Rappresenta il parossismo del divertimento, degli eccessi e della trasgressione, ma è anche un momento di aggregazione sociale e di espressione della tradizione più radicata. È il carnevale, la grande festa del travestimento e dello scherzo, che in Friuli Venezia Giulia sfoggia, in un vortice di riti secolari, uno straordinario spettacolo per grandi e piccini.

Una miriade di eventi carnevaleschi diffusi in tutti i borghi della regione seguono le orme di tre grandi correnti del baccanale mascherato.

Si parte il 2 febbraio dal Voshankh – questo il nome del carnevale di Sauris – che riaccende l´antico rito delle figure magiche del Rölar e del Kheirar. La piccola comunità saurana, un´isola alloglotta tedesca diventata nel tempo una perla della montagna e dell´enogastronomia del Friuli Venezia Giulia, ha conservato le particolarità di un carnevale dominato dalle maschere in legno. Il Rölar – figura demoniaca che chiama a raccolta il paese agitando i sonagli metallici che porta in vita, i “röln” appunto – e il Kheirar – il re delle maschere – dettano i tempi di un corteo in costume, diviso tra le maschere brutte (Scheintena schembln) e quelle belle (Scherana schembln).

Prima di dedicarsi alle danze e ai festeggiamenti, l´allegra sfilata, impreziosita da maschere fedelmente riprodotte da artigiani del luogo in base ai modelli originali del museo delle arti e tradizioni popolari di Tolmezzo, prosegue attraverso un antico e suggestivo percorso notturno illuminato dalla luce fioca delle lanterne, tra il riverbero della neve e le secolari abetaie. Sulle note della zitira e della bünkula, versione resiana del violino e del violoncello, la Val Resia “balla” un carnevale del tutto particolare, pieno di avvenimenti e di sorprese che si perpetuano nella tradizione. Il Pust, il nome resiano del carnevale, parte venerdì 1 febbraio con Püst za hïšah, la sarabanda mascherata dei bambini, e si conclude il 6 febbraio con la processione e il funerale del babaz, il fantoccio simbolo delle sfortune dell´anno passato che tradizionalmente viene bruciato in un rogo. In mezzo tanti spettacoli mascherati che vedono contrapposti i babaci e i kukaci, le maschere tipiche di questa comunità dalle antiche origini slave.

Gli influssi veneziani si fanno a sentire invece a Muggia, ultimo lembo di Istria rimasta all´Italia, che vanta una delle più antiche manifestazioni carnevalesche d´Italia. Un evento che ha il suo momento clou nella sfilata dei carri allegorici, in programma domenica 3 febbraio, che vede marciare un corteo di oltre 2 mila maschere, rigorosamente a volto scoperto. A Muggia, infatti, il corso mascherato è un´arte, un´occasione per mettere in mostra le proprie capacità recitative. Ad aprire la settimana carnevalesca, che vede impegnate le otto compagnie del carnevale muggesano per tutto l´anno, sarà come di consueto l´incoronazione del Re Carnevale e il tradizionale Ballo della verdura. Il calendario del Carneval de Muja si arricchirà, nel corso della settimana, di numerosi appuntamenti musicali, enogastronomici e ludici, con la conclusione affidata, nel mercoledì delle Ceneri, alle cerimonie per il funerale del carnevale.