Sarà inaugurata il 7 luglio presso il Convento del Carmine di Marsala la mostra antologica di Fabrizio Clerici, la prima mai organizzata in Sicilia. Curata da Sergio Troisi, in collaborazione con l’Archivio Fabrizio Clerici di Roma, è promossa e realizzata dall’Ente Mostra di Pittura Contemporanea “Città di Marsala”. La rassegna, ultima in ordine di tempo, di un importante programma che da anni promuove l’arte italiana del Novecento, intende ripercorrere la vicenda del grande “visionario” e presenta un’ampia, quanto significativa, raccolta di opere: dipinti e opere su carta provenienti da importanti collezioni pubbliche e private. L’antologica segue, nei diversi ambiti, l’intero percorso dell’artista: dalla pittura alla grafica, dall’attività di illustratore a quella di scenografo. Attraversa le grandi fasi che ne hanno caratterizzato l’intera produzione, dai famosi labirinti alle composizioni fantastiche di immaginari paesaggi archeologici, dagli interni di matrice onirica, le cosiddette “stanze”, alla serie dedicata alle figure e ai simboli dell’antico Egitto, fino alle opere ispirate a Friedrich, Böcklin e Signorelli.

La pittura visionaria di Clerici, colta e raffinata nei riferimenti artistici e letterari e ricca di influenze metafisico- surrealiste, non è riducibile alla poetica dei movimenti a cui la stessa è ispirata. L’intera opera, apparentemente algida e aristocratica, estranea al dibattito culturale del dopoguerra, é intrisa, ad ogni modo, delle umane inquietudini di quel novecento alienante e ostile che ha caratterizzato la fine del secondo millennio. L’artista assume attraverso la sua produzione una posizione refrattaria difficile da inquadrare per gruppi o tendenze: l’attenzione alla linea eccentrica delle figurazioni manieriste, degli apparati barocchi, delle rovine settecentesche e dei fantasmi tardo-romantici e simbolisti. L’opera di Clerici, non a caso, stringe con assoluta audacia le suggestioni del Piranesi, l’autorevolezza negli studi sull’antichità classica del gesuita ed erudito tedesco del XVII secolo Athanasius Kircher, come di Caspar David Friedrich e Arnold Böcklin, trasferendone i codici figurativi e di ricerca nel suo paesaggio contemporaneo, inevitabilmente intriso di inquietudini ed introspezioni. Artista dalla poetica complessa e di matrice eclettica, è amico di alcuni fra i più famosi critici, musicisti e letterati del Novecento. Clerici ha ottenuto prestigiosi riconoscimenti nazionali e internazionali per la sua opera e dal MOMA al Guggenheim di New York, dal Centre Pompidou di Parigi al Puskin di Mosca, dai musei Vaticani a prestigiose collezioni private e pubbliche, le sue opere sono parte importante e significativa dell’arte italiana del Novecento.

La rassegna di Marsala è composta da oltre 100 opere, fra dipinti, disegni e bozzetti di scena, che esaltano la complessità e ricchezza culturale dell’artista nei peculiari e vasti riferimenti figurativi. Si distinguono per bellezza e contenuto le opere: Il Minotauro accusa pubblicamente sua madre (prima versione del 1948), che aveva profondamente appassionato il visionario per eccellenza Salvador Dalì, il celebre Sonno romano (1955) le Confessioni palermitane (1954). Fra i dipinti più importanti vi saranno: la Minerva Phlegraea, (1956-57) eccezionalmente prestata e mai più esposta dopo l’antologica dell’artista presso la Galleria Nazionale d’Arte Moderna di Roma nel 1990 e il Krak des Chevaliers (1968), prima d’ora esposto solo nel 1968 a Berlino. Accanto ad altri noti lavori, vi è la serie dedicata ai miraggi, alle città sepolte, alle archeologie domestiche e alle “stanze”. Queste ultime, dagli anni Sessanta, sono caratterizzate dalla presenza di figure divine della simbologia egizia, come il Dio-falco Horus e le sfingi di ariete. Il vuoto, come elemento e spazio della memoria, prevale nelle opere degli anni Settanta e ben è rappresentato nei due celebri dipinti Corpus hermeticum e Un istante dopo. Nella mostra di Marsala è riproposta l’attività di scenografo di Clerici che lavorò per i più importanti teatri internazionali.

Fra i molti bozzetti, l’Incoronazione di Poppea per il Teatro La Fenice di Venezia nel 1949; Les Chevaliers de la Table Ronde di Jean Cocteau nel 1956 (spettacolo non realizzato) Alì Babà per il Teatro alla Scala nel 1963; Tre passi nel delirio, del 1968 di Federico Fellini, con il quale collaborò anche in altre occasioni; Dedalo per il Teatro Comunale in occasione della XXXV edizione del Maggio Musicale fiorentino nel 1972. Oltre all’esposizione dei dipinti più noti, arricchisce la mostra una selezione di opere su carta, unitamente ad una serie di documenti che testimoniano i rapporti di Clerici con artisti suoi contemporanei come Giorgio de Chirico, Jean Cocteau, Alberto Savinio; a critici e storici dell’arte come Bernard Berenson, Giulio Carlo Argan, Cesare Brandi.

La mostra propone altresì una serie di confronti con alcuni dei motivi ispiratori di Clerici (tra cui il gesuita Athanasius Kircher e Giovanbattista Piranesi) e, ancora, con alcune sequenze di celebri film di fantascienza degli anni Sessanta e Settanta che testimoniano l’affinità della pittura di Clerici con la componente fantastica e visionaria della cultura di massa del secondo Novecento. Il catalogo, edito da Sellerio, presenta testi di Sergio Troisi e Nicoletta Campanella ed è arricchito da foto e documenti anche inediti. Gli apparati bibliografici sono a cura dell’Archivio Fabrizio Clerici.

Fabrizio Clerici Opere 1937-1992
Periodo: 7 luglio – 28 ottobre 2007
Inaugurazione: 7 luglio, ore 18. 30
Luogo: Ente Mostra nazionale di Pittura Contemporanea Città di Marsala, Convento del Carmine (Piazza Carmine, Marsala)

Informazioni: tel. 0923/711631, info@pinacotecamarsala. It Orari: 10/13, 18/20. Chiuso lunedì. Ingresso: gratuito www.pinacotecamarsala.it