Si può tranquillamente affermare che il padiglione del Kazakhstan, la terra delle opportunità, sia il più coinvolgente e tra i più avveneristici di Expo Milano 2015. Ma cosa c’è al suo interno?

Il padiglione del Kazakhstan è quello che da sempre ha tenuto ore in coda i visitatori. Nelle ultime settimane le file hanno raggiunto le 7 ore di attesa e spesso gli addetti hanno dovuto chiudere le code per eccesso di visitatori. Scopriamo allora insieme cosa si nasconde dentro questo scrigno argentato. Senza dimenticare che per arrivare ad Astana, che ospiterà una esposizione internazionale nel 2017, servono solo poche ore di aereo.

Il Padiglione del Kazakhstan a Expo Milano 2015 è un coinvolgente percorso di emozioni, creatività e contenuti innovativi. Fin dall’esterno, tra una coda e l’altra, i visitatori sono intrattenuti da spettacoli, musica, concerti e balli tipici, ogni giorno diversi: così attendere in fila è già una esperienza e tutto è reso meno noioso. Se volete scoprire i nomi degli artisti, chiedete al Dj! Ma la magia inizia una volta varcato l’ingresso del padiglione.

Il viaggio in Kazakhstan dura una ventina di minuti ed è composto da tre parti: un preshow durante il quale un’artista kazaka introduce alla storia del Paese attraverso l’arte del sandpainting, che lascia a bocca aperta; una sala ricca di contenuti e giochi articolati in sei aree che propongono i temi agricoltura, animali da allevamento, meraviglie del Kazakhstan, ecologia, acquacoltura e agricoltura sostenibile ed infine un viaggio virtuale in 4D mozzafiato. Il padiglione kazako mira a sensibilizzare il visitatore sul tema della tutela delle risorse agricole e naturali, sulla cultura e l’idea dello sviluppo sostenibile, sulla cui rotta il Paese vuole decisamente incamminarsi.

Dopo lo spettacolo di arte della sabbia, saliamo con la scala mobile al piano superiore, tra quadri vivi in movimento. Esploriamo così la sala centrale, dove lo staff conduce la visita attraverso le sei aree.

Alexander Barayev, padre dell’agricoltura moderna. La prima rotonda è dedicata alla scienza agronomica di Alexander Barayev e ai risultati del suo lavoro. I metodi “senza aratura” di Alexander Barayev per conservare l’umidità del suolo hanno fatto dello scienziato kazako uno degli architetti dell’agricoltura moderna. Il centro della rotonda è caratterizzato da un reperto originale: la scrivania di Alexander Barayev con tutti i suoi strumenti.

La seconda rotonda è dedicata agli animali da allevamento. Qui è possibile assaggiare il kumis, il latte di cavalla fermentato. Attenzione se avete problemi di allergie o non tollerate il lattosio. Il sapore di questo latte è piuttosto acidulo e l’odore molto forte. E’ una bevanda che si trova solo in primavera e in estate, momento dei parti. Il latte di giumenta viene fatto fermentare per circa tre giorni, secondo il contenuto di materia grassa e lo spessore del latte, al termine dei quali si travasa in un chelek (secchio o barile di legno) e si sbatte con uno stantuffo di legno chiamato bishkek (da cui prende il nome la città). Il Kumis ha sostanze biologicamente attive; è famoso per i suoi poteri curativi e perché sviluppa il sistema immunitario, ma non esagerate nel consumo!

La terza rotonda mostra le meraviglie del Kazakhstan, tra cui le mele, che arrivano da qui e che (in alcune varietà locali) possono arrivare fino al kilo di peso.
Un’altra specialità è il miele della parte orientale del Kazakhstan, esattamente nella regione dell’Altai.

Se pensavate che i tulipani fossero prerogativa olandese, sbagliate di grosso. Con un filmato scoprirete che il tulipano selvatico è originario del Kazakhstan. Premendo un pulsante potrete sentirne la fragranza. Un vero viaggio dei sensi!

La ruota del tempo sul Mare d’Aral e la vasca degli storioni. Nella quarta rotonda, si mostra l’ecoregione della steppa del Kazakhstan, che costituisce la più ampia steppa secca del mondo. Purtroppo quest’area è stata il teatro del disastro ecologico del prosciugamento del Mare d’Aral. Qui esso è rappresentato da una ruota, spingendo la quale si mostra il perimetro delle acque nei vari decenni, dal 1970 a oggi, quando la costruzione di una diga ha permesso se non altro il salvataggio di una piccola parte settentrionale.

