Prologo

Luglio 2001. In un borgo della Castiglia, il cui nome non mi viene a mente, vidi una moltitudine di persone che con zaino in spalla camminava solitaria verso occidente. Mi dissero che la loro meta era la cattedrale di Santiago de Compostela, in Galizia. Tornato nella fredda Milano, grazie ad una serie di coincidenze, venni a sapere che il Cammino di Santiago è una delle tre rotte sacre del Cristianesimo, La prima conduce a Roma fino alla tomba di San Pietro, la seconda al Santo Sepolcro di Cristo a Gerusalemme. Nell’813 un eremita rinvenne in Galizia la tomba dell’apostolo Giacomo, decapitato in Palestina dopo aver evangelizzato la penisola iberica; la tomba diventò punto di riferimento e terza meta di pellegrinaggio per tutto il mondo cristiano, al pari di Gerusalemme e Roma.

Molti pellegrini camminano fino Santiago per motivi religiosi, tanti per motivi spirituali anche se lontani dalla fede cristiana, altri ancora solo per spirito d’avventura. Di certo non è facile camminare per circa 765 chilometri, da Saint Jean Pied De Port fino a Santiago de Compostela. In tanti compiono solo una parte del Cammino, cosa per me assolutamente impensabile, nella vita ho lasciato tante cose a metà, adesso è giunta l’ora di portare a fondo questa avventura. Certamente bastano solo cento chilometri percorsi a piedi per ottenere la Compostela, il certificato che attesta il pellegrinaggio, ma l’esperienza di compierlo dall’inizio alla fine, la gratificazione, è qualcosa di ineguagliabile.

Così a giugno decisi di partire e detti le dimissioni dal mio lavoro. La mia idea era quella di raggiungere Saint Jean Pied De Port in treno, quindi sarei passato dalla regione francese dell’Aude che da tempo avrei voluto visitare. Da Saint Jean poi avei iniziato il mio Cammino di Santiago fino a Finisterra, dove in tempi antichi si credeva finisse il mondo, qualche giorno di cammino oltre Santiago.

Così in tanti il giorno precedente ci siamo ritrovato al Karma Kafé e dopo gli abbracci e gli auguri di buona fortuna, sono partito.

La Partenza, Nimes e Agde

Ven. 1 luglio, ore 10:50, Busto Arsizio
Finalmente son salito sul treno che mi porterà a Milano. Mi son diventati gli occhi lucidi quando ho salutato Lorenzo alla stazione di Busto Arsizio, mi mancherà come mi mancherà tutta la band, gli Hyades, e gli altri amici. Ieri sera al bar di Magò qualcuno ha sostenuto che tornerò fra due giorni, ma san bene che non sarà così. In fin dei conti è anche vero che non so esattamente dove sto andando, quanto tempo starò via, cosa succederà. Ma poco importa, non sono un turista ma un viaggiatore, ho semplicemente voglia di conoscere, vedere, sapere. La vicenda mi ricorda quando andai via dalla Sicilia, mio padre pensava che sarei tornato a casa alla prima difficoltà ma al tempo stesso sapeva anche di sbagliarsi.

Ven. 1 luglio, ore 17:35, Ventimiglia
Il viaggio da Milano al confine francese è stato abbastanza tranquillo a parte il sole veramente abbagliante che ci ha fatto compagnia durante tutto il viaggio, impedendomi persino di leggere il libro su Rennes Le Chateau, una delle mie mete sui Pirenei. Adesso sono su un treno delle SFNC, le ferrovie francesi, diretto a Cannes. Scenderò alla stazione di Nice Ville, nodo ferroviario molto grande, dove spero di trovare un treno che entro stasera mi porti a Nimes o ad Avignone, non mi piacerebbe passare la notte nella stazione di Nizza. Il biglietto mi è costato un occhio ma ammetto che questo treno è decine di volte meglio di un treno italiano. A meno che questo treno sia l’equivalente del nostrano Eurostar, ciò spiegherebbe il costo e la comodità. Ho semplicemente preso il primo treno in partenza verso ovest, seguendo la via lattea che mi porterà sino Santiago!

Ven. 1 luglio, ore 23:50, Nimes
Ci son riuscito! Dopo aver effettuato un cambio a Marsiglia, adesso mi trovo a Nimes, una delle tante città che vorrei visitare in questo lungo viaggio. Però iniziano anche i problemi: lo zaino è troppo pesante, l’idea di portarmi dietro il cibo in scatola è da accantonare. Mi sento veramente bene, quando sono in un luogo che non conosco mi sento veramente a casa. E’ una sensazione difficile da spiegare, sarà per una voglia di cambiamento, sarà per spirito di avventura, ma quando sono in un luogo che non ho mai visto è come se ci abitassi da anni. Adesso dormo un po’ su una panchina qui in stazione, è troppo tardi per cercare un altro luogo dove dormire.

Sab. 2 luglio, ore 7:40, Nimes
Il mio riposo notturno è durato ben poco. Subito dopo aver scritto le ultime righe di ieri un omone in uniforme mi ha detto che la stazione a mezzanotte doveva chiudere. E io dove sarei andato a dormire?
Uscendo dalla stazione mi accorgo che Nimes è una città piena di vita, sotto i lampioni una moltitudine di gente canta e beve, così mi unisco alla bolgia e faccio un giro nel centro storico. La città è veramente piccola, in venti minuti ho già girato tutte le vie centrali e dopo una pinta di Leffe a 4 euro vado a cercare un posto dove dormire. In un parco incontro dei senza tetto che mi avevano salutato fuori dalla stazione e scambio due chiacchiere con uno di loro in spagnolo dato che io non conosco una parola di francese. Mi offrono gentilmente una panchina dove dormire ed accetto con molto piacere! Dopo due ore di sonno profondo assisto ad un’alba davvero magica, lascio quasi tutte le mie provviste di cibo ai miei amici senza tetto e faccio un giro per la città che dorme ancora. Faccio qualche foto, ci sono in giro tracce dell’origine romana di Nimes, come l’arena o il tempio di Venere. I romani la chiamarono Nemausus e la dedicarono agli dei dell’acqua, come si può vedere dalle bellissime piscine delle rovine del ninfeo romano, ma purtroppo non ho trovato neanche una fontana dove riempire il mio otre. Ho scoperto inoltre che il tessuto con cui son fatti i miei jeans, il denim (de Nimes), è nato qui nel sedicesimo secolo!

Sab. 2 luglio, ore 17:10, Quillan
Stamattina ho visitato Agde, piccola stupenda cittadina alla foce del fiume Herault. Agde sorge su di un vulcano spento, per questo motivo gli abitanti han sempre utilizzato pietra lavica per costruire le abitazioni e così tutte le case sono nere! Mi ricorda un pò i paesini sulle pendici dell’Etna, anche se questa è decisamente una città di mare. Lo si nota benissimo dai menù dei ristoranti: cozze, cozze, e ancora cozze a volontà a soli 8 euro! Mi viene in mente quella puntata de “I Simpson”, quando Homer va a cena all’Olandese Sfrigolante (The Frying Dutchman) ma dato che le uniche cose che non mangio son molluschi e crostacei, salto il pranzo.
Dopo Agde son partito alla volta di Carcassonne, dove ho subito preso un treno per Quillan. Qui ho piazzato la tenda, conto di fermarmi qualche giorno prima di partire per Saint Jean Pied De Port, godendomi un po’ di riposo e relax. Ovviamente non starò con le mani in mano, questa regione della Francia, l’Aude, è bellissima e ricca di storia!

L’Aude

Dom. 3 luglio, ore 8:50, Quillan
Ieri sera ho fatto due passi a Quillan, ho scoperto un paesino tranquillo dedito al turismo. Sinceramente non mi aspettavo tutti questi alberghi, ristoranti, pizzerie. In effetti è un posto stupendo in mezzo alle montagne e circondato da boschi, senza dimenticare che a un’ora di auto da qui possiamo trovare il Mar Mediterraneo. In una bottega ho comprato un paio di salumi tipici della zona, pancetta al pepe e prosciutto di montagna, e una lattina di birra Saint’Omer. Son tornato in tenda verso le dieci e c’era ancora tantissima luce, ho cenato e mi son addormentato. Di notte la temperatura scende in modo incredibile, tanto che mi son svegliato alle otto con un mal di gola infernale.
Oggi andrò a visitare Esperaza, villaggio dove ogni domenica si tiene un grande mercato all’aperto, poi se gli dei lo vorranno finalmente andrò nella magica e misteriosa Rennes Le Chateau!

Dom. 3 luglio, ore 12:20, Esperaza
Con mio grosso rammarico, la mitica Anne dell’ufficio informazioni mi avvisa che la domenica circolano pochissimi bus, circa uno ogni quattro ore, e che inoltre non esistono mezzi pubblici per raggiungere la maggior parte dei posti che vorrei visitare. Penseremo a qualche soluzione i prossimi giorni, intanto stamattina il mercato di Esperaza mi ha arricchito con i suoi colori, i sapori e la musica. Le varie bancarelle vendevano di tutto, dolci e vino, salumi e formaggi, vestiti e fiori, i gentilissimi mercantili han fatto assaggiare una decina di buonissimi formaggi e dolci di vario genere. Mi sono imbattuto anche in un gruppo di artisti di strada che suonavano del folk veramente affascinante, prima o poi anche io mi cimenterò in un’avventura del genere!

Dom. 3 luglio, ore 16:40, Rennes Le Chateau
Data la rarità di bus ho intrapreso il viaggio verso Rennes Le Chateau a piedi. Dopo un’ora di cammino arrivo al paesino di Couiza da dove inizia una salita micidiale di quattro chilometri. Nessun bus va a Rennes Le Chateau, non si vedono auto in giro, solo una grossa palla di fuoco alta nel cielo, al suo zenit, che si prende gioco di me e del fatto che non ho portato con me dell’acqua. Arrivo sfinito al villaggio e all’unico bar chiedo cibo e acqua, la barista arriva come un essere celestiale a soccorrermi, altri dieci minuti sotto quel sole infernale sarei svenuto; la gentilissima oste mi serve una baguette col prosciutto e una bottiglia da un litro e mezzo d’acqua. Sottolineo che ho pagato una bottiglia d’acqua nell’unico bar di un paesino sperduto fra i monti solo 60 centesimi, sembra incredibile anche se dovrebbe essere la normalità. Scambio due chiacchiere con la barista, mi dice che a Rennes Le Chateau abitano meno di cento persone e non sono abituati a vedere turisti. In effetti sulla maggior parte delle cartine non è nemmeno riportata, inizio a credere che non si vogliano portare le vicende dell’abate Sauniere fuori dalle quattro mura della Torre Magdala.

Mi fa un certo effetto visitare la torre, la chiesa, il giardino, ripensando ai libri che ho letto e ai documentari che ho visto su questo posto così enigmatico. Soprattutto la chiesa traspira mistero in ogni centimetro, dall’acquasantiera a forma di demone alla scritta sul portico “Terribilis Est Locus Iste”. Ad un certo punto arriva una troupe televisiva a rovinarmi la festa, sembra debbano girare qualche scena di una telenovela o qualcosa del genere. Adesso son seduto su un muro a strapiombo sulla valle sottostante, da qui si gode di un fantastico panorama e vedo Esperaza che fra poco dovrò raggiungere a piedi.
Tornerò presto in auto a Rennes Le Chateau, in modo da visitare anche gli altri luoghi legati al mistero dell’abate Sauniere!

Dom. 3 luglio, ore 23:50, Quillan
Dopo esser tornato a piedi ad Esperaza e poi in bus fino a Quillan, una mitica doccia mi ha rimesso al mondo. Decido di mangiar qualcosa fuori stasera, ci son diverse simpatiche birrerie in paese. E qui la faccio davvero grossa! Mi rendo conto del mio errore appena mi portano il menù, ho dimenticato il dizionario di francese in tenda, così mi butto su una comprensibile omelette ai funghi.

Dopocena mi sposto al bancone per una birra e qui conosco Marie, simpatica ventiduenne di Orange, Provenza. Si trova a Quillan da una settimana insieme ai suoi genitori, l’han costretta a venire in vacanza con loro e si sta annoiando da morire ma finalmente domani torna a casa. Dopo una bella chiacchierata la riaccompagno verso il suo albergo. Fuori dall’hotel ci sono i genitori di lei con un’altra mezza dozzina di vecchi borghesi inamidati, usciti da un film degli anni ’20 in panciotto e papillon, i loro vestiti sono in netto contrasto con la maglietta con su la copertina di “Epicus, Doomicus, Metallicus” dei Candlemass che indossa la dolce Marie!

