QUANDO IL SOLE SI OSCURA

di Alexander Màscàl

“Il grande tempio, simbolo del Sole che sta al centro dell’universo, si ergeva nel centro della Città di Luce. Attorno, sette cinta murarie e sette cortili, simboleggiavano i sette pianeti conosciuti del nostro sistema solare. Nel grande santuario decorato con pitture policrome le statue dei re volgevano lo sguardo verso l’altare di porfido verde che dominava l’enorme scalinata su cui saliva il Figlio del Sole, con indosso le vesti sacerdotali per officiare il rito solare. Sulla sommità della piramide davanti all’altare di pietra si sarebbe avvicinato ancor più al suo Dio: lui, unico intermediario mistico tra i comuni mortale e lo splendore del dio Aton.
Il Sole splendeva alto, quando d’un tratto lentamente iniziò ad oscurarsi, sino a scomparire: l’eclissi segnava un momento di rito per uomini lontani da noi migliaia di anni…
Tutti s’inchinarono intonando una nenia funebre al Sole morente, ma non c’era terrore nei presenti, perchè l’evento era stato annunciato dai Grandi Sacerdoti del “Tempio del Sole” e vissuto come un momento di preghiera rivolto al grande astro lucente. Il Gran Sacerdote alzò le braccia al cielo. La sua voce divenne preghiera: “Oh, grande Dio Sole. Risorgi dal buio della notte che oscura il giorno. Destati e riscalda i cuori dei tuoi adoratori”. Così, a Posidonia, la capitale d’Atlantide si accoglieva un’eclissi di Sole 11.000 anni fa“.

Undicimila anni dopo Aton, “il Sole Nascente”, sorgeva ancora, sommerso dalle sabbie del deserto, illuminando un uomo che saliva lentamente la grande scala di pietra che conduceva all’altare. I suoi passi erano lenti, quasi rituali, come se ad ognuno egli meditasse. Di tanto in tanto si soffermava, volgendo lo sguardo verso il grande disco solare, poi s’inginocchiava, come a pregare. I Sacerdoti del Tempio, con la lunga tunica bianca, coperta da pelli di leopardo, lo seguivano intonando un canto sommesso. Sulla cima, accanto all’altare in un braciere dorato ardevano legni profumati. L’uomo gettò nel fuoco una manciata d’incenso. La fiamma rossastra divenne fumo biancastro che si alzò nel cielo come una preghiera che vuol giungere agli dei. Dagli altari posti nei sette cortili che circondavano la piramide s’alzò contemporaneamente un fumo odoroso d’incenso. L’uomo alzò lentamente le braccia al cielo, come per offrire una vittima invisibile, poi con voce possente iniziò la sua preghiera ad Aton, il dio Sole!

“Tutto quello che è su questa Terra, dalla montagna in cui si leva il Sole a quella dietro la quale tramonta, le terre e le acque, le piante e gli animali, uomini e case, tutto è offerto a Te, Sole vivo, Aton. O Grande Padre dell’Universo, possente generatore di vita, io dedico a Te ogni cosa. A Te grande Aton volgo la mia preghiera e che il tuo regno sia sulla Terra, come in Cielo”.

Tutto attorno era silenzio. I fedeli s’inchinarono, trombe, liuti, sistri e flauti intonarono una dolce musica, mentre la folla intonò il canto: “Salute a Te, Aton. Gloria a te Re dei re e lunga vita a te figlio del Sole: possente Akhenaton!”. E’ così, che il grande faraone Akhenaton, all’alba, a mezzogiorno e al tramonto, ripeteva lo stesso rito ad Aton, il dio Sole, “l’unico” dio!

Da sempre gli astri hanno accompagnato la vita lavorativa, politica e religiosa dell’uomo. La semina e il raccolto subivano l’influenza degli astri. Lo stesso umore degli uomini e il loro carattere erano legati ad essi. La religione innalzava preghiere al cielo…e ai loro abitanti. Gli eventi funesti, come quelli gioiosi mantenevano un ritmo con il respiro dell’universo. Persino la vita politica e militare era legata al loro soffio vitale e le eclissi erano la più simbolica interpretazione del volere degli astri: il Sole oscurato veniva interpretato come foriero di lutti, presagio di guerre, carestie, epidemie e ogni altro evento distruttivo. Per questi motivi, come ogni astro, anche il Sole era considerato una divinità da adorare, anzi, egli era il Dio di tutti gli dei.

