamore, poco pubblicizzato e purtroppo ancora poco conosciuto, ma indubbiamente di grande interesse.

7 GIORNO 15/08/2006 KANDY/NURAWARA ELIYA
… OVVERO … NEL CUORE VERDE DELLA PERLA …

Oggi lunga trasferta dal nord scendiamo per raggiungere NURAWARA -ELIYA che è il cuore del paese, immersa nelle colline, famosissima per essere la patria delle piantagioni da thè, definita città della luce per la sua aria purissima, infatti siamo a 1900 metri di altezza. La coltivazione fu introdotta nel 1700 in sostituzione delle piantagioni di caffè andate interamente distrutte, qui data la giusta temperatura, la posizione l’aria fina di alta quota la regione montuosa è diventata simbolo in tutto il mondo della produzione del miglior thè, verde, nero, pakoe, Lung Ching, early grey.

Il thè non è altro che un infuso ricavato dalla pianta chiamata Camelia Sinensis e come risaputo è la principale risorsa economica di Ceylon, primo produttore al mondo. Essere qui è pregio e vanto per chi ama degustare sorseggiare annusare il thè, come facciamo noi, seduti in compagnia di Vimal Laura e Marco nella Mackwood Limited Fine Tea farm, in una tipica calda saletta in legno, una delle tante Tea Farm della zona. Visitiamo la piantagione sotto una leggera pioggerellina, la fabbrica del the, lo stabilimento, la fermentazione, la pressa, l’imbustamento… Ma in assoluto la più interessante è la manovra di raccolta fatta interamente a mano, le donne cariche sotto il peso dei sacchi sulle spalle, sono seminascoste tra le piantine sempre verdi e ramose che non si elevano in altezza più di 2 metri.

Riescono velocemente a raccogliere almeno 18 kg di the al giorno per guadagnare il corrispondente di neppure 2 dollari, sono agili, hanno mani scheletriche, ma sorridono appena alzano la testina per guardarci. Sono bellissime, di un’eleganza naturale, ingioiellate, con evidenti orecchini color oro, la macchia rossa tra i capelli che scende fino alla fronte, gli occhi sottili e scuri, i denti bianchissimi. Sono decisamente minute, alcune più piccoline di me, ma cosi instancabili e colorate nei loro vestiti da ammettere che sono davvero il riferimento dell’intero villaggio perché il loro lavoro fa andare avanti un’intera economia. Pranzo presso RAMBODA FALLS inizia a piovere ma non c’è problema, sopportiamo più la pioggia del freddo e comunque la vista paga dato che ovunque volgiamo lo sguardo siamo circondati da cascate effervescenti. Al termine si prosegue per il ns. hotel GALWAY FOREST sistemazione nelle camere riservate da casa e dopo una lunga salutare doccia calda sistemiamo 2 piumoni sul lettone, è vero come ci ha detto Massi, qui fa freddo e la sera oltre ai maglioni è meglio coprirsi dell’immancabile kway.
Per cena conosciamo il bel Mr. Solisse direttore di sala, che premurosamente anche troppo, ci versa da bere, ci piega il tovagliolo, ci accompagna la sedia, troppo carino, cosi come il gruppo musicale itinerante nella sala, che pur non conoscendo i mitici U2 ci suonano appositamente una nenia locale .

8 GIORNO 16/08/2006 NURAWARA ELIYA / THULGALA/ COLOMBO/ MALE … OVVERO … COME BACK TO REALITY …

Siamo quasi agli sgoccioli, dopo tanta montagna e tanto the caldo partenza per Colombo via Kithulgala dove facciamo visita a quello che rimane del famoso ponte dove fu girato il film “IL PONTE SUL FIUME KWAI”. Vaghiamo nella foresta con la moglie dell’attore unico locale che fece da comparsa nel vecchio colossal e di li a poco appare tra gli alberi e tra le capanne l’intera famiglia, sono tantissimi…. Lasciamo con nostro rammarico la natura e la foresta per ritornare alla civiltà industrializzata ed eccoci a COLOMBO attuale capitale.

Non tutti lo sanno ma il vero nome è Kolamba e in passato è stata anche capitale delle province marittime della Compagnie delle Indie Olandesi fino al 1800. Ha il porto più grande, la spiaggia più sporca, il tasso di inquinamento più alto, il caos più caotico, macchine ovunque, insomma come back home… c’è quasi da dirlo non è un caso che è il centro politico ed economico dell’intero paese. Attraversiamo sul minivan Galle Road e ne vediamo di ogni, questa strada rumorosa e larga raccoglie vecchi edifici, malandati e decisamente sporchi, ricorda vagamente la vecchia Mombasa, bazar musulmani, bancarelle di legno con pezzi di carne e pesce secco, venditori ambulanti, grandi pozzanghere d’acqua con bimbi immersi fino alle ginocchia, piccole farmacie ayurvediche e soprattutto ovunque baracchine che vendono spezie e fiori finti (!?!)

