Pordenone, PARCO, Pordenone ARte COntemporanea, Galleria Arte Moderna e Contemporanea Pordenone “A. Pizzinato”, 6 novembre 2010 – 30 gennaio 2011

La prima grande monografica italiana su Jim Goldberg, fotografo statunitense della Magnum, recente vincitore del Premio Cartier Bresson, inaugura a Pordenone una delle due sedi che andranno a costituire la nuova Galleria d’Arte Moderna e Contemporanea di Pordenone “A. Pizzinato”, denominazione che si condenserà nella sigla PARCO, Pordenone ARte COntemporanea. Lo spazio in questione è opera di Thomas Herzog che qui ha voluto realizzare un modello di recupero di edifici storici secondo criteri di assoluta ecocompatibilità, creando uno spazio che compenetra armonia e funzionalità ad un forte significato ambientale. Uno spazio interno alla città e alla sua quotidianità e che si integrerà alla sede principale di PARCO, edificio che a sua volta sarà inaugurato da una retrospettiva dedicata a Corrado Cagli.
La mostra è una produzione Comune di Pordenone, Assessorato alla cultura e MagnumPhotos di Parigi e gode del patrocinio del Consolato Generale degli Stati Uniti d’America a Milano.

Goldberg, a tutta prima, potrebbe apparire come un Giano bifronte. Da un lato è da tempo impegnato in una indagine, dura, senza alcuna concessione estetizzante, sulle condizioni di violenza e marginalità, che si esprimono nelle periferie o nelle realtà sociali complesse della sua America, ma anche in altre parti del pianeta. Dall’alto crea suggestioni che Dolce & Gabbana, come molte riviste di fashion, scelgono per le proprie campagne di comunicazione nella moda.

La mostra pordenonese – curata da Valerie Fougeirol e Marco Minuz – evidenzia come questi filoni di ricerca risultino antiteci solo in apparenza. Entrambi infatti conducono ad una unica, complessa ricerca sui mutamenti sociali che coinvolgono tutti gli stati e gli ambienti delle società contemporanee, si tratti di popolazioni decimate dall’Aids nel centro Africa che di giovani e giovanissime dell’upper class made in US alla ricerca di una difficile identità da adulti.

Dal 6 novembre al 30 gennaio, questa spazio riunirà oltre 300 foto, video, oggetti, testi, per condensare tutte le principali tappe della carriera artistica di Goldberg. Proprio dalla ricomposizione di una produzione che in altre mostre è stata “tematizzata” e quindi parcellizzata si ha la percezione dell’originalità, complessità e forza della ricerca che il grande fotografo ha compiuto e che continua ad approfondire.

Goldberg ha iniziato ad esplorare metodi narrativi sperimentali e le annesse potenzialità della combinazione fra immagini e parole con il suo lavoro “Rich and Poor”, progetto sviluppato fra il 1977 e il 1985, forte ed incisiva raffigurazione della contemporaneità americana; nel progetto Goldberg accostò immagini di persone in condizioni disagiate con immagini di persone dell’alta borghesia della costa occidentale americana, inseriti nelle loro eleganti dimore. Un progetto dal forte impatto emotivo, dove le foto venivano arricchite da testi-annotazioni delle stesse persone fotografate che trascrivevano le loro aspirazioni, percezioni e illusioni nella carta della foto stessa. Un progetto che mirava ad investigare la natura americana dei miti relativi alle classi sociali, al potere e alla felicità. Parte del progetto “Rich and Poor”, che si compone di 25 stampe fotografiche dove le immagini si combinano ai testi presenti in esse, fu esposto per la prima volta nel 1984 presso il Moma, Museum of Modern Art di New York nella mostra “Three Americans” e l’anno seguente venne pubblicato dalla casa editrice Random House. Una nuova edizione di tale progetto è in corso di preparazione ad opera della casa editrice Steidl.
Il progetto successivo, “Raised by Wolves”, vede Goldberg lavorare a stretto contatto con le vicende umane e i problemi di una giovane ragazza scappata di casa che vive la dura realtà degli “outsider” del mito americano nelle strade delle città di San Francisco e Los Angeles. Jim Goldberg fra il 1987 e il 1993 si occupa di documentare fotograficamente ed intervistare nelle strade della California le tematiche adolescenziali di questi ragazzi disagiati, le vicende dei loro operatori sanitari che li assistono e della polizia. Questo lavoro permette di rendere perfettamente la reale dimensione della straziante vita delle strade americane e della contraddittoria cultura istituzionale che la circondava. Progetto che si compone di fotografie, video, documenti, oggetti e testi scritti a mano, in grado di ricreare una specie di perfetta ambientazione della difficile vita di questi ragazzi. Ma contemporaneamente risulta essere un toccante lavoro sul complesso e contraddittorio periodo dell’adolescenza, nello specifico negli Stati Uniti d’America; un periodo ricco di insidie in particolare le droghe, la violenza e lo sfruttamento, ma anche con disperata necessità di felicità.
Il progetto “Open See” documenta l’esperienza delle persone che sfuggono da realtà in guerra, da violenze, oppressioni, povertà e realtà devastate dal problema dell’AIDS, per cercare di raggiungere l’Europa e ricrearsi una nuova vita. Originari dall’Africa, dall’Asia, dalle Est Europa e dal Medio Oriente, questi “nuovi europei” sono testimoni di violenze e brutalità ma anche di nuovi orizzonti da conquistare.

Storie di violenza e speranza raccontate da Goldberg con misura, senza ricerche di inutili coloriture. Storie che sono gli stessi protagonista a raccontarci, con i propri volti e con le riflessioni che li accompagnano.
Un documentario sul lavoro di Jim Goldberg, con numerose interviste, accompagna le immagini in mostra.

Parallelamente alla mostra su Jim Goldberg, durante il periodo d’apertura, saranno proposte conferenze, workshop, incontri con importanti figure del mondo dell’arte contemporanea.

“Jim Goldberg”. Pordenone, PARCO, Pordenone ARte COntemporanea, Galleria Arte Moderna e Contemporanea di Pordenone “Armando Pizzinato (via Bertossi ), 6 novembre 2010 – 30 gennaio 2011. Mostra promossa ed organizzata dal Comune di Pordenone, Assessorato alla Cultura in collaborazione con Magnus Photos. Patrocinio del Consolato Generale degli Stati Uniti d’America a Milano. A cura di Valerie Fougeirol e Marco Minuz. Presente catalogo di mostra.
Ingresso: gratuito