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Vulcani fumanti, risaie in terrazza, profumo d'incenso e frangipani,
musica lancinante del gamelan, sapore di spezie, sorrisi di bambini,
tramonti infuocati, albe spettacolari
Oltre 600 foto, quasi 3 ore di film eppure mi sembra che non siano
bastate a catturare tutti i particolari e tutte le emozioni provate
in questo viaggio!
Abbiamo trascorso quasi un mese in Indonesia, tra le isole di Java,
Bali e Sulawesi, organizzando autonomamente il viaggio. Certo, per
conoscere a fondo il più vasto arcipelago del mondo ci vorrebbe
probabilmente un anno, tuttavia il tempo a nostra disposizione ci
ha permesso di assaporare ampiamente l'atmosfera e conoscere una
parte della cultura incredibile di questo paese fantastico.
29 LUGLIO 2004 - IL VIAGGIO
Sveglia ore 4, la prima sveglia all'alba di una discreta serie
Alle 5 siamo sotto casa ad aspettare il taxi per Linate
Chi
siamo: io Karin, Paolo, mio marito, Enrico e Giorgia, i nostri amici
con i quali siamo stati in Baviera l'inverno scorso. Certo che l'Indonesia
non è la Baviera, li ho avvisati
Visto che ero io "l'organizzatrice
ufficiale" del viaggio, ho raccolto e fatto leggere loro tutto
il materiale possibile: racconti, consigli, avvertenze del Ministero
degli Esteri, ma queste ultime non li hanno scoraggiati, quindi
siamo in pista, con i nostri zainoni e zainetti! Mentre aspettiamo
questo taxi che non arriva, trovo il modo di farmi pungere da una
zanzara milanese
sulla palpebra! Mi viene già l'ansia
all'idea di assomigliare a Elephant Man nel momento del check-in
e di non farmi riconoscere dall'impiegata che esaminerà il
mio passaporto
Per fortuna nel tragitto fino a Linate tutto
si risolve
Imbarchiamo gli zaini solo fino ad Amsterdam perché su questa
tratta voliamo con l'Alitalia; dobbiamo poi recuperarli in Olanda
e fare di nuovo il check-in con la Garuda fino a Yogyakarta.
Vi do un'idea del percorso per niente stancante che stiamo per affrontare:
Milano-Amsterdam, Amsterdam-Singapore, Singapore-Jakarta, Jakarta-Yogyakarta
Non oso neanche contare le ore di volo senza parlare di quelle di
attesa!
Ma è tutto quello che abbiamo trovato, prenotando
comunque 4 mesi in anticipo! Il volo ci costa 1.200 Euro. Per fortuna
la vita sul posto si rivelerà molto economica
Yogyakarta si trova al centro di JAVA, l'isola principale
e più popolata dell'Indonesia, di religione musulmana.
Tanto per dare un contesto al viaggio, fino a due giorni fa l'Indonesia
faceva parte della Top 5 dei paesi dove NON andare, secondo il sito
"Viaggiare sicuri"! Bene, incoraggiante! Tuttavia la nostra
voglia di viaggiare è più grande e speriamo che non
ci capiti nulla di spiacevole.
Inoltre, a parte il rischio attentato, l'Indonesia fa anche parte
della cosiddetta "Cintura di Fuoco", e ciò significa
alto rischio sismico e/o di eruzione dei suoi innumerevoli vulcani!
Infatti, meno di due mesi fa è esploso il Bromo, uno dei
più famosi vulcani indonesiani, provocando la morte di due
turisti. Ecco, questa è la terza cosa che noi dovremmo fare
nel nostro viaggio: scalare il Bromo
Vabbè, mi dico,
vedremo quando saremo lì
Giorgia non è per niente
rassicurata! Per confortarla analizzo le statistiche e vedo che
non dovrebbe più eruttare per i prossimi 4 anni
Ma per ora siamo sull'aereo, un 747-400 della Garuda Indonesia,
direzione Singapore, dove ci sarà uno scalo tecnico. Siamo
già partiti con un'ora di ritardo e ci aspettano 12 ore di
volo fino alla Città del Leone. La Garuda non è la
migliore compagnia con la quale abbia viaggiato ma era la più
economica e poi mi piaceva l'idea di volare con la compagnia di
bandiera, per entrare un po' nell'atmosfera. Il "Be sampi base
manis" servito per pranzo era molto buono
30 LUGLIO - L'ARRIVO IN INDONESIA E IL PRIMO IMPATTO CON YOGYAKARTA
(JAVA)
A Singapore, durante lo scalo, non mi accorgo nemmeno che abbiamo
la possibilità di scendere dall'aereo e andar in aeroporto,
intanto riempiamo i moduli per l'immigrazione. Dopo un'ora e venti
di volo, siamo a Jakarta. Scendendo dall'aereo, una vampata di caldo
ci investe insieme a quell'odore caratteristico di umido che ho
sempre trovato in Sud-Est asiatico. Stranamente quell'odore, seppur
un po' sgradevole, mi riempie di gioia: sono in Asia! Sono in Indonesia!!
Finalmente!
