Dopo aver consultato diverse guide (un po’ vecchiotte) e studiato i periodi di fioritura della lavanda, decidiamo di partire in auto per la Provenza con un obiettivo preciso: appagare i 5 sensi con i profumi, colori e sapori di questa splendida regione, cercare i mitici campi di lavanda e ripercorrere i luoghi dove ha vissuto Van Gogh.

COMANDAMENTI DEL PERFETTO VIAGGIATORE PROVENZALE:

1. Se hai deciso di partire assicurati che la guida che porti con te sia recente, (la nostra era a dir poco datata, se non ricordo male anni 80), per evitare ricerche estenuanti di posti ormai scomparsi

2. Se la guida fa acqua e non riesci a trovare la meta mai affidarti al senso d’orientamento di una donna e più che mai a quello di Sonia, rischieresti di vagare nell’oblio per sempre. È risaputo che le donne hanno lo stesso senso dell’orientamento di un piccione morto…

3. Se hai deciso di seguire le nostre orme e farti un bel viaggio in Provenza porta con te un sacco pieno di monetine, fra pedaggi dell’autostrada e parcheggi ti serviranno…

4. Qualsiasi cosa vogliate comprare fatelo!!! Non ascoltate la vostra partner che vi dice che questo non serve o che la pianta di lavanda non va comprata perché a casa già c’… anche se morta grazie al pollice verde di Sonia

5. Per vedere la lavanda in fiore il periodo migliore dovrebbe essere la fine di Giugno ma non aspettatevi di trovare i campi ovunque, vanno un po’ cercati…

IL NOSTRO ITINERARIO

  • Aix-en-Provence
  • Arles – Baux de Provence – St Remy de Provence – Mulin du Daudet – Le pont de Langois
  • Gordes – Abbazia di Senaque – Village de Boires – Roussillon – Colorado de Ristrel – Fontaine de Vaucluse
  • Valensole – Gorges du Verdon

25/06/10 Venerdì

Dopo aver preparato un buon pranzo a sacco, si parte!!!! Per nostra fortuna il viaggio non sarà tanto lungo, da Prato in poche ore si arriva in Provenza.

Dopo aver superato il confine ci incamminiamo sulle autostrade francesi, non so perché ma ai nostri cugini d’oltralpe piace pagare spesso il casello, sarà per non sentirsi soli, praticamente ogni 10-15 km incontriamo un casello che ci lascia a secco di monetine. Lasciamo Marsiglia in direzione nord, lungo l’autostrada A51 percorsi solo 30 km, nel primo pomeriggio arriviamo alla nostra prima tappa Aix-En-Provence, città aristocratica e intellettuale, sede di una famosa università.

Appena arrivati ci rendiamo conto che i parcheggi in Francia sono un vero business, tutti a pagamento e molti costano anche un bel pò ma non ci rassegniamo a dover pagare 2 € all’ora e così dove aver girovagato un bel po’ troviamo dei parcheggi a 1 € l’ora finalmente… ma la sorte non ci aiuta e il parchimetro ci frega 1 €!!! Abbiamo solo perso del tempo, maledetti parchimetri!!

Le strade sono vive e piene di gente soprattutto giovani, ci sono tanti ristoranti e cafè. Facciamo la classica passeggiata a Cours Mirabeau sotto l’ombra dei giganteschi platani che fiancheggiano la strada. Un lato è pieno di cafè, il cafè più famoso di Aix è “Les deux garcons”: all’interno è tutto a specchi con pannelli dorati e lampade per la lettura. L’altro lato è pieno di banche e uffici, alloggiati in residenze seicentesche e settecentesche, tutte con una sfumatura uniforme di pietre con complicati balconi in ferro battuto e decorazioni barocche.
Continuiamo l’esplorazione della città: da piazza dell’Albertas si arriva alla piazza sulla quale sorgono il Municipio (con tanto di matrimonio magrebino in corso) e la gotica Torre dell’ Orologio (che Sonia non aveva notato nel primo passaggio), poco lontano la cattedrale Saint-Sauver.
In realtà pur essendo carina come città ci lascia un po’ delusi, di certo non è la tipica cittadina provenzale che ci aspettavamo.

