Nella settimana antecedente l’ultima domenica di settembre a Chiusi (SI), si svolge la “Festa dell’Uva e del Vino”, sagra popolare dedicata a questo nobile frutto ed alla bevanda che ci delizia. Nata nel 1983, continua ad essere il momento principale delle feste chiusine. In ognuno dei sette giorni interessati, si svolgono manifestazioni enogastronomiche, culturali e folcloristiche.

Le numerose cantine, aperte per l’occasione dai produttori locali, offrono spuntini ed assaggi, mentre le vie del paese sono animate da musica e spettacoli. Le caratteristiche taverne dei Terzieri sono a disposizione dei molti visitatori, che qui possono gustare i tipici piatti della cucina chiusina.

Oltre ai famosi “pici”, fatti a mano dalle massaie dell’Associazione (pasta lunga di farina ed acqua — Riguardo all’etimologia della parola “pici”, il Vocabolario della Crusca chiama “pinco” una “spezie di cetriuolo, dalla cui similitudine si dice pinco al membro virile”. E’ piatto tipico del territorio senese… un tempo territorio etrusco di Chiusi) e conditi con i sughi di “nana”, di aglione o di pesce del nostro lago, la fanno da padrone la polenta condita con il maiale, la zuppa di farro e le carni alla brace, non trascurando i noti “cantucci”, dolcetti secchi con mandorle, da gustare imbevuti nel prelibato ‘vin santo’ toscano.

Una gastronomia saporita, ma costituita da ingredienti poveri, antico retaggio della millenaria miseria in cui ha versato il nostro popolo nel corso della sua storia.

Per organizzare questa festa, si attivano gran parte degli abitanti del centro storico, improvvisandosi cuochi e camerieri, cantinieri ed attori. Si, proprio attori! Infatti l’Associazione dei Terzieri di Chiusi, con la propria Compagnia di Teatro Popolare “Sant’Angelo”, allestisce, per il godimento del pubblico, commedie satiriche in vernacolo. Personaggio principale è sempre il nostro amato Re Porsenna, che assistito dal fido segretario Velturio canzona (anzi in dialetto: fa la visciaia), fustigando in chiave comica i moderni amministratori, con trovate sceniche ed esilaranti anacronismi storici.

Il sabato e la domenica finali rappresentano sempre il culmine della festa, a cui partecipano artisti di strada e attrazioni del folclore nazionale ed internazionale. Le vie della città si animano di una folla che riconosce in questa festa una consuetudine di ritrovo familiare, con il sapore di una rimpatriata annuale.

Concludiamo con le parole di un nostro caro concittadino, il poeta popolare Plinio Mannucci: “Briachi di ogni terra, affluite nel chiusino, vi manderemo in estasi, vi guarirem col vino”. E con questo, anche a nome dell’Associazione, ci rendiamo partecipi nel dire che l’amata bevanda deve essere fonte di piacere, di cultura e non di eccesso. E’ la nostra filosofia.

Per informazioni: www.festadelluvaedelvino.it