Il 16 e 17 giugno 2007 si terrà la XVI° edizione della celebre rievocazione storica de “L’Assedio di Canelli”. Più di duemila figuranti in costume si incontrano per far rivivere lo storico assedio subito nel 1613.
Musica, teatro, storia, costume, arte, artigianato ed enogastronomia sono gli elementi di una “miscela” avvincente che richiama ogni anno più di 50.000 visitatori. L’Assedio di Canelli “una sopresa dietro l’altra, un’emozione continua”.

L’Assedio di Canelli e’ molto più di una semplice rievocazione storica: e’ la festa dei Canellesi che, rivivendo il passato, sanciscono forte e chiara la propria identità, e si riappropriano di quelle “radici” che sono presupposto fondamentale di ogni comunità.

E’ una festa in cui l’esatta ricostruzione storica viene resa viva ed autentica dal coinvolgimento popolare, che riesce a creare un clima difficilmente riscontrabile in altre manifestazioni in costume.

E’ una festa senza schemi e senza forzature, in cui la storia rivive attimo per attimo anche nei più piccoli gesti, nelle espressioni dei volti, nelle ombre e nelle pietre della Città antica. Sul canovaccio degli avvenimenti principali oltre mille canellesi in costume ricreano per due giorni l’atmosfera e le situazioni di una città assediata, coinvolgendo il visitatore che diventa al tempo stesso testimone degli eventi e protagonista, confondendosi tra ufficiali e soldati o tra contadini sbandati con i loro animali; frequentando le osterie e le taverne dove convengono anche i malfattori e gli accattoni, sussultando per gli imprevisti scoppi delle artiglierie nemiche evitando i carriaggi e di masserizie che strepitano sul selciato. Come per i soldati e i popolani, il visitatore, deve sottostare agli obblighi ferrei del lasciapassare; deve accettare di buon grado l’eventuale inquisizione da parte delle guardie di ronda, e rischia la berlina se nelle osterie alzasse troppo il gomito; e poi odore di polvere da sparo dovunque, tamburi, ordini concitati, ispezioni a sorpresa, momenti di relativa tranquillità alternati a quelli eccitati dalle sortite, alterigia degli ufficiali e doloro della povera gente.

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