Già che siamo in Urbania, magari in occasione della Fiera delle Donne, vediamo un po’ di prolungare la permanenza nella maniera più piacevole possibile. I consigli che ci sentiamo di suggerire riguardano un luogo che ci farà rabbrividire, uno che ci appassionerà e un paio di ottimi posti dove scoprire la cucina del territorio, magari ingentilita dal guizzo della cuoca, e dal sorriso che ti accoglie. Mattino, pausa pranzo, pomeriggio e cena sono consigliati direttamente dal Duca del Montefeltro.

Le Mummie
Forse una rimembranza africana? Non diremmo, visto che la loro presenza spettrale è viva e vegeta anche nel Montefeltro. Provare per spaventarsi. Nella Chiesa dei morti, in pieno centro storico, è conservato un cimitero del tutto particolare. Infatti, grazie ad una particolare muffa, si è assistito, nel corso dei secoli, al fenomeno della mummificazione naturale. La scoperta è avvenuta a seguito dell’Editto napoleonico, che ha imposto la sistemazione dei corpi fuori dal recinto cittadino. Merito di questa sensazionale, quanto rabbrividente esposizione, la dobbiamo ad una confraternita, detta della “Buona Morte“. Quest’ultima si è occupata del trasporto gratuito e della sepoltura dei morti, tanti “buoni” Caronte, insomma. Il visitatore non può rimanere indifferente, anche perché ogni mummia ha una storia da raccontare: vi è una giovane deceduta di parto cesareo, un giovane accoltellato durante una veglia danzante e addirittura un povero sventurato, sepolto vivo in stato di morte apparente (per visite guidate, telefonare allo 0722319841).

Sosta 1: Mezzogiorno di fuoco
Troverete osterie I cui pezzi forti sono i più robusti piatti che la tradizione ci ha ereditato: coratellina di agnello salata in padella con olio, prezzemolo ed aglio e spezzatino di oca con patate e trippa. Come primi piatti sono proposti gnocchi e tagliatelle al sugo di fagioli.

Il Museo di Storia dell’Agricoltura
Un po’ di curiosità, una voglia di verificare con occhio moderno le pratiche agricole dei nostri nonni, non ci manca di certo. Dirigiamoci a questo proposito verso Il Museo di Storia dell’Agricoltura, collocato nelle cantine del Palazzo Ducale dove sono esposti gli strumenti di lavoro più significativi dei cicli del grano, della vite e del vino. Dobbiamo sapere infatti che ogni ciclo di lavorazione dei due prodotti base dell’alimentazione dei nostri avi (grano e vino appunto), prevedeva un determinato rituale, e un certo utilizzo di arnesi da lavoro. Il Museo restituisce la possibilità di dialogare con gli strumenti che espone. Inoltre la scelta di abbinare gli attrezzi raccolti localmente con la figurazione artistica rappresenta la peculiarità dell’allestimento

Sosta 2: A cena
E’ forse parecchio tempo che pensate ad una Osteriola vecchio stile, dove il menù è deciso in giornata ed è dettato dalla stagionalità dei prodotti? Potrete essere condotti attraverso dei tagliolini fatti in casa con i fiori di zucca, o delle indimenticabili lumache dell’Appennino. Anche il coniglio in porchetta si distingue per la propria bontà, soprattutto quando accompagnato da un pane alle mandorle e ai semi di papaveri.