Sbrighiamo le formalità per l'immigrazione e paghiamo il
Visto di 25$ valido per 30 giorni. Attenzione, molto importante:
se avete intenzione di fermarvi oltre 30 giorni in Indonesia,
dovete richiedere il Visto all'ambasciata indonesiana in Italia
prima di partire. Non fate come quella coppia italiana che era in
coda prima di noi e che è rimasta a bocca aperta scoprendo
che non poteva restare più di un mese con il Visto rilasciato
in loco! L'unica cosa che poteva fare a quel punto era un andata/ritorno
in un paese limitrofe allo scadere dei 30 giorni per poi rientrare
in Indonesia
Assurdo!
Raggiungiamo di corsa il check-in della Garuda dopo aver recuperato
i bagagli (tutti per fortuna!) per l'ultima destinazione: Yogyakarta
(si pronuncia Giogiakarta, ma viene affettuosamente chiamata
Yogya/"Giogia" dai suoi abitanti). Dobbiamo passare una
lunga serie di controlli ma alla fine ce la facciamo a prendere
l'aereo malgrado la coincidenza breve. All'uscita dal piccolo aeroporto
ci dirigiamo verso i taxi e la ressa che mi aspettavo verso di noi
non avviene
Strano... Anzi, nessuno ci considera! Mi decido
a chiedere ad uno degli autisti se ci può portare in città
e lui mi replica che dobbiamo prima fare i ticket all'ufficio in
aeroporto! Infatti qui funziona così: bisogna comunicare
la propria destinazione all'impiegato, pagare la tariffa e si riceve
in cambio una specie di voucher da presentare all'autista. Tuttavia
è la prima e l'ultima volta che vedremo questo sistema durante
il nostro viaggio; probabilmente funziona così negli aeroporti.
La tratta che ci porta al nostro hotel, l'Istana Batik (170.000
Rp a notte con la colazione - 10.000 Rp = 1 Euro circa) è
già un concentrato di vita giavanese: è un macello,
tutti suonano e si superano senza regole, c'è gente ovunque,
motorini, becak (i risciò)
insomma, una grande confusione!
Il nostro alberghetto, prenotato via email dall'Italia, è
molto carino da fuori e si trova vicino alla stazione dei treni
e a due passi da Malioboro Road, il viale principale di Yogya. Le
stanze sono meno belle di quanto ci aspettavamo soprattutto rispetto
alle foto pubblicate su internet, ma sembrano pulite. Ci cambiamo
subito e ci facciamo un bel bagno riparatore nella piccola piscina,
molto apprezzabile dopo 28 ore di viaggio!
Sono circa le 17 e non abbiamo intenzione di andar a dormire così
ci cambiamo di nuovo ed usciamo a fare un giro in Malioboro Rd,
dove si trova un mercato lungo quasi un chilometro sotto i portici.
La merce esposta non è un granché (t-shirt, camicie,
scarpe, poco artigianato) soprattutto quando si sono già
visti altri mercatini asiatici ma vale la pena per osservare il
traffico allucinante del viale ed essere al centro dell'attenzione,
in quanto per ora di turisti ci siamo solo noi e tutti gli occhi
sono puntati addosso a noi! Alcune ragazze ci toccano anche i capelli
(sarà perché siamo bionde?)!
Qui la notte cala in fretta e alle 19 andiamo a cercare un posto
dove mangiare la nostra prima cena indonesiana. La Lonely
ci consiglia il Bladok (dove tra l'altro avevo provato a prenotare
delle stanze via email invano in quanto non accettano le prenotazioni.
Infatti è sempre pieno di "backpackers" ed è
difficile trovare una stanza! Ho fatto un giro e sembra molto pulito
e carino, c'è anche una piscinetta, insomma un buon indirizzo
economico). Purtroppo sembra che il menù sia perlopiù
occidentale ma consultiamo la pagina del cibo locale: per me sarà
mee goreng (fried noodles) e pancake alla banana con cioccolato.
Non male per un inizio! Chiacchiero poi un po' con il tipo della
reception che mi propone diversi pacchetti per il Bromo, il famoso
vulcano di cui parlavo all'inizio. Decideremo domani, l'escursione
la vogliamo fare fra due giorni, c'è ancora tempo. Torniamo
in albergo e crolliamo nei nostri letti
31 LUGLIO - YOGYAKARTA E IL PRAMBANAN
Mi sveglio alle 7, dopo ben 9 ore di sonno. Mi sento in formissima!
Dopo la colazione andiamo a prendere un po' di soldi, Enrico e Giorgia
cambiano i Traveller Cheques, noi preleviamo ad un Bancomat perché
non abbiamo fatto in tempo ad acquistare Traveller prima di partire
(col senno di poi direi che questa soluzione si è rivelata
molto pratica, abbiamo trovato distributori quasi ovunque, l'unico
limite è che si può prelevare soltanto l'equivalente
di 100 Euro e che c'è una piccola commissione, ma esiste
anche per i TC
). Andiamo anche all'ufficio della Garuda per
riconfermare i voli del ritorno e acquistare dei biglietti per il
Sulawesi. Costano 1.557.000 Rp a testa, ossia la metà rispetto
al prezzo indicatomi in Italia. Valeva la pena aspettare e prenderli
qui! Nell'agenzia siamo gli unici turisti, è piena di Indonesiani;
approfitto della lunga attesa per imparare alcuni numeri in Bahasa
indonesiano. In agenzia bisogna prendere un bigliettino e aspettare
il proprio turno e siccome la ragazza chiama i numeri nella sua
lingua, è meglio imparare il nostro per non saltare il turno!
Archiviate tutte le formalità possiamo dedicarci all'esplorazione
di Yogya.
