31/08/2005

Arriviamo a Berlino alle 11.30 con volo diretto. Il volo è andato benissimo, sono soddisfatta di questa compagnia: puntualità perfetta ed affidabilità tedesca. Nonostante tutto la tensione durante il volo, specie al decollo ed all’atterraggio, me la porto sempre dietro, chiudo gli occhi, mi sforzo di non pensare al numero incredibile di aerei caduti questo mese di agosto, ma non ci riesco (di solito, per una questione statistica, subito dopo un incidente credo sia difficile che si possa ripetere, ma questo mese ho abbandonato il mio tradizionale fatalismo).

L’aeroporto di Tegel è solo un anticipo della sorprendente architettura di Berlino. Tutto funziona a meraviglia ed io ed Andrea capiamo subito come fare l’abbonamento settimanale ai mezzi pubblici (conviene: 25 euro contro i 2.10euro a corsa, senza peraltro la possibilità di tornare indietro con un solo biglietto) e quale autobus prendere.

In 20 mn siamo in centro e, dopo una pausa in un imbiss (tavola calda) per assaggiare subito gli ottimi würst e birre locali, troviamo, grazie alla nostra bella Clup guide, un ostello in centro, a Mitte, vicino Friedrich Palace, 25 euro a persona in camera doppia. Il palazzo è uno dei più antichi della zona, se si può usare questo termine; tutto ormai nell’ex Berlino est è talmente rinnovato da sembrare anche un po’ finto.

L’unica cosa che resiste, forse ancora per poco, è il Tacheles, un edificio liberty di Oranienburgerstrasse molto decadente ed utilizzato da diversi artisti per i loro atelier. Fanno e vendono le loro opere a chi, magari, va la solo per incontrare gente e bere una birra o vedere un film.

Dopo una pausa tecnica ad Hackescher Markt, una piazza strapiena di bar un po’ costosi, per un’altra birra, andiamo a vedere il Museo ebraico (Jüdisches Museum), progettato da uno dei miei architetti preferiti, Daniel Libeskind. Da questo museo non si uscirebbe indifferenti alla tragedia della storia ebraica neanche se fosse vuoto. Si tratta di un tempio della memoria, a forma di un grande fulmine di lamiere. Ogni pezzo ha un valore simbolico e soprattutto lo hanno la “torre dell’olocausto” ed il “giardino dell’esilio”. La prima è un ambiente altissimo in cemento armato, con un piccolissimo taglio di luce in alto. Appena entrati, la porta si richiude alle nostre spalle con un tonfo sordo ed un brivido di ghiaccio ci attraversa la schiena, pensiamo immediatamente ai forni crematori. Da lì si esce nel giardino dell’esilio, un labirinto di blocchi in c.a. sui quali sono piantati degli alberi. Il terreno è in pendenza variabile e camminandovi si ha subito l’impressione di vacillare. Andrea decide di distendersi sul muretto, seguito a rotazione dai quattro turisti giapponesi presenti.

Al ritorno, stanchi, facciamo un giro panoramico sul 100, un autobus circolare che passa attraverso le zone significative del centro, fino allo zoo, famoso per il romanzo di Christiane F., Noi ragazzi dello zoo di Berlino, e per Zoo degli U2. Alla stazione della metro c’è ancora il punto di ritrovo per tossici e barboni. Bello di notte il monumento alla pace, la torre blu, accanto alla chiesa gotica bombardata.

Ceniamo con un döner Kebbab, altra cosa tipica di qua, nata dal gemellaggio tra i tedeschi e la comunità turca, insediatasi numerosa a Berlino da anni.

Al ritorno notiamo un bell’ostello in Rosenstrasse, la strada famosa per la manifestazione di donne berlinesi a cui durante il nazismo avevano sottratto i mariti, che tornarono poi a casa grazie al loro coraggio. Entriamo per curiosare e, com’è piccolo il mondo!, incontro Franck, un ragazzo tedesco che ho conosciuto tanti anni fa a Palermo e che ora gestisce proprio questo ostello. Decidiamo così di trasferirci qua. Ci vuole necessariamente un’altra birretta per digerire le immagini del museo, come quell’ installazione fatta con facce di metallo spesso da calpestare, che emettevano suoni striduli come urli…ci rifocilliamo al Tacheles.

