Occhi puntati sui Lungarni la notte del 2 giugno, Festa della Repubblica: il Palazzo della Borsa, la storica sede della Camera di Commercio fiorentina, si illumina dei colori d’Italia.

È una delle tante iniziative messe in campo per le celebrazioni del 60° anniversario della Costituzione Repubblicana, entrata in vigore nel 1948 a macerie ancora fumanti, all’indomani del secondo conflitto mondiale. Una data ormai lontana ma sempre attuale, densa com’è di valori umani e civili ai quali, oggi più che mai, vi è bisogno di richiamarsi.

Alle 21.00 esatte la facciata della sede camerale, che occupa l’intero tratto del Lungarno Diaz compreso fra Piazza Mentana e Piazza dei Giudici, sulla riva destra dell’Arno, si accenderà per diventare un unico grande tricolore, offrendo così ai Fiorentini ed ai numerosi turisti una visione spettacolare e inedita della nostra città. Un’occasione da non perdere, ricca di significati simbolici. Il sito, infatti, ha un’importanza storica del tutto particolare: in quel luogo sorgeva il bello e pittoresco Tiratoio delle Travi, un antichissimo edificio industriale progettato forse dal grande Arnolfo e appartenuto alla potente corporazione dell’Arte della Lana.

Dopo lo scioglimento delle corporazioni medievali, in epoca granducale, l’edificio passò alla “Camera di Commercio ed Arti”, la prima istituita in Italia nel 1770. L’ultimo dei Granduchi, Leopoldo Ii, decise poi di abbattere l’edificio per costruire una sorta di “tempio dell’economia”, una sede moderna e rappresentativa dove collocare la Borsa di Commercio, la Banca Nazionale Toscana e la Camera di Commercio. Nacque così il Palazzo della Borsa che, iniziato nel 1858, fu completato in soli tre anni. Ma in questo brevissimo lasso di tempo era intervenuto un decisivo mutamento epocale: nel 1860 l’unità nazionale era diventata una realtà. Leopoldo Ii, che aveva voluto erigere un edificio-simbolo della Toscana che progrediva non fece in tempo a vederlo ultimato; l’Italia era finalmente unita e Firenze da lì a poco ne sarebbe perfino diventata la Capitale.

È in questo filo rosso, che segna il passaggio dalla Firenze medievale a quella granducale e infine a quella odierna, che il Palazzo della Borsa trova la sua dimensione di luogo-simbolo dell’operosità di Firenze e delle tensioni ideali e civili del suo popolo, emblema storico di uno straordinario legame fra tradizione e progresso. Ed è in questa chiave che la Camera di Commercio vuole dare un segno della propria partecipazione, con un evento creativo e al tempo stesso “politico”, nel significato originario e più alto di questa parola: un evento che vuole ribadire il senso di appartenenza a una comunità e alla sua storia, ma insieme collocare questo sentimento di orgoglio in quello, più ampio, del richiamo ai valori dell’unità nazionale e della nostra Costituzione. Il tricolore (realizzato con l’apporto tecnico di Silfi Spa) brillerà nella notte fiorentina per una intera settimana, fino a domenica 8 giugno.

La scenografia dei Lungarni sarà certamente affascinante, particolarmente alla vista dal Piazzale Michelangelo, e si può prevedere che molti saranno gli occhi e gli obiettivi fotografici che non si lasceranno sfuggire un’immagine così suggestiva.

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