Lun. 4 luglio, ore 7:00, Quillan
Piove!?!?!? Buonanotte…

Lun. 4 luglio, ore 9:30, Quillan
E scende la pioggia e cambia ogni cosa… Però adesso ha smesso, ho deciso che andrò ad Alet Le Bains e a Limoux o magari farò un giro nei boschi qui intorno. Anche se piove non posso mica stare tutto il giorno in tenda!

Lun. 4 luglio, ore 16:40, Quillan
Stamattina son andato a Limoux e mentre ero lì è iniziata una bella tempesta. Lasciare l’anonimo paese non mi è costato molto e preoccupato per la tenda son tornato subito a Quillan. La mia mitica tenda fortunatamente regge al vento e alla pioggia in maniera superba, purtroppo però ho finito i viveri e dovrò presto avventurarmi al supermercato, che si trova a venti minuti da qui. Se penso che ieri il termometro segnava 40 gradi e oggi meno della metà rischio di impazzire. Anche il ticchettio costante della pioggia sulla tenda agevola la perdita del senno!

Lun. 4 luglio, ore 21:00, Quillan
Non mangiavo un salame così buono da almeno 200 anni! Pasta di media grandezza, magrissimo, steccato con pepe e un pizzico di aglio, una meraviglia prodotta in Alvernia, peccato non poterne portare in Italia! Oltre quella soave melodia per il palato, ho preso del chorizo, cassoulet il scatola, un formaggio della zona e del cheddar, intramontabili ravioli in scatola, pane e una bottiglia di vino per scaldarmi nel caso la temperatura dovesse scendere troppo. Certo, meglio una donna per scaldarsi, la bottiglia di vino serve semplicemente come esca, ahah!

Scherzi a parte, all’ufficio del turismo Anne mi ha detto che non ci sono bus da Quillan a Foix, l’unico modo per raggiungerla è in treno passando da Carcassonne e Tolosa, quindi facendo un giro enorme. Inoltre nessun autobus va a Feanjaux, luogo cui son molto legato per motivi religiosi e che vorrei rivisitare. Tutto ciò è abbastanza ridicolo, capisco che l’Aude non sia una regione turistica, ma questa penuria di mezzi di trasporto è eccessiva! Ovviamente non mi dò per vinto, forse dovrò fare delle scelte ed eliminare alcune mete, ma la strada per Saint Jean Pied De Port è ancora lunga ed ho in mente diverse soluzioni più o meno tragiche su come arrivarci!

Nel frattempo sono arrivati altri campeggiatori ed hanno piazzato la tenda accanto alla mia, un’allegra famigliola francese. Continua a piovere ma un piccolo barlume di luce si sta facendo strada fra il grigiore delle nuvole. In fin dei conti la pioggia non mi dispiace, ciò che mi da fastidio è il vento. Approfitto degli ultimi momenti di fioca luce per leggere un pò e poi andrò a nanna, incrociando le dita per domani!

Mar. 5 luglio, ore 15:10, Carcassonne
Veramente incredibile come, dopo la burrasca di ieri, oggi sia tornato a splendere il sole come domenica!
Dato che da queste parti i mezzi pubblici sono inesistenti, stamattina ho deciso di affittare una bici. La grossa matrona del “negozio” di tagliaerbe affitta biciclette per 16 euro al giorno. Sempre più incredulo guardo le bici in affitto, dei catorci arrugginiti, e le rispondo che può tenersele. In realtà ho usato un espressione più colorita. Così decido di prendere il treno per Carcassonne.

La bellissima città fortificata medievale non è cambiata molto dall’ultima volta che l’ho visitata, mi suscita le stesse emozioni di qualche anno fa, sembra finta come un’attrazione di Eurodisney con ristoranti e negozi di souvenirs, la classica chiesa e il classico castello, la giostra medievale e il museo dei cavalieri. Non ricordavo però i prezzi così alti, per un menù del giorno dalle 13 alle 25 euro. Comunque passeggiare fra i vicoli, anche se pieni zeppi di turisti, è veramente piacevole. Ad un certo punto sento addirittura parlare italiano, per la prima volta da quando ho varcato la frontiera a Ventimiglia!
In questo momento sto contemplando la doppia cinta muraria della città, seduto sulla cinta esterna, è veramente bella ed imponente, seconda probabilmente solo ad Avila!

Mar. 5 luglio, ore 20:40, Alet Les Bains
Tornando da Carcassonne mi son fermato ad Alet Les Bains, piccolo villaggio cui primo insediamento risale addirittura al IV secolo prima della nascita di Cristo. Poi ovviamente ci son passati i Romani, quelli andavano ovunque, e ci han fatto le terme. Hanno anche edificato un tempio a Diana, sul quale poi fu costruita un’abbazia sfortunata, che fra la crociata contro i Catari e le guerre di religione non fece una bella fine: oggi rimangono solo le mura!

Un altro posto che merita una visita in questo piccolo borgo è la casa dove visse Nostradamus. La casa non si può visitare, è di proprietà e ci vive chissà chi, ma c’è qualcosa di strano nell’aria!
Manca ancora un’ora e mezza al treno per Quillan, la passo steso sulle rive dell’Aude, una leggera brezza accarezza le cime degli alberi, un dolce duo musicale composto dal fruscio delle foglie e lo scroscio dell’acqua del fiume mi fa sentire in paradiso!

Mer. 6 luglio, ore 14:00, Quillan
Anche oggi è una splendida giornata, l’ideale per un escursione sul Col de Brenac. Dalla cima del colle avrei potuto vedere la strada per Foix. Ma sulla via per il colle ho avuto un piacevole incontro, un gran cagnolone giocherellone, che appena mi ha visto mi è saltato addosso per giocare e si è preso tante di quelle coccole che ha iniziato a seguirmi. Al collo aveva un collare con su un numero di telefono, forse a Quillan c’era una bimba che in quel momento piangeva per aver perso il cucciolone. Allora son andato da Anne all’ufficio del turismo, l’unica persona cui son sicuro che parli inglese in questo villaggio, e le ho spiegato l’accaduto. Dopo una telefonata e dieci minuti d’attesa una gentil pulzella è venuta a prendersi il cane. Ormai troppo tardi per l’escursione, faccio una passeggiata sulla strada che domani mi porterà a Foix. Si, ho deciso di andarci a piedi, anche se mi sto accorgendo che è tutta in salita.

I ravioli in scatola francesi sono identici ai ravioli in scatola tedeschi, ormai posso considerarmi un esperto di codesta pietanza! Ovviamente non sono eccezionali ma sono economici e nutrienti, e per fortuna ho comprato il vino che aiuta enormemente a mandarli giù!

Mer. 6 luglio, ore 16:30, Bosco di faggi vicino Quillan
Dopo aver pranzato mi son incamminato in un sentiero che partiva dal campeggio, una passeggiata dopo aver mangiato aiuta sempre a digerire. Arrivo in un prato stupendo, rimpiango di non aver portato con me la macchina fotografica, mi sdraio sull’erba e mi addormento.
Mi sveglio dopo un’oretta, riapro gli occhi e su di me passano piccole veloci nuvole. Libero come una nuvola. Ma le nuvole son veramente libere? Una nuvola può andare solo dove la porta il vento. Un animale segue il suo istinto per sopravvivere. L’unico essere che può essere veramente libero è l’uomo, ha la libertà di scegliere cosa poter fare della propria vita, l’essere umano può parteggiare, non è giusto essere indifferenti, odio l’indifferenza. Poi c’è chi si lamenta del proprio lavoro, della propria vita, dicendo “non ho altra scelta”. Si han sempre delle scelte, alcune ti renderanno popolare agli occhi degli altri ma andranno contro la tua intima felicità, altre ti renderanno felice ma tutti ti additeranno come pazzo. Cos’è la pazzia? Essere diversi dalla folla che ogni giorno ripete le stesse azioni, trovando conforto nelle solite abitudinarie routines? Allora ringrazio gli dei per la mia follia, per avermi dato il coraggio di affrontare la libertà a denti stretti, per essere felice…

Mer. 6 luglio, ore 21:00, Quillan
E’ veramente incredibile come le condizioni atmosferiche possano cambiare così repentinamente da queste parti. Eran circa le 18 quando delle nubi nere han coperto il cielo ed è iniziato un forte acquazzone. Mi son chiuso in tenda a rileggere i miei appunti su Rennes Le Chateau e mi son pappato il Cassoulet. Parecchio buono, spero di aver l’occasione di mangiarne uno fatto in casa nei prossimi giorni, a Carcassonne ci mettono anche la carne di pernice, infatti costava almeno 15 euro nei ristoranti, decisamente troppo per me. In generale è un piatto povero a base di fagioli e maiale, a volte oca.
Intanto continua a piovere, avevo voglia di fare due passi in città, ma finito il vino andrò a dormire e se domani non pioverà, partenza all’alba!

Gio. 7 luglio, ore 10:40, Col du Portel
Stamattina sveglia presto, doccia, smontaggio tenda e partenza! Lascio la valle dell’Aude sulla strada per Foix, mi aspetta una salita abominevole. Forse se avessi saputo prima dei micidiali dieci chilometri con pendenza al 18% che ho appena fatto, avrei rinunciato ad andare a Foix. Ma meglio così, ormai la salita è finita, sono al passo del Portel, seduto su un bel tavolo di legno a godermi un panorama mozzafiato e rifocillandomi con del pane e jamon serrano.

Gio. 7 luglio, ore 15:00, Puivert
Finalmente sono arrivato alla mia meta odierna, Puivert, dopo esser passato anche dal piccolo villaggio di Nebias. Dovrebbe esserci un lago da queste parti, oltre ad un museo di strumenti musicali medievali, dove un buon bardo non può certo non andare! Fra l’altro ho visto anche una fermata di autobus, magari domani riesco ad andare a Foix faticando meno…

Gio. 7 luglio, ore 20:30, Puivert
Come non detto, c’è solo la fermata dell’autobus, niente bus. Il museo raccoglieva un po’ di storia medievale, niente di eccezionale ma abbastanza carino, soprattutto la parte sugli strumenti musicali. Nel castello di Puivert han trovato sculture, miniature e iconografia varia riguardante menestrelli con i loro strumenti. Così, grazie anche a delle antiche partiture, dei mastri liutai ha riprodotto questi strumenti, c’è anche un video che spiega il tutto, interessante ma in francese!
Poi sono andato in una bottega a comprare del pane, una baguette a tre euro, son senza parole. Ho fatto due passi attorno al lago, poco più che una pozza d’acqua, di certo parecchio rinfrescante nelle calde giornate estive. Mi aspettano altri due giorni di cammino per arrivare a Foix.

Ven. 8 luglio, ore 8:00, Puivert
Piove che gli dei la mandano. Se mi incammino con questa pioggia mi ammalo di certo, ma non ho molta scelta, devo andare. Speriamo bene.

L’Ariege e Tolosa

Ven. 8 luglio, ore 12:00, Belesta
Poco dopo le nove di questa mattina decido di incamminarmi anche se sotto la pioggia. Fortunatamente dopo dieci minuti smette di piovere, è proprio vero che la fortuna aiuta gli audaci! Il cielo resta però molto cupo e tira un vento gelido. Dopo aver attraversato un paio di villaggi quasi disabitati arrivo a Celesta, primo comune del dipartimento dell’Ariege. Qui mi fermo per una pausa, seduto su una panchina di bus fittizia come quella di Puivert. Durante la camminata di stamattina fra nebbia e boschi ho incontrato delle limacce incredibili, lunghe venti centimetri e dal colore che variava dal rosso mattone al marrone scuro, splendide! Oltre alle limacce, non ho mai visto così tanti serpenti in un solo giorno, anche una grossa vipera!

Ven. 8 luglio, ore 14:20, Saint Jean d’Aigues Vives
Dovrei essere vicino a Lavenalet ormai, ma gli ultimi due chilometri in salita mi han suggerito di fermarmi in uno spazio pic-nic qui a S. Jean. Da Belesta fino a qui neanche l’ombra di un autobus, anche se ho incrociato un’altra fermata a L’Augillon. L’Augillon si trova a metà strada fra qui e Belesta, il nome del villaggio mi ricorda qualcosa riguardo il film “Ladyhawk” ma sicuramente mi sbaglio. Ho appena finito di pranzare con i mitici ravioli, faccio una piccola siesta e mi rimetto in marcia.