Dopo aver lasciato nella cassetta di sicurezza dell'albergo i nostri
soldi e documenti, ci rechiamo al Kraton (palazzo del Sultano)
in becak. Tratto con i vecchietti che ci vogliono portare e arriviamo
alla cifra di 6.000 Rp a persona. Ovviamente i becak sono studiati
per la corpulenza degli Asiatici e noi in due siamo un po' scomodi
ma è divertente. Ogni tanto mi viene un terribile senso di
colpa quando sento dietro di me l'omino pedalare come un pazzo per
spingerci! Arrivati a destinazione, lui non vuole essere pagato
subito e dice che ci aspetta fuori dal Kraton così possiamo
tornare indietro con lui ma siccome non abbiamo idea dell'ora alla
quale usciremo preferiamo dargli i soldi e sentirci più liberi.
Alla fine non siamo più tornati da questa parte ma sono sicura
che lui ci abbia aspettato a lungo.
La visita del Kraton non è un granché ma è
la principale attrattiva della città. Subito dopo andiamo
a visitare il Taman Sari con un tizio che ci fa da guida (qui
le guide si trovano senza difficoltà ed è inutile
andar a prenotare in qualche agenzia dei tour della città).
Lì ci sono le piscine dove le donne si facevano il bagno
mentre il Sultano sceglieva dall'alto quelle che gli piacevano.
La guida ci racconta, divertito, che il Sultano poteva anche sceglierne
diverse nella stessa giornata! La nostra chiacchierata con la nostra
guida si rivela molto interessante, lui ci chiede come noi Europei
percepiamo gli Indonesiani dopo gli attentati a Bali e Jakarta,
ripete diverse volte che lui "non vuole essere un buon Musulmano",
nel senso che non è integralista e con le sue parole si sente
che si vuole distaccare da tutti gli avvenimenti che abbiano coinvolto
musulmani nel mondo. E' molto preoccupato dalla nostra opinione.
Finiamo irrimediabilmente in un negozio di batik dopo che
il nostro amico ci ha spiegato che soltanto 45 artisti su 500 sono
stati selezionati dal Sultano per vivere nel quartiere del Kraton;
questa scelta gli dà diritto ad avere anche una carta d'identità.
Ovviamente non usciamo dal negozio con le mani vuote. Vuoi mettere,
acquistare uno stupendo batik dipinto da uno dei pittori prescelti
dal Sultano?! Dalle rovine intorno al Taman Sari, all'alba o al
tramonto, si gode di un buon punto di osservazione per il vulcano
Gunung Merapi, attivo e pericoloso
Alle 15 siamo pronti per andar al Prambanan, tempio induista
a 17 km da Yogya. Abbiamo concordato il trasporto con il nostro
albergo e un autista ci viene a prendere con un minibus. In Indonesia,
non si fa mai fatica a trovare qualche mezzo di trasporto, c'è
sempre qualcuno pronto a portarti dove vuoi, ad un prezzo da negoziare
sempre.
E così, per 160.000 Rp in 4 e dopo un'oretta di tragitto
arriviamo al sito del Prambanan, che in realtà non è
così distaccato dalla città come mi sarei aspettata.
Il biglietto per i turisti costa 10 $, per i locali costa 7.000
Rp ma è giusto che sia così, abbiamo tenori di vita
molto diversi. Per ulteriori 40.000 Rp in 4 affittiamo i servizi
di un giovane ragazzo che ci farà da guida (diciamo che ha
insistito moltissimo per che lo scegliessimo!). Lui è esaltatissimo,
e a nostra grande sorpresa parla l'italiano - è autodidatta
- ma usa un linguaggio un po' cervellotico, si capisce che lo fa
per impressionarci! Ci racconta tutto sull'induismo e ci descrive
ogni bassorilievo dei templi, tant'è che dopo un po' non
ci capisco più niente e mi dedico all'osservazione del tramonto
che dura pochi secondi in realtà. Tutto il sito acquista
una luce particolare a quest'ora e i turisti cominciano ad andare
via. Una famiglia di Indonesiani ci chiede di fare una foto insieme
a loro! Avevo letto sulla Lonely
che per loro è molto bello poter toccare o avvicinare uno
straniero dalla pelle bianca e noi ci prestiamo volentieri a questo
ribaltamento dei ruoli! Dopo la visita, chiacchieriamo un po' con
la nostra guida e parliamo della vita in Occidente, lui è
molto impressionato dai costi delle cose da noi, per lui sono senza
senso! Quando ci tocca convertire in Rupie il prezzo di una casa
a Milano sta per svenire!
Alle 18'30 ci rechiamo al ristorante
all'aria aperta con vista sul Prambanan che fa parte del pacchetto
che abbiamo acquistato presso il nostro albergo. Per 45.000 Rp mangiamo
in abbondanza al buffet su dei tavolini in mezzo ad un prato con
una vista molto affascinante sui templi illuminati. Ve lo consiglio.
Alle 19'30 entriamo nell'anfiteatro con il nostro biglietto "Vip"
(150.000 Rp) per vedere lo spettacolo del Ramayana Ballet. Il posto
Vip ci dà diritto ad una poltrona semi imbottita con vista
privilegiata sul palco e un sacchettino contenente una Coca Cola
rigorosamente calda, un piccolo ventaglio e uno snack indonesiano.
Carino vero?!