Si afferma che ogni eclissi “porti qualcosa” e difficilmente propendiamo per “qualcosa di favorevole”… Ma cos’è in astronomia un’eclissi?

E’ un fenomeno che consiste nell’occultamento parziale o totale di un corpo celeste da parte di un altro. La Terra ha due tipi d’eclissi: quella lunare, che si verifica quando l’ombra della terra investe la Luna, e quella solare quando la Luna passando fra la Terra e il Sole, ne intercetta i raggi luminosi e proietta la propria ombra sulla Terra. Oggi non solo i fenomeni naturali ma anche quelli più soprannaturali e misteriosi vengono affrontati con indifferenza, pochi li seguono con curiosità scientifica e interesse. Di loro sappiamo tutto o “quasi tutto” e ognuno porta nuove conoscenze che vanno a comporre una “strada a ritroso” che ci conduce alle origini del fenomeno. Con indifferenza ci disinteressiamo di quegli eventi naturali che a volte compaiono nei nostri cieli, in fondo tutti sanno cos’è un’eclissi, ma ben pochi sanno andare indietro nel tempo di milioni di anni, immaginando quando il primo uomo giunto sulla terra ha vissuto con paura gli attimi di un’eclissi. Magia e religiosità, devono essere stati i pensieri che hanno terrorizzato i primi abitanti del nostro pianeta e sono questi fenomeni ad aver dato vita agli Dei e alla Magia!

Erano i primi passi che l’uomo faceva in un mondo -sconvolto e coinvolto- da eventi e fenomeni naturali a lui ancora sconosciuti. E’ facile immaginare le sue paure davanti allo scatenarsi di lampi e tuoni, al primo approccio con il fuoco, a quelli con i terremoti, le eruzioni e altre calamità naturali, o anche davanti ad un semplice arcobaleno, o a quelli con la vita, il dolore, la morte, e immaginare quale terrore provocò in lui un’eclissi non necessita di studi approfonditi!

Tra storia e simbologia

Per i latini “Sol” era l’astro intorno al quale ruotano i pianeti del nostro sistema solare e in ordine di distanza troviamo: Mercurio, Venere, Terra, Marte, Giove, Saturno, Urano, Nettuno, scoperto nel 1846 e Plutone, nel 1930. Per gli astrologi rappresenta simbolicamente il principio vitale, la forza che tutto crea, il maschile-positivo. Nell’astrologia esoterica troviamo il Sole terrestre e quello spirituale. Una via di mezzo tra le zone oscure dell’inconscio umano e quelle luminose della super-coscienza: solo attraverso il buio e le tenebre si giunge alla Luce… Il Sole governa il settimo giorno della settimana, la domenica; è abbinato al colore giallo e all’oro; al diamante e allo Zaffiro Stellato dal cupo colore blu; al numero sei e al fuoco.

Nei Tarocchi le Carte sono i Sentieri di Saggezza: i numeri, come le lettere e i suoni, sono quelle manifestazioni che Dio usò per la Creazione. Il Sole è la Carta 19, indica la discesa della Luce che libera la mente dalle costrizioni del mondo circostante ed è simbolo degli Illuminati. Il numero 19 è la massima espressione perchè composto dal primo dei numeri, l’1 che indica Dio, la Creazione, e l’ultimo prima della loro ripetizione, il 9.

Il Sole è fonte di vita, di luce e di calore, simboleggia Dio, padre divino, creatore e dispensatore dei beni più preziosi, per questo l’adorazione verso questa energia cosmica è universale per tutti i popoli ed è una vera religione cosmica già in uso milioni d’anni fa. Se del culto solare dei primi uomini della preistoria abbiamo vaghe tracce, oltre quelle della “logica”, in mitologia sappiamo che ha rappresentato varie divinità.

Per i per i Romani era Giove, la personificazione del cielo e della luce, da cui nacque Danae che si trasformandosi in pioggia di luce. Nell’antica Roma dell’imperatore Aureliano, per suo volere, divenne la divinità suprema del culto pubblico. Nel 274 d.C. gli fece erigere un magnifico tempio. Per i Greci era Zeus, la massima autorità dell’Olimpo ordinatore dell’universo, padre di dei e uomini. Dominava il cielo e la terra, a lui furono dedicati i giochi olimpici e il tempio di Olimpia. Il figlio, Apollo, era il dio dell’arte e della bellezza. Nel mondo greco-romano personificava il Sole che faceva maturare le messi e sanava le malattie. Era il dio della divinazione e della profezia, il suo più importante oracolo era quello di Delfi. Per la cultura vedica era Mitra, dio solare dell’ordine cosmico.