Nella quinta rotonda, dedicata all’acquacoltura, il punto d’attrazione è la vasca di storioni del Caspio, che offrono il pregiato caviale. Oggi il caviale Beluga non è più commercializzato per preservare il pregiato Storione Beluga. Ma il Kazakhstan ha elaborato un metodo, che potrete apprendere da un video, chiamato mungitura, che consente di estrarre le uova di storione senza uccidere l’animale.

Un gioco interattivo per ‘sconfiggere’ le cavallette

La sesta rotonda è quella più amata dai bambini. Dedicata all’agricoltura del futuro, si parla del pericolo rappresentato dalle cavallette, che minacciano il rendimento delle coltivazioni del Kazakhstan. Nel 2013, gli sciami di cavallette hanno devastato più di 2 milioni di ettari di coltivazioni. L’area del Lago Balkhash ricoperta di canneti, costituisce uno dei più vasti luoghi di riproduzione delle cavallette dell’Asia Centrale. Gli scienziati hanno sviluppato un sistema di monitoraggio tramite drone per individuare le aree interessate dai focolai, che sono spesso solo di alcuni chilometri quadrati di dimensioni. In questo modo, si riesce a evitare l’utilizzo di insetticidi su larga scala. Questo concetto è espresso tramite un videogioco interattivo, nel quale bisogna sterminare le cavallette senza danneggiare le coltivazioni.

Il viaggio in 4D

Dopo aver appreso tutto quanto offre il padiglione, è tempo di allacciare le cinture e partire per un viaggio magico. Si entra nel cinema con la volta a cupola, si indossano gli occhialini e hanno inizio 5 minuti di pura magia, sorvolando il magnifico Kazakhstan su sedili che si muovono, offrendo forti emozioni e la sensazione di poter quasi toccare con mano questa splendida terra. Gli storici ritengono che le ampie steppe dell’attuale Kazakistan siano state i luoghi dove l’uomo per la prima volta ha addomesticato il cavallo, che non mancano nel viaggio 4D. E dai cavalli si passa a volare sino al viale centrale di Astana, attraverso una torre alta alcune centinaia di metri sulla cui sommità è collocata una sfera: il globo d’oro. Disegnata da sir Norman Foster, celebre architetto inglese, rappresenta l’albero magico su cui è assiso l’uccello della felicità: Samkur. Secondo una leggenda locale il globo è il suo uovo.
E’ una esperienza difficilmente descrivibile, solo da provare!

Astana 2017: Energia del Futuro

Completato il percorso del padiglione, si esce dal piano terra, dove si può vedere il plastico dell’area espositiva di Astana, già in costruzione.

Il tema di Astana 2017 sarà Energia del Futuro. L’area espositiva prevede una sfera centrale ove ci saranno mostre ed altro; un intorno circolare che offre spazio a 100 paesi partecipanti; due villaggi residenziali dei quali uno dedicato a chi lavorerà all’esposizione. Un grosso centro commerciale di ingresso all’area completa il progetto, tutto all’insegna dell’energia solare di un impianto appositamente progettato. La città si trova in una delle zone più fredde del pianeta, con escursioni di anche 70 gradi tra estate e inverno.

Astana ha ufficialmente inaugurato 5 anni fa il Khan Shatyr Entertainment Centre, meglio conosciuto come la “tenda più alta al mondo” progettata da Norman Foster per la capitale del Kazakhstan. Il nuovo centro per attività urbane culturali e sociali sorge all’estremità nord del nuovo asse urbano di Astana ed occupa una superficie complessiva di 200mila metri quadrati. Una vera e propria città nella città che ospita centri commerciali, ristoranti, cinema, un parco a scala urbana, canali, piazze, strade, campi da golf, un centro termale, un centro sportivo e una spiaggia al coperto. All’interno è nato anche un parco acquatico che si estende in altezza attraverso terrazze ondulate che offrono ai visitatori vaste aree pubbliche e oasi verdi. Dalla terrazza più alta è possibile ammirare il parco nella sua interezza.