01/09/05

Lasciamo l’ostello per trasferirci al Citistay Hostel, in Rosenstrasse 16 (24 euro la camera doppia). Il nuovo posto è veramente bello. L’unico difetto è che la musica non smette mai di suonare. Lasciati armi e bagagli, dopo una pausa ad Alexanderplatz per un piatto di noodles ed uno sguardo a quella piazza di lotte pre-caduta del muro, ora un continuo cantiere, andiamo a vedere quel che è rimasto del muro.

Passiamo al check point Charlie, ormai un pacco per turisti, con la signorina tedesca che sorride tra sacchi di juta e fiori ed un finto soldato della D.D.R. che per un euro mette un bollo, ovviamente non valido, sul passaporto. La cosa che veramente merita è invece il ristorante thai accanto, dove, a pranzo, un piatto di sushi costa relativamente poco. Per il resto scappiamo dai negozi di souvenir dove si possono acquistare finti pezzi di muro e, dopo una visita alle Galeries Lafayette, progettate da Jean Nouvel, ci dirigiamo a Postdammer Platz, una zona un tempo semideserta ed oggi invece superturistica, grazie ad un master plan di Renzo Piano che ne ha fatto un mega centro commerciale con grattacieli ed una piazza coperta a vetri (Sony center).

L’intenzione di rivitalizzare il quartiere è riuscita solo a metà, perché in giro si vedono unicamente turisti. Vicino la metro si trovano pezzi di muro originali commentati da pannelli illustrativi.

Decidiamo di cambiare aria, vogliamo respirare un’aria più berlinese. Andiamo a Kreuzberg, il quartiere famoso negli anni 70-80 per le case occupate da giovani di tutta Europa, i cui segni si vedono ancora su alcune facciate, decorate a graffiti, oggi molto alla moda e popolato anche da un gran numero di turchi.

Tiriamo le somme di questi primi due giorni berlinesi lungo il canale, cenetta e birra tedesche e gente simpatica e cordiale intorno. Berlino ci piace tanto, si sente una certa libertà nella gente e poi sono tutti giovani, la metà della popolazione è sotto i 35 anni. Oltretutto non esiste traffico anche grazie al fatto che la maggior parte si muove in bici con o senza rimorchio per bambino.

Facciamo una passeggiata lungo il canale, prima di tornare a casa. Sui prati e nei locali galleggianti è pieno di ragazzi. Ci fermiamo a spiare gli aspiranti ballerini ultracinquantenni di un club (musica rigorosamente anni ’80) e poi torniamo a dormire.

02/09/2005

Ci tocca cambiare camera e finiamo in una stanza a quattro letti che però costa meno (20 euro). Per oggi ci affidiamo alla nostra guida alternativa per un giro di Prenzlauer Berg, un altro quartiere molto “giovane” e alla moda. La sua fama è dovuta ad un glorioso passato. Qui infatti, ai tempi della D.D.R., risiedevano la maggior parte dei dissidenti. A colazione facciamo tappa al Volkspark di Landsberger Alle, sempre birra e würst. Dopo ci tocca il bivacco sul prato, e non siamo sicuramente gli unici, qua i berlinesi bivaccano a tutte le ore!! Sono belle le fabbriche di birra occupate, tra cui la Kulturbrauerei, ristrutturata, enorme e però un po’ finta, dove ogni sera ci sono spettacoli.

Pranziamo con würst patatine e birre nell’imbiss sotto il cavalcavia della S-bahn, famoso per essere stato il primo a proporre il currywürst, un wurstel con salsa e curry buonissimo e diffusissimo qui a Berlino. Ci rilassiamo un po’ nel mauer park, il parco del muro, una collina sulla cui cima resta un pezzo del muro dipinto dagli “artisti del muro” e dal quale, seduti sulle altalene, si può godere di un bel panorama sulla città ed assistere ad un concertino spontaneo.

Dopo una passeggiata per L.S.D. (non si tratta di un allucinogeno, ma delle iniziali di tre strade, la Lychener, la Schliemann e la Dunkerstrasse), ci fermiamo ad Helmotz platz, dove ho appuntamento con Corinna, un’amica tedesca. Arrivata sfrecciante in bici, andiamo a bere una birretta al Prater, il Biergarten di Kastanien Alle, pieno di tavoli di legno e di buone birre. Corinna è molto simpatica, mi fa piacere rivederla. E’ così carina che ci lascia casa sua per il fine settimana, visto che lei deve partire. Ceniamo a base di panino ultrapiccante indiano e the e poi finiamo di nuovo a bere in una graziosa piazzetta di Prenzlauer Berg, che, per la quantità di locali e di gastronomia sarà sicuramente la meta delle nostre prossime serate.