Il Sole, nell’antico Egitto era associato alla divina persona del faraone. Era il dio Ra e, per la leggenda che lo lega alla sposa Iside, era Osiride, la personificazione del ciclo vitale delle stagioni legate alla natura che muore e rinasce: simbolo di rigenerazione periodica, di resurrezione e d’immortalità. Nel 1372 a.C. in Egitto, durante la XVIII dinastia, a soli dodici anni Amenofi IV (divenuto poi Akhenaton), salì al trono del più vasto impero della sua epoca e in pochi anni gettò le basi del monoteismo cosmico: millenni prima della nascita del Cristianesimo. Sotto il suo regno si ha una profonda riforma religiosa. Il primo esempio di misticismo che millenni fa diede vita a quello che potrebbe essere considerato un anticipo sul cattolicesimo. Questa innovazione religiosa volta al dio Aton (il Sole), si basava sull’adorazione della Trinità rappresentata da padre, madre e figlio, per questo i figli e la sua sposa erano partecipi della sua natura divina. Il faraone era considerato il figlio di Aton e per queste “origini solari” il trono era riservato solo agli uomini. La storia racconta che furono solo due gli esempi di donne elevate al rango di faraone: Hatshepsut che salì al trono come reggente durante la minorità del figliastro Thutmose III, e non esitò a portare la barba rituale, …posticcia, e Nefertiti, moglie di Akhenaton. Secondo la tradizione Akhenaton discendeva dagli atlantidi che adoravano il disco solare. Anche Aton, il dio unico, era rappresentato dal disco solare i cui raggi orientati verso il basso, terminano con le mani che spesso sorreggono l’ankh, la croce egizia simbolo della vita, dell’immortalità e degli Iniziati. Era l’adorazione “dell’energia cosmica”, di cui si diceva ne fosse plasmato lo stesso faraone, per questo nella nuova religione solare non vi era alcun simbolismo, mitologia, leggenda, miracoli, santi o altri dei. Il culto avveniva in una nuova città chiamata Akhetaton (Tell El Amarna), in cui il Sole era simboleggiato da un disco d’oro puro.

La nuova metropoli sorgeva lungo il Nilo, lontano da Tebe, dove il faraone fece costruire un insieme monumentale di palazzi e di templi. La città era circondata da una cintura scarlatta di mattoni smaltati che costituivano la cinta esterna della città, lunga parecchi chilometri. Gli edifici erano di una straordinaria bellezza, il loro splendore e la magnificenza si levavano all’orizzonte come un miraggio nel deserto. In vasche d’alabastro scorreva acqua scintillante, tutto attorno era una lussureggiante fioritura di fiori rari, di fior di loto e tamarisco, tra cui vivevano, liberi, cerbiatti, ibis, fenicotteri, ghepardi addomesticati. Il parco era attraversato da un viale centrale disseminato di sabbia rosa che conduceva al piccolo chiosco. L’eco dei canti giungeva sin nel giardino a forma di croce, simbolo dell’irraggiamento della fede, e attraverso la “Strada del Sole” si giungeva ai piedi del gigantesco portico che dava accesso al palazzo del re. Artisti, artigiani, operai, addetti all’abbellimento dei templi e scribi vivevano accanto al sovrano. Le abitazioni dei funzionari reali erano circondate, ognuna, da un piccolo giardino bagnato da un torrentello. Il ceto medio-basso viveva nella vicina città operaia creata per i lavoratori che intagliavano nella roccia le sepolture dei dignitari, e ogni famiglia disponeva di una casa di quattro locali con giardino. Non esisteva un regime autoritario e tutti avevano possibilità di svago e assoluta libertà di pensiero. Persino l’arte aveva subito profonde innovazioni che lasciavano all’artista la più ampia libertà d’espressione nel riprodurre personaggi e scene della quotidianità. Durante il governo di Akhenaton non vi furono guerre. Morì dopo 17 anni di regno e si dice che ai piedi della sua bara fu posta una preghiera rivolta al dio Sole il cui termine era: “Chiamami per sempre con il mio nome, e io ti risponderò…”.