Ripartiamo da Aix e si prende la RN113 dopo circa 60 km giungiamo ad ARLES, definita la perla della Provenza, città dove Van Gogh prese ispirazione per dipingere più di 300 quadri, vedendola si capisce il perché….

La nostra prima tappa, direi forzata visto che siamo molto stanchi, è l’albergo, prenotato via internet ma che si rivelerà un ottima scelta sia per la vicinanza al centro sia per il prezzo: solo 140 € in due per tre notti, meno… solo un cartone alla stazione ;-). Ci buttiamo sul letto e sprofondiamo nel sonno, teniamo un’età!!!

26/06/10 Sabato

Oggi è sabato ed è il giorno in cui consigliamo la visita di Arles, perché viene allestito il mercato che attira moltissima gente sia dalla Camargue sia dalla Crau: secondo me il mercato è un ottimo posto per poter conoscere la vera anima di qualsiasi posto, è un concentrato di colori, profumi e rumori.
Ad Arles finalmente ci immergiamo nella vera Provenza, le tipiche case, la gente, il clima è una città meravigliosa.

Stranamente troviamo parcheggio gratuito in una piazzetta e chiediamo indicazioni per il centro ad un anziano signore che ci indica immediatamente come fare ad arrivare al mercato… questo mercato deve essere proprio un evento importante… Scopriamo di aver parcheggiato molto vicino e ci incamminiamo alla scoperta delle bancarelle. Arriviamo e subito mi riconoscono neanche fossi una celebrità nel mercato, un africano mi vede senza che abbia neanche parlato e mi dice: ‘napoletano?!’ o il ragazzo è un indovino o io ho proprio la faccia da napoletano!!

Girovaghiamo per i banconi, notiamo le tipiche stoffe provenzali, i fiori, le fragole vendute in cestini di legno, padelloni di ferro pieni di ogni ben di Dio, le arselle cotte (telline per i miei compatrioti), paellas e tanti altri piatti tipici e non, compriamo per pranzo un brochette (spiedino) composto da diversi panini ai vari semi.

Dopo aver cercato invano un coffee to go ci fermiamo in un cafè per la colazione, la fame inizia a sentirsi pure perché la sera prima eravamo collassati sul letto senza cena: cappuccino e un pain au chocolat e si riparte di nuovo carichi.

Lasciamo il mercato e arriviamo nel cuore della città, tante sono le cose da vedere e per fortuna tutto racchiuso nel piccolo scrigno che è il centro: l’Arena romana; Place de la Republique dove si erge un obelisco egiziano di granito; la Cathedrale di St-Trophime con il suo Giudizio Universale scolpito sul portale; dannati e beati (tutti di sesso femminile!!) sono in primo piano. Di fronte alla cattedrale si innalza il seicentesco Hotel de Ville ispirato a Versailles. Attraversiamo il grande atrio di entrata dove si vede il tetto a volta abbassata (veramente particolare); sotto l’Hotel de Ville si trova una galleria sotterranea costruita dai romani forse come dispensa o forse come caserma per gli schiavi.
Visitiamo anche Place du forum e le thermes de Constatin che però troviamo chiuse per fortuna di Sonia… da non perdere “Place des lices” uno scorcio della quale è stata dipinta da Van Gogh.

Finita Arles ci dirigiamo verso LES BAUX DE PROVENCE uno dei luoghi più suggestivi della Provenza, un antico borgo a 18 km da Arles prendendo la D17 e la D78. Arrivati ci aspetta il solito parcheggio con tariffe da costiera amalfitana lungo la strada, il parchimetro esige ben 3 €: purtroppo pur scavando nelle tasche ne troviamo solo 2 (ci manca proprio quello fricchiato ad Aix). Ci giriamo intorno alla ricerca di qualche posto dove poter lasciare l’auto e quando ormai avevo deciso di fare il turista fesso e non pagare, la fortuna ci viene incontro e 2 ragazze tedesche ci regalano 1 € e finalmente possiamo salire sulla città.