Lo spettacolo dura 2 ore, passati i primi 30
minuti di beata ammirazione dei costumi e degli attori, vorresti
picchiare i suonatori di gamelan e la cantante!
Vabbè
dai, sto esagerando! Con il foglio che illustra la storia del Ramayana
è tutto più divertente, sappiamo in anticipo cosa
succederà, ci divertiamo anche con la presenza al nostro
fianco di una coppia di Romane che ci fa scoppiare dalle risate
con un paio di frasi ormai mitiche tra di noi, che però chi
non ha assistito al Ramayana non può capire
("a
do' sta la scimmia?!" "eh non so, gli è morto l'uccello!").
Oltrepassiamo
Dopo lo spettacolo torniamo al parcheggio dove il nostro autista
avrebbe dovuto aspettarci. Individuiamo il minibus però a
bordo, di lui non c'è traccia, anzi c'è una ragazza
indonesiana, quindi non deve essere quello il nostro minibus
Dopo aver fatto il giro tre volte del parcheggio ci viene però
il dubbio che sia proprio quello il nostro mezzo e torniamo lì
vicino quando accorre dietro di noi l'autista sorridendo a 50 denti!
Ah ecco! Mentre noi ci stavamo godendo lo spettacolo lui aveva trovato
un modo per passare il tempo con la sua fidanzata! Senza spiegazioni,
avvia il motore e ci riporta in albergo. Le strade di Yogya sono
strapiene di gente e ci sono anche alcuni concerti per strada! Anche
se la voglia di buttarci in mezzo è grande non possiamo fermarci,
domani dobbiamo svegliarci alle 4!
1 AGOSTO - SPETTACOLARE ALBA AL BOROBUDUR
Svegliarsi alle 4 non è mai una bella esperienza ma
stranamente in viaggio mi pesa molto meno. Il nostro autista però
non è in viaggio e non si è svegliato! Per fortuna
dopo un paio di telefonate fatte da un impiegato del nostro albergo,
ci viene a prendere un vecchio signore che immaginiamo sia il padre.
La nostra destinazione è Borobudur, il più grande
tempio buddista del mondo. Fuori è ancora buio ma c'è
già un gran movimento per le strade. Durante tutto il tragitto,
che dura quasi un'ora, vediamo gente che corre, che cammina, chissà
dove vanno tutti, alcuni piedi nudi? Dopo qualche chilometro incontriamo
un enorme mercato ai bordi della strada, forse la loro destinazione?
Ma sono appena le 5 del mattino! Capisco che qui la vita inizia
molto presto, al contrario di quello che avviene alle nostre latitudini.
Arriviamo davanti al cancello dell'area del tempio prima delle 6
ma non ci aprono prima di quell'ora. Sono un po' delusa perché
ormai è giorno e non capisco perché tutti dicano di
venir a vedere l'alba al Borobudur se poi quando aprono il cancello
il sole è già sorto da tempo... boh
Vedremo
un po' quando saremo su. Attenzione, ci sono due ingressi, uno per
i locali, che costa 9.000 Rp, e uno per i turisti ai quali si chiedono
10 $, come al Prambanan. Noi ingenuamente avevamo creduto che il
Borobudur fosse molto più economico del Prambanan perché
non avevamo visto l'altro ingresso! Appena varcata la soglia della
biglietteria acceleriamo il passo e camminiamo fino al tempio che
sembra un'enorme torta nuziale a più piani fatta di pietra
lavica.
La salita non è semplicissima, ci sono gradini piuttosto
alti e in più li sto facendo di corsa perché ho appena
capito che cosa è "l'alba al Borobudur"
Infatti,
salendo le scale mi sono accorta che il sole era sorto sì,
ma era nascosto dietro il vulcano Merapi e che stava per uscire
di nuovo da dietro l'imponente montagna! Il cielo si sta già
tingendo di un arancione bellissimo. Quando arrivo in cima al tempio
ecco che inizia lo spettacolo! Sono senza fiato per la salita ma
anche senza parole davanti a questa visione quasi mistica! Il sole
sta uscendo rapidamente da dietro il vulcano e tutte le stupe che
ornano gli ultimi piani del Borobudur, di cui alcune semi distrutte
che rivelano alcune statue di Buddha, creano dei controluce incredibili
staccandosi contro il cielo infuocato. Quando la luce del sole diventa
un po' più "normale" mi guardo intorno. Tutto bagna
nella pace e nella serenità. Il tempio è immerso nella
vegetazione e ci sono montagne e risaie tutto intorno, avvolte in
una leggera foschia, è davvero affascinante. Per fortuna
ci sono pochi turisti pertanto non c'è chiasso e ci possiamo
godere la magia di questo posto in tutta tranquillità, passeggiando
sui vari livelli del tempio. Anche qui, come al Prambanan, ci sono
centinaia di bassorilievi scolpiti nella pietra, tutti raccontano
una storia, sfortunatamente non abbiamo preso la guida e non possiamo
capirli, ma osservarli è molto interessante e le storie ce
le raccontiamo noi in base alla nostra immaginazione. So solo che
questo tempio è stato costruito nel 800 e fino a 30 anni
fa era totalmente ricoperto di cenere!
Quando andiamo via sono le 7.15 circa, mi sembra che sia passato
già un sacco di tempo visto che siamo in piedi da oltre 3
ore! Mentre scendiamo le scale per tornare indietro, stanno arrivando
varie comitive di turisti e scolaresche indonesiani, un uomo chiede
di farsi una foto con me e ce la scatta sua moglie!
