Si apre a Torino il 13 Marzo 2009, negli spazi espositivi di Sala Bolaffi (Via Cavour 17) la prima mostra antologica dedicata alla pittrice “Jessie Boswell” (1881-1956).
Curata da Ivana Mulatero con la collaborazione di Pino Mantovani, la mostra è destinata a far conoscere al pubblico l’opera e la vita di una grande artista inglese che fece di Torino la sua patria di elezione e di cui la storia dell’arte italiana degli ultimi cinquant’anni ha ingiustamente dimenticato l’apporto, riservandole attenzione solo al breve momento in cui partecipa alla formazione del Gruppo dei Sei Pittori di Torino (1929-1931), unica artista donna con Gigi Chessa, Nicola Galante, Carlo Levi, Francesco Menzio ed Enrico Paulucci.

Organizzata dalla Regione Piemonte in collaborazione con la Fondazione Sella e grazie all’apporto dell’Archivio Gualino di Roma, la mostra raccoglie oltre 100 opere dell’artista fra cui molti importanti inediti che documentano una curiosa e sorprendente produzione iniziale di disegni di cronaca privata e famigliare; le opere più famose esposte con I Sei, ma soprattutto i successivi dipinti, meno noti, che privilegiano il paesaggio e gli interni degli anni Trenta e Quaranta. Corredano la mostra anche ritratti e omaggi a lei dedicati da amici artisti.
Una particolarità della mostra sarà la ricca sezione riservata a documenti, oggetti, vestiti, diari e immagini attraverso cui il visitatore potrà scorrere la vita dell’artista, la sua famiglia, il contesto in cui visse, le sue relazioni con i Sella e i Gualino, le molte case in cui lavorò e visse.

L’antologica, che resterà aperta con ingresso gratuito fino al 10 Maggio 2009, conduce il visitatore alla scoperta dell’artista anche attraverso una ricca documentazione sulla vita e sul contesto in cui maturò la sua produzione pittorica.
“Vorremmo riuscire ad avvicinare al lavoro e alla vita coraggiosa di Jessie Boswell soprattutto il pubblico più giovane, oltre a quello di chi già conosce questa straordinaria artista” spiega Gianni Oliva, Assessore alla Cultura della Regione Piemonte “Una mostra così completa, anche di oggetti e informazioni sulla vita dell’artista, che aveva scelto di vivere e lavorare nella nostra città è infatti un’occasione per correggere una valutazione forse frettolosa o pregiudiziale sull’opera della Boswell ritenuta di tono minore rispetto agli altri componenti del famoso sodalizio dei Sei…”

Jessie Boswell espose alle Biennali 1924, 1926 e 1928, con una personale traiettoria formativa che la portò lontano dai circoli accademici del tempo. La sua personale visione, figlia dalla cultura visiva inglese, si esprimeva in scene d’interni intime e discrete, e un senso della natura e dei paesaggi che si esprimeva con robuste pennellate e accostamenti luminosi e cromatici. Segno di quanto la sua formazione d’artista fosse del tutto completa quando esordì con i Sei.
“La sua pittura era diversa da quella sfrontatamente espressiva e deformante di un Levi”- spiega Ivana Mulatero – “ma anche solo un’opera come ‘Fiori d’inverno (daffodils)’ del 1930, che raggiunge un’intensa fusione della forma-colore, con una smaterializzazione in chiave quasi astratta della composizione, ci spinge a ritenere che l’apporto di quest’artista nel contesto culturale e artistico della Torino tra le due guerre sia da indagare oltre gli schematismi di lettura”.

Una mostra godibile con nature morte, paesaggi, ritratti e scorci di ambienti di toni intimisti con tonalità raffinate, ariose.

Informazioni: Tel. 011-5576300
Ingresso Libero dal Martedì alla Domenica ore 10-19 Torino, Sala Bolaffi V. Cavour 17
Inaugurazione 12 Marzo ore 18.30. Aperta fino al 10 Maggio 2009

INFORMAZIONI ESSENZIALI

Titolo Jessie Boswell
Sede Sala Bolaffi – Via Camillo Benso Conte Di Cavour 17 (10123) Torino
Apertura 13 Marzo – 10 Maggio 2009
Orari 10 – 19 dal Martedì alla Domenica
Informazioni +39 011 5576300
Organizzazione Regione Piemonte – Direzione Cultura, Turismo e Sport Settore Promozione Attività Culturali con la collaborazione della Fondazione Sella e l’apporto dell’Archivio Gualino di Roma

