Il 9 festa delle lumacche a Molini di Triora, il 16 festa dello stoccafisso a Badalucco e il 23 festa del fungo a Triora

Famoso come “borgo delle streghe”, Triora (provincia di Imperia) è un centro medievale sulla cresta del monte Trono (776 m) e il paese più importante dell´alta valle Argentina. I vicoli, i portali d´ardesia, le forme architettoniche, in cui si mescolano i periodi e gli stili, aumentano il fascino del centro storico, in cui spiccano i resti della porta Peirana, la porta e la fontana Sottana, le rovine del castello e la piazza della collegiata dell´Assunta. Sorta su un tempio pagano, la chiesa custodisce tele di Luca Cambiaso e del senese Taddeo di Bartolo. Nel vicino oratorio di San Giovanni Battista (1694) c´è una statua del Maragliano. Prima dell´abitato si incontrano la chiesa medievale della Madonna delle Grazie e l´ottocentesca chiesa del Buon Viaggio, sulla strada per il santuario di San Giovanni dei Prati. Del forte della Colombara e della Sella restano soltanto i ruderi, così come della chiesa romanica di Santa Caterina, sul poggio delle Pie, e del “fortino” genovese del 1100. La chiesa campestre di San Bernardino (XV secolo) ha un bel porticato a tre arcate e, all´interno, un ciclo di affreschi a tema biblico, forse del Canavesio. Nel museo etnografico della civiltà contadina si conservano calchi dei reperti preistorici rinvenuti nella “tana della volpe” e nel “buco del diavolo”, ma soprattutto gli atti del processo alle streghe del 1588, che condannò tredici persone alla tortura e al rogo in località Cabotina (o grotta delle Streghe). Esiste anche un piccolo giardino botanico con le specie della zona, tutelate con l´istituzione del parco delle Alpi Liguri che interessa anche il territorio di Triora e intende salvaguardare l´habitat vario e prezioso di animali rari come l´aquila reale e l´ermellino. Tra un salto nei paesi e una visita ai boschi e alle grotte si può indulgere a piaceri più tranquilli: i “suggeli” con il “bruzzo” (gnocchi conditi con una tipica ricotta) o la torta verde cotta col metodo del “trepiede”.

Anche se le trote, i gamberi di fiume, le anguille e altre prelibatezze popolano i torrenti, a Badalucco il pesce per eccellenza è lo stoccafisso. Una realtà gastronomica che però pone questo territorio in relazione con territori lontani, la Norvegia e lo scalo della vicina Francia, da dove i pescatori marsigliesi partivano per i banchi di Terranova. Comunque sia, cibo di origine mitica e cucinato in maniera ormai tradizionale fin dal XV secolo. Segno di relazione e di scambio, si esalta nella preparazione di Badalucco e lo si celebra il 16 settembre con la Festa dello Stoccafisso.

Informazioni: www.comune.triora.im.it – www.valleargentina.it