Ed ecco che ci vengono incontro dei ragazzini con delle statuette
da venderci. Ed apriamo il Capitolo Acquisti! Se non volete comprare
una statuetta o qualsiasi altra cosa che vi si viene proposta, dovete
subito dire di no e tirar dritto, altrimenti appena mostrate il
minimo interesse verso un oggetto, siete rovinati, ovviamente detto
ironicamente. Io non mi sono mai sentita veramente infastidita (tranne
in un paio di casi a Bali), questi incontri con i venditori sono
di solito piuttosto simpatici e se si affrontano con lo spirito
giusto si possono anche fare grandi affari! Ovviamente il mio sguardo
si posa su una piccola statuetta di pietra lavica, che rappresenta
una stupa del Borobudur. La vedo già nel mio salotto
La voglio! Dico di no, per la forma, all'inizio, ma poi cedo
ed inizia la contrattazione. Il ragazzo continua a ripetermi "morning
price, morning price"
meno male che mi ero studiata la
Lonely
qualche giorno prima. Se siete il primo cliente della giornata,
il venditore vi farà un buon prezzo, il famoso "morning
price", perché gli porterà fortuna per tutta
la giornata ed io devo proprio essere il primo cliente, visto che
siamo i primi turisti arrivati! Dopo qualche centinaia di metri
a negoziare e diversi "ohhh noo!
bankrout!" da parte
sua, ci accordiamo per 30.000 Rp. Appena ho finito di pagare mi
chiede subito se ne voglio comprare un'altra! E no eh!
Ovviamente
pochi metri più avanti altri venditori mi propongono la stessa
identica statuetta a
10.000 Rp! Non ho parole. Salgono quasi
con noi nel minibus e finché non partiamo le loro braccia
cariche di statuette sono tese attraverso i finestrini e abbattono
i prezzi in modo vergognoso!
anche se gli dici che ne hai
appena comprato una ti dicono con la più grande naturalezza:
"Comprane un'altra!"
Dopo andiamo a visitare altri due tempietti vicini (Pura Mendut
e Pura Pawon totalmente privi di turisti) e acquistiamo due bellissime
maschere di legno in un piccolo negozio per 150.000 Rp.
Decidiamo poi di fare gli "sboroni" e di regalarci una
colazione da sogno. Un ragazzo (Alex, Guida Per Caso per l'Indonesia
sul sito Turisti per Caso) mi aveva consigliato di andar a fare
colazione in un albergo "supermegafigo" (sue parole!)
con vista sul Borobudur, dimenticandosi però di darmi il
nome. Consultiamo la Lonely,
uno sembra corrispondere alla descrizione, ci facciamo portare dal
nostro autista. Dopo un paio di chilometri, percorsi su una stradina
sterrata, arriviamo in cima ad una collina e ci troviamo davanti
alla reception dell'albergo "supermegafigo". A questo
punto non possiamo più tornare indietro anche se immaginiamo
che questa colazione ci costerà un quarto del nostro budget
settimanale e l'autista ci molla lì, dicendo che va a parcheggiare
più avanti per aspettarci. Ci diamo appuntamento un'ora dopo.
Un uomo giovane e bellissimo, vestito con un abito tradizionale,
ci viene incontro e con una voce soave ci chiede di seguirlo dopo
che gli ho detto che vorremmo fare colazione. Noi siamo vestiti
da trekking, non esattamente il tipo di abbigliamento che uno potrebbe
aspettarsi in un albergo del genere, ma sembra che non gliene importi
assolutamente nulla. L'albergo è molto particolare, le parti
comuni sono situate in una struttura che sembra un enorme tempio,
metà all'aperto, c'è tanto marmo ovunque, fiori stupendi,
una vista strepitosa sulla foresta e in lontananza sul Borobudur!
Ci sediamo, non c'è nessuno in giro e tanta pace, sembra
un'oasi, riposiamo le nostre gambine ammirando il panorama attraverso
il colonnato del ristorante. Inutile dire che la colazione è
da sogno. Dopo aver pagato (hum hum, 667.600 Rp in 4, praticamente
il prezzo di 4 notti nel nostro albergo di Yogya!), il bellissimo
ragazzo di prima ci chiede se vogliamo visitare una delle Suite
Perché no?
Raccogliamo i nostri zainetti e lo seguiamo tra i corridoi all'aperto
creati dalle pareti delle varie casette che sono le camere. E' veramente
particolare, le camere sono disposte ad arco sul fianco di una collina,
e se avete 1.000 $ a disposizione a notte (con piscina privata),
è un posto favoloso! Dimenticavo, l'albergo si chiama Amanjiwo.
Torniamo alla realtà però e raggiungiamo il nostro
autista per tornare a Yogya, gli diamo poi una mancia perché
siamo tornati più tardi del previsto in città. Dopo
un bagno in piscina, Paolo ed io usciamo a reperire informazioni
per il tour fino al Bromo. In stazione, non capiamo nulla di quello
che c'è scritto sui tabelloni e concludiamo che il treno
forse non è una buona idea. Mentre stiamo riflettendo sulle
varie opzioni, ci avvicina un tizio chiedendoci (come se ce l'avesse
letto nel pensiero): "You want to go to Bromo?" Eh eh,
come avrà fatto a indovinare?
