Ho rivisto la città che mi ha visto crescere e diventare donna ed è stato un bell’incontro, un match ad armi pari una volta tanto. Appena arrivati, dopo un tranquillo avvicinamento, ci ha accolti una città splendente e caotica. Visto il traffico continuavamo a chiederci dov’era l’incidente, invece era solo il traffico che bloccava le auto in tangenziale. Eravamo ospiti da mia cugina che vive a Fuorigrotta, ammetto che la posizione non è delle più panoramiche ma decisamente economica. Un bel risparmio. Il mattino successivo ci siamo armati di un bel biglietto giornaliero dell’autobus e via…. ad immergerci in quel mondo così unico e diverso dal freddo e compassato nord. Non descrivo nei dettagli il percorso, sarebbe certamente noioso, ma assicuro che ne abbiamo fatta di strada! Soprattutto a piedi, vicoli, piazze, salite, discese, da Via Caracciolo al Vomero passando per la Napoli vecchia.

Luce, colore e rumore, questo è quello che ricordo, ma anche la quiete del chiostro di S.Chiara, la maestosità del Castello di San Martino con il panorama della città ai nostri piedi a perdita d’occhio. Ho ripercorso le strade che credevo aver dimenticato, ed invece dovunque rivedevo il passato . Difficile spiegare quanto sia tutto cambiato ma insieme rimasto uguale. E’ il calore umano che non cambia, è la fantasia che non si perde mai. Abbiamo pranzato con una pizza (la vera PIZZA) da Michele, Via Sersale 13, l’attesa sarà stata anche un pò lunga ma ne valeva la pena, nella assoluta semplicità del suo sapore si gusta fino in fondo la particolarità di questo piatto . Ti danno il numero per poter entrare e quando finalmente guadagni il tuo posto ti trovi gomito a gomito con studenti e turisti, poca spesa e molta soddisfazione, lo consiglio vivamente a chi vuole un sapore autentico.

Stanchi ma pienamente soddisfatti entrambi siamo rientrati a casa convinti di aver trascorso una giornata molto speciale. Siamo rimasti affascinati dalla gestualità dei napoletani, dal loro parlare “agitato”, dalla mimica e dal calore che ci ha sempre circondato. Ho trovato una città molto più pulita rispetto a dieci anni fa, meno anarchica, ma con sempre lo stesso cuore caldo e pulsante. Dalla terrazza panoramica di San Martino il panorama è sconvolgente, il vecchio ed il nuovo si compenetrano e l’insieme lascia senza fiato. Da vedere certamente. Il giorno successivo siamo andati a Ischia usando sempre i mezzi pubblici e devo dire che Napoli non si smentisce mai… la metropolitana da Fuorigrotta a Pozzuoli con sosta ad una stazioncina di cui non ricordo il nome per cambiare treno ! Arrivati al porto, visto che prudentemente avevamo consultato gli orari, avevamo ancora una mezz’ora da attendere, con calma ci siamo diretti alla biglietteria, ma questa era inagibile perchè alcuni mesi fa ha preso fuoco, sempre camminando tranquillamente siamo arrivati alla sede provvisoria dove abbiamo scoperto che il traghetto stava per partire perchè solo per quel giorno, 12 marzo, gli orari erano modificati. Via di corsa e per fortuna l’abbiamo preso.

La giornata è trascorsa serena, abbiamo camminato a lungo gironzolando pigramente per un’isola che si è rivelata bellissima, non l’avevo mai vista nonostante la mia decennale permanenza a Napoli. Abbiamo preso l’autobus, la circolare e con il costo di un biglietto abbiamo fatto il giro completo dell’isola ed è stato bellissimo. Era ora di pranzo ed i ragazzi tornavano da scuola, la varietà dei passeggeri è stata assicurata dal continuo ricambio di una gioventù allegra e rumorosa. I tedeschi che ad Ischia non mancano mai, coloravano di rosso l’ambiente…ma come fanno a scottarsi come gamberi al sole di marzo?

La strada tortuosa costeggia il mare e permette di godere di panorami spettacolari e sorprendenti! E’ un’isola verdissima, piena di vegetazione, ci siamo ripromessi di tornare con un pò più di tempo per fare mare e vedere giardini e grotte…come descrive la guida di cui mi sono ovviamente fornita. La prima fermata l’abbiamo fatta alla chiesa del Soccorso che bianca domina il mare, la giornata particolarmente limpida e assolata ci ha permesso di gustare anche questo gioiello, l’unico essere umano presente era una signora che con l’uncinetto faceva dei cestini di rafia, seduta al sole silenziosa e sorridente.