Il borgo di Les Baux è a 280 mt sul livello del mare e sorge su uno sperone roccioso delle bianche Alpilles: per chiunque volesse visitarlo consiglio scarpe da ginnastica e buon fiato, c’è un bel po’ di salita da fare. E’ difficile distinguere i ruderi della cittadella dal bordo dell’altopiano le cui rupi sono le fondamenta della struttura. Il paesaggio è meraviglioso, dopo aver visto il borgo andiamo a visitare il castello feudale che lo domina anzi che lo dominava. E’ deludente, il castello fu demolito qualche secolo fa e per 6,5 € hai una audio guida che ti invita ad immaginare cosa c’era prima; ce lo potevamo risparmiare a dire la verità, vale la pena solo la vista dalle varie torri. Scendendo ci riprendiamo dal caldo similfiorentino con una granita ghiacciata, e ripartiamo per ST-REMY DE PROVENCE, la città dove Van Gogh soggiornò e dove produsse alcune delle sue opere maggiori.

La città vecchia è contenuta in una cerchia di viali che non supera il mezzo km di diametro, qui ci accorgiamo cosa vuol dire avere una guida vecchia!!! Sonia segnala all’interno della città una vera particolarità: un ruscello che attraversa le stradine. Dopo vari giri a vuoto e un’opera di indagine approfondita, arriviamo sul posto e quello che dovrebbe essere un bel ruscello niente è che un canale centrale per lo scolo delle acque piovane… bhà mai comprare guide in offerta a 3 €. Ridò vita al mitico ruscello con un po’ di acqua della mia bottiglietta e ci avviamo al di fuori della città vecchia dove si trovano i vari punti di interesse: l’arco, un mausoleo funebre romano e l’ospedale di St Paul de Mansole, dove Van Gogh fu internato per parecchi mesi. Entriamo al St Paul, più interessati al campo di lavanda del cortile che non della stanza in cui dormiva; dopo un po’ di stanze finalmente troviamo il nostro primo campo di lavanda… facciamo un vero servizio fotografico da tutte le angolazioni!!

Lungo la strada del ritorno ci fermiamo a 10 km da Arles a Fontveille: la cittadina non è particolarmente interessante ma isolato nella campagna c’è il famoso mulino dove lo scrittore Daudet ambientò le sue celebri “Lettres de mon Moulin”. A me è sembrato molto suggestivo ma Piero non è stato della stessa opinione (sarà forse perché nessuno di noi due ha mai letto neanche un libro del “famoso” scrittore??)

Ultima tappa al ponte di Langlois, immortalato in vari quadri del sempre presente Vincent, dove incontriamo uno studente cinese che dopo averci fatto delle foto ci chiede un passaggio fino ad Arles. Io molto diffidente (tipico fiorentino) già lo immaginavo con la pistola in pugno intento a derubarci, ma Piero (tipico napoletano) molto più fiducioso di me non ha avuto nessun tipo di perplessità.

Cena molto veloce, economica e commerciale in un fast food dove provo l’esperienza del milk shake alla pesca: una vera schifezza!!!

27/06/10 Domenica

Partiamo di buon’ora verso GORDES e lungo la strada ci immergiamo nella natura; incontriamo campi di girasoli, campi di grano, campi di lavanda e campi interi di alberi di amarena. Il canto delle cicale ci accompagna durante il viaggio, direi onnipresente: ecco perché la “cigale” è il simbolo della Provenza.

Quando arriviamo l’immagine è spettacolare: Gordes sembra un presepe arroccato e ricorda i paesi umbri. Il parcheggio tanto per cambiare è a pagamento e a forfait 4 €!!! Io, da buona napoletana di adozione, cercherò poi di rivenderlo a metà prezzo, ma vengo tempestivamente fermata sia da Piero sia dalle occhiate del parcheggiatore.
Ci fermiamo al “Circle de la Republique” a fare colazione in una piccola terrazza con vista panoramica.

Dopo un giro per il paese andiamo ala ricerca del “VILLAGES DE BOIRES”; si tratta di un villaggio di costruzioni tipiche provenzali dette Boires, molto simili ai trulli pugliesi, realizzate con pietre a secco, molto pittoresche; in genere servivano come stalle ma alcune furono abitate. In tutto il Lubèron ce ne sono circa tremila.
La ricerca è stata ardua e Piero si è innervosito (in realtà ho odiato il posto, non è ben indicato e mi sono dovuto fare delle stradine di campagna impossibili per raggiungerlo) e così non ha apprezzato appieno questa visita (a farmela odiare ancora di piu’ si è aggiunto anche l’esoso biglietto d’ingresso ben 6 €!!!)