Ven. 8 luglio, ore 20:30, Lavenalet
Sono arrivato in questa deliziosa cittadina nelle prime ore del pomeriggio, trovare la piazza centrale è stata un’impresa, non ci son due vie parallele! Trovato l’ufficio informazioni, che ovviamente si trova sempre nella piazza centrale, la gentilissima signorina mi da una stupenda notizia: ogni giorno ci son tre bus per Foix! Mi faccio spiegare dove si trova il campeggio e dopo un’ora lo raggiungo. E’ veramente un bel camping, i servizi son spettacolari, tutto per soli sei euro a notte da soli, nove euro se si è in due. Per un paio di euro in più si può andare in piazzole più appartate dove c’è anche la corrente elettrica. Sotto la doccia mi accorgo con grande gioia che mi è spuntata la prima vescica sotto il piede destro.

Dopo un breve riposo mi accingo ad andare in città, uscendo dal camping faccio due chiacchiere con i proprietari del camping, due persone veramente fantastiche! Lui mi da uno strappo in auto fino al centro della città, anche se dista solo un quarto d’ora a piedi. Lavenalet è veramente un bel posto tranquillo da tenere in considerazione per altri eventuali viaggi nell’Ariege, magari come campo base per varie escursioni. A cena ho arrostito un petto di pollo in uno degli spazi appositamente costruiti per i barbecue all’interno del campeggio. Nella macelleria dove ho preso il pollo ho comprato anche delle zucchine grigliate alla menta piperita, una meraviglia per il palato, e del pane, tutto a solo 2.50 euro. Ho condiviso la brace con una famiglia di tedeschi, un padre con due splendide figlie. Dopo la cena il papà tedesco ha voluto condividere con me una bottiglia di vino e abbiam fatto due chiacchiere sulla politica europea, la guerra in Iraq, l’ambiente. Le nostre idee sono molto simili, tanto che poi mi ha affidato le sue due figlie per andare a bere una birra in città.

Sab. 9 luglio, ore 9:20, D-117 France
Mi trovo sull’autobus per Foix, in realtà un furgoncino 12 posti. Fra mezz’ora saremo a destinazione, senza quest’autobus ci avrei impiegato un’altra giornata di cammino. Ieri sera con Karen e Susan abbiam preso qualche Biere Du Desert in un pub in centro e siam tornati a berle in campeggio, il pub era troppo elegante per i nostri gusti! Mentre chiacchieravo cordialmente con le due biondine, la figlioletta dei proprietari del camping si è avvicinata a me chiedendomi qualcosa in francese, le ho risposto che non parlo francese e lei dolcissima mi dice che se non parlo francese allora parlo inglese. Così non abbiam potuto chiacchierare perché lei non parla inglese, però la piccina mi ha insegnato che inglese in francese si dice “Anglaise”… spero si scriva così!

Sab. 9 luglio, ore 15:00, Foix
Stamane ho visitato il castello dei Conti di Foix, veramente bello e ben conservato, ovviamente niente a che vedere con qualsiasi castello spagnolo come Ponferrada o Peñafiel, ma si difende bene. Unica pecca, una delle addette alla biglietteria, non mi ha fatto lasciare lo zaino all’ingresso e son dovuto salire sulle torri portandomi dietro tutto il bagaglio, per “questioni antiterrorismo”. Le ho riso in faccia ma non ho replicato.
Poi sono andato alla chiesa di Saint Volusien, veramente imponente, dove un’anziana signora mi spiega in inglese la storia della chiesa. Si stupisce per la mia conoscenza della materia religiosa e rimane scioccata quando le dico che sto andando a fare il Cammino di Santiago. Poi quasi per magia mi saluta e scappa, avrà forse notato il pentacolo che porto al collo?
L’autobus per Saint Girons, che dista tre chilometri da Saint Liziers, mia prossima meta, parte a metà pomeriggio, Foix l’ho già girata tutta e mi tocca attendere due ore.

Sab. 9 luglio, ore 17:30, Foix
Colpo di scena! Arrivato alla fermata dell’autobus un cartello mi avvisa che oggi la corsa per Saint Girons è stata soppressa e il prossimo bus con la medesima destinazione è lunedì mattina! Allora, pronunciando frasi non degne di essere riportate su carta, mi dirigo verso la stazione di Foix. Vado a Tolosa! O meglio, mi dirigo all’impronunciabile Venerque-Le Vernet, dove secondo i miei dati dovrebbe esserci un ottimo campeggio economico, a soli dieci minuti di treno da Tolosa.

Sab. 9 luglio, ore 21.30, Le Vernet
Sul treno ho incontrato un viaggiatore ceco che parlava solo la sua lingua e un po’ di francese. Abbiam fatto subito amicizia chiacchierando sui nostri otri, sulle nostre barbe e su quanto son belli i Pirenei. Mi ha detto che su queste montagne si può vivere tranquillamente all’aria aperta e dormire per strada, mentre Tolosa è una città un po’ troppo movimentata, dove se ti trovano per strada a dormire, ti accoltellano anche per pochi centesimi. Almeno è quello che ho capito, ci parliamo solo a gesti, siam veramente comici! Ci siam salutati con una stretta di mano, un pugno sul cuore e “Bon route, mon amis!”.
Alla stazione di Le Vernet non sapevo dove andare, non c’era nessuno, allora ho preso una strada a caso e come per magia in dieci minuti sono arrivato al campeggio. La vescica sotto il piede destro non mi da più fastidio, però me ne è spuntata una sotto il piede sinistro. Dopo doccia e cena, adesso faccio nanna.

Dom. 10 luglio, ore 8:30, Le Vernet
Brrr… il camping si trova sulle rive dell’Ariege, di notte l’umidità è altissima, ieri ho lavato un po’ di vestiti e sono ancora completamente zuppi, spero si asciughino entro stasera! Adesso colazione e poi vado a Tolosa.

Dom. 10 luglio, ore 17:00, Tolouse
Tolosa è veramente una città splendida! Al mattino mi son diretto verso il grande mercato che si svolge ogni domenica mattina all’esterno della basilica di Saint Sernin, una bolgia abominevole di persone intente ad acquistare veramente di tutto! Molto bello l’ex convento degli Agostiniani, ora convertito in un museo. La piazza del municipio ricorda tantissimo le tipiche “Plaza Mayor” spagnole, come anche i chioschetti che friggono all’istante churros e pinchos. Degna di nota anche la Garonna, il grande fiume che attraversa la città, che sfocia a Bordeaux. Tolosa è una città piacevole e in via di sviluppo, basta pensare alla “Città Spaziale” dell’ESA e alla favolosa Airbus, due esempi di tecnologia avanzata e ricerca cui partecipa l’intera Unione Europea. Mi è dispiaciuto non aver potuto visitare l’Airbus, bisogna prenotarsi con qualche settimana d’anticipo.

Dom. 10 luglio, ore 21:00, Le Vernet
Alla stazione di Tolosa incontro il mio amico ceco dal nome impronunciabile, che appena mi vede corre a prendere due birre che sorseggeremo insieme sul treno. Io scendo a Le Vernet ovviamente, dopo dieci minuti di viaggio, lui invece torna sui suoi Pirenei. Ho finito le scorte e quasi mi rassegno a restare senza cena dato che è domenica e i negozi son tutti chiusi. Facendo quattro passi in direzione di Venerque, che si trova sull’altra sponda dell’Ariege. Scopro così un paesino davvero simpatico, al contrario di Le Vernet dove ci son solo villette. Scorgo una pizzeria, mi avvicino, la margherita costa 8 euro. Di fronte alla pizzeria c’è un piccolo negozietto con su un’insegna “Kebab de Mouton”. Mentre il montone si materializza nei miei pensieri, l’acquolina in bocca aumenta in modo spropositato. La principessa Jasmine di turno mi chiede se voglio patatine fritte o salse varie nel panino, le rispondo che lo preferisco “nature” e prendo anche una birra Desperados, unica birra presente che sinceramente non mi fa impazzire. Mi siedo sulle sponde del fiume, in Francia ci sono tavoli per picnic ovunque, e assaporo il fantastico kebab. E’ la prima volta che mangio la carne di montone, buonissima, si scioglie in bocca! Ora mi trovo in tenda ad attendere il calar delle tenebre.

Haute-Pyrenees e Pau

Lun. 11 luglio, ore 15:00, Montrejeau
Stamane sveglia presto per prendere il treno per Tolosa. Non essendoci una vera stazione a Le Vernet ma solo un distributore automatico di biglietti che va solo a monete, e essendo io sprovvisto di monete, faccio il biglietto sul treno. Il biglietto mi costa addirittura dieci centesimi meno che il prezzo normale, se fossi stato in italia avrei ricevuto una bella legnata!

Da Tolosa prendo il treno per Montrejeau e poi il bus per Saint Bertrand de Comminges. Devo stare veramente simpatico al vecchio autista che mi chiede un po’ del mio viaggio e non mi fa pagare il biglietto. Dalla fermata del bus al villaggio fortificato di Saint Bertrand ci son circa quattro chilometri. Il sentiero è stracolmo di piante di menta che sprigionano nell’aria un odore fantastico. Ci son tanti campi coltivati a mais, infatti un contadino mi dice che questa zona è una delle maggiori produttrici di foie gras. Cosa c’entra? Come mi ha detto il contadino, il mais serve al foie per diventare gras!
Ai piedi del villaggio si estende la città romana di Lungdunum, o almeno quello che ne rimane. Sulla guida Routard ho letto che Saint Bertrand è la cittadella più bella di Francia dopo Mont Saint Michel, di certo c’è una imponente chiesa gotica, ma rimango parecchio deluso dalle aspettative. Prendo il bus per il ritorno col solito autista che è molto felice di rivedermi e ora aspetto un treno che mi porti a Lourdes.

Lun. 11 luglio, ore 21:00, Lourdes
Questo posto non fa per me. Ero incuriosito da uno dei posti più famosi del mondo, ed essendo fra l’altro sulla mia strada sarebbe stato stupido non fermarsi a dare sfogo alla mia voglia di conoscenza. Fra l’altro è un ottimo posto come base per l’escursione che voglio fare domani e gli alberghi costano davvero poco. Già, dopo dieci giorni di comode notti per terra, staserà dormirò in una camera singola per 15 euro a notte.

Mi addentro nella città di Lourdes e noto che qui un miracolo c’è stato veramente: in un piccolo lasso di tempo un villaggio di poco conto è diventato una vera macchina per fare soldi. Ovunque ci sono immagini di Padre Pio, diventato ormai un po’ come Che Guevara. Non mi va di fare altri commenti su quello che vedo.

La sera, preso dalla disperazione, vado a mangiare durante la consueta fiaccolata quotidiana dei fedeli, quando nella maggior parte dei pub più o meno laici è in vigore l’happy hour, geniale! In una birreria la gentilissima giovane proprietaria mi cucina un ottimo cheeseburgher con contorno di insalata e patate, bevo un paio di Leffe e poi due whisky. Sulla via del ritorno verso l’albergo passo davanti un locale scozzese, destino vuole che quel giorno io indossi la mia maglietta con su scritto “Scotland”, comprata anni fa ad Edinburgo, così il proprietario alticcio mi invita a bere un whisky con lui e far due chiacchiere. Colin, questo il nome del proprietario del locale, è nato a Glasgow quarantacinque anni fa e da giovane, in vacanza, ha conosciuto una bella francesina. Ora è felicemente sposato da venti anni, ha tre figli, un locale che vende colazioni scozzesi a dieci euro. Guadagna abbastanza da potersi permettere di offrire un paio di bottiglie di whisky ogni sera in cambio di qualche storia interessante, così come ha fatto con me. Credo sia un’ottima filosofia di vita! Dopo un bicchiere abbondante di Oban, uno di Islay, e uno di non ho notato cosa per ovvi motivi, torno barcollando all’albergo.
Questa è l’ultima frase che scrivo su questo block notes, domani devo comprarne un altro!