Beh, facile, penso che
il 70% dei turisti di Yogya procedi il viaggio con un'escursione
al Bromo
Tra l'altro in Indonesia è veramente facile
spostarsi da un punto all'altro, c'è sempre qualcuno che
ti propone: "Hey Mister! Transport?"
Basta poi contrattare
il prezzo ed è fatta. Il package che ci propone il tizio,
che lavora per un'agenzia di viaggi, comprende, per 250.000 Rp a
persona, il trasporto fino al Bromo in un minibus con aria condizionata,
una notte in un albergo vicino al vulcano e il trasporto fino a
Bali (Lovina o Denpasar). Ovviamente contratto un paio di modifiche
al package e così concordiamo che ci faremo lasciare a Pemuteran,
sulla costa nord di Bali (un'ora prima di Lovina), in cambio dormiremo
in un albergo più carino (il Lava View Hotel che mi era stato
consigliato da diversi viaggiatori). Ovviamente non andrà
tutto come avevamo previsto
ma non lo sappiamo ancora e quando
viene a trovarci in albergo la sera stessa gli diamo i nostri soldi
sperando di veder arrivare il minibus la mattina dopo
In albergo
sento che si sono un po' offesi perché non abbiamo preso
il package da loro, ma gli spiego che io volevo dormire in un albergo
che loro non proponevano
Vabbè, lasciamo stare, sono
offesi, e ai sorrisi è subentrato un discreto muso. Mi dispiace
un sacco
Per festeggiare la nostra escursione andiamo da Superman, lo specialista
dei pancakes alla banana, fortemente consigliato dalla Lonely.
Il cameriere ci fa le solite domande di routine indonesiane: "Da
dove vieni? Dove vai? Da quanto tempo sei a Yogya?" ecc, ecc
Parentesi: in Malioboro Rd il giorno precedente avevamo provato
a fare i furbi dopo l'ennesimo "interrogatorio" (di solito
alla risposta "Italiani" inizia l'elenco di tutti i giocatori
da loro conosciuti ossia "Bagghio", Maradona, ecc
oppure alla risposta: "Sono arrivato ieri" ti viene proposto
un elenco allucinante di possibili escursioni da fare l'indomani)
e ci eravamo dichiarati spagnoli, ma a nostro grande stupore il
tizio ci aveva risposto in perfetto spagnolo! Dopo, con altri avevamo
provato con altre nazionalità ma non ci credevano
Comunque tornando al cameriere del Superman, arriviamo alla domanda
fatidica: "Volete andare al Bromo?" e noi gli comunichiamo
che abbiamo già organizzato l'escursione con un tizio, lui
ci chiede quanto ci è costato e ci demoralizza quando ci
annuncia con condiscendenza che è troppo e che per la stessa
cosa lui ci avrebbe chiesto solo 200.000 Rp!
Ok, forse siamo
stati fregati
Va bene, non importa
Usciamo a fare un giro per le vie di Yogya, torniamo all'irrinunciabile
mercato dove Enrico si compra una camicia molto "locale"
per 3 euro ed assorbiamo un po' di inquinamento atmosferico in mezzo
al casino di Malioboro Rd. C'è un'infinità di motorini
parcheggiati dai due lati del viale, becak anch'essi parcheggiati
un po' ovunque, dove gli autisti si fanno più o meno tutti
un pisolino e poi macchine, motorini che circolano sul viale, insomma,
a parte i becak che consumano solo "energia umana", è
una vera tragedia per i polmoni! Comincio a risentire gli effetti
del fuso e della stanchezza. Sono le 18 e siamo in piedi dalle 3'30!
Dopo un'oretta di sonno in albergo, mi sveglio totalmente rimbambita
tant'è che mi sembra che sia mattina e sto per andare a farmi
la doccia, quando realizzo che sono solo le 19! Riesco ad infilarmi
qualcosa e usciamo a cena, questa sera proviamo l'FM Café
in Sosrowayan: mangio ayam goreng (pollo fritto) un po' asciutto,
con riso e come dolce un pancake con una banana intera e salsa al
cioccolato! E come bonus abbiamo un bel topo gigante che ci passa
tra le gambe tra le urla di tutti quelli che l'hanno visto precipitarsi
in cucina!
2 AGOSTO - IL VIAGGIO DELLA SPERANZA VERSO IL BROMO
Siamo pronti alle 9 ma del minibus nessuna traccia. Cerco di
non farmi venire in mente strane idee (ci ha fregato i soldi e non
verrà più, dobbiamo cercare un altro mezzo per andare
al Bromo, ecc
) ma alle 9'15 arriva il minibus! Yeah! Che donna
di poca fede! Carichiamo gli zaini dietro e ci sediamo. L'aria condizionata
ovviamente non funziona e probabilmente non ha mai funzionato e
ci prepariamo ad affrontare le prossime 10 ore con i finestrini
abbassati. In un altro albergo carichiamo una coppia di ragazzi,
italiani, di Torino: Elena e Maurizio, dopo 10 minuti di convenevoli
scopriamo che lei era una compagna di scuola della testimone di
nozze di mio marito!!! Increddibbile! Quanto a Mauri, ha un amico
in comune con Enrico!
E così chiacchieriamo animatamente per le prime 4 ore circa.
