Per il ponte del ” 2 Giugno” – tramite amici – riusciamo a trovare un appartamento giusto-giusto per noi (Marco, Giovanna e la piccola Greta) all‘ISOLA DEL GIGLIO (GROSSETO) ed a un prezzo ragionevole.
Così, soprattutto per la gioia di Greta, che raggiunge le sue 2 piccole amiche Caterina (di 7 anni ) e Alessandrina (di 4 anni e mezzo) partiamo…. destinazione dell’ISOLA DELLA CAPRE!!
Il nome Giglio infatti non deriva dal nome del fiore, ma dal greco “igilion” che significa appunto Capra!

Domenica 30 maggio 2010
Ci imbarchiamo con calma con il traghetto del Maregiglio (www.maregiglio.it) delle ore 12 dal porto S. Stefano e puntualissimi arriviamo, dopo un’ora di navigazione, a Giglio Porto, dove ci sono ad attenderci Michele, il papà delle 2 piccine, Caterina e Alessandra.
Ci spostiamo a Giglio Castello, caratteristico paese arroccato sulla sommità dell’isola, dove ci aspettata Roberta, nostra collega e mamma delle bimbe, che ci accoglie con una gran festa!
Il paese, molto ben conservato, è fatto di stradine e vicoli molti stretti, sormontati da archi e pittoresche e tortuose le scale esterne di accesso alle abitazioni (davvero una chicca, tanto che è stato inserito nella lista dei “Borghi più belli d’Italia: www.borghitalia.it).
Dall’alto domina il paese la Rocca Aldobrandesca (o Pisana) del XII sec. – oggi chiusa per restauri e visibile solo dall’esterno.

Il nostro mini-appartamento non è ancora pronto, per cui ci appoggiamo con i bagagli da nostri amici e con tutta calma (sarà il leitmotiv della vacanza…) ci prepariamo per andare al mare, destinazione Campese.
La spiaggia di Campese – la più grande dell’isola – e il suo caratteristico gruppo di case (definirlo “paese” mi sembra un po’ troppo..) si trovano sulla parte nord; è caratterizzata da un mare cristallino e un sabbia rossiccia a grani piuttosto grossi. Si trova in una baia, nella quale ai 2 estremi possiamo vedere la “Torre del Campese“, una torre medicea costituita intorno al 1600, oggi privata ed adibita ad appartamenti (“per fortuna”, dice Michele) e il “Faraglione“, uno spettacolare scoglio eretto solitario in mezzo al mare (simile a quelli di Capri, per intendersi). L’acqua del mare al Giglio è notoriamente fredda, per cui evito di fare il bagno.

La giornata trascorre velocemente fino a sera, dove abbiamo in programma una “sbraciata nel vicolo“. Mangiamo a volontà carne e salsiccia cotta sulla brace su un piccolo braciere proprio nel vicolo!
La serata finisce al Bar Ajò di Donatella, dove con Michele gustiamo il famoso vino “Ansonico“, il vino tipico dell’isola, tosto e liquoroso (le serate finiranno tutte così…).

Lunedì 31 maggio 2010
La mattina successiva mi sveglio di buon ora e decido di godermi il paese ancora insonnolito, girandolo in lungo e in largo! Dopo la rituale colazione al Bar da “Scipio” mi godo il panorama del promontorio dell’Argentario da “sotto i cannoni” e della costa verso Campese dalla Chiesa di San Mamiliano. Un panorama che mi rilassa… !!! Il resto della truppa si inizia a svegliare e fatti i soliti panini torniamo a Campese. Cosi come ieri, la giornata è velata e il sole non picchia, però in spiaggia stiamo abbastanza bene (anche oggi niente bagno…). Affittiamo un pedalò e facciamo un bel giro della baia. L’acqua non è chiarissima e vediamo a malapena il fondo. Peccato per le bimbe che volevano vedere i pesci..