Mar. 12 luglio, ore 17:00, Viscos
Oggi passo una giornata all’insegna di uno dei miei scrittori preferiti, che ho conosciuto grazie al Cammino di Santiago, Paulo Coelho. Al mattino prendo l’autobus per San Savin e come ormai d’abitudine la fermata è a qualche chilometro dal paese e dall’abbazia intorno alla quale è ambientato il bellissimo libro “Sulle sponde del fiume Pedra mi sono seduta e ho pianto”. Dall’abbazia si ammira uno stupendo panorama sulla valle sottostante, e all’interno dell’edificio vi è una quiete stupenda che quasi mi induce a non camminare per non far rumore coi miei scarponi. Da lì vado ad una chiesetta ad un paio di chilometri, che somiglia in modo impressionante all’abbazia, ma in scala ridotta; immagino sia la chiesa dove il protagonista del libro deve prestare servizio. In seguito vado a riposarmi un po’ vicino al lago Estanng, nelle vicinanze. Ho già compiuto una dozzina di chilometri a piedi, quando prendo l’autobus per Viscos. Anche qui quattro chilometri di estrema salita a piedi per raggiungere il villaggio che si trova nascosto sul pendio di una montagna. Viscos è un piccolissimo villaggio pirenaico dove è ambientato “Il Diavolo e la signorina Prymm”, una ventina di case, nessun mortale in giro. Il panorama sulla valle sottostante e sul villaggio di Luz toglie il fiato. Adesso sto aspettando l’autobus che mi dovrebbe riportare a Lourdes e ho le spalle ustionate per tutto il sole che ho preso oggi!

Mer. 13 luglio, ore 12:00, Pau
Pau è una città davvero deliziosa e discreta, mi affascina parecchio! Un po’ come Tolosa ma molto più a misura d’uomo, sembra il posto adatto a chi vuol godersi la vita, agli spiriti guasconi originari di queste terre. La sosta a Pau è davvero breve, questa è l’ultima città francese che visito, fra poco un treno mi porterà a Bayonne e poi un altro a Saint Jean Pied de Port. Si va in terra basca!

Il Cammino di Santiago – Da Saint Jean Pied de Port a Roncisvalle

Mer. 13 luglio, ore 15:30, Treno Bayonne – Saint Jean Pied de Port
L’adrenalina sta salendo a livelli inimmaginabili, fra poco sarò a Saint Jean! Sul treno ci sono altre persone che intraprenderanno il Cammino, fra cui una ragazza che ha un sorriso veramente solare ed è esaltata almeno quanto me! Mi sta guardando mentre scrivo queste due righe…

Mer. 13 luglio, ore 21:00, Saint Jean Pied De Port
Simone, una splendida ragazza canadese, è la prima persona che conosco lungo questo cammino. Scesi dal treno siamo andati insieme a prendere la Credencial del Peregrino, all’ufficio di informazioni al pellegrino conosciamo Iro, non avrei mai immaginato di conoscere un giapponese sulla Via! Loro due vanno a dormire nell’Albergue del Peregrino, io vado in campeggio. Dopo aver piazzato la tenda torno al villaggio e bevo una birra con Iro, discutendo su varie tradizioni italiane e giapponesi, birra e pizza. Poi lascio Iro e vado a fare una passeggiata con Simone e parliamo di cosa ci ha spinto a fare il Cammino di Santiago. Scopriamo che nessuno dei due lo fa per motivi prettamente “cristiani”: lei è atea, io seguo l’Antica Religione. I nostri discorsi continuano in un bar all’aperto che da su una piazza dove si tiene un concerto di musica popolare basca. Ci raccontiamo tanto della nostra vita, lei è simpaticissima, chissà se domani cammineremo insieme. Si parte all’alba!

Gio. 14 luglio, ore 7:30, Saint Jean Pied De Port, 100m slm
“No creas en todo lo que veas
Solo haz caso a tu intuicion…
Y se albergas la duda
Nunca hallaras consuelo en tu interior
Lanza bien los dados
Porque el juego del Camino ha comenzado,
Agudiza tu ingenio,
Sirvete de mancias, sirvete de tarot,
Lee en el alma del Bosque
Y adivina donde la muerte se escondiò”

Gio. 14 luglio, ore 14:30, Eizazahar
Attraversare a piedi un valico fra le montagne è faticoso. Passare sopra le montagne è da folli! Ci son infatti due strade che portano a Roncisvalle: una facile che passa il valico sale fino al Passo de Ibaneta, circa 1100 metri d’altezza; una difficile che si inerpica fino al Col de Lepoeder, a 1410 metri d’altitudine. Se si considera che Saint Jean si trova a 100 metri sul livello del mare, ci si rende conto del dislivello. Ovviamente il mio spirito masochistico mi fa prendere la strada più difficile!

L’inizio è veramente faticoso, parto da Saint Jean alle 7:40, i primi sei chilometri sono infernali, mi spezzano le gambe, inizio a credere che il Cammino di Santiago non faccia per me. Percorro circa un chilometro con due austriache che poi lascio indietro. Arrivo a 500 metri d’altezza, la strada continua in una faticosa salita ma non è come i primi chilometri. Ormai ho le gambe a pezzi, lo zaino pesa ogni passo sempre più, gli alberi finiscono e lasciano spazio a stupendi pascoli montani, il panorama è sempre più bello, io sono sempre più stanco. Ad un certo punto incontro dei turisti in macchina che accettano di comprare la mia tenda, tutto è più facile adesso. Non è stata una scelta facile, ma dopotutto posso sempre comprare una tenda successivamente, semmai dovesse servirmi.

Più in alto vado, più carcasse di capre trovo sulla strada e sempre più avvoltoi volano in cerchio sulla mia testa come se dovessi svenire dalla fatica e dal caldo da un momento all’altro, è veramente surreale!
Incontro veramente tante persone, non m’aspettavo così tanta gente sul Cammino, gente di ogni età, olandesi, austriache, francesi… quasi tutte ragazze!
Dopo ore di cammino arrivo alla “Fontana di Orlando” e poco dopo ad una stele con su scritto “Navarra – Navarroa”. Siamo arrivati in Spagna! Ovviamente siamo in terra basca, a circa 1200 metri d’altitudine, ricominciano anche gli alberi e approfitto dell’ombra per scrivere queste due righe. Mi aspettano altri due chilometri di salita per raggiungere la vetta!

Gio. 14 luglio, ore 15:30, Col de Lepoeder
Non ci credo, sono in vetta! Da qui si vede tutto! Giù in fondo alla valle c’è il convento di Roncisvalle! Dopo la giornata di oggi il Cammino non mi spaventa più, sei chilometri per Roncisvalle o settecentosettanta per Santiago, non importa!

Gio. 14 luglio, ore 20:00, Roncisvalle
La discesa dal Col de Lepoeder è stata micidiale per i polpacci, ho iniziato ad accusare anche dei crampi. A Ibaneta ho reso omaggio ad Orlando come quattro anni fa, ricordo che vi era una nebbia fittissima e quel giorno feci più di mille chilometri per tornare a Milano con la mia auto.
Due chilometri dopo Ibaneta arrivo a Roncisvalle e mi dirigo al rifugio dei pellegrini, sito in un edificio medievale. E’ pieno di gente! Dopo una doccia ristoratrice mangio il mio cassoulet in scatola e vado a bere una birra in uno dei due bar del villaggio. In realtà non è un villaggio, ci son solo l’abbazia, due bar, e il rifugio dei pellegrini. Con immenso piacere mi raggiunge Simone con altre due ragazze canadesi che ha conosciuto per strada, mi confessa che ha preso la strada del passo, quella più facile. Mi chiede come organizzerò le prossime giornate, a che ora inizierò a camminare, con chi, se ho programmi. Le rispondo che non ho nessun programma e che coglierò l’attimo, completamente all’avventura. Non ho guide, non ho programmi, penserò solo a godermi il Cammino giorno per giorno.
Nel dormitorio del rifugio siamo in circa centocinquanta, non mi sarei mai aspettato tutta questa gente, sembra di essere nella sala da letto di una guarnigione medievale!

Il Cammino di Santiago – La Navarra

Ven. 15 luglio, ore 21:30, Larrasoaña
Fra casinisti e gente che russa, stamattina sveglia alle cinque a Roncisvalle, avrò dormito appena un’ora!
Parto da solo all’alba, uno dei primi. Una ragazza mi raggiunge mentre mi fermo a guardare l’alba, si chiama Martina e viene dalla Repubblica Ceca. Dopo le dovute presentazioni iniziamo a camminare insieme e a parlare un po’. Attraversiamo diversi boschi, la tappa non è dura come quella di ieri ma quasi. Dopo 22 chilometri arriviamo a Zubiri, il sole è alto e non sappiamo se continuare o fermarci. Mentre pensiamo Martina pranza con un gelato, io con un bocadillo con lomo… lomo! Finalmente sono in Spagna, sto mangiando il lomo! All’improvviso mi sento a casa, è una sensazione veramente particolare, non sono più in Francia, in terra straniera, mi rendo conto di essere in Spagna, la gente adesso mi capisce quando parlo! Mi rendo conto anche che non parlo in italiano da quando son partito, solo inglese e spagnolo.

Ci raggiungono Simone con altri pellegrini e decidiamo tutti insieme di proseguire per Larrasoaña. Siamo una bella compagnia: io, Martina dalla Repubblica Ceca, Simone dal Canada, un simpaticissimo signore olandese di nome Wileim e un irlandese di nome Liam. Con quest’ultimo passo veramente dei bei momenti a parlare di musica folk, strumenti musicali e whisky!

La sera, nell’unico bar di Larrasoaña, mangio un bocadillo de Jamon Serrano e bevo due litri di birra al tavolo con Martina e altri due nuovi amici, Harold dalla Germania e Mike dall’Austria! Faccio amicizia anche col proprietario del bar che mi offre del brandy basco. Casa.

Sab. 16 luglio, ore 11:00, Pamplona
Finalmente in una città! La tappa di oggi è stata abbastanza tranquilla e molto piacevole, mancano solo cinque chilometri per arrivare a Cizur Menor. Oggi ho camminato con Liam, abbiam tenuto un ritmo straordinario fino qui. Molta gente si fermerà a Pamplona oggi, come l’amico giapponese Iro e Elisabeth, una ragazza bretone di straordinaria bellezza di cui io e Liam ci siam innamorati. Nei giorni scorsi a Pamplona si è tenuto l’Encierro, la città oggi è sporca, squallida e morta, per questo motivo io e Liam abbiam deciso di proseguire fino Cizur Menor. Adesso ci troviamo in un bar e ci stiamo rimpinzando di tortilla!

Sab. 16 luglio, ore 21:40, Cizur Menor
Viaggiare con Liam è davvero piacevole, abbiamo parecchi interessi in comune, arte, storia, religione, cultura! Arriviamo a Cizur Menor abbastanza presto, ci ospitano i Cavalieri dell’Ordine di Malta. Dopo doccia e siesta vado a comprare qualcosa al supermercato con Liam. Stasera abbiamo a disposizione la cucina, l’irlandese mi costringe a comprare dei tortellini e a prepararglieli. E’ soddisfatto della mia cucina e promette che presto ricambierà con un Irish Stew! Dopocena andiamo a bere un boccale di sidro, una bottiglia intera per me e Liam, un bicchiere per gli altri! Il sidro è amaro come piace a me, fantastico! Con noi ci sono Martina, Mike, Wileim, Simone e José, un vecchio signore basco che percorre il cammino per la seconda volta e ci mette in guardia sulla tappa di domani, una tappa veramente impegnativa, c’è da salire sul Alto del Perdon!

Dom. 17 luglio, ore 21:00, Puente la Reina
Io e Liam stamattina partiamo all’alba, diretti verso l’Alto del Perdon. Poco dopo ci raggiunge Wileim e continuiamo la scalata, fino adesso abbastanza semplice, spaventati dalle parole di José del giorno prima. All’improvviso però raggiungiamo la cima! Ci son due possibilità: o siamo così allenati che è stato facile raggiungere la cima, o il sentiero era più facile del previsto… tutti e tre pensiamo alla seconda ipotesi! La discesa è molto ripida ed impegnativa, non vi è un vero e proprio sentiero ma quasi una scarpata di grossi sassi. A fine discesa ci fermiamo nel primo villaggio che incontriamo a fare colazione, Wileim però prosegue perché vorrebbe andare oltre Puente la Reina, forse non lo vedremo più. Ci raggiunge invece Martina e continuiamo il viaggio con lei. Dopo una deviazione di qualche chilometro per vedere la chiesa di Eunate, di origini misteriose, arriviamo a Puente la Reina. Dopo l’ormai quotidiana doccia e siesta, andiamo a fare un giro per il paese io, Liam, Martina e Mike. Lomo per cena e domani si va a Estella la Bella!