Vicina è l’abbazia di Senaque, un classico delle cartoline della Provenza, ancora abitata da una comunità monastica e proprio per questo gli orari di visita sono molto rigidi. L’abbazia è circondata da vari campi di lavanda in varie fasi di fioritura.

Ripartiamo verso ROUSSILLON un paesino dalle 17 sfumature di ocra estratte in zona. La visita ci sorprende la città è molto bella. Passando tra laboratori di ceramica, antiquari, ristoranti si arriva alla piana panoramica, da dove si accede alle cave di ocra, un sentiero pedonale tra i boschi. Qui la sensazione è di essere in un altro pianeta, si vede una montagna con diverse sfumature che vanno dal rosso al bianco al verde, passando per un’infinità di tonalità di gialli e arancioni, tra i quali spicca il verde della vegetazione. Il percorso costa 2 € e ci sono 2 possibili itinerari da percorrere a piedi, noi naturalmente facciamo il più breve. Sonia è stanca e pensare che qualche minuto prima mi aveva dato del vecchio per essermi lamentato della faticata! …saggezza femminile!!!

Proseguiamo verso RUSTREL COLERADO, solito parcheggio e iniziamo il percorso a piedi. Quello che abbiamo visto a Roussillion qui viene amplificato, ocra per tutti i gusti. Ci sono tre diversi itinerari: rosso, giallo e blu, ciascuno con difficoltà e tempi di percorrenza diversi. Vuoi per la stanchezza, vuoi per il tempo disponibile seguiamo il percorso giallo e sembra di finire su Marte. Piero da napoletano doc fa incetta di varie terre di varie sfumature per le sue miniature.

Ultima tappa la FONTAINE DE VAUCLUSE. Scopriamo la fonte di quelle “chiare e fresche acque” che incantarono il Petrarca. Nonostante la folla è un luogo incredibilmente romantico e il fiume ha tutte le tonalità dell’azzurro, del blu e del verde. Per un attimo mi vien voglia di fare un bel bagno ma desisto per non essere internato come il Vincent.

28/06/10 Lunedì

Ultima giornata di vacanza, tutta dedicata alla lavanda. Partiamo per VALENSOLE, paese molto fuori mano ma il paesaggio è incantevole: si passa dalla campagna alle colline, l’aria è densa di profumi e intravediamo ovunque filari e filari di cespugli di lavanda. Ci fermiamo in un fattoria dove apprendiamo la differenza tra lavanda e lavandin. La maggior parte dei campi che troviamo in Provenza è coltivata a lavandin perché meno costosa e più commerciale, anche se la lavanda è più bassa e meno voluminosa, ma è molto più profumata. Acquistiamo lavanda per tutti (anche se mai troppa) e ripartiamo a inebriarci di colori e profumi: di certo ritorneremo per la festa della lavanda che qui si tiene nel terzo weekend del mese di luglio.

Finito di fare acquisti e fotografie (di sicuro qui è stata scattata una per lo sfondo di Windows), ci dirigiamo verso la nostra ultima tappa: “LES GORGES DU VERDON”, il grand-canyon più spettacolare d’Europa. L’intero circuito è lungo 130 km ed è un percorso fatto da curve e tornanti, ma il paesaggio è grandioso. E’ stata costruita la cornice sublime appositamente per permettere di ammirare panorami da batticuore. La strada costeggia il grande bacino artificiale del lac Ste-Croix; dal punto d’osservazione i “Balcons de la Mescla” si guarda in basso per 250 mt e si vede la V scavata dal fiume Verdon: mi fa veramente paura, tanto da non voler quasi fare le foto vicino alla balaustra.

Qui terminano le nostre vacanze, il nostro amaro ritorno viene in parte addolcito dalle brughiere e colline fiorite che attraversiamo; ahi noi a casa ci aspetta il lavoro, questo viaggio da sogno ci accompagnerà per un bel po’…

Piero & Sonia