di Alexander Màscàl

La storia di Casa Gancia comincia nel 1829, con la nascita di Carlo Gancia che diventerà il fondatore “dell’impero dei vini” di Casa Gancia. Affiancando costantemente il padre nelle operazioni di cantina il giovane Carlo resta affascinato dall’abilità con cui il genitore riesce a trasformare i grappoli in vino, tanto che con il passare degli anni trasforma quest’attività in una vera e propria passione. A Torino inizia a frequentare gli studi di chimica e farmacia che gli danno l’opportunità di compiere esperimenti anche in campo enologico. Entusiasta cultore delle ricerche sul campo enologico, pur proseguendo gli studi, si fa assumere come apprendista in una delle più antiche liquorerie e caffetterie torinesi: la “Dettoni & C.”, posta nella centralissima Piazza Castello. In questo periodo, Carlo, attento conoscitore delle esigenze commerciali, inventa una nuova ricetta per affinare il gusto e l’aroma di un vino liquoroso molto di moda: il Vermouth. Utilizzando come base per l’infusione delle erbe, un particolare vino, il moscato, ottiene un prodotto assolutamente originale rispetto agli altri.
All’epoca il Vermouth, che era chiamato “Moscato Champagne”, ebbe una tale fortuna che per fare fronte alle richieste sorsero decine d’aziende tutte concentrate nel centro storico di Canelli.

L’innovazione enologica porta in primo piano la produzione dello Champagne e, verso la metà del 1800, la città francese di Reims s’impone come capitale della produzione. Ad un anno dalla nomina di “Direttore” nel negozio dove lavorava, Carlo si stabilisce a Reims per approfondire le nozioni di lavorazione degli champagne, facendosi assumere presso un’antica e rinomata casa di produzione locale, la Piper-Heidsieck. Vi rimane per due anni, ricoprendo le più svariate mansioni, dapprima adattandosi ad essere assunto come semplice operaio e solo successivamente passa al ruolo di tecnico specializzato ed infine a quello di esperto. Sperimentando direttamente i processi che consentono la realizzazione del prodotto si appropria dei segreti e delle tecniche del metodo classico di lavorazione, denominato dai francesi “champenoise”. Il suo intento è di riuscire a semplificare la lavorazione del metodo francese attraverso l’utilizzo delle uve moscato, consentendo un risparmio di tempo e lavorazione, per ottenere un costo di produzione inferiore che inciderebbe sul prezzo di vendita.

Con l’utilizzo delle uve Pinot sin dall’inizio si dovevano affrontare delle complesse operazioni, mentre con le uve moscato l’unico inconveniente era di riuscire a fermare la fermentazione in bottiglia per ottenere uno spumante dolce. La difficoltà stava nell’eliminare le sostanze azotate, indispensabili (come lo zucchero), per creare i lieviti: ma riuscire ad eliminare questi processi di fermentazione pareva irrealizzabile. Agli inizi del XIX secolo sorgono le prime cantine vinicole, e già nel 1830 i vini canellesi incominciano a conquistare i vicini mercati stranieri, soprattutto quello francese.

Nel 1850, Carlo torna in Italia. Con l’aiuto del fratello Edoardo si trasferisce a Chivasso dove affitta una vecchia cantina, iniziando gli esperimenti sulla possibilità di adattare il modello di vinificazione francese all’uva moscato che presenta caratteristiche simili al Pinot. Con il moscato, che è uno spumante dolce e con le uve provenienti dall’Oltrepò Pavese produce uno spumante secco, simile allo Champagne: nasce ufficialmente la Casa di produzione “Fratelli Gancia”. Chivasso è una cittadina poco distante da Torino ed è un punto di transito ferroviario indispensabile per allargare la produzione all’intera area, così nel 1861 lo stabilimento Gancia si collega con le Ferrovie Altitalia. Gli esperimenti sullo “Champagne italiano” proseguono con scarsi risultati sino al 1865, quando eliminando gli sciroppi che i produttori francesi aggiungevano al termine della lavorazione, ottiene un tipo di Champagne a base di moscato: nasce il “Primo Spumante Italiano”, superiore a quello francese e ottenuto a costi minori. Nel 1866 si ha la prima esportazione verso l’estero. Carlo ed Edoardo si trasferiscono a Canelli, sul luogo di produzione delle uve moscato, in una piccola cantina in affitto.

Dopo la conquista dei mercati francesi, i vini canellesi nel 1870 conquistano anche quello dell’America del Sud, e dell’America del Nord agli inizi del ‘900. Il 5 giungo 1870, da Firenze, allora capitale, Re Vittorio Emanuele concede alla Gancia di fregiarsi del Regio Stemma. Le cantine vinicole perdono la loro caratteristica artigianale divenendo delle industrie. Intanto lo Spumante prodotto a Canelli dall’Azienda dei fratelli Gancia acquista sempre più notorietà sui mercati sino a necessitare di un nuovo sistema di vendite adattabile alla crescente situazione commerciale. Nel 1880 nasce la società “Fratelli Gancia e C.”, che da allora influenzerà profondamente la vita degli abitanti e la storia delle sue terre che porteranno nel mondo la cultura e la civiltà del bere. Carlo Gancia sposa Marietta Barbero da cui avrà cinque figli: Adelina, Camillo, Giuseppina, Carlo Edoardo e Gaspare Giacomo.