I sacerdoti di Amon, il dio della guerra, ripresero il potere e per vendicarsi cancellarono il nome del faraone. Ogni segno della sua presenza, ogni traccia, venne fatta sparire. Fu persino vietato pronunciarne il nome e perchè il suo transito su questa terra fosse dimenticato il nome venne scalpellato ovunque compariva, affinché “l’eretico” non vi comparisse. Tell El Amarna venne rasa al suolo e le sue pietre usate per fare i templi che Ramesse II fece costruire sul Nilo. La sua sepoltura non fu mai trovata, anche se nel 1907 in una piccola tomba violata e il suo contenuto profanato, furono trovati i poveri resti di una mummia putrefatta il cui nome, le gesta e ogni altro segno di riconoscimento, era stato raschiato favorendo l’ipotesi che fosse la tomba del faraone “eretico”… Gli succedette il giovane Tutankhaton che in onore del dio Amon riprese il nome di Tutankhamon.

Il primo culto solare ci riconduce alla mitica Atlantide e se cerchiamo di approfondire il mistero degli Uomini che adorarono il Disco Solare, ritroviamo l’enigmatico personaggio appena lasciato. La madre d’Akhenaton, la regina Tiyi, era di origine Hyksos, come la moglie, la bella Nefertiti. Questo popolo influenzato dalla cultura indoeuropea aveva una religione solare che si dice ereditata dai superstiti di Atlantide. Lo stesso aspetto fisico di questo faraone è alquanto insolito da lasciarci sbalorditi. I tratti androgini di un viso che esprime dolcezza e sensibilità al di fuori del normale, ci lasciano perplessi. Braccia e gambe tremendamente magri, fianchi larghi e rotondi, petto incavato con seni prominenti quasi femminili, ventre gonfio come di donna incinta, enorme testa e cranio allungato, pesantemente chino sull’esile collo lungo e flessibile, il mento penzolante, la fronte sfuggente.
L’aspetto è umano, ma nulla in lui ricorda i lineamenti di un terrestre e ci riporta agli insegnamenti iniziatici che parlano della nostra primitiva razza descrivendola come androgina.

I Rosacroce spiegano che nei primi tempi dell’epoca iperborea, la Terra, la Luna e il Sole erano uniti e il corpo dell’uomo era ancora incompleto: ermafrodito conteneva entrambi i sessi ed era capace di riprodursi senza rapporti sessuali. Distaccandosi, le forze dei corpi celesti non influenzarono più gli esseri in modo uniforme e ognuna li governò secondo la propria forza, maschile o femminile. Il culto solare è legato all’androgino, il primo rappresentante della razza umana comparsa sulla Terra, e rappresenta la perfezione e l’immortalità.

Nel corso dei millenni s’incontrano vari Adoratori del Sole…

Il tempio megalitico di Stonehenge, in Inghilterra, è indubbiamente una tra le meraviglie del passato legate al culto solare e allo studio dell’Universo. Le diverse popolazioni che si avvicendarono nel corso dei secoli modificarono le fasi della costruzione, ma il sito mantiene ancora i primi segni della sua costruzione da parte dei neolitici (secondo periodo dell’età della pietra), autori di molte altre aree destinate alle cerimonie sacre. Il tempo ha distrutto gran parte del complesso, ma le sue rovine conservano ancora il loro fascino. Gli enormi blocchi di pietra sono la testimonianza delle sorprendenti capacità creative e la profonda conoscenza matematica ed astronomica dei suoi costruttori. Non dimentichiamo che per lo scavo e la costruzione furono usati primitivi strumenti ricavati da corna di cervo e asce di pietra levigata!
La posizione di uno dei grandi menhir (alto 5 metri), indica tuttora la levata del Sole al solstizio d’estate, 21 giugno, mentre altri giganteschi monoliti lo sono verso gli altri solstizi, gli equinozi, e così via. Indubbiamente servì anche per seguire le eclissi, il transito delle comete e altri eventi cosmici. Si tratta di un complicato osservatorio astronomico preistorico, in grado di fornire dati precisi, come farebbe uno dei moderni osservatori della nostra epoca. La possente realizzazione di questo sito dimostra che esisteva già una società preistorica evoluta, capace d’incredibili nozioni matematiche, geometriche, architettoniche e astronomiche in grado di consentire la costruzione di questo gigantesco tempio solare migliaia d’anni fa.