03/09/2005

Colazione a casa di Corinna, in un bel palazzo di Friedricshain, un quartiere centrale dell’ex Berlino est in cui i fronti degli isolati sono occupati da casermoni residenziali comunisti, ma che, voltando l’angolo, è ricco di angoletti caratteristici dalla dimensione ancora umana. Passiamo un’oretta a chiacchierare accompagnati da marmellate di fragole e ribes e Bach suonato da Glenn Gould. Poi ci separiamo da Corinna per iniziare il nostro tour, che, dopo un passaggio per una manifestazione nazi con controcorteo del P.D.S., gli ex comunisti, e 20 poliziotti con camionetta per ogni manifestante, si arresta arrivati al Reichstag, il Parlamento, restaurato da Norman Foster.

Ci incolonniamo per poter salire sulla splendida cupola vetrata e nell’attesa assistiamo ad uno spettacolo di artisti di strada vestiti di nero, con una maschera bianca, che muovono un enorme burattino-scheletro arancione. Dopo un’oretta arriviamo in cima, attraverso una bella passerella a spirale, appesa all’enorme cupola ed ammiriamo la città a 360° dall’alto. Sulla Sprea si vede la nuova sede del Parlamento, ancora vuota. Uscendo andiamo a vedere la porta di Brandeburgo, tappa obbligatoria, e poi entriamo nella nuova sede dell’Accademia delle Belle Arti, un bellissimo esempio di architettura contemporanea, in vetro, attraverso la quale arriviamo al Memoriale dell’olocausto, di P. Eisenmann.

Rimaniamo coinvolti da questo labirinto di blocchi di granito grigio che sembra un ammasso di tombe. Anche qui il terreno è in pendenza ed al di sotto di questo enorme cimitero si trova un museo della memoria, con testimonianze delle atrocità subite dagli ebrei durante il nazismo. Si capisce che la città ancora non ha metabolizzato il dolore e la vergogna di quegli anni. Pur conoscendo tutti queste storie si esce sconvolti.

Camminiamo per Unter den Linden, il viale dei Tigli, stradone monumentale, per sfogare un po’ di rabbia, ed andiamo a Prenzlauer Berg dove troviamo un ottimo ed economico fast food Thai.

04/09/2005

Sveglia a casa di Corinna, essenziale ed accogliente, e musica dei Lambchop. Andiamo a fare una passeggiata al mercatino delle pulci di Friedricshain, vicino casa. Di solito vende prodotti alimentari, ma ogni due domeniche si trova un po’ di tutto, soprattutto roba vintage e tanti colori. Più che di comprare ho voglia di fotografare. Nonostante tutto compro, per la modica cifra di 8 euro, un fantastico set da birra con caraffa e tazzoni che Andrea sarà felice di portar dietro per tutto il nostro viaggio. Notiamo che anche la domenica mattina c’è gente per strada che va in bici o si ferma per ore a colazione, seduta all’aperto nei tavolini… forse solo per il tempo meraviglioso di queste giornate. Assistiamo allo spettacolo di un artista di strada, un burattinaio col suo burattino rockettaro, bravissimo, uno dei tanti “disoccupati felici” che arrotondano il sussidio. E’ bello vedere le facce stregate dei bambini! Torniamo a casa a posare gli acquisti e ci dirigiamo ad Alexanderplatz alla volta dei bratwürst (arrostiti) e birra. Andrea però ne subirà le conseguenze visto che al mercato ne aveva già mangiati due.

Con lo stomaco a pezzi andiamo a Charlottenburg, un quartiere residenziale borghese dell’ex Berlino Ovest, nei pressi dello zoo di Berlino, per visitare il museo di Käthe Kollwitz (1867-1945). I suoi lavori, sculture ed incisioni, parlano degli orrori della guerra (“From many wounds you bleed, o people” recita uno dei suoi manifesti), della fame e dello strazio di una madre cheperde il proprio figlio, provato dall’artista in prima persona (“The war will accompany me until the end”). Fanno piangere e riflettere sul fatto che questo calvario continui e sia solo spostato in altre aree geografiche.

Dopo ci andiamo a “ricoverare” al Tiegarten, il parco più grande di Berlino, e passiamo dal posto dove, il 15 gennaio 1919, furono assassinati Rosa Luxemburg e Karl Liebknecht, due militanti comunisti.

Finiamo anche oggi la nostra giornata a Prenzlauer Berg a mangiare Thai vicino al Mauer park.