A cura di Ivana Mulatero con la collaborazione per i testi e la ricerca di:
Pino Mantovani, Mirella Bandini, Federico Faloppa, Beatrice Marconi, Giuliana Pieri e Andrea Pivotto

“”Come molte altre artiste donne della prima metà del Novecento, anche Jessie Boswell ha subìto una visione pregiudiziale sul suo lavoro.
Vogliamo soprattutto valorizzare l’intera produzione pittorica
dalla sua prima formazione inglese a quella successiva al dissolvimento del Gruppo,
per giungere a un quadro più obbiettivo del valore del lavoro della Boswell,
nel contesto del suo tempo”. Ivana Mulatero

JESSIE BOSWELL -CITAZIONI

“Sono inglese quindi matta”- Io non sono una vera pittrice ma non importa. Sono fatta per mille cose, sono dopotutto orribilmente inglese mai tranquilla e sempre futile. Mi odio e detesto. Il fatto è che sono troppo brava. Non c’è speranza di diventare altra, temo”. J. Boswell

“Mi pare che queste poche righe costituiscano anche una buona via di accesso alla pittura di Jessie: ne sottolineano infatti la concentrazione divagante, l’abilità e la goffaggine, la consapevolezza istintiva e la balzana innocenza, la grevità e la leggerezza, l’amorosa impazienza”

JESSIE BOSWELL BIOGRAFIA
Sintesi dal testo “Nuovi valori a certe parole” di Ivana Mulatero

(Leeds, Inghilterra, 1881 – Moncrivello, Biella 1956)
Jessie Boswell era la più anziana dei Sei, aveva 48 anni quando s’inaugurò la prima mostra del gruppo e numerose esperienze coltivate sul doppio registro culturale, tra musica e pittura. Avviata dal padre agli studi musicali, dopo il diploma di pianoforte alla Royal Accademy of Music di Londra, tenne diversi concerti. Si accosta alla pittura per via imprecisata, ma di certo la formazione musicale può fornire motivi di indagine per la sua pittura, nella stesura a macchie, nella frantumazione rapsodica delle forme, nei motivetti ripetuti degli interni domestici.
Nel 1906 si trasferisce in Italia, presso una sorella sposata con il banchiere Sella. Alcune opere della prima metà degli anni Venti dimostreranno come non fosse così sprovveduta culturalmente… Come in particolare il “Bambino nello studio’, dono a Cesarina Gualino la cui casa è spesso il soggetto preferito dalla Boswell. Specialmente per i paesaggi, nella scelta del plein air e per i toni intimisti, la pittura della Boswell diviene un termine, seppure discreto ma preciso, del dibattito che comincia a coinvolgere i giovani pittori “moderni” a Torino, di reazione alla formula casoratiana.
Sul finire degli anni ’20 la Boswell si stava ritagliando un’identità tutta sua andando a vivere in un appartamento studio in via Mentana. La Boswell, espose a ben tre Biennali, quelle del 1924, 1926 e 1928, e dunque arriva all’esordio del gruppo con un considerevole curriculum. Tuttavia all’indomani del debutto dei Sei, e anche in seguito, l’accoglienza della critica fu tiepida, quasi imbarazzata di dar conto della sua presenza. Spesso relegata nei fondi di articoli con due righe di chiusura, se non omessa del tutto, fa eccezione in questo contesto critico negativo, una lettura di Carrà, di estrema finezza del 1929 “Se ci è concesso di esprimere tutto in una frase, vorremmo dire che Jessie Boswell cerca l’estrinsecazione di un principio naturalistico al di fuori degli schemi consuetudinari.
Alla simpatica e geniale indisciplinata, cui manca ancora volontà e metodo secondo Marziano Bernardi i critici sono concordi nell’attribuire una parentela stilistica con la pittura dei macchiaioli, le cui opere figuravano nella collezione Gualino. Già nell’articolo di Zanzi, scritto per la quarta mostra dei Sei allestita nel gennaio ’30, fin dal titolo, si evidenziano i sintomi della scissione del gruppo: “La tristezza di cinque artisti e di una pittrice”. Di fatto, questa fu l’ultima occasione espositiva comune. Nella primavera del ’31 la Boswell tiene una personale alla sala d’arte Guglielmi, e compie scelte che la porteranno ad esporre ancora negli anni, con poche e calibrate mostre personali.