Come in uso nelle famiglie di quel secolo spetterà al primogenito maschio, Camillo, l’eredità dell’azienda divenendo il suo diretto successore quando, alla morte del padre, nel 1897 subentrerà a dirigere l’azienda per continuare a diffondere il prestigioso marchio in ogni parte del mondo. Camillo Gancia, erede di quello che diventerà l’impero del vino, capisce l’importanza di creare dei nuovi approvvigionamenti in cui reperire le uve moscato e quindi la necessità di impiantare in loco dei vigneti esclusivamente di uve moscato. Gancia e Arnaldo Strucchi, socio e consulente, studiano, in zona, le aree idonee alla produzione delle uve moscato e con l’aiuto di Camillo Benso Conte di Cavour (che acquistò il castello), cercano inutilmente di modificare le leggi in favore dell’ampliamento delle varie zone di coltura destinate ai differenti tipi d’uve. Va ricordato che i primi vigneti del moscato erano contenuti in uno stretto spazio collinare e frammisti ad altre uve, inoltre questo vino era usato quasi esclusivamente per produrre un vino aromatico usato per la messa o per le mense dei nobili. Ai loro vani tentativi giunse in aiuto l’epidemia di filossera che nel 1916 causò l’estirpazione dei vecchi vigneti e il nuovo impianto di vitigni a moscato con innesto su basi americane. “Gancia Bianco”, il primo Vermouth italiano, nasce nel 1913. Nel 1924 Casa Gancia diventa “Fornitore Ufficiale dei Sacri Palazzi Apostolici”, e nel 1937 è il fornitore della Real Casa. Il 1950 inizia con il brindisi al nascente “Bitter Americano” e l’ascesa della Gancia segna nuovi traguardi per quella che è la sua avventura nel mondo dei grandi vini…

Circa 150 anni sono trascorsi da quando nel 1860 Carlo Gancia trasferisce la sua attività sulle colline di Canelli trasformando un piccolo borgo rurale in una zona dedita alla coltivazione del vitigno moscato e alla cultura del vino tra le più importanti d’Europa. L’attuale Azienda si estende su una vastissima area scavata nella roccia dove si trovano le Storiche Cantine che, nel 1865, furono silenziosi testimoni degli esperimenti che si conclusero con la produzione del primo spumante italiano con il Metodo Champenois (oggi denominato Metodo Tradizionale Classico).

Adiacente alle Cantine si può vedere l’infernot che da diversi anni fa parte integrante della cantina, oggi adibita a museo degli oggetti e dei preziosi documenti di Casa Gancia, in cui sono conservati gli attestati Reali e dello Stato Pontificio che la Gancia riforniva nei primi anni del’900, oltre a tutte le tipologie dei prodotti: dal Primo Spumante Italiano a quelli attuali.

La cantina storica, culla del primo spumante in Italia, ospita, oltre il “Gancia Club”, una parte che custodisce il “Museo Gancia”, e un’altra parte dedicata alla degustazione dei prodotti, riservata agli ospiti di Casa Gancia: un luogo di piacevole ritrovo per riunioni e cene ufficiali, dove l’eleganza e la calda tonalità dell’arredamento delle sale offrono un tocco di raffinatezza.

Consci dell’importanza della strategia di comunicazione pubblicitaria, i Gancia hanno sempre operato, sin dal 1870, nella ricerca profonda e accurata in questo settore. Nello stesso tempo la conservazione di tutto il materiale storico dell’Azienda ha consentito agli attuali eredi di aprire al pubblico il “Museo Gancia” nelle antiche cantine di Canelli, patria d’origine, offrendo al visitatore un patrimonio storico d’inestimabile valore culturale. Il nucleo centrale, destinato all’arte della cartellonistica, presenta un centinaio di manifesti pubblicitari.
In occasione del centenario dell’Azienda, per festeggiare l’anniversario, Casa Gancia ha lanciato sul mercato un aperitivo e l’artista francese Lucien Cayol ha realizzato un manifesto estremamente moderno nell’immagine e nei tratti stilizzati, dal titolo “L’Aperitif centenaire”.

Il Museo è meta quotidiana di visitatori a cui offre spunti storici non solo su Casa Gancia, ma anche sulla storia e la cultura del mondo contadino e della viticoltura. E’ possibile usufruire delle visite guidate al Museo Gancia e alle Cantine Storiche, dal lunedì alla domenica, su appuntamento, con orario 10 -12 / 15 -17,30 (info: tel. 0141830212) – Corso Libertà 66 – Canelli (AT)

Non lontano da Canelli, nel territorio della vicina località di Santo Stefano Belbo, sorge un’altra struttura, la “Locanda Gancia”. Originaria “stazione di pesa” delle uve che vi confluivano giungendo dalle colline circostanti, era un luogo d’incontro delle genti che qui recavano il prodotto delle loro vigne e che ancora oggi si ritrovano in questo rinnovato punto per incontri, manifestazioni e degustazioni in cui si celebra la cultura del vino e dell’enogastronomia. Nelle Cantine Storiche della famiglia Gancia più di 150 anni fa è nato il primo spumante d’Italia. Oggi quelle Cantine che hanno fatto la storia enologica italiana e mondiale restano a testimoniare l’ingegno e la caparbia di un uomo che cambiò per sempre la storia e la cultura della viticoltura, ma anche la vita e le tradizioni di molti uomini e di un intero Paese.