Lun. 18 luglio, ore 19:30, Estella
Ieri, scendendo dall’Alto del Perdon, ho piazzato male un piede e per un attimo ho sentito un po’ di dolore, poi nient’altro. Oggi il dolore è arrivato al ginocchio dopo qualche chilometro ed ho dovuto rallentare la mia andatura. Liam è andato avanti e mi ha raggiunto Martina, che ha rallentato il suo passo per farmi compagnia. La tappa di oggi è stata affascinante però non me la sono goduta a causa del dolore. Arrivati ad una farmacia ho comprato una fascia elastica ed il ginocchio è tornato incredibilmente come nuovo! Ho preso anche garza e disinfettante per le due vesciche che mi eran nate in Francia e le ho medicate non appena arrivato al rifugio. Estella è una piccola città veramente bella, dall’aria cinquecentesca. Stasera c’è un concerto di musica medievale nella cattedrale ed inoltre è il primo giorno di una settimana di festa medievale in città. Abbiam appena finito di cenare, ho cucinato io per me e Liam, fettuccine al sugo con chorizo, la prossima pasta però la faccio preparare a quello sporco irlandese!

Lun. 18 luglio, ore 22:30, Estella
Dopo cena io, Liam e Martina siamo andati a bere qualcosa. In piazza c’era una sorta di teatrino per bambini, veniva rappresentato il Don Chisciotte, eccezionale! Dopo il soporifero concerto di musica pseudomedievale di fiati siam tornati al rifugio.

Mar. 19 luglio, ore 14:30, Los Arcos
Il dolore al ginocchio è sceso alla caviglia e così inizio a prendere gli odiati antinfiammatori. Nel villaggio di Ayegui abbiamo fatto una scoperta a dir poco eccezionale: esiste una fontana che anziché spillare acqua, apri il rubinetto e vien giù un ottimo vino rosso! Qui ho conosciuto una ragazza di Bolzano, Verena, molto simpatica e, sembrerebbe, molto in gamba. Il sole è veramente fastidioso e per diversi chilometri sulla via ci son pochissimi punti d’ombra.
L’arrivo a Los Arcos sembra tratto da un film di Sergio Leone, manca solo Giuliano Gemma che mi spara un colpo in fronte. Morte poco dolorosa in confronto alla tendinite che attanaglia la caviglia come uno stiletto ogni volta che il piede tocca terra. Nel pomeriggio ho fatto una passeggiata nel paese con Martina, è veramente una ragazza spettacolare!
Domani non so se arrivare a Viana, 19 km, o a Logroño, 29 km. Dipenderà dalle condizioni delle mie gambe e dal caldo.

Il Cammino di Santiago – La Rioja

Mer. 20 luglio, ore 21:30, Logroño
Quasi trenta chilometri da Los Arcos a Logroño, la tappa più lunga fin’ora ma forse la più semplice e piacevole, poche salite. Cammino da solo fino Viana, quasi venti chilometri, le gambe sono in buone condizioni. Parlo parecchio con la mia ombra, penso parecchio agli amici a casa e ai nuovi amici conosciuti in viaggio come Liam, Martina, Mike, Verena. A Viana incontro Liam e Martina, sono ancora le dieci del mattino e ovviamente decidiamo di proseguire fino Logroño. Arrivati nel capoluogo della Rioja incontro con immenso piacere Alessandro di Vicenza, che ho conosciuto per la prima volta una settimana prima di partire alla festa celtica di Trigallia, Argenta. E’ partito da Saint Jean qualche giorno prima di me, ma ha avuto diversi problemi ai piedi ed è rimasto qualche giorno a Logroño, così l’ho raggiunto. Nel pomeriggio è arrivato Mike con una cinghia dello zaino rotta e, dato che non parla spagnolo, l’ho accompagnato in giro per la città a cercare un pezzo di ricambio.
Logroño è una città abbastanza economica, giovane e dinamica. Di sera siamo andati a cena fuori e con soli sei euro ho fatto fuori salsiccia, lomo arrostito, patatine, tortilla e birra!

Gio. 21 luglio, ore 21:00, Najera
Subito dopo Logroño non mi sarei mai aspettato di attraversare una zona quasi paludosa, un pantano. Ci sono addirittura dei cigni! Il paesaggio però presto cambia in infiniti vigneti, il sole sempre più alto nel cielo abbaglia e crea un’afa spaventosa. Come se non bastasse lungo il tragitto non troviamo nemmeno una fontana. Oggi con me camminano Martina, Mike e Liam. L’irlandese però non sta molto bene, i giorni scorsi ha tenuto un’andatura troppo veloce ed adesso ha un po’ di tendinite. Arriviamo a Najera sotto un sole cocente, l’hospitalero che assegna i letti è lento da morire, aspettiamo quaranta minuti e davanti a noi c’eran solo otto persone. Anche se il cammino di oggi è stato parecchio pesante, dopo pochi minuti di riposo e un bella bevuta d’acqua mi sento come nuovo. Temo un po’ per i dolori altrui, Liam non ce la fa a proseguire e si fermerà a Najera per qualche giorno, la sala comune sembra un lazzaretto. Mi siedo un po’ sulle sponde del fiume, sotto gli alberi, a godermi la brezza e i cinguettii. In questi giorni ho conosciuto un po’ di italiani, Martina mi invidia perché lei non ha nessuno con cui parlare nella sua lingua!

Ven. 22 luglio, ore 16:00, Santo Domingo de la Calzada
Dividersi da Liam è stato poco piacevole, mi mancherà parecchio. Il quartetto rimane un trio, dopo venti minuti Mike si accorge di essersi dimenticato il bastone al rifugio e torna indietro, io e Martina proseguiamo fino al primo villaggio, Azofra, che raggiungiamo verso le otto. Il tempo di bere un caffè e aspettare Mike e si riparte. Dato che oggi mi sento un po’ meglio degli altri vado avanti con passo veloce e con le note del Jesus Christ Superstar che mi rimbombano in mente. Mi raggiunge Verena, che come sempre va a passo spedito, allungo ancora un po’ il mio passo e così facciam un po’ di strada insieme. Ci fermiamo davanti un vecchio cimitero per una breve sosta e per aspettare gli altri. Arriviamo a Santo Domingo de la Calzada poco dopo mezzogiorno, oggi una tappa corta di soli 21 chilometri. Sto veramente bene, niente più vesciche né tendinite!

Ven. 22 luglio, ore 22:00, Santo Domingo de la Calzada
Stasera io, Martina e Mike abbiamo incontrato Liam che, dopo esser stato stamattina dal dottore, ha preso l’autobus per Santo Domingo de la Calzada. Poi abbiam raggiunto in un bar anche Simone e Wileim, anche loro han preso l’autobus per colpa della tendinite. La cena è stata stupenda, nove persone di nove nazionalità diverse!

Il Cammino di Santiago – La Castilla y Leon: provincia di Burgos

Sab. 23 luglio, ore 18:30, Belorado
Entriamo in Castiglia e il paesaggio cambia completamente. Le viti lasciano il posto a campi, campi, campi di grano. A fianco di Martina il viaggio prosegue piacevolmente, parliamo parecchio delle nostre vite, dei nostri sogni, di quello che vorremmo fare nel futuro. Dopo ventisei chilometri di anonimi campi, arriviamo a Belorado, piccolo borgo solitamente deserto che oggi invece ospita un raduno di bikers. Anche se sul Cammino siamo fuori dal mondo, abbiam saputo che ci son stati degli attentati terroristici a Londra. A proposito di questo ho fatto quattro chiacchiere con Liam e Mike, sorseggiando la solita Fink Brau, abbiam scoperto di avere tutti e tre le stesse idee a proposito.

Dom. 24 luglio, ore 18:30, San Juan de Ortega
Oggi è una giornata stupenda e la salita su Montes de Oca è più facile del previsto, probabilmente a causa della bellezza del paesaggio boschivo che lascia veramente senza fiato. Cammino da solo e raggiungo la cima cantando canzoni di Guccini e dei Modena City Ramblers. Questa montagna mi ha dato qualcosa, non so cosa, so solo che mi sento soddisfatto e felice. In fondo è per questo motivo che ho intrapreso il cammino, per andare alla ricerca di qualcosa, non importa cosa. Forse della felicità, forse della conoscenza. In fin dei conti non ha molta importanza, l’importante è cercare, tutto quello che si trova accresce sempre la conoscenza, l’esperienza, la voglia di continuare a camminare sulle sabbie mobili.
San Juan de Ortega è una chiesa con una storia notevole, una trentina di abitanti, qualche panca all’aperto dove poter riparare i miei pantaloncini e rilassarsi!

Dom. 24 luglio, ore 22:00, San Juan de Ortega
Mitica cena con Liam a base di tortilla e vino nell’unico bar nel raggio di chilometri, abbiam speso sette euro in due, meglio del supermercato! E’ stata veramente una giornata rilassante, domani spero di arrivare presto a Burgos, in modo da poter fare un giro in città nel pomeriggio.

Lun. 25 luglio, ore 22:30, Burgos
Si parte all’alba con la nebbia, inizio a scalare la collina di Atapuerca e incontro un californiano di San Francisco, un ragazzo in gamba! Arrivati sulla cima veniamo accolti da un gran panorama: alle nostre spalle il cielo azzurro e i Montes de Oca, di fronte a noi il grigiore dello smog di Burgos. Attraversando la periferia della città veniamo accolti da una forte ansia. Non è la prima volta che vengo a Burgos ma in auto non ti rendi conto di quanto possa essere grande una periferia e una zona industriale, passarci a piedi devasta corpo e spirito. In centro abbiam trovato un piccolo rifugio di soli 18 letti, dentro una chiesa, molto carino dopo che ti abitui alla puzza di incenso. Nel pomeriggio sono andato con Martina a visitare la cattedrale, un autentico museo pieno di storia. Poi un giro al castello e siam tornati all’albergue. Non è stata una giornata piacevole, a parte il maxi kebab che ho mangiato a pranzo. Non vedo l’ora di lasciare la città.

Mar. 26 luglio, ore 18:00, Hornillos del Camino
Ci allontaniamo da Burgos in fretta, appena fuori città ci torna il buonumore! Come sempre siamo in cammino io, Martina e Mike, “in tre si è in compagnia” diceva qualcuno. La giornata è molto calda e a metà mattina ci rendiamo conto di essere nel bel mezzo della tanto temuta meseta. Il nulla. Sudore, pietre, poca erba ingiallita dal sole che brucia anche la pelle, tanta polvere. Ma dopotutto non è così male! Anzi, direi che il paesaggio è veramente spettacolare! Basta partire all’alba come sempre e fermarsi prima che il sole sia troppo alto, per non trovarsi sbranati dagli avvoltoi!
Hornillos del Camino è un paese quasi fantasma, le piccole case son decrepite. Per fortuna tira una fresca brezza adesso, si sta veramente bene, temo che fra poco la temperatura si abbasserà parecchio!

Mer. 27 luglio, ore 22:00, Castrojeriz
La meseta è veramente stupenda, tanta gente un po’ folle un po’ stupida la salta a piè pari prendendo l’autobus. Certamente non è facile camminare sotto il sole cocente e con un vento che tira ostinatamente verso est. Arriviamo a Castrojeriz verso mezzogiorno e troviamo un rifugio fantastico nuovo di pacca con letti spettacolari dove mi appisolo per quattro ore filate!
In serata andiamo a cercare Wileim nel campeggio vicino, gestito da olandesi, e troviamo anche Anna, una candida ragazza italiana molto religiosa. Davanti alla chiesa di San Domenico cerca di farmi notare qualcosa, forse un bel capitello, ed io devio subito la sua attenzione sui teschi scolpiti sulle mura, lei rimane un po’ sconvolta… Mike mi dice sempre:”You are so evil…”! J

Il Cammino di Santiago – La Castilla y Leon: provincia di Palencia

Gio. 28 luglio, ore 20:00, Fromista
Stamane io, Mike e Martina decidiamo di prendercela comoda e lasciamo Castrojeriz addirittura dopo le otto e ci fermiamo subito in un bar per un caffè. Dopo una decina di chilometri incontriamo Wileim in un altro bar e ci fermiamo a chiacchierare più di un’ora! Wileim sta scrivendo un romanzo sul Cammino di Santiago, dove i protagonisti sono un cristiano, un ateo, un musulmano e un pagano. Per quest’ultimo personaggio si sta ispirando a me, mi fa sempre un monte di domande interessanti e la sera sta a pensare alle domande da farmi il giorno dopo!
Riprendiamo il cammino e ci rendiamo conto che non dobbiam partire mai più così tardi al mattino, fa un caldo micidiale e arrivare a Fromista, sempre controvento, è micidiale! Ma alla fine ce la facciamo!

