Appuntamenti a Barolo, Torino e Cuneo. Sabato 6 e domenica 7 marzo 2010 ritorna a Barolo la manifestazione che fa incontrare Barolo Chinato e cioccolato: il connubio all’insegna del dolce-amaro avverrà nell’Enoteca Regionale del Barolo, ma farà tappa anche in altri luoghi, in collaborazione con il Comune e la Pro Loco di Barolo. Il pubblico potrà assaggiare e confrontare più di 20 versioni di Barolo Chinato e avrà modo di soddisfare le proprie curiosità chiedendo direttamente ai produttori o ai sommelier presenti: un’opportunità da non perdere, se si considera la rarità di questo vino aromatizzato, prodotto solo da poche aziende.

I banchi di degustazione presso l’Enoteca saranno aperti dalle ore 10. 00, proporranno in abbinamento varie tipologie di cioccolato, messe a disposizione da alcune tra le migliori case dolciarie piemontesi – Baratti & Milano, Novi e Venchi. Nei due giorni alcuni ristoranti, caffè, vinerie, alberghi e agriturismi di Barolo, accoglieranno i gourmet appassionati o curiosi con assaggi di cioccolato e Barolo Chinato.

Nei weekend successivi la “degustazione in coppia” sarà promossa anche in altre città: il 13 e 14 marzo al Palazzo Barolo di Torino (via delle Orfane) alcuni tra i migliori pasticceri della città offriranno ai visitatori le loro specialità in abbinamento al vino dolce-amaro di Barolo e il 27 e 28 marzo al Relais Club Venchi a Cuneo, (p. Zza Europa), si potrà accompagnare il Barolo Chinato a cioccolati e gelati. A Torino un percorso didattico, predisposto dal Consorzio Tutela Barolo Barbaresco Alba Langhe e Roero in collaborazione con l’Istituto Tecnico Agrario Statale di Alba Umberto I (Scuola Enologica), guiderà i visitatori alla scoperta delle origini e delle caratteristiche tecniche del “vino da meditazione” prodotto con il Re dei Vini. Enoteca regionale del barolo. Il Barolo Chinato è un vino aromatizzato con una gradazione alcolica tra i 16 e i 17 gradi, utilizzato come “vino da meditazione”, digestivo e caldo come vin brulé. Si ottiene aggiungendo al Barolo Docg zucchero e alcol in cui siano state precedentemente poste a macerare alcune spezie, tra cui la corteccia di china calissaia, il rabarbaro e la radice di genziana. La ricetta fu messa a punto alla fine del 1800 nelle farmacie Cappellano di Serralunga e Zabaldano di Monforte d’Alba per rendere più gradevole l’assunzione di chinino, necessaria a combattere la malaria. Di lì a poco il prodotto, nato come essenza medicamentosa, cominciò a essere apprezzato nei bar e nelle vermoutherie.