Dopo un po' cominciamo a capire dove ci troviamo: in un minibus
troppo piccolo per noi 6 + i bagagli, senza aria condizionata, ma
questo non sarebbe un problema se l'aria che arrivasse dai finestrini
non fosse super-inquinata! Scopriamo di avere le unghie delle mani
nere, la pelle unta e le narici piene di monossido di carbonio!
Fuori c'è un traffico spaventoso! Non l'avrei mai detto ma
la strada che separa Yogya dal Bromo è peggio della A4 in
orario di punta! Peccato che ci siano solo due corsie per i due
sensi di marcia e che i sorpassi vengano effettuati nelle peggiori
condizioni di sicurezza, più volte sentiamo dei camion sfiorarci
mentre vediamo la morte in faccia quando stiamo superando una colonna
di macchine, nascosti dietro ad un pullman e che ci accorgiamo all'ultimo
minuto quando questo rientra che sta arrivando un enorme camion
di fronte avendo pochissimo spazio per rientrare anche noi!
Beh vi lascio immaginare gli urli di spavento! E l'autista che ride!
Noi gli ripetiamo "Hai Hati!" (attenzione!) e lui ride!
Vabbè, se lui è tranquillo, tranquillizziamoci anche
noi!
Alle 13'30 pausa pranzo in un "autogrill indonesiano"
dove per poche rupie mangiamo pollo al curry con verdure e riso.
Quando siamo pronti per ripartire, vediamo il nostro autista trafficare
sulla ruota e più precisamente sui freni! Dopo mezz'ora è
ancora lì con le mani piene di grasso a cercare di riparare
non sappiamo che cosa. Il sole è cocente, è impensabile
mettersi a prendere un po' di sole e quindi ce ne stiamo buoni buoni
ad osservare il nostro omino che ce la fa a sistemare tutto. Speriamo!
Non siamo neanche a metà strada. Ripartiamo. La situazione
non migliora, c'è molto traffico e non attraversiamo mai
zone disabitate, è quello che mi colpisce di più,
ci sono case e gente sui bordi della strada per tutto il tragitto!
Io che pensavo di vedere paesaggi verdi e immacolati mi sono sbagliata
di grosso! Quando comincia a farsi buio però scorgiamo un
enorme montagna davanti a noi, la cui cima è avvolta nelle
nuvole, ecco il vulcano mi dico! Dalle foto che ho visto su internet
mi sembra il Semeru, il più grande dei vulcani del parco
naturale del Bromo. Finalmente siamo arrivati, pensiamo! Non ce
la facciamo più, siamo distrutti dalla stanchezza e dallo
smog ingerito! Siamo nerissimi! Non ho mai avuto le unghie in quello
stato, abbiamo perso alcuni anni di vita probabilmente! Il nostro
autista sta ingerendo caffè da una bottiglietta di plastica
e sembra reggere bene, sono quasi 10 ore che sta guidando! Ci preoccupiamo
un po' e gli chiediamo se si sente bene, lui ci risponde di sì
con un grande sorriso e un altro sorso di caffè!
Sfortunatamente
dopo un po' capiamo che ci stiamo allontanando dalla sagoma del
vulcano e stiamo andando in una direzione completamente diversa!
Non capiamo
Eppure doveva essere lui, non ci sono altri vulcani
grossi così nella regione! Chiediamo quanto manca, lui risponde
2 ore! Cosa??? 2 ore??!
Siamo davvero scoraggiati!
In ogni caso l'autista è stato preciso, dopo 2 ore siamo
a Probolinggo, ma non è finita! Dobbiamo scendere,
scaricare i bagagli e cambiare minibus, dopo aver fatto un briefing
nel mini ufficio del turismo del Bromo, dove compriamo i voucher
per l'affitto di una jeep il giorno dopo. Non so se sia obbligatorio
acquistarli lì ma in quel momento abbiamo poca voglia di
fare storie. L'impiegato ci spiega che ci sono due soluzioni: camminare
fino al Bromo dall'albergo e aspettare l'alba sull'orlo del cratere,
oppure andare con una jeep fino al Mount Penanjakan (2706 m) dove
si ha la vista migliore sull'enorme caldera del Tengger per aspettare
l'alba e poi tornare indietro al Bromo per scalarlo, infine tornare
in albergo per la colazione. Ovviamente scegliamo la seconda opzione!
E dopo una piccola contrattazione, paghiamo 70.000 Rp a testa per
la jeep. Col sennò di poi per me questa è la soluzione
migliore per chi vuole godersi al massimo questo spettacolo della
natura. Più tardi in albergo sentiremo una coppia che voleva
fare tutto il percorso a piedi. E' da pazzi!
Per arrivare
in tempo e vedere l'alba dal Mount Penanjakan, bisognerebbe partire
all'una di notte forse!
Alcuni Indonesiani glielo sconsigliano
(forse anche per conflitto di interessi in quanto affittano le jeep!)
e alla fine la coraggiosa coppia decide di affittare anche lei una
jeep! Quando li vedremo su l'indomani, si dimostreranno molto soddisfatti
della loro scelta!
Comunque acquistati i voucher il ragazzetto dell'ufficio turistico
ci spiega che ora dobbiamo cambiare minibus e che ci vorrà
ancora un'ora fino a destinazione! Siamo esausti! Sono le 20 circa
e siamo in macchina dalle 9'30! Credo che sia il tragitto più
allucinante che abbia mai fatto in vita mia! Ci vogliono i nervi
saldi e una forte motivazione per resistere! Dopo aver salutato
il nostro amico autista saliamo nel secondo minibus che è
più piccolo del precedente! Siamo letteralmente schiacciati,
io e Giorgia in mezzo agli zainoni, ma ci facciamo delle belle risate,
più che altro isteriche credo!
