Una tra le più eleganti Ville Venete, inserita in un ambiente collinare tra i più belli d’Italia, ospiterà, lungo un programma che si svilupperà su cinque anni, una indagine su un tema assolutamente affascinante, quello del connubio, incontro, scontro tra l’arte e il paesaggio, non nella grande storia dell’arte veneta ma nei suoi più recenti sviluppi, dal secondo dopoguerra all’attualità.
Ad essere coinvolti nella ricerca saranno artisti legati per residenza, attività, ispirazione al particolarissimo territorio che dalle Alpi discende alla Laguna veneziana.

Il progetto messo a punto Dino Marangon su invito del Comune di Pieve di Soligo e di Euromobil Arte, ha come tema e filo conduttore il “Possibile Paesaggio”.
Il primo appuntamento del ciclo quinquennale – a partire da uno dei principali assiomi del moderno, secondo il quale dipingere non significa riprodurre quello che c’è, bensì far vedere quello che altrimenti non si vedrebbe – è comunque dedicato a ricerche e immagini che vanno Oltre il Paesaggio ed è previsto dall’8 febbraio al 19 aprile 2009.

Riunirà all’interno, ma anche nel parco della settecentesca Villa, più di cento opere: alla ricerca di ciò che, nell’arte dell’ultimo mezzo secolo, pur senza ignorare quanto permane delle caratteristiche storiche, degli influssi, degli echi del grande paesaggismo di tradizione veneta, tende al superamento di ogni immediata referenzialità esterna, attraverso la costruzione di un ambiente immaginativo concepito come ritmo astratto della natura, come puro spazio cromatico, come analisi dei mezzi stessi della pittura e altresì come sedimentazione alchemica e come esplorazione dei nuovi media.

Se in alcuni dei protagonisti (Birolli, Santomaso, Turcato, Vedova, Afro) del cosiddetto Gruppo degli Otto sorto nel 1952 in seguito alla scissione del Fronte Nuovo delle Arti, su impulso di Lionello Venturi, la metafora del reale continua a far intravedere poetici rapporti con la realtà fenomenica, nello Spazialismo di Virgilio Guidi, di Mario Deluigi, di Vinicio Vianello, di Anton Giulio Ambrosini, di Tancredi, di Edmondo Bacci e di Gino Morandis si consuma ogni riferimento all’orizzonte naturale per attingere a più ampie visioni cosmiche, ideali ed escatologiche.
Ma, e questo è forse l’aspetto più interessante dell’iniziativa, la mostra non si limita a esporre, dal particolare punto di vista del Possibile Paesaggio, un congruo numero di opere relative a correnti e a gruppi ormai ampiamente conosciuti dal pubblico più raffinato, ma intende altresì riproporre all’attenzione raggiungimenti e ricerche spesso non ancora adeguatamente conosciuti e apprezzati dal mercato e dalla stessa critica e, oltre a ciò, tutta una serie di personalità di notevole spessore e originalità, indispensabili a ricostruire il complesso intreccio della civiltà artistica gravitante nella seconda metà del secolo scorso attorno al capoluogo veneto, ai suoi musei e alle sue gallerie.

Un adeguato spazio sarà così riservato ai dipinti di Bill Congdon – uno dei protagonisti della Scuola di New York – alle sue straordinarie visioni di Venezia, ai suoi emozionanti paesaggi dell’anima.
Il nucleo centrale dell’esposizione riguarderà quindi le opere di artisti come Ferruccio Bortoluzzi, Giovanni Korompay, Leon Gischia, Bruno Blenner, Ennio Finzi, Riccardo Licata, Saverio Rampin, Gino Silvestri, per dare quindi spazio alle ipotesi paesaggistiche attive nelle ricerche percettive di Alberto Biasi e Franco Costalonga, alla pittura analitica di Paolo Patelli o di Pope, alle raffinate istanze novorealistiche di Raoul Schultz, alle sognanti simbologie di Nino Memo, alle sedimentazioni alchemiche di Maurizio Cosua e di Gea D’este, e alla pittura neoluministica del più giovane Franco Ruaro.
Un adeguato spazio verrà poi riservato alle celebri Sostituzioni di Germano Olivotto.

Un ulteriore settore si incentrerà sulle ricerche video, sviluppate nell’ambito della Galleria del Cavallino da artisti come Guido Sartorelli, Claudio Ambrosini, Michele Sambin, Luigi Viola e Paolo Fassetta, e ancora sui progetti e le videoinstallazioni di Fabrizio Plessi.
Infine nel parco troveranno posto alcuni interventi Site specific di Claudia Steiner e di Enrico Minato.

Realizzata nell’ambito di tutta una serie di convegni, iniziative e incontri sui più diversi aspetti del Paesaggio promossi dall’Assessorato alla Cultura del Comune di Pieve di Soligo, Oltre il paesaggio, si propone quindi all’attenzione di chi voglia riflettere su questa essenziale tematica aprendosi anche all’emozione di proposte nuove e sorprendenti, ma sempre di grande qualità intellettuale e creativa, la cui conoscenza appare per molti aspetti indispensabile, se è vero che, come si intitola una delle opere esposte, L’uomo si ciba di paesaggio.
Quindi: Prossimo appuntamento: primavera del 2009 con.

“OLTRE IL PAESAGGIO” Pieve di Soligo (Treviso), Villa Brandolini d’Adda (Piazza Libertà 7), 8 febbraio-19 aprile 2009. Mostra promossa dal Comune di Pieve di Soligo – Assessorato alla Cultura, dalla Regione del Veneto e da Euromobil. A cura di Dino Marangon. Catalogo a cura di Dino Marangon, con interventi di Michele Beraldo e Franca Bizzotto.

Informazioni e prenotazioni: 0438985335
www.comunepievedisoligo.it
www.pievecultura.it