Ven. 29 luglio, ore 21:00, Carrion de los Condes
Facile passeggiata da Fromista a Carrion de los Condes, ventuno chilometri di facile pianura. Dopo Carrion non ci son villaggi per diciassette chilometri, quindi meglio una tappa corta oggi! Ormai parlo esclusivamente inglese e spagnolo, anche con gli italiani, che spesso si chiedono da quale paese io provenga… divertente! Nel pomeriggio Wileim ha continuato a farmi le sue solite domande sulla mia religione, ormai ha deciso che sarò il personaggio principale del suo libro! A cena i due giapponesi han fatto fuori un pollo e mezzo chilo di spaghetti a testa, sono veramente incredibili! Io invece mi son concesso una cena a base di formaggio e pane, una vera goduria! Il rifugio qui a Carrion de los Condes è un vecchio monastero, le camere sono doppie e io ne divido la mia con Martina: stanotte finalmente non ci saranno roncadores!

Sab. 30 luglio, ore 19:00, Terradillos de Templarios
Diciassette chilometri in mezzo al nulla da Carrion de los Condes fino al primo villaggio, veramente pesanti anche a causa del sentiero roccioso, mi fan male i piedi. Continuiamo tranquillamente fino a Terradillos de Templarios. Ci rendiam conto che oggi facciamo il giro di boa, siamo a metà cammino! Il giorno in cui arriverò a Santiago sarò davvero triste, lasciare tutto questo mi peserà parecchio. A Terradillos non c’è veramente nulla, nessun negozio, nessun bar, nessun ristorante, nessun templare. Solo il rifugio. Che ovviamente è dotato di tutto quello che ci serve, con prezzi appositamente adeguati all’occasione!

Il Cammino di Santiago – La Castilla y Leon: provincia di Leon

Dom. 31 luglio, ore 22:00, Bercianos del Real Camino
Contenti di lasciarci alle spalle Terradillos de Templarios, al mattino incrociamo la città di Sahagun. Mi aspettavo una città più grande e più interessante, invece detiene solo il primato del miglior bocadillo con tortilla de patata che ho mangiato fin’ora sul Cammino. Pensandoci bene non è poco!
Berciano del Real Camino non è molto diversa da Terradillos, a parte che le case son di fango e che il rifugio è gestito da simpatiche suore agostiniane. All’inizio non mi sento molto a mio agio ma come sempre, non mi spiego il motivo, sto parecchio simpatico alle religiose che non mi mollano un attimo e mi riempiono di domande. Perché solo a me?!

La cena è comunitaria, ognuno porta qualcosa e tutti insieme poi cuciniamo. Quando gli altri pellegrini tornano dalla spesa le suore non sanno come comportarsi, è una situazione troppo difficile per loro ed iniziano a correre come pinguini impazziti su e giù per la cucina! Alla fine prendo in mano la situazione, mando tutti a pregare e mi metto a cucinare da solo per cinquanta persone! Han tutti gradito la pasta con le mille verdure che ho trovato, non che fosse buona, la fame è il migliore dei condimenti! Dopocena andiamo tutti insieme a goderci uno stupendo tramonto, uno dei pellegrini tira fuori una cornamusa per intonare “Scotland the Brave”, mai sentito nulla di più stonato! Buio!

Lun. 1 agosto, ore 22:00, Mansillas de las Mulas
Sono via di casa da un mese e a parte gli amici più cari l’Italia non mi manca per nulla. Martina sente molta nostalgia di casa, oggi è entrata in una libreria per vedere qualche foto della sua terra su qualche guida turistica. Tutto ciò mi fa riflettere parecchio sul mio presente e sul mio futuro, è molto più facile seguire una strada asfaltata che una sconnessa, ma dopotutto durante la prima tappa ho preso il sentiero più difficile ma più bello. Le barche non son costruite per stare ormeggiate sicure nel porto ma per sfidare gli oceani.
Oggi finalmente siamo arrivati a Mansillas de las Mulas, duemila abitanti, una metropoli se confrontata ai minuscoli villaggi degli ultimi giorni! Qui ci sono addirittura i negozi!
La giornata è stata un po’ strana, fra l’altro ho avuto qualche diverbio con Martina. Ho pensato di lasciare Mansillas in serata ma dopotutto non ne vale la pena.

Mar. 2 agosto, ore 16:00, Leon
Fra la discussione con Martina e un tipo che russava in modo troppo fastidioso, decido di lasciare Mansillas de las Mulas da solo alle quattro del mattino. E’ notte fonda e non si vede assolutamente nessuno dei segnali che indicano la giusta direzione, ma grazie alla Dea ci sono il cielo e le stelle. La Via Lattea segue il Cammino di Santiago ma la via per Leon da Mansilla è un po’ più orientata verso nord. Quindi con la Via Lattea e la Stella Polare a farmi compagnia sono arrivato in poche ore senza indugio a Leon.
Verso mezzogiorno incontro Martina davanti la cattedrale, chiariamo i diverbi di ieri e ci dirigiamo insieme al monastero che funge da rifugio qui a Leon.

Mar. 2 agosto, ore 21:30, Leon
Le simpatiche signore che lavorano nel rifugio in centro città han detto a Martina che il prezzo per una notte è di sei euro. In realtà c’è una donazione libera, facile prendere in giro chi non conosce lo spagnolo, complimenti!
Leon è una delle mie città spagnole preferite. La cattedrale è magnifica, così maestosa e nello stesso tempo semplice. Martina mi ha invitato a cena fuori, andiamo in un piccolo baretto che fa dei panini spettacolari, lei mangia insalata come al solito. Mi mancano un po’ i piccoli villaggi tranquilli, non vedo l’ora di andare via da qui!

Mer. 3 agosto, ore 18:30, Villar de Mazarife
Oggi c’è un gran dilemma! Strada corta e arrivare ad Astorga in due giorni o strada lunga ma più bella e allungare un po’? Dato che non ho nessuna fretta scelgo la seconda! Anche Martina è d’accordo con me, Mike invece decide di prendere l’autobus per Astorga, credo si sia stufato di camminare. Quindi ormai andiamo avanti in due, inossidabili, io e Martina. Maciniamo ventuno chilometri senza nessuna sosta, ormai siamo più che allenati, arriviamo nell’assolato e desolato villaggio di Villar de Mazarife verso mezzogiorno. Il rifugio è molto bello, camere con due letti, niente camerate da cento persone! Oggi però fa veramente caldo.

Mer. 3 agosto, ore 22:00, Villar de Mazarife
Ceno nel bar sotto il rifugio, uno spezzatino buonissimo! E’ raro che mi conceda un pasto caldo ma a volte ci vuole! Martina ha incontrato una coppia ceca ed è andata a fare quattro chiacchiere con loro, son contentissimo per lei. Io son rimasto al rifugio per non essere linguisticamente d’intralcio! Al contrario, io ho incontrato l’ennesima italiana ed ho fatto finta di essere spagnolo. Ormai camminare non mi crea nessun problema, continuo però a cantare “The Wizard” dei Black Sabbath!

Gio. 4 agosto, ore 19:00, Sant’Ibañez di Valdeiglesias
Il sole diventa cocente sin dalle undici del mattino e non ricordo più come son fatte le nuvole quando finalmente ritroviamo alberi sul cammino! Chiacchierando durante tutta la camminata si arriva veramente in fretta alla meta e il mio inglese sta migliorando a vista d’occhio, dato che Martina mi interrompe ogni volta che commetto un errore! Entriamo in un bar per un gelato, i due barman continuano a chiacchierare senza rivolgerci la parola e continuando a bere il loro caffè finché, saturo di buone maniere, li mando dove dico io e vado via! Arriviamo a Sant’Ibañez di Valdeiglesias, uno strano paesino, l’hospitalera è completamente fuori di testa, urla sempre e parla veloce come una mitragliatrice! Le chiedo due piatti per la cena, temendo tuoni e fulmini, son sicuro che quando glieli riporterò si incazzerà per qualche motivo!

Gio. 4 agosto, ore 22:00, Sant’Ibañez di Valdeiglesias
Dopotutto la nonnina non è così male, ha addirittura lavato i miei piatti! E’ solo un po’ matta. Una tedesca le ha chiesto un cuscino per la notte e lei le ha risposto:”Sei una pellegrina, non una turista! Niente cuscino!”.
Circola voce che ci son dei ladri che girano nei rifugi per derubare i pellegrini e la cosa non mi preoccupa più di tanto, diventa tutto più simile al vecchio cammino medievale!
Noto che in una bacheca ci sono le regole da rispettare nel rifugio, una di queste è:”Non mettere in discussione le regole!”.

Ven. 5 agosto, ore 12:30, Astorga
Dopo poche ore di cammino ci fermiamo ad Astorga per visitare la stupenda cittadina. Il Museo del Cammino mi ha sinceramente deluso, non essendoci praticamente nulla che riguarda il Cammino di Santiago ma solamente statue di Santiago Peregrino, Santiago a cavallo, Santiago Matamoros (decisamente di cattivo gusto). E’ invece stupendo il palazzo dove trova posto la mostra, il “Palacio Episcopale”, altra meraviglia progettata da Gaudì, un uomo veramente geniale!

La vera chiccha di Astorga è il museo del cioccolato, che ripercorre la storia del maestoso frutto del cacao dalle americhe all’europa. Inoltre, dato che quest’anno è il quattrocentesimo anniversario dell’uscita del Don Quijote, vi è una mostra speciale che evidenzia gli intrecci del cioccolato con le avventure dell’eroe di Cervantes, come cartoline collezionabili o stampe pubblicitarie. Inoltre il cioccolato prodotto ad Astorga, non esagerando, credo sia il più buono del mondo!

Ven. 5 agosto, ore 20:30, Santa Catilina de Somoza
La sosta ad Astorga ci è costata parecchio tempo e fatica, passeggiare per una città forse è più stancante, sicuramente stressante, che camminare sulla Via. Inoltre dopo Astorga inizia la salita dei Montes de Leon, e con la stanchezza addosso gli ultimi dieci chilometri son stati micidiali. Arriviamo a Santa Catilina e al primo rifugio incontriamo i nostri amici olandesi. Dormiamo come ghiri tutto il pomeriggio! Adesso sento un profumo di patatas bravas e tortillas, credo andrò a mangiare qualcosa, domani raggiungeremo la cima dei Montes de Leon e la Cruz de Fero, a 1500 metri d’altezza!

Sab. 6 agosto, ore 18:00, Manjarin
C’è qualcosa di strano nell’aria oggi. Si sale sempre più in alto, arrivati quasi a Foncebadon mi cedono i tendini della caviglia destra. Lentamente arrivo al villaggio abbandonato, uno dei posti più belli del cammino. Nella locanda celtica di un simpatico spagnolo ho trovato ristoro con un bicchiere di sidro, il più buono che abbia mai bevuto, forse per la stanchezza, forse per il dolore lancinante alla caviglia, forse perché davvero sublime. Proseguiamo verso la Cruz de Fero, Martina cammina circa 30 metri davanti a me facendo finta di andare su a fatica per aspettarmi. La gamba peggiora, inizia a girarmi la testa. E’ tutto molto strano, più vado in alto più sto male, più mi avvicino alla Cruz de Fero. Alla croce ogni pellegrino lascia una piccola pietra che si è portato dietro da casa, io sinceramente non mi sento di chiamar casa nessun posto al mondo, quindi non ho portato nessuna pietra. Martina mette giù una pietra presa nel suo giardino e proseguiamo il Cammino verso Manjarin. Stranamente mi sento subito meglio, mi sento un tutt’uno con la natura e inizio a correre sulle montagne! Se solo penso che mezz’ora prima era come se mi infilassero uno stiletto nella caviglia ad ogni passo, è veramente qualcosa di incredibile!