05/09/2005

Risveglio, buon tempo e buon umore.
Passeggiamo per Unter den Linden per andare a vedere, presso la sede della Deutsche Bank, la Deutsche Guggenheim Berlin, francamente deludente (meno male che l’abbiamo visitata di lunedì che si entra gratis!). A seguire andiamo al Deutsche Historisches Museum, ampliato da Leoh Ming Pei, molto bello sia per la corte coperta a vetri che per i corpi nuovi della Zeughaus, la parte espositiva in c.a., acciaio e vetro. Gli orientali hanno il dono dell’eleganza e la cura del dettaglio arriva fin nel w.c.. Peccato solo per i testi dei pannelli espositivi, tutti rigorosamente in tedesco.

Uscendo ci dirigiamo alla Neue Wache, un memoriale progettato da Schinkel, il famoso architetto neoclassico, al cui interno, illuminata da uno squarcio metafisico di luce, fa bella mostra di sé una pietà di Käthe Kollwitz. Uscendo è d’obbligo il passaggio da Bebel Platz, dove i nazisti bruciarono i libri proibiti dal regime, cosa ricordata da una targa sul pavimento.

Facciamo un salto alla cattedrale di St. Edwidge, dalla pianta centrale, una sorta di Pantheon moderno, distrutta dalle bombe, come quasi tutta Berlino, e ricostruita negli anni ’50.

Dopo esserci rifocillati ad Alexanderplatz con i soliti bratwürst e noodles (siamo riusciti subito a diventare abitudinari!), traslochiamo a casa di Valentina e Markus a Prenzlauer Berg e, dopo esserci raccontati alcuni anni di vita, andiamo a cenare al Gorky park, un caffè russo dall’ottima cucina accompagnata da kalashnicov, un cocktail micdiale di vodka, limone, caffè e zucchero.

06/09/2005

Colazione con Markus che da architetto appassionato ci mostra un progetto che ha realizzato tra villaggi del Tirolo.

Poiché i siciliani non riescono a stare a lungo lontani dal mare, partiamo con la macchina che Valentina gentilmente ci ha prestato, per andare sul mar Baltico. Finiamo in un bellissimo camping consigliatoci da Valentina e Markus, il Regenbogen camping a Prerow, nella Fischland. All’inizio ci accolgono orde di tedesconi e di zanzare, ci accorgiamo di essere finiti tra centinaia di roulotte e c’è pure il ristorante italiano. Riusciamo a far capire alla receptionist (qui parlano tutti solo tedesco) che vogliamo piantare la tenda fra le dune e ci riusciamo. Il camping è enorme ma ben organizzato. Siamo all’interno di un parco naturale ed è bellissimo avere la tenda fra le dune proprio di fronte al mare. Ci rifocilliamo con birra e patatine (c’è anche l’imbiss!) e poi ci godiamo una lunghissima passeggiata sulla spiaggia, tra uccelli migratori e d’altro tipo… (siamo in un camping anche per nudisti), fino al faro.

Il paesaggio è mozzafiato, anche perché le dune coprono la vista del camping. L’acqua è verde-grigio ma trasparente, il bagno però è sconsigliato perché la temperatura è adatta a tempre di un altro livello e poi vediamo delle belle ed enormi meduse che solo in seguito scopriremo essere innocue.

Dopo la cena con pizza al ristorante italiano (!!!) che in fondo non era malvagia, ci tocca sentirci un po’ effimeri sotto l’enorme cielo stellato. Buona notte.

07/09/2005

Sveglia di fronte al mare. Compriamo la colazione al panificio e la mangiamo davanti la tenda. Passeggiata al mare.

Decidiamo di fare un giro in macchina verso Barth, attraversando una lingua di terra lambita dal mare da entrambi i lati. I ciclisti possono percorrere tutto questo territorio in bici, grazie alle piste ciclabili tra gli alberi. Gli automobilisti invece possono fermarsi nelle aree di sosta a pagamento, cosa che non ci piace e andiamo avanti. Notiamo alla fine un posto sul mare con un imbiss che offre pesce del Baltico affumicato, veramente delizioso. Tornando al camping ci aspetta la sauna (compresa nel prezzo del camping). Non capiamo bene come si fa, tutte le istruzioni sono in tedesco. Andrea legge una scritta e ipotizza che significhi “non è possibile denudarsi”, esce per chiedere ai vicini di sauna e si trova di fronte un tedescone panzuto tutto rosso e nudo e fuga ogni dubbio. Decidiamo di alternare 15 mn di sauna e 15 mn di doccia fredda e pausa e ripetiamo tutto quattro volte. L’effetto è piacevolissimo, ci sentiamo rilassati e pronti per una cenetta a lume di candela davanti alla tenda, questa volta col pesce del Baltico.