L’involucro, fiore all’occhiello del progetto, è stato realizzato in un materiale plastico progettato per avere un’alta resistenza alla corrosione in un ampio spettro di temperature che assicurerà all’interno un clima estivo anche nei mesi più rigidi. La sua trasparenza assicura il passaggio di luce naturale all’interno; mentre la sua resistenza consentirà ai visitatori di tuffarsi in acqua con il comfort di un clima tropicale anche quando fuori la temperatura sarà scesa a -35°C. Durante l’inverno la formazione di ghiaccio sul lato interno dell’involucro sarà impedita da un sistema di controllo climatico che spingerà aria calda verso la superficie interna della tenda; sistema che impedirà inoltre la formazione di correnti d’aria discendenti. In estate l’ombreggiamento sarà assicurato dall’applicazione di foglia di fritta di vetro sullo strato più esterno dell’involucro. Davvero qualcosa di grandioso! Il masterplan della capitale kazaka contempla il succedersi di architetture sempre diverse.

Astana ha conosciuto nell’ultimo decennio un incremento demografico eclatante, triplicando la popolazione fino agli attuali 750 mila abitanti, che si stima diventeranno 1,2 milioni nel 2030. L’età media della popolazione, 30 anni, è sintomo di una città in trasformazione e crescita, con progetti architettonici ambiziosi e con un futuristico e brillante downtown. Indipendente dal 1991, il Kazakhstan è governato dal 1994 mediante una costituzione emanata dal suo Sovrano democraticamente eletto, che le ha imposto un nome kazako: Astana significa infatti “la capitale”. Ovvero: “il posto dove si prendono le decisioni”; in antico persiano è invece il nome del luogo dove si adora la tomba del santo ed è stato scelto perché si pronuncia facilmente in molte lingue.

Una curiosità: Marco Balich, autore dello spettacolo dell’Albero della Vita di Expo Milano 2015, è volato anche ad Astana per la presentazione ufficiale della esposizione internazionale del 2017. «L’Expo di Milano — ha scritto Balich dal Kazakhstan — ci sta restituendo quello in cui abbiamo sempre creduto: una grande energia cosmopolita e la voglia di guardare al futuro con ottimismo. Il successo di questa esposizione ha ridato a Milano e agli italiani quella consapevolezza e orgoglio sulle nostre capacità che tutto il mondo, Kazakhstan compreso, vuole riprodurre».

Gustare il Kazakhstan a tavola

Il ristorante, infine, offre piatti tradizionali di pollo, agnello, cavallo: il plov, ad esempio, è un piatto tipico kazako, tutto da provare. I principali ingredienti del plov sono carne, riso, cipolla e carote. Le carote vengono grattugiate e le cipolle tritate per dare sapore al cibo; in seguito, vengono fritte con grossi pezzi di carne in una grande quantità d’olio. Il riso e l’acqua vengono aggiunti successivamente; si lascia bollire il tutto finché il riso non è cotto.
Gli Shashlik sono gustosi spiedini di pollo e agnello. Il kazy è un tipo di salsiccia realizzata con carne di cavallo.

Il samsa è lo snack più amato del Kazakhstan, street food come anche cibo di ristoranti stellati. Ha un ripieno di carne – di solito montone ma anche manzo o pollo, avvolto da una sfogliatina dalla forma triangolare o rettangolare. Lo snack è cotto per rendere la parte esterna croccante e la parte interna succosa. Nel sud del Kazakhstan esiste una varietà chiamata tandyrnaya samsa. Questo tipo di samsa viene realizzato con un impasto senza lievito e viene cotto in un forno di argilla dalla forma sferica che si chiama tandyr.

La cena tipica, al ristorante kazako in Expo, è accompagnata da un infuso di frutti rossi, il Mors, che si beve freddo. Per finire provate il chak-chak, tipico dessert kazako a base di pasta fritta immersa nel miele.

Tra le curiosità, segnaliamo il leipioskka, il pane piatto e rotondo del Kazakhstan, diffuso in tutto il Paese.
La gente del Kazakistan celebra il Nauruz, festa della primavera, con una festa che include invariabilmente il guja – un porridge fatto con sette specie di grano e sumalyak – un pasto fatto con i germogli del frumento che vengono bolliti fino a creare massa omogenea.

Un viaggio in Expo davvero strepitoso, che lascia le porte aperte ad un viaggio ad Astana tra due anni: perché no?