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…non solo la lontananza fisica per quella terra, ma anche e soprattutto a far avvertire la mancanza di tutti quei sorrisi splendidi e gratuiti incontrati per le strade, sui tuk tuk, nelle spiagge e alle bancarelle. Adesso che siamo a casa ci manca fortemente quella sensazione di pace e serenità assorbite e spontaneamente sorridiamo a nostra volta, ricordando la gentilezza e il modo tranquillo di vivere dei thailandesi, i loro zigomi alti e sporgenti, i loro occhietti a mandorla socchiusi ma grandi, i loro occhi pare che ridono, illuminati e aggraziati.

La Thailandia è sempre stata nei nostri pensieri… però ci siamo andati solo questo anno, certo è che avevamo bisogno di un periodo di totale distacco dall’impegno lavorativo e il fatto di voler allargare nuovamente i confini dello spirito verso oriente ha fatto coincidere la scelta sulla Thailandia, inginocchiata dallo tsunami e purtroppo fortemente sconsigliata da quasi tutti gli agenti di viaggio.

Quindi ragion per cui… convinti come sempre, prima contattiamo via email gente che vive laggiù, come il mitico Martino o Luca (hi dears kop kun cap!!) che abitano in Phuket i quali ci rassicurano che tutto è attivo e migliorato, poi sentiamo la cara signora Antonietta (nostra fidata consulente di viaggi) che come sempre ci organizza il viaggio al gran completo. Il momento è propizio, partiamo il 27/05/2005 salutiamo Gigi il fratellone che ci accompagna a Malpensa, prendiamo il volo diretto con Thai e dopo 12 ore di aereo, persi nell’azzurro del cielo e avvolti dalle nuvole, capiamo che l’andata è volata nel vero senso della parola, siamo già a Bangkok -> Krung Thep ovvero la Città Degli Angeli.

Il pensiero corre e va a tutte le cose che ingordamente vogliamo fare, templi che dovremo visitare, cibi da assaggiare, templi dove raccoglierci, inizia la nostra stagione del turismo culturale, l’idea come sempre è quella di conoscere nuove essenze, stili civiltà, avvicinarsi il più possibile al diverso, incontrare gente speciale, insomma Sawasdee in Bangkok… c’è molto da fare.
La capitale non è certo la città ideale da visitare a piedi, per le lunghe distanze oltre che per il clima ma c’è un pò di tutto e ci si può organizzare a piacere, noi alloggiamo nella nuova zona di Sukhumvit grande area ad est della città proprio dopo il Night Bazar impedibile ritrovo serale, siamo obbligati a prendere i mezzi per avvicinarci al centro. Ma non c’è problema perché la città è ben servita, scegliamo tra i pullman di linea, la metropolitana rialzata Expressway che gira ad anello tutto intorno la città, i battelli sul fiume Chao Praya, le speed boat oppure gli impedibili tuk tuk, piccoli e rumorosissimi furgoncini o meglio ape car (come definirli??) taxi a tre ruote guidati da un motorino che tocca gli 80/100 all’ora che ti sballottano qua e là, ma che ridere!

C’è da dire che per le strade davvero regnano incontrastati il rumore del traffico, lo smog, ingorghi allucinanti, siamo assordati dal caos delle bancarelle e dei mercatini, le puzze di fumo (ma che tipo di fumo è!!!) soprattutto la cosa da cui maggiormente ci si deve difendere è l’assurda calura e l’umidità che si respira nell’aria, pesante e soffocante. Chi dice che Bangkok è deprimente e sporca sbaglia, o l’ha visitata male o non l’ha vista proprio, perché la capitale è ricca di spunti e non limita le sue attrattive ai monumenti, c’è in disordine il tutto e il di più, c’è molto da approfondire anzi diciamo pure che per noi 4 giorni sono stati pochi in effetti, a parte il favoloso Palazzo Reale, nel quale ci si perderebbe volentieri più giornate (caldo permettendo) nella capitale si innalzano decine di wat (templi) con i più famosi Buddha, di varie dimensioni colori materiali e pose, musei nazionali, cappelle buddiste e templi cinesi, quartieri a tema, sale da gioco, palestre thai, centri benessere per massaggi e arti locali, aree commerciali e parchi, il nostro preferito è il Lumpini Park center, c’è veramente troppo da vedere!