Esoteristi, contattisti e studiosi si pongono domande sulla sua costruzione senza riuscire a darsi una risposta esauriente, ma molti parlano di giganti, altri narrano d’individui possessori di una civiltà evoluta e precedente al diluvio, scampati alla distruzione d’Atlantide e legata al culto solare, altri ipotizzano incontri “ravvicinati” con extraterrestri. E’ ormai certo che in un remoto passato fossero esistiti esseri umani di statura sovrumana. Ne parlano i testi religiosi di varie civiltà diverse e lontane tra di loro, sia come distanza chilometrica che come epoca. Se ne parla in molte leggende e si trova riscontro in alcuni rinvenimenti insoliti.
Ogni anno una società occulta si raduna ad officiare il proprio rito magico-solare professandosi discendenti dei celtici e aggiungendo che i druidi avevano ricevuto in eredità i frammenti di un’antichissima scienza perduta, portata sulla terra da esseri giunti dallo spazio. Non dimentichiamo che anche la presenza di indizi d’incontri tra i primi abitatori della terra e forme aliene è ampiamente documentata in varie religioni e attraverso ritrovamenti insoliti…

Ma il Sole, cos’è astrologicamente e scientificamente parlando?
Da oltre 2000 anni le macchie nere sulla superficie del Sole sono osservate e registrate, ma solo con l’introduzione del cannocchiale, inizio del XVII secolo, si è potuto studiarle in modo più approfondito. Era già noto il loro stretto legame con gli intensi scoppi di radiazione sulla sua superficie. Si sapeva anche che queste macchie compaiono e scompaiono solitamente in cicli di 11 anni, anche che si sono verificati cicli che variavano da 7 a 17 anni, ed uno brevissimo di soli 2, mentre un’altro è durato ben 179. All’inizio la loro comparsa si presenta come dei “buchi” sulla superficie turbinosa del Sole ed alcuni si riuniscono formando gruppi di dimensioni enormi, milioni di chilometri, mentre i gruppi minori sono in ogni modo di molto superiori al diametro del nostro pianeta.
La moderna scienza astronomica sta studiando il fenomeno, alla scoperta del perchè compaiano, dove, quando, come si formino e quali effetti possano avere sulla vita terrestre. Di certo si sa che le macchie solari hanno degli effetti sulla Terra, le particelle elettricamente cariche emesse durante questi fenomeni provocano nella nostra atmosfera aurore polari, disturbi alle comunicazioni, sbalzi del campo magnetico e, se sono di dimensioni notevoli, anche variazioni minime della rotazione terrestre.

La stretta relazione tra il ciclo solare e le variazioni nel campo magnetico terrestre influiscono su tutta l’attività di esseri viventi: dalle cellule, agli esseri umani, ai vegetali. Il campo magnetico influisce sull’attività nervosa dell’organismo umano, sui globuli rossi del sangue, sulle funzioni cardiache, sulla nevrosi e altre malattie d’origine nervosa. Anche le tempeste magnetiche influenzano gli esseri umani, sin dall’antichità la scienza ha riconosciuto l’esistenza di un legame tra l’uomo e il mondo che lo circonda. E’ indiscutibile che le eclissi influenzino anch’esse la vita terrestre.

Oggi la rete televisiva comunica attraverso i satelliti, ma prima si affidava al Sole e la ionosfera agiva spesso sfavorevolmente sull’emissione delle onde corte. I fisici sono concordi nel riconoscere che solo le reazioni nucleari possono mantenere caldo il Sole, e che l’idrogeno è l’elemento più abbondante nel Sole, seguito dall’elio. I nuclei d’idrogeno fondendosi formano nuclei d’elio e la reazione libera energia: e i fisici nucleari… crearono la bomba a idrogeno ed ora cercano di sfruttare il potere del Sole in reattori a fusione. Alla sua nascita il Sole era una grande nuvola di gas, fredda, composta principalmente di idrogeno ed elio e una piccola parte di elementi con atomi più pesanti, residuo di precedenti generazioni di stelle. Collassandosi si riscaldò al centro, per effetto della forza di gravità e perchè bruciava idrogeno. Si sa per certo che i pianeti provocano sulla superficie solare delle piccole “maree” e che i campi gravitazionali dei pianeti variano tra di loro, ma l’intervento di forze sconosciute è ancora oggi fonte di studio.

Chissà, forse un giorno scopriremo il suo mistero. Forse impareremo a sfruttare i suoi fenomeni, il suo calore, o forse chissà… ci saremo autodistrutti prima ancora di aver scoperto il mistero degli antichi adoratori dell’Astro Lucente: d’Akhenaton, Stonehenge e Atlantide, o semplicemente… “terrestri”.
Ma io preferisco terminare come dicevano gli Iniziati: “Sono di questa Terra, ma la mia Razza proviene dai cieli…”