Anche qui la cordialità ha trovato conferma, il pizzaiolo gentile che ci ha permesso di mangiare alle 15, i negozianti prodighi di informazioni e spiegazioni, il conducente dell’autobus e tutti quelli che abbiamo incontrato… ischitani complimenti per la simpatia ! Il rientro in vaporetto ha concluso in gloria una giornata speciale, un tramonto da urlo… romanticissimo.

Il giorno successivo siamo andati verso la costiera amalfitana. Prima però era d’obbligo fare una puntata al mercatino di fuorigrotta, per me assolutamente affascinante; non è turistico nè particolarmente pregevole ma la confusione, il rumore, i colori sono come il caldo abbraccio di un vecchio amico che ritrovi dopo tanto tempo e ti pare che non sia trascorso nemmeno un giorno. La costiera è molto suggestiva, da Castellammare a Sorrento abbiamo gironzolato senza una meta precisa, dopo un panino siamo saliti fino a Sant’Agata sui Due Golfi che mi ricordava le lunghe estati trascorse in villeggiatura, scendendo verso il mare siamo arrivati a Nerano con la sua spiaggetta incorniciata dai monti, il mare era splendido ed il sole ormai al tramonto sfiorava la riva ciottolosa. Un silenzio quasi irreale ci circondava, ho potuto così sentire le voci dei miei bambini, le mie raccomandazioni, vedere i nostri bagni, ritornare a quei giorni lontani, senza nostalgia, solo con la gioia di averli vissuti. Anche perchè mi è sembrato tutto uguale ad allora, gli stessi pontili, gli stessi colori… sono troppo sentimentale… sorry.

Dopo quest’ennesimo tuffo nel passato siamo andati verso Amalfi ed abbiamo trovato alloggio per la notte all’Hotel Il Nido, poco prima del centro abitato proprio sulla riva del mare, vi assicuro che si gode un panorama stupendo, dalla terrazza della camera sembrava di stare su di una nave…. il portiere ci ha consigliato di cenare da “Ciccio, cielo terra e mare”, abbiamo seguito quest’indicazione e ne siamo stati pienamente soddisfatti, mangiato e bevuto ottimamente.

La mattina seguente prima di poter andare ad Amalfi, visto che la strada era interrotta per lavori, siamo andati verso Furore, non mi vorrei ripetere ma è stata una deviazione ottima. Il paese è disseminato di murales di ogni stile, si chiama paese dipinto per qualcosa, ed anche da lassù ogni angolo di panorama era uno spettacolo. Abbiamo attraversato gole, siamo saliti per strade strette e scoscese, arrivando poi a Ravello, altra gemma incastonata nella costiera. Una breve sosta per il pranzo….panino e via, un altro stop in un negozio di ceramiche per i souvenir di rito, poi quando finalmente la strada era transitabile abbiamo visitato Amalfi e proseguito sino a Vietri, attraversando Maiori e Minori. Meno male che era bassa stagione ed i pullman non erano troppi perchè la statale è veramente un budello, ci siamo chiesti più volte : come faranno d’estate?

Il giorno seguente, l’ultimo della nostra vacanza siamo passati per Positano, che non poteva essere più bella. Girare a piedi per quei vicoli, scendere curiosando nei negozi pieni di colore, bere un caffè in riva al mare, osservare gli artisti che tappezzano i muri con le loro opere un pò naif, ammirare le buganvillee sempre in fiore, è unico! Poi la strada ci ha ricondotti verso casa, ma i profumi dei limoni e dei fiori, del mare e della città li abbiamo ancora dentro, serrati nel cuore e nella mente, sono qualcosa di molto prezioso che speriamo possano apprezzare anche altri, quelli che si fermano a guardare e non passano oltre, quelli che sentono quello che una terra ha da dire, con la molteplicità di emozioni che riesce a trasmettere. Proprio come Napoli e i suoi dintorni .

E’ finita così questa nostra escursione nel “mio” sud, dove ho vissuto anni felici e dove ho ritrovato una parte di me, serena. Non è poco mi pare… Come guida abbiamo utilizzato la Guida Vacanze Il Golfo di Napoli del Touring, ve la consiglio!