In una giornata visitiamo bene 3-4 templi per volta, certo il nostro ritmo non è da turisti ma da viaggiatori/divoratori di eventi, si trotta e si galoppa per la città e ci si rinfresca giusto nelle pause pranzo o merenda sempre obbligatori per noi 2 bambinoni; grazie anche ai nostri tuk tuk drivers, sia Pu che Nalong sono stati guide molto competenti e poco commerciali.
Il brutto infatti è il senso del commerciale che c’è qui, tutto gira intorno alle visite delle fabbriche di batik, ovunque, per strada o nei negozi ti propinano giri per altri negozi, altro ciopping… come dicono in thai… in gioielleria per le gemme, nei ristorantini per la thai salade, alle bancarelle per assaggiare i noodle, ai grandi bazar per vestiti, ombrelli scarpe e altro ancora, basta non se ne puo più, noi francamente questo “Giri” per turisti desiderosi di saldi proprio non li amiamo, anzi li evitiamo accuratamente.

Così iniziamo alla mattina di buon ora, sempre prima delle 8.00 e sempre dopo un’abbondante colazione, alla volta del centro città curiosando i templi, poi a piedi verso il bordello di Chinatown, impedibile così come il quartiere indiano, navigando accoccolati sulle acque luride del Chao Praya e in qualsiasi punto della città scattiamo foto, foto e ancora foto.
L’ingresso ai templi non è caro anzi, con 20 bath a testa si possono visitare gli interni e con l’aggiunta di 100 bath in due si trovano sempre guide disponibili in inglese per le spiegazioni del caso.

Nel Wat Traimit ammiriamo l’imponente statua altissima del Buddha d’oro in stile Sukotai, all’esterno giochiamo con le file di campane che saggiamente Nalong suona “esclusivamente” per noi, sarà che è la prima visita in un Wat ma tutto intorno si assapora un’atmosfera molto autentica e raccolta, chi accende ceri, chi posa fiori a terra, chi emette canticchiando leggeri gemiti di adorazione, chi lascia le ciabattine all’esterno delle sale e ovviamente chi, prendendo d’assalto l’interno con macchine e videocamere senza considerare la sacralità del luogo, sbraita a destra e a manca “this is Wat Traimit this is Wat Traimit”
Qui l’appunto curioso è che con noi girano per tutto il percorso 2 finaliste di Miss Universo, la Miss Trinidad and Tobago e la Miss Zaire, ovviamente anche loro sono stra-ammirate, fanno shopping, posano in foto ricordo, firmano autografi e non c’è che dire sono bellissime, ma la nostra preferita rimane miss Puertorico!

Lasciando il Wat ci fermiamo nel city center, al Democracy Monument, chiamato familiarmente da tutti “The Demo”, la scultura voluta da un architetto italiano raffigura 4 enormi ali d’angelo e rappresenta il senso di democrazia del paese nonostante sia stato voluto più di 60 anni fa per commemorare la monarchia costituzionale. Il re e la regina qui sono ovunque, grandi gigantografie sulle strade raffiguranti i reali nei loro momenti di vita quotidiana, oppure si trovano le loro foto nelle hall degli aeroporti, hotel e ristoranti, molti li onorano con fiorellini caramelle e cestinetti di candele accese, insomma la famiglia reale è amatissima e realmente ben voluta.
Si prosegue alla volta della visita dei Templi e del Palazzo Reale, il più famoso tempio di tutta la Thailandia con all’interno il Wat Phra Keo detto “Il Tempio del Buddha di Smeraldo”.
Il complesso è stato costruito quando Bangkok divenne la capitale del regno di Siam più di 3 secoli fa, al posto dell’antica e bellissima Ayutthaya e qui ammiriamo la grande Chedi d’oro, più di cento edifici religiosi, templi, cappelle e l’attuale residenza reale, il palazzo Chitlada, decisamente chiuso al pubblico ma fotografato da tutti i lati con i suoi soldati che fanno da guardia.

Il top di questo complesso è nella Cappella Reale dove c’è l’ Emerald Buddha, una statua di Buddha (piccolina che delusione) posta su un altare inavvicinabile, alta solo cm. 65 intagliata in un solo pezzo di giada e nefrite e non di smeraldo, come erroneamente indica il nome, onorata da tutto il mondo buddista .
Questo è il luogo in assoluto più sacro per tutti i credenti non solo Thai, ovviamente è impossibile scattare foto o riprendere con videocamere all’interno, ci si deve vestire adeguatamente con sarong e magliettine, portare fiori in dono, stare sempre con i piedi verso l’altare e mai girarsi di spalle, comportarsi insomma in modo rispettoso. Anche se non è il nostro Dio, in fondo il rispetto è ovunque segno di educazione e grande civiltà, per cui anche se un pò ci dispiace, non riprendiamo e non scattiamo foto ma ci rilassiamo al suono delle cantilene dei monaci di arancio vestiti.