Il tour per la capitale è breve per la gioia del Marinos che non ama molto i Bazar e la mezza giornata a disposizione in effetti non basta per capire, ma Vimal preciso e professionale fino all’ultimo, si accorge della nostra insoddisfazione e ci porta allora lungo la spiaggia degli alberghi d’epoca, a Cinnamon Gardens, quartiere residenziale dei Ricchi, al municipio, alla 2° casa bianca dove campeggiano bandiere multicolor in onore degli Asian Olympic Games che iniziano a giorni e all’Indipendence Hall, magnifico monumento eretto per commemorare la festa di indipendenza dagli inglesi del 1948.

Rientrati nella normalità cittadina, Prima di lasciarci chiede “e allora signor Ivo piaciuta la mia capitale??!” Beh non proprio noi in realtà abbiamo amato però tutto il resto del paese…

Al termine del pomeriggio trasferimento a Negombo nei pressi del vicinissimo aereoporto e dato che siamo finalmente al mare approfittiamo della spiaggia per raccogliere sabbia, “puciare” i piedi, vedere la partite di beach volley, assistere inaspettatamente ad un matrimonio induista, infine per cena indimenticabile seratina cinese…. Che spasso ci sono i gamberoni in agrodolce!!!

9 GIORNO 17/08/2006 COLOMBO/MALE/ MALE NORD
… OVVERO … SALUTI E BACI …SI RIPARTE PER…

Alle ore 01.10, incontro con l’incaricato e operazioni d’imbarco presso il banco SRI LANKA dove facciamo le ultime raccomandazioni ma anche gli ultimi saluti e bacini al Nostro Vimal, che ci lascia con una promessa “Se ritorno a Como vengo a trovarVi“. Noi non torniamo in Italia ci aspettano le Maldive e io sono intimamente sicura che Vimal in Italia non torna più, moglie soldi permessi permettendo… Macché non torna più perché ama troppo il suo Paese. Che triste, tutto è magicamente volato con lui in questa settimana, insieme alla sua mano fasciata, al suo ordine, al suo metodo vigoroso, ai suoi Monàci, tutto ci mancherà perché in fondo non ci ha fatto solo da guida, ma anche da papà, da prof, da meccanico, da capo cordata, da degustatore di arak, insomma VIMAL È IL NOSTRO VIMAL .. SIGNORE !

Concludo essenzialmente con il pensiero che l’Unesco ha consacrato il triplice dono dello Sri Lanka una natura generosa, una storia prodigiosa e una lunga tradizione di architettura impareggiabile con il resto del mondo, che ci ha fatto dono di luoghi assoluti come Anuradaphura – Mihintale – Giritale – Polonnaruwa – Sigirya … che dire solo le antiche capitali buddiste valgono l’intero viaggio. Ma non mi voglio limitare qui, perché oltre alla natura, la storia e l’architettura ci rimane addosso la magia della sua gente, questa splendida gente, la POPOLAZIONE DELLA LUCKY LAND, che ci ha fatto vedere la fatica in ogni sua forma, nella sopportazione del lavoro fisico, spostando massi a piedi nudi sotto la calura del sole battente, raccogliendo foglioline di the a mani nude sotto la durezza della pioggia incessante e fastidiosa, accudendo gli enormi elefanti con sforzi e leggerezza al tempo stesso… sempre sorridendo, sempre senza mai lamentarsi !

Un grazie, il più sincero grazie perché la Vostra semplice consapevolezza, il Vostro sorriso gratuito e i Vostri portamenti dolci ci han fatto capire come siete un esempio, una sorta di modello del come affrontare la Vita che sempre è insieme affanno e bellezza… sopportazione ed armonia… Infondo noi siamo resi felici o infelici, non dalle circostanze della vita, ma dal nostro atteggiamento verso di esse e il migliore atteggiamento è proprio SORRIDERE… con gli occhi e con il cuore… come fate Voi.

E un grazie a IVO, al MIO IVO perché tu sei tutto ciò per cui vale la pena vivere !

Besitos come sempre Saby e Ivo from Italy

Foto e testo di Brambilla Sabina. Grazie 🙂