08/09/2005

Si riparte. Dopo una pausa a Wandermunde, un tempo villaggio di pescatori, oggi importante porto commerciale, con bockwürst (bollito) davanti al mare e birra, arriviamo alla vicina Rostock, sempre affacciata sul Baltico, città molto carina ed accogliente. Il centro storico è piccolo e interamente restaurato e la piazza del mercato continua a rimanere tale, è piena di colori. Le case hanno le facciate a timpano articolate all’olandese ed il porto è ancora affascinante, pur essendo diventato solo porto turistico. Beviamo una birra su un battello e poi compriamo pesce affumicato a volontà per cena. Prima del ritorno a Berlino visitiamo la superba Marienkirche, in corso di restauro, una splendida chiesa gotica con il più bell’ organo barocco che io abbia mai visto.

09/09/2005

Sveglia, colazione e fuori per visitare ancora un po’ Berlino. Andiamo nella Museumsisel, l’isola dei musei, a visitare il Pergamon museum, costruito da Ludwig Hoffmann tra il 1910 ed il 1930 su disegno di Alfred Messel, il più giovane dei musei dell’isola, che è in corso di restauro (Berlino è ancora tutta un cantiere, anche se l’economia non ha avuto il rilancio sperato, nessuno investe in quest’area e c’è molta disoccupazione). E’ incredibile come questi germanici abbiano depredato i siti ancheologici della Mesopotamia e Medioriente. Qui è possibile ammirare, interamente ricostruiti con un approccio chiaramente d’altri tempi, più didascalico che scientifico, la porta d’Ishtar (&° sec.a.C.) a Babilonia, l’altare di Pergamo (170 a.C.), la facciata della residenza del califfo Al-Walid II (a Mschatta, Giordania), la porta del mercato di Mileto, la cupola dell’Alhambra, la camera di Aleppo e tante altre rarità.

Usciti dal museo la fame diventa imponente, e non di cultura… troviamo un ottimo ristorantino di fronte la Nikolajkirche, una bella chiesa gotica parzialmente scampata alla distruzione. Andrea opta per un enorme stinco di maiale ed io, per disintossicarmi, opto per la zuppa di lenticchie ma, a sorpresa, ci trovo affogato un enorme würst. Andiamo a dormire estenuati su un prato, accanto le statue di Marx ed Engels. Nel pomeriggio facciamo una passeggiata (a piedi, per smaltire il pranzo!) dal Teatro dell’Opera (identico al teatro Massimo di Palermo) alla Philarmonie di Hans Sharoun, rivestita d’oro, capolavoro dell’architettura organica, ma arrivati là scopriamo che la sala si può visitare solo alle 13.00, per cui visitiamo solo il W.C..

Ci dirigiamo poi al caffè Sybille dove abbiamo appuntamento con Corinna. In questo bar sono conservati l’orecchio ed il naso della statua di Stalin, che venne demolita e fusa (col bronzo sono state fatte le statue del giardino zoologico!), e si può bere una buona birra guardando la Karl Marx Alle (un tempo Stalin Alle), una strada larga 90 m, realizzata in tempo record dalla D.D.R. per le sue parate, a scapito di diversi edifici ed operai che pagarono col sangue la ribellione al lavoro duro.

Ci spostiamo poi al biergarten di Friedricshain dove ci raggiungono Valentina e Markus.

10/09/2005

Ultimo giorno berlinese, che tristezza!
Valentina e Markus ci portano a colazione a Kreuzberg, lungo un canale (a base di birra e uova strapazzate). Poi andiamo a fare una passeggiate al Treptower park, in cui aleggia ancora lo spirito dell’armata rossa. Il vialone centrale era utilizzato per le parate del regime e le statue, a memoria dei soldati russi morti durante la II guerra mondiale, sono colossali. Per i nostalgici trionfa ancora una enorme falce e martello.

Purtroppo dobbiamo smetterla di rotolarci sul prato perché si riparte! Dopo aver fatto una scorta di würst torniamo a Palermo con tante splendide immagini di una città particolare, diversa dal resto della Germania, creativa e fragile, economica e vivibile, giovane e spensierata, dove, se non fosse per il clima, sicuramente mi piacerebbe vivere.