Segue la visita del Wat Pho, il più antico tempio di Bangkok considerato la prima Università della Thailandia, dove e’ conservato il grandioso Buddha sdraiato, lungo oltre 46 metri e alto 15 metri, tutto ricoperto di veline d’oro, in assoluto il nostro preferito.
Da qualsiasi parte lo si guarda la statua distesa che rappresenta il passaggio al Nirvana, è sempre troppo bella, mistico ed imponente al tempo stesso, si inizia dalla sua testa con grandi riccioli i capelli d’oro, si passa al busto al grande ventre alle ginocchia e si termina ai suoi piedi, meglio dire piedoni, tutti intagliati nell’oro e nella madreperla come gli occhi, che narrano gli eventi più importanti della vita del piccolo Buddha. Ai piedi della statua ci spiegano che ci sono le spoglie del re Rama I, l’imperatore che inizio la dinastia dei Rama i re più potenti di tutto il regno dell’antico Siam.
A nostro parere il templio che lo circonda è troppo piccolino o forse è la statua che è troppo grossa, sembra quasi sminuita nell’interezza dell’edificio, però proseguendo all’esterno del parco si continua ad ammirare l’arte sukothai, con le 4 grandi chedi (le stupa) rivestite di piastrelline colorate, entriamo nella biblioteca della filosofia, con gallerie raffiguranti 400 piccoli Buddha d’oro e tutto intorno ha un sapore di magico, con le fontane le cascatelle e i prati verdi ricchi di piante e piccoli fiori rossi.

La nostra prima giornata in Bangkok si conclude nel tardo pomeriggio nel totale relax del Lumpini Park, enorme polmone verde della città e proprio di passaggio sulla strada verso casa, questo parco con un enorme lago all’interno e canali laterali sarà la nostra meta di tutte le fine giornata, dove ci rinfreschiamo, noleggiamo il pedalo, guardiamo i varani liberi e alla fine .. Apri il menu…t thai food….
Il giorno successivo si riprende con il giro nel maestoso corso del fiume Chao Phraya e nella fitta rete dei suoi infiniti canali si vede di tutto. Noleggiando il taxi boat abbiamo modo di vedere la metropoli nei suoi grandi contrasti, la modernissima città commerciale e splendida città d’arte del giorno prima è in contrasto con quella di adesso, che conserva malamente le case sulle palafitte, le baracche decadenti ben lontane dall’occhio indiscreto del turista, la sporcizia accatastata vicino alle chiuse del canale e che dire i bambini fanno il bagno in acque decisamente infestate e verdeggianti insieme ai toponi a ai varani.
Vero è che il canale rimane il loro grande mezzo di comunicazione, per le barche che trasportano carichi di riso, di ghiaccio di frutta o verdure, è punto di scambio e d’incontro per le donnine locali che vendono mercanzie strane, canoe a pagaia per il trasporto dei prodotti alimentari, qui nessuna casa possiede il frigorifero e ogni giorno si va a far la spesa ai mercatini, la spesa viene caricata sulle barchette e tranquillamente si fa su e giù per Bangkok… carino però!

Fatto sta che l’escursione di appena tre ore si trasforma in un grande spettacolo sulla loro vita quotidiana, bimbi che salutano dall’alto dei balconcini e non appena ci avviciniamo ai moli tutti appaiono come per magia sbucando da chissà dove, dai pontili, sulle palafitte e tra la fitta vegetazione. C’è povertà, ma mai abbiamo incontrato gente che chiede l’elemosina; c’è confusione, ma tutti sanno dove andare; non ci sono i nostri confort ma il loro stile di vita è modesto corretto e molto dignitoso! E’ difficile capire se non si passa per questi posti, qui c’è un senso completamente diverso dal nostro di vivere di pensare, di porsi verso la religione, il lavoro, il denaro, inconcepibile e estremamente rispettoso,

E’ inevitabile, una volta scesi dalla speed boat ciondolanti ci dirigiamo verso il tanto decantato Wat Arun, straordinario templio dedicato all’alba, da visitare però all’ora del tramonto, come in molti ci hanno detto. Questo è un bel templio, con 4 enormi torri, ultima dimora del Buddha di smeraldo prima che venisse portato al Pra Kaeo, è un complesso enorme e all’interno troviamo capannelle di monaci anziani intenti a pregare seduti sull’erba, sono tutti rasati e vestono di arancio e di giallo, il contesto è originale perché sorge proprio sulla riva del Chao Praya, un tempo in questo posto c’era un enorme palazzo reale con all’interno conservata l’antica torre kmer alta 80 metri, ancora visibile.
Ci accodiamo a un gruppetto di spagnoli che ci precede, scroccando e ammiriamo tutti gli edifici del parco, ricoperti da luccicanti piastrelline multicolorate che formano mosaici deliziosi per estetica ma anche raffinati nel gusto, somigliano a vecchie porcellane cinese e non si limitano al bianco e al blu, ci sono a seconda delle facciate, più sfumature di colori e ovunque immagini di vita del dio Aruna (dio indiano dell’alba appunto) e del Buddha. Tutto intorno lungo il perimetro del parco si vedono pagode in legno e se l’occhio va oltre si capisce subito che sono in netto contrasto con gli enormi grattacieli in vetro e i palazzi di pregio ora divenuti hotel di lusso ultramoderni.

