Basilica di Nostra Signora a Wadowice
16 giugno 1999 a Wadowice
Casa Natale del Papa
Kremówka papieska
cave di pietra di Zakrwek
Fabbrica Solvay
Convento della Divina Misericordia
Convento della Divina Misericordia
Wawel cattedrale
Piazza del mercato di Cracovia
Interno della chiesa di Niegowic
Università cattolica di Lublino

Un piccolo omaggio al nostro caro Papa Giovanni Paolo II.
Ci ha insegnato, oltre ai tanti valori, il senso del viaggio:

“… diventate sempre più operatori di pace e di unità!
Possiate essere aperti ai vostri fratelli di differenti culture
per fare del pianeta una società sempre più fraterna!”

Giovanni Paolo II

… questa volta ci mettiamo in viaggio noi: ecco qualche indicazione per conoscere i luoghi della sua gioventù in Polonia.

Wadowice
Wadowice, nella Polonia meridionale, è la citta’ natale di Giovanni Paolo II. La casa natale è diventata un museo in Suo onore, visitabile: l’appartamento di tre stanze, al primo piano di una palazzina, e’ situato a poche decine di metri dalla basilica di Nostra Signora, che nel 1921, anno in cui nacque il Pontefice, era solo una chiesa parrocchiale. Fu il Papa stesso a elevarla al rango di basilica: potete leggere  il discorso ai suoi concittadini del 7 giugno 1979 e ancora una volta   il 16 giugno 1999, quando, Giovanni Paolo II si lasciò trasportare da un’ondata nostalgica di ricordi, nessuno immaginava che si stesse compiendo una svolta nella storia della pasticceria polacca! Bastò che egli rievocasse il sapore delle “kremówki”, che andava a comprare nella pasticceria della piazza principale e già il giorno dopo non si riusciva a trovare in quella cittadina neanche un dolcetto, che non ricordasse, almeno lontanamente, la “kremówka”, da allora chiamata con orgoglio “kremówka del Papa”: potete trovare la Kremówka papieska, oltre che nelle pasticcerie di Wadowice, nei locali vicino ai principali santuari della Polonia: è una sorta di millefoglie alla crema.
Il sito ufficiale del comune: www.wadowice.pl

Cracovia: il teatro, il lavoro, suor Faustina Kowalska

Al corso di ballo, durante gli anni del liceo, era uno dei migliori, cimentadosi in Polonaise, mazurca, valzer, tango: in questi balli il giovane Karol se la cavava egregiamente e durante il Carnevale, al circolo Sokól di Wadowice, stupiva i presenti per lo stile e il senso del ritmo. Nel ballo, in particolare, era interessato a cogliere la dimensione della cultura popolare, minacciata in quel periodo dalle invasioni naziste.
Ma la sua vera passione era il teatro: con un gruppo di amici fonda una compagnia di filodrammatici, dando vita al teatro “Studio 39”. Sul palcoscenico amava vestirsi da cavaliere ulano, con grossi baffi finti e la giacca che copre solo una spalla.
Quando si trasferì a Cracovia, col padre, nel 1938, in una casa di periferia con un piccolo giardino, lungo la Vistola, si iscrisse al Teatr Rapsodiczny, il Teatro rapsodico clandestino dell’università Jagiellonica di Cracovia, fondato dal suo professore di letteratura Kotlarczyk e dedicato al culto della «parola viva», quasi privo di scenografie, vietato dai nazisti come ogni altra iniziativa intellettuale: le prove e gli spettacoli avvenivano in un seminterrato alla presenza di amici e parenti.
Il teatro è stato una passione e una forma di resistenza per un giovane che durante la guerra, per mantenersi agli studi ed evitare la deportazione, lavorava: prima nelle cave di pietra di Zakrwek e poi in una fabbrica di prodotti chimici, la Solvay, che distava sette chilometri da casa, a piedi. E’ lungo questo itinerario che faceva una deviazione per la chiesa di mattoni rossi del convento di suor Faustina Kowalska (che farà santa) per pregare la Divina Misericordia…

Le opere teatrali

Karol Wojtyla si è spesso servito di pseudonimi per firmare le sue opere: Andrzej Jawien, Stanislaw A. Gruda, Piotr Jasien. Scrive nel 1940 i drammi Giobbe e Geremia – pubblicati in Poesie e drammi nel 1980 – incentrati sulla ricerca del senso dei tragici avvenimenti storici che stavano interessando il Paese.
E’ già sacerdote quando nel 1949 scrive Fratello di nostro Dio (pubblicata nel ’79 e rappresentata nel 1988), ispirandosi alla vicenda di Adam Chmielowski, santificato nell’89. Il dramma è considerato la sua opera teatrale più importante: è dedicata al confronto tra il gesto estetico e l’azione etica, alla possibilità e alla necessità di una conciliazione tra la concreta partecipazione ai processi storici, la libertà e la realizzazione dei valori.
Una delle sue commedie La bottega dell’orefice (pubblicata nel 1960, rappresentata nel 1979) è stata messa in scena nei teatri di tutto il mondo. L’autore la spiega come una “meditazione sul sacramento del matrimonio” in forma di dialogo-monologo.
Tra il ’52 e il ’61 il futuro Pontefice ha dedicato al teatro rapsodico quattro saggi critici, comparsi sul settimanale Tygodnik Powszechny sotto lo pseudonimo di Andrzej Jawien: vi si sottolinea il ruolo della parola come proto-elemento in un teatro che vede la fabula ridotta a semplice illustrazione di una problematica, e l’attore alla sua incarnazione.
Se siete interessati, vi consigliamo l’opera omnia. Karol Wojtyla. Tutte le opere letterarie. Poesie, drammi e scritti sul teatro. Testo a fronte. Per la prima volta raccolte in un unico volume con testo polacco a fronte, le opere poetiche e teatrali di Karol Wojtyla rivelano un talento capace di esprimere poeticamente i più profondi concetti di carattere teologico e filosofico.

Altri luoghi a Cracovia

La biografia del Papa Giovanni Paolo II richiede una vita per raccontare tutti i luoghi… citiamo, tra gli altri, il Seminario Maggiore, l’Università Jagellonica, la Parrocchia di san Floriano, la Cattedrale di Wawel… 

La Parrocchia di Niegowic

Nel 1948 l’arcivescovo destinò don Karol Wojtyla vicario nella parrocchia di Niegowic, un semplice villaggio a 30 chilometri a sud della capitale polacca.
Andai da Cracovia a Gdow in autobus, da lì un contadino mi diede un passaggio con il carretto verso la campagna di Marszowice, dopo di che mi consigliò di prendere una scorciatoia attraverso i campi. Scorgevo già in lontananza la chiesa di Niegowic. Era il tempo della mietitura. Camminavo tra campi di grano con le messi in parte mietute, in parte ondeggianti al vento. Quando giunsi finalmente nel territorio della parrocchia di Niegowic, mi inginocchiai e baciai la terra. Avevo imparato questo gesto da san Giovanni M. Vianney” (Dono e mistero).
Nel 1999 a Niegowic è stata portata e inaugurata l’unica statua al mondo che rappresenta il giovane don Karol.

Lublin
Nel 1953 presenta all’Università cattolica di Lublino una tesi sulla possibilità di fondare un’etica cristiana a partire dal sistema etico di Max Scheler. Più tardi, diviene professore nella Facoltà di Teologia della stessa università.
Per informazioni: Lublino; Università Cattolica di Lublino