Arriviamo a Manjarin, dove vivono gli ultimi cavalieri templari rimasti sulla faccia della terra. Strano ma vero, questo rifugio sembra fermo al medioevo: Niente elettricità, niente acqua, niente fogna… niente di niente! E i templari cucinano per noi gratuitamente e ci ospitano gratuitamente. Probabilmente è il rifugio più bello, sicuramente non dal punto di vista estetico o per quanto riguarda la comodità ma per l’ambiente, la genuinità di chi ci ospita. Lascio una donazione di qualche euro e dono del tabacco al cuoco.

Il Cammino di Santiago – La Castilla y Leon: el Bierzo

Dom. 7 agosto, ore 21:30, Ponferrada
La discesa dai monti è fatale per i tendini della caviglia destra, cammino molto lentamente. Il paesaggio però è decisamente cambiato, centinaia di castagni mi accompagnano da El Acebo a Molinaseca, per arrivare infine a Ponferrada. Non è la prima volta che vengo a Ponferrada, quattro anni fa venni a visitare il meraviglioso castello templare, che trovai chiuso. Fortuna vuole che è chiuso anche oggi, però a differenza del mio precedente viaggio in auto, dove mi son fermato solo per fare una foto al castello, scopro una città veramente piacevole. Facciamo una passeggiata io, Martina, la coppia olandese, Jaqueline e Wileim, che ci saluta. Il suo tempo è finito e tornerà in olanda domani, così ci invita al ristorante per una cena tutti insieme. Insieme a noi c’è anche un signore tedesco che è in Cammino insieme alla figlia quindicenne, appena si siedono al tavolo del ristorante riempiono lo zainetto col tutto il pane a disposizione per la cena, ignorando gli altri commensali. Una scena veramente disgustosa.

Lun. 8 agosto, ore 18:00, Villafranca del Bierzo
Oggi ho ricominciato a viaggiare da solo dopo diversi giorni in compagnia di Martina, il dolore alla caviglia inizia dopo circa otto chilometri. L’idea di oggi è di farne trentadue ma è impossibile col dolore abominevole che mi ritrovo. Così a Villafranca del Bierzo trovo Martina che mi aspetta, seduta sul sagrato di una chiesa, una bella sorpresa! Così siamo andati insieme al primo rifugio, completo. Al secondo e ultimo rifugio di Villafranca riusciamo a dormire per terra pagando sei euro… qui si che sanno come sfruttare i pellegrini! Da qualche giorno a questa parte il numero di pellegrini è triplicato. Tanta gente inizia il Cammino da Leon, Astorga o Ponferrada. La riconosci subito, ci sono differenze palesi con la gente che è partita da Saint Jean Pied De Port, come gli zaini puliti e l’assenza di quella luce negli occhi che contraddistingue chi viene da lontano, che ha sofferto, che ha sete di saggezza e conoscenza. Tutti gli altri son turisti. Con grande piacere ho rincontrato Chiara di Brescia, che dopo esser tornata a casa da Fromista per motivi di lavoro, ha ripreso il Cammino.

Mar. 9 agosto, ore 17:00, Ruitelan
La maledetta tendinite non mi lascia un attimo di tregua. Armato di pazienza e volontà, stringendo i denti ad ogni passo, all’alba lascio Villafranca, destinazione “finché la caviglia regge”. Ovviamente il mio passo non è dei migliori e arriva il momento di salutare Martina che ha bisogno di stare un po’ da sola e punta ad arrivare in Galizia entro oggi. Nuovamente solo sulla Strada mi ritrovo in mezzo ai boschi del Bierzo, in quella zona che anni fa è stata la quinta provincia della Galizia. Guardo la mappa, mi aspettano ventidue chilometri di leggera salita fino ad Hospital Ingles, poi altri otto per El Cebreiro, la cima che separa la valle del Bierzo dalla Galizia. Con i mille pensieri in testa tipici del viaggiatore solitario, mastico diciannove chilometri in breve tempo, quasi come se la mia caviglia fosse guarita. In realtà ormai convivo con il dolore, ogni tanto una fitta più forte mi fa stringere i denti, ma dopotutto è solo dolore, anche se zoppico vistosamente. Con immenso piacere a Ruitelan incontro ancora Martina, lei dice che è una coincidenza ma non ne sono così sicuro. Il rifugio è molto bello e l’hospitalero è veramente cordiale! Dopo un paio di ore di siesta Martina decide di andare al villaggio precedente, Vega de Valcarce, per comprare qualcosa per cena, qui a Ruitelan non ci sono negozi. Mi ha obbligato a restare fermo e non accompagnarla dato le condizioni della mia caviglia, quindi son qui fermo in un’area per picnic ad aspettarla… eccola che arriva!

Mar. 9 agosto, ore 20:00, Ruitelan
Dopo cena una passeggiata nel bosco è l’ideale, ma attenzione a non uscire dal sentiero! Son finito in un campo di ortiche alte più di mezzo metro. Le gambe han preso fuoco e son tornato di corsa al rifugio per lavarle. L’hospitalero, una delle persone più squisite che abbia mai incontrato, nel frattempo ha sfornato la cena, nell’aria c’è un profumino stupendo! Io ho già cenato quindi vado a letto ed ad un tratto inizia il diluvio universale!

Il Cammino di Santiago – La Galizia

Mer. 10 agosto, ore 15:00, Cebreiro
Io e Martina partiamo da Ruitelan verso le otto del mattino, più tardi del solito a causa del diluvio universale. Durante il Cammino di Santiago non puoi dormire due notti consecutive nei rifugi della stessa città o villaggio, quindi abbiam deciso di provare a fare qualche chilometro sotto la pioggia. Dopo il primo chilometro di cammino la pioggia diminuisce e iniziamo a credere che sia possibile scalare El Cebreiro. Dopo dieci chilometri di di pioggia, nebbia, fango, tendinite galoppante, arriviamo in cima! Ovviamente piove ancora e l’hospitalero ci dice che prima dell’una non si entra. Andiamo in un bar a bere un tè caldo, mettere qualche vestito asciutto e aspettiamo fino all’una.

Sorpresa! Dato che abbiam fatto solo dieci chilometri decidono di farci dormire per terra, nonostante ci siano letti liberi! Letti che andranno a coloro che vengono da Villafranca, poco importa se han preso l’autobus, il taxi, se hanno iniziato il Cammino da Ponferrada, se caricano lo zaino su una macchina e scalano la montagna senza ingombri. Io che mi son fatto il c*** per un mese e che oggi ho camminato solo per dieci chilometri causa pioggia, tendinite e scalata della montagna, devo dormire per terra. Conto fino a dieci per contenere la rabbia, gli dico qualche brutta parola in spagnolo, e vado via. La gamba non mi consente di proseguire fino al prossimo villaggio, o forse si, ma a che prezzo? Inoltre diluvia ancora. Alla fine io, Martina e altre tre ragazze americane esiliate decidiamo di andare in albergo. Un po’ di riposo tranquillo ci fa solo piacere a questo punto, senza contare che farà bene alla mia gamba. L’albergo è davvero stupendo, una locanda in una baita di montagna, travi a vista, taverna al piano terreno e stanze al primo piano. Presto dimentichiamo i cafoni del rifugio.

Mer. 10 agosto, ore 20:00, Cebreiro
Mitica cena! Oggi non si bada a spese! Tagliere fantastico di salumi e formaggi della zona, pane fatto in casa e sidro a volontà! Mi sembra di stare in paradiso!

Gio. 11 agosto, ore 20:00, due chilometri dopo Samos
Il letto dell’albergo è veramente comodo e lasciamo Cebreiro non prima delle otto in modo che anche la nebbia mattutina si possa diradare per farci ammirare il panorama lungo il Cammino. Non piove più, anche se il cielo è ancora nuvolo. Dopo qualche chilometro le nuvole lasciano il posto ad un sole radioso, il panorama gallego è stupendo, ci siam lasciati alle spalle la Spagna gialla arsa dal sole, qui è tutto verde! Anche la mia caviglia sta decisamente meglio e dopo ventidue chilometri arriviamo a Tricastela, ma non ci sono più posti nel rifugio!

La Galizia è certamente una terra stupenda, ma l’organizzazione dei rifugi statali mi ha veramente stufato. La gente, che ormai non mi azzardo più a chiamare “pellegrini” ma “turisti” almeno nel novanta percento dei casi, si alza all’alba e fa le corse per riuscire a guadagnare un letto, ma tutto ciò non ha senso, è un pellegrinaggio, un Cammino, non una maratona! Con Martina decido di andare avanti fino Somos, altri dieci chilometri, a parte un po’ di dolore cui sono ormai abituato, la gamba funziona bene. Dopo dieci chilometri sotto il sole arriviamo al monastero di Somos e non mi stupisce il fatto che anche qui non vi son più posti disponibili. Decidiamo allora di dormire all’aperto, dopotutto ieri era S.Lorenzo e stanotte ci dovrebbe essere un bellissimo spettacolo nel cielo. Troviamo un area picnic qualche chilometro dopo Samos e ci fermiamo, Inizia a far freddo e i tortellini ai funghi in scatola sarebbero più salutari se riscaldati.

Ven. 12 agosto, ore 7:00, due chilometri dopo Samos
Che freddo! I tortellini in scatola Hero sono una bomba! Forse perché decisamente stanco e affamato ma erano veramente buoni anche se freddi. Ho dormito sull’erba umida, talvolta sentivo strisciare qualcosa sul sacco a pelo, forse immaginazione, forse serpenti… lo spettacolo offerto dalle Pleiadi è stato fantastico come sempre, ho avvistato circa una trentina di stelle cadenti, ho espresso sempre lo stesso desiderio.

Ven. 12 agosto, ore 21, Portomarin
Oggi camminiamo in mezzo alla nebbia, dopo una dozzina di chilometri arriviamo a Sarria, base di partenza per la maggior parte dei pellegrini diretti a Santiago, dato che dista solo 111 chilometri dal raggiungimento della Compostela. Ridicolo. Per certa gente fare il Cammino è come andare a fare la spesa, peggio ancora se sei un credente cristiano e cammini per 111 chilometri per ricevere la redenzione dei peccati. Sinceramente non credo che se esiste un Dio, questo condoni i peccati dei suoi fedeli solo grazie ad una mazzetta di quattro giorni di cammino. Queste cose le fanno solo i capi di governo con i loro amici. All’ufficio informazioni per il pellegrino di Sartia non sanno dove si trovi Saint Jean Pied De Port, è veramente fenomenale!

Poi è palese che i galleghi odiano i pellegrini, o meglio i “turisti” che credono di essere pellegrini. E’ comprensibile, ogni volta che ci fermiamo per fare una piccola sosta di dieci minuti veniamo superati da almeno trenta persone, basta fare quattro calcoli per capire che in Galizia in questo periodo il Cammino somiglia più ad una processione. Dopo Sarria la nebbia lascia il posto ad un sole cocente. Ci fermiamo a mangiare in una locanda dove una simpatica vecchina ci prepara fagioli verdi con uova, l’unica pietanza di cui dispone in quel momento. Nel tardo pomeriggio arriviamo a Portomarin, città turistica molto affollata, oggi abbiam camminato per trentacinque chilometri. Troviamo due letti nel dormitorio comunale per pellegrini, un posto orribilmente sporco. Vado in farmacia a comprare i tappi per le orecchie, nel letto accanto al mio c’è un tizio che russa come un Boeing 747.

Sab. 13 agosto, ore 18:30, Casanova
Oggi è un’ottima giornata per camminare a parte la solita tendinite e le centinaia di turisti che mi circondano. A pranzo mi fermio in una locanda per un panino, la locandiera mi accoglie benevolmente. Non si comporta allo stesso modo con tutti gli avventori, mi racconta che è difficile vivere lungo il cammino in Galizia. Troppa la gente che compie il cammino come un turista, lei li riconosce subito i veri pellegrini, dai vestiti, dallo zaino, dagli occhi. E’ stato un incontro estremamente piacevole come il bocadillo col lomo curado che ho mangiato. Ritrovo Martina a pochi chilometri da Casanova e riusciamo a prendere gli ultimi due letti di un piccolo rifugio per venti persone, per fortuna molta gente si è fermata alla città precedente, Palas do Rey, a Casanova ci son giusto mezza dozzina di casette!