Vista la giornata non bellissima e che sulla spiaggia inizia a far anche freddo, i nostri “esperti locali” ci propongono di vedere la parte dell’ isola compresa nel Parco nazionale marino dell’ArcipelaApri il menu…no.
La parte sud dell’isola è infatti totalmente disabitata ed è raggiungibile solo attraverso una stradina, in parte sterrata, che raggiunge l’estrema punta detta Capel Rosso dove c’è un vecchio faro, ora dismesso. La zona è un tripudio di fiori colorati e profumi non ritrovabili in nessun’altra parte. Roberta, giustamente, “tesse le lodi” sulla bellezza dell’isola ed entusiasma grandi e piccini.
Visto che la temperatura, nonostante sia quasi giugno è bassina e che siamo con 3 bimbe, decidiamo di non scendere fino al mare e di rientrare al castello, dove facciamo l’aperitivo al Bar Perbacco, subito fuori il paese. Poi cena, Ansonico e nanna!!

Martedì 1 giugno 2010
Oggi è una splendida giornata, finalmente! Dopo i soliti preparativi (borse, panini, etc..) decidiamo di andare alla spiaggia delle Cannelle, verso Giglio Porto.
La spiaggia delle cannelle è senz’altro la più famosa dell’isola, nonché la più frequentata. Roberta, originaria dell’Isola, ci racconta che la spiaggia è così chiamata perché quanto piove dalle lisce rocce sopra la spiaggia scendono rigagnoli d’acqua, come cannelle! Purtroppo il mare è pieno di piccole meduse che scoraggiamo i più a tuffarsi e così anche oggi niente bagno!

Decido di arrivare, a piedi e da solo, fino alla spiaggia della Caldane, così chiamata perché in piena estate ci fa un caldo terribile. La spiaggetta è raggiungibile solo percorrendo un sentiero che si arrampica sulle rocce. Il sentiero è veramente bello, e durante il tragitto mi fermo più volte a mirare il panorama della costa. In tutta l’isola sono 29 i percorsi da trekking, ed io da appassionato, mi prefisso di percorrere in futuro. In circa 20 minuti raggiungo la spiaggia (anche se non scendo fino alla sabbia), poi a malincuore torno indietro.

Sulla via del ritorno, ci fermiamo al porto per un aperitivo e scegliamo il locale Meinken, proprio sul lungo mare. Per la sera abbiamo tutti insieme optato per una cena di pesce in quello che Roberta considera l’unico degno ristorante dell’isola, il ristorante Da Maria al Castello. Mangiano pietanze caratteristiche ed abbondanti ad un prezzo “non stracciato” (vi consiglio i maltagliati ai calamari e basilico). Poi, io e Michele finiamo la serata da Donatella… (e che ve lo ridico a fare…).

Mercoledì 2 giugno 2010
Anche nell’ultimo giorno di permanenza sull’isola, il tempo non ci viene incontro… L’isola è coperta da un nuvolone e non conviene scendere in spiaggia. Optiamo per un Pic Nic ai “Sassoni”. I sassoni sono delle enormi pietre tondeggianti sparse sulla colline nei pressi di Punta Radici. Nella zona c’è (o dovrebbe esserci) anche un piccolo terreno di proprietà della Corridori Roberta, che ci divertiamo a cercare, percorrendo una stradina che scende verso il mare veramente superlativa per profumi e colori! Divertiti dopo la ricerca della ” terra promessa” e visto che è uscito un pallido sole, andiamo a Campese a fare 2 passi e a saldare il conto dell’affitto con il patrone di casa… Siamo oramai vicini alla partenza e la tristezza inizia a farsi sentire…

Ci avviamo verso il porto e ci imbarchiamo con il traghetto delle 17.15… Greta sul traghetto e Alessandrina dalla banchina piangono come 2 innamorati che si lasciano!!
Anche noi siamo in po’ tristi, ma anche felici di aver vissuto 4 giorni a contatto con la “vera isola”, lontano dalle masse turistiche e dai soliti viaggi super organizzati !
A presto, Isola delle capre!