L’ultimo giorno si parte sempre con il fido Nalong per il nord, visiteremo precisamente il palazzo reale di Bang Pain e Ayutthaya. La giornata è molto calda già dal primo mattino e ci divertiamo da subito, Nalong è troppo funny ma furbo al tempo stesso, inizia premurosamente a descriverci tutto ciò che si vede dall’autostrada, palazzi wat e aeroporto compreso, poi a un certo punto esclama, ” Bibi, Ibo, (non ha mai pronunciato i nostri nomi nel modo giusto) sto inventando, non so la strada e soprattutto è la prima volta che anche io vengo ad Ayutthaya !”
Ma bravo, ce la ridiamo insieme, confidando che tra la nostra guida Edt in italiano, i cartelli in thai e le indicazioni in inglese, prima o poi dovremmo arrivare a ‘sta benedetta Ayutthaya !
E così fu sempre dritto, alla grande rotonda seguiamo i pulman che ci precedono, finalmente si intravede l’insegna che indica “Royal Household Bang Pain Palace”… si siamo arrivati Okkk va bene!

Il palazzo è la residenza estiva del monarca dalla metà del 1800 ed è frequentata ultimamente dai nipoti del regnante che si dice arrivino direttamente in battello dal fiume Chao Praya da Bkk, è facile trovarli nel parco che studiano come tutti i ragazzi della loro età. Tutto è molto verde curato e annaffiato, all’interno ci sono fontane, pagode cinesi, la water house, il grande faro e soprattutto ovunque intagliate negli alberi e tra i cespugli, le sagome degli elefanti l’animale preferito del re. Se questo piccolo palazzo reale merita la visita, Ayutthaya, l’antica capitale la stramerita.

Per chi ama e vive per l’arte, l’architettura e la storia qui è un’immersione totale, la città è disseminata di padiglioni, statue, pagode, resti di antichi palazzi non a caso è stata universalmente riconosciuta patrimonio mondiale dell’Unesco, impossibile non innamorarsi di questo sito a cielo aperto, perché si diventa reali testimoni di mezzo millennio di storia.
Ayutthaya è stata l’impareggiabile capitale della Thailandia dal 1350 fino al 1782, il più importante centro commerciale, militare e politico; oggi rimane una delle città più uniche di tutta l’Asia ed è bello girarla liberamente assaporandone il senso del “patrimonio dell’umanità”.
Se si arriva qui però fermarsi in loco per almeno 2/3 giornate perché c’è da non perdere troppi musei e wat con le preziose collezioni e documenti che testimoniano la storia dei regni che si sono alternati nel corso dei secoli in questa zona, fortezza protetta dalle acque e vero gioiello d’arte. Tutti i 33 sovrani , continuativamente nei secoli e col passare del regno hanno abbellito e ingrandito le mura della vecchia capitale, elevando torri chedi sculture una vera miniera ! La città aveva più di 600 monumenti con pitture copiate e personalizzate nel corso della storia dalle culture dei vicini Skilanka e Laos, ed è stata continuamente in guerra con Birmania e Cambogia, sanguinosamente stravolta dall’invasione dei loro eserciti storici nemici thai, che l’han portata alla decadenza e al crollo definitivo alla fine del 16 secolo. Noi e Steve l’amico canadese, riusciamo a visitare solamente 4 siti, oltre alla nursery degli elefanti ed è già pomeriggio inoltrato!

Anche questa giornata è volata, dobbiamo tornare verso Bkk, ahimè ci congediamo da Nalong è stato il nostro ultimo tuk tuk day insieme, ci facciamo scaricare al sea food restaurant del Night Bazar, poi in hotel a preparare le valigie e a nanna, domani abbiamo l’aereo per Phuket.

La conclusione al momento è che questo GRAN bel viaggio dall’altra parte del mondo, un viaggio umano, carico di sorrisi, di speranza, di infinita tranquillità, ci ha ispirato che bisogna avere sempre e comunque la voglia di imparare, rispettare e amare la gente e le cose, cosi da tornare ogni volta a casa ed essere un pochino migliori rispetto a ciò che in realtà crediamo di essere.

Saswadee Bibi e Ibo….sempre noi Saby e Ivo Motta from Milan.

Foto e testo di Brambilla Sabina. Grazie 🙂