Dom. 14 agosto, ore 20:00, Arzua
Incredibile, oggi camminiamo solo per ventiquattro chilometri, non mi sento per niente stanco! Lasciamo il dipartimento di Lugo per entrare in quello di La Coruña. Sulla Strada incontriamo un gruppo di ragazzi italiani, forse boyscout. Comunque sono il solito gruppo di italiani che sanno solamente fare casino. Poi gli italiani si lamentano perché tutto il mondo li (ci) vede come casinisti, pizza e mandolino, è la pura semplice verità purtroppo! E’ in momenti come questi, quando tutta la gente attorno addita questi imbecilli definendoli “italiani” come se fosse un terribile aggettivo che provo rabbia e vergogna nello stesso tempo. Martina prova un pò di compassione nei miei confronti, ormai mi conosce e capisce il mio dramma esistenziale.

Lun. 15 agosto, ore 21:00, Monte de Gozo
Oggi c’è un caldo asfissiante, e il cammino è veramente duro, sicuramente la tappa che mi costa più fatica dopo quella pirenaica di partenza. Da qui si vede Santiago, mancano solo cinque chilometri alla prima delle mie mete, mi sembra incredibile. Cioè, domani arriverò a Santiago, ho quasi finito il Cammino che ho iniziato un mese fa! Il “rifugio” sembra un campo di concentramento, o come ha detto Martina, una città dei bottoni americana, dove tutto sembra preciso e perfetto… o terribile!

Mar. 16 agosto, ore 23:00, Santiago de Compostela
Solo cinque chilometri dal mio primo obiettivo, il meno importante dei due, ma pur sempre importante. Arriviamo in città molto presto, oggi è San Rocco, festa nazionale, turisti ovunque. Mi avevan detto che l’arrivo a Santiago sarebbe stato di forte impatto, che tanta gente piange alla vista della cattedrale, che alla fine a nessuno interessa più proseguire fino Finisterra. Per tanta gente è stato così ma personalmente l’arrivo a Santiago non ha suscitato in me tutte queste emozioni, forse perché il mio obiettivo principale è sempre stato Finisterra.

Facciam la coda per prendere la Compostela, l’impiegata scruta tutti i bolli che ho raccolto lungo la Via e alla fine mi consegna il documento. Ormai io e Martina non ci sopportiamo più, la Galizia ci ha un pò stressati, troppa gente, troppo caos. Decidiamo di proseguire da soli i prossimi giorni. Con immenso piacere però a Santiago ritrovo i vecchi amici! Marianne e Carol, Tadashi e Iro, Simonne, Elisabeth, José e soprattutto Liam, il mio vecchio ubriacone irlandese! Abbiam passato ovviamente tutta la sera a bere e a raccontarci storie del cammino. Tutti parlano di casa, si torna a casa. Mi rendo conto che non esiste sulla faccia della terra un posto che io possa chiamare casa, mi rendo conto che la grande avventura sta finendo. Finirà sicuramente per tanta gente che tornerà a casa a riprendere la propria vita fatta di routines, non per altri che han ricevuto qualcosa dal Cammino, o per quelli che come me credono nell’avventura, nell’utopia, nella cavalleria e nel romanticismo. Dopo il bicchiere dell’addio, un lungo abbraccio e qualche lacrima. Santiago è sicuramente una città stupenda, da viverla a fondo, mi spiace fermarmi solo un giorno ma mi suscita troppa malinconia per restare.

Mer. 17 agosto, ore 16:30, Negreira
Si torna in marcia! Dopo l’esplosione turistica da Ponferrada a Santiago, oggi non ho incontrato nessuno sulla via, i primi dieci chilometri di sentiero in mezzo ai boschi son stati veramente meravigliosi. Mi sembra di aver iniziato un nuovo cammino, di qualche giorno, che mi porterà verso la mia vera meta: Finisterra. Mi riposo mezz’ora all’ombra di un’amica quercia, sulla sponda di un fiume, poi in poco tempo arrivo al rifugio di Negreira, che ovviamente è completo. Mi son sistemato per terra, su uno di quei materassi per palestre. A parte Martina e i miei due amici giapponesi nel rifugio c’è gente che non avevo mai visto prima. Molti arrivano infatti dagli altri cammini, quello portoghese, quello della plata, il Cammino Primitivo o quello del Nord. Incontriamo anche uno scrittore svizzero che di professione cammina e scrive libri su queste esperienze, beato lui!

Gio. 18 agosto, ore 19:30, Olveiroa
Se c’è una cosa che amo della Spagna è il lomo! Oggi è l’ultima tappa lunga del cammino, trentaquattro chilometri, sette ore e mezzo che faccio filate senza nemmeno una sosta. Adesso che anche quest’ultimo scoglio è andato mi sento decisamente meglio, inizio a rilassarmi. La Galizia è stata davvero stressante sia per me che per Martina, di fatto non ci parliamo più da qualche giorno. Per fortuna c’è il lomo che mi ridà buon umore! Oggi son riuscito a prendere un letto, certo però che i rifugi in Galizia son veramente brutti, dopo Santiago va già un po’ meglio, ma fra Cebreiro e Santiago è stato terribile! Ovviamente parlo dei rifugi municipali, passi che sono gratuiti ma…

Ven. 19 agosto, ore 17:30, Corcubion
La camminata di oggi è stupenda, la più bella dell’intero cammino! E’ veramente valsa la pena arrivare fin qui, la terra sferzata dal vento, le rocce nude che vengon fuori dal terreno, i cavalli che corrono selvaggi… è tutto così irreale, sembra di essere in Scozia o in Irlanda! E fra una collina e l’altra… finalmente… l’Oceano! Mi siedo su una roccia e contemplo l’infinita distesa d’acqua che lasciai quasi mille chilometri fa a Bayonne, l’emozione è descrivibile soltanto tramite le lacrime che solcano il mio volto, Scendo giù dall’ultima collina che si affaccia sul mare ed arrivo nella città di Cee, mi fermo in una piazza ed aspetto Martina: se ha vissuto le mie stesse emozioni, è ora di condividere la vista del mare. Dopo venti minuti eccola arrivare, è felice che l’abbia aspettata e continuiamo a camminare insieme fino al rifugio di Corcubion. Un vecchio signore di Cee ci accompagna per un po, raccontandoci degli incendi che stanno devastando Galizia e Portogallo. Il rifugio è stupendo, piccolo, accogliente, mantenuto da un piccolo portoghese stupendo! Le cose con Martina van molto meglio, finalmente ci stiam rilassando entrambi. Adesso vado a fare la spesa con l’hospitalero e poi cucineremo per tutti!

Sab. 20 agosto, ore 22:30, Finisterra
Es el fin del Camino… Es Finisterre!
Sembra quasi un dettaglio quest’ultima tappa verso la meta. Ovviamente cammino con Martina, abbiam condiviso praticamente tutto il cammino, nel bene e nel male, ed è giusto arrivare insieme in fondo. Ci restan da fare solo quattordici chilometri per Finisterre, gli ultimi due sono sulla spiaggia. Raggiungiamo in breve tempo la Playa de la Langostina e il villaggio di Finisterre alla fine della spiaggia, poco dopo ancora il faro e poi l’infinito. L’emozione è incredibile e non riusciamo a trattenere le lacrime. Mi tolgo le scarpe e cammino sulla spiaggia, l’acqua dell’oceano è veramente fredda, sul bagnasciuga ci sono tante conchiglie e decido di raccoglierne qualcuna da portare a casa.

Il villaggio di Finisterre è un posto veramente tranquillo, mi aspettavo molti più turisti, trovo invece un placido paese di pescatori. Recuperiamo i letti nel rifugio, l’ultimo rifugio di questo Cammino, e ci dirigiamo verso il faro. Scendiamo giù dalla scogliera fin dove possibile, fin dove si può ancora andare avanti, fin dove c’è da camminare. Ad un certo punto l’oceano ci sbarra la strada, è impossibile continuare ad avanzare ancora, è la fine del Cammino, la fine del mondo!

La sera andiamo a festeggiare, facciamo un giro per i ristoranti tipici di pesce ma alla fine optiamo per una birreria con piatti spettacolari ed economici! Conosco così la zorza, una sorta di carne tagliata finemente e impreziosita da decine di spezie piccanti, tipica della Galizia. Questo posto è veramente magico e decidiamo così di restare un giorno in più!

Dom. 21 agosto, ore 21:30, Finisterra
Secondo giorno a Finisterre e la giornata inizia presto per cercare una locanda dove passare la notte, dato che come in tutti rifugi, anche in questo non si può passare più di una notte. Dopo aver trovato una camera a venti euro ci dirigiamo nuovamente verso il faro. E’ domenica mattina e non ci sono ancora turisti, quindi ne approfittiamo per bruciare i nostri vestiti come vuole la tradizione. Mi mancherà il mio pantaloncino di jeans che mi ha accompagnato per tutto il viaggio dall’Italia fino qui! Nel pomeriggio facciamo una passeggiata sulla spiaggia della Langostina, ora affollata di bagnanti. E’ giunta l’ora di pensare al ritorno a casa, Martina è stata la compagna di viaggio che ho avuto per più tempo, praticamente tutto il cammino, domani le nostre strade si separeranno. E’ un duro colpo per entrambi, se gli Dei lo vorranno ci rincontreremo un giorno per ridere delle cinque settimane passate insieme ad attraversare la Spagna!

Lun. 22 agosto, ore 16:00, Cangas
E’ una strana sensazione salire su di un mezzo di trasporto dopo quaranta giorni, il bus che ci riporta a Santiago percorre in due ore quello che abbiam percorso in quattro giorni a piedi. C’è ancora tempo per un ultimo gelato insieme, poi Martina prende l’autobus che la porterà a Bordeaux e poi a Brno, nella sua Repubblica Ceca. Mi mancherà. Io prendo il bus per Pontevedra e poi uno per Cangas. Perché? Non lo so, non son ben sicuro di quello che sto facendo adesso. Non ho più soldi e devo tornare a casa in qualche modo. Cangas è una piccola città turistica che mi attraeva, e mi son lasciato attrarre. Scopro che qui furono arse al rogo diverse streghe o presunte tali durante l’inquisizione spagnola.

Mar. 23 agosto, ore 16:00, Vigo
Ieri, dopo aver vagato un po’ per Cangas, ho preso un bus per Vigo, città che si trova dall’altra parte dell’insenatura. Il bus però si è fermato nella periferia della città e trovare un albergo è stata un’impresa finché non mi son imbattuto in un albergo di lusso, dove contrattando ho fatto scendere il prezzo della camera da ottanta a venticinque euro, sono un mago! Nella mattina faccio un giro per Vigo, cittadina di mare molto moderna, decisamente diversa dalla più rustica Cangas. Il mercato dei molluschi è molto colorito, si possono assaggiare le prelibatezze galleghe, i frutti di mare più buoni del mondo. Non per me ovviamente! Pranzo in un piccolo bar con delle patatas bravas, l’oste è veramente cordiale e mi riverisce come se fossi una celebrità, spendo solo tre euro per un lauto pasto. Mi offre anche della tortilla, veramente spettacolare, una delle più buone che abbia mai mangiato, e ormai son diventato esperto in materia! Vado in un internet point e cerco un modo per tornare a casa. Da Madrid partono aerei a basso costo per Bergamo, ne prenoto uno via internet e mi reco alla stazione per prendere un treno che mi porti nella capitale. I treni son pieni e mi tocca prenotare un posto in prima classe, ma viaggerò di notte così potrò dormire!

Mer. 24 agosto, ore 16:30, Madrid
L’arrivo a Madrid è stato pieno di emozioni, conosco molto bene la capitale spagnola e tornarci mi fa sempre molto piacere! Prendo la metropolitana verso il centro della città e faccio quattro passi sulla Gran Via, la Puerta del Sol, Plaza Mayor.
Ci son parecchie iniziative per l’anniversario del Don Chisciotte ma son tutte fuori città, purtroppo non ho tempo di fare anche un giro nella Mancha quindi continuo a vagabondare per la città fino a dopo pranzo. Poi mi dirigo verso l’aeroporto di Barajas, fra poco sarò a casa.