Quando arriva la tragedia!
Vedo un piccolo oggetto non identificato muoversi sopra le nostre
teste a grande velocità sul soffitto del minibus, quando
capisco che si tratta di un mega SCARAFAGGIO mi metto a urlare come
una pazza! Giorgia idem! Quella bestiaccia si muove avanti e indietro
sul soffitto e si dirige ora verso il fondo del minibus dove sono
schiacciati Paolo, Mauri e Elena che si agitano a loro volta senza
urlare però (vabbè, l'effetto sorpresa l'abbiamo avuto
noi!). Paolo addirittura cerca di catturarlo con un fazzoletto,
invano! A questo punto gridiamo all'autista di fermarsi immediatamente!
Quello non fa una piega. Enrico, che occupa il sedile del passeggero,
si gira e gli spieghiamo la situazione d'emergenza! Ogni movimento
dell'insetto provoca in noi femminucce delle urla isteriche! Enrico
spiega all'autista cosa sta succedendo e quello si degna finalmente
di fermarsi, probabilmente più perché è stufo
delle nostre urla! Nel frattempo lo scarafaggio viaggiatore si è
imboscato dietro i sedili posteriori e non si hanno più notizie
di lui. L'autista apre la porta dietro e cerca (o fa finta di cercare)
l'insetto, invano, e così, tranquillamente ci dice che se
ne è andato! Noi ovviamente non gli crediamo e finiamo il
viaggio con il terrore che questo ricomparvi!
Ma non è finita
Arrivati a Ngadisari, "scarichiamo"
Elena e Mauri che alloggiano alla Yoshi's Guesthouse. Stiamo per
salutarci quando l'autista ci informa che al Lava View Hotel non
c'è più posto perché un gruppo di turisti ha
prenotato prima di noi, e che dobbiamo dormire qui anche noi! Sono
un po' arrabbiata perché avevo contrattato col tipo di Yogya
il cambio di albergo. Comunque ci propone di sistemarci in due "bungalow
deluxe". In realtà quello che ci fa vedere è
un bungalow su due piani con un bagno piccolo senza acqua calda
dove dovremmo stare tutti e 4! Non so se sia la stanchezza o altro,
ma mi arrabbio e gli dico che non ho intenzione di dormire nei letti
singoli da bambini e farmi la doccia con l'acqua fredda (qui c'è
un freddo pazzesco!!) perché loro non mi hanno prenotato
una stanza. Lui all'inizio non sa che fare, mi chiede di telefonare
al Lava View per farmi dire che davvero non c'è posto e in
effetti è così. Io ribadisco che in questo bungalow
in 4 non ci possiamo stare e così, dopo un po' torna con
due chiavi e ci fa vedere due cottage davvero molto graziosi con
bagno e acqua calda. Li prendiamo subito! Conclusione: bisogna sempre
insistere perché alla fine ti danno quello che vuoi. E poi
questo non era un mio capriccio non potevamo dormire in quel bungalow
in 4, non dopo quel viaggio infernale! Molliamo la roba nella stanza
e andiamo subito a cena, è tardissimo, Elena e Mauri che
hanno visto che stavamo anche noi in questo albergo non ce la fanno
però a raggiungerci al ristorante, probabilmente esausti.
Sembra di essere in una baita di montagna e in effetti il clima
è quello, mangiamo piatti a base di patate e formaggio, ma
siamo in Indonesia o in Austria?!
Il nostro autista si aggrega
al nostro tavolo per fumare e chiacchierare e così fanno
altri due suoi amici. Trascorriamo così la cena scherzando
con i nostri nuovi amici indonesiani! Prima di crollare a letto
riusciamo a farci una bella doccia calda, probabilmente una delle
più belle docce della mia vita! Inutile dire di che colore
è l'acqua!
3 AGOSTO - INDIMENTICABILE SPETTACOLO DELLA NATURA AL BROMO
Sveglia alle 3'30, ormai siamo abituati e come dei robot ci
infiliamo pantaloni da trekking, maglietta, felpa, giaccone (affittato
la sera prima al ristorante per 10.000 Rp a testa) ed usciamo nella
notte fredda. Siamo fortunati, il cielo è limpidissimo e
stellato e c'è la luna piena così possiamo scorgere
le montagne che ci circondano. Siamo tutti e sei puntuali e saliamo
sulla jeep che ci porta fin dentro l'enorme cratere che contiene
i vulcani Bromo e Batok. Attraversiamo il Mare di Sabbia e le sagome
dei vulcani si profilano al nostro fianco, facendoci sentire minuscoli.
E' un paesaggio lunare, quasi irreale
Arriviamo in cima al
view point 2 del Mount Penanjakan alle 4'45; una striscia rossa
si staglia sull'orizzonte ad est
Nel giro di un quarto d'ora il cielo si tinge dei colori più
straordinari: arancione, giallo oro, rosa, è assolutamente
incredibile! Non riesco a distogliere lo sguardo da questo "dipinto"!
Mi dirigo però verso il lato sud della piccola piattaforma,
dove stanno tutti i turisti in attesa, per osservare il cratere
dall'alto. I vulcani si stanno lentamente colorando con la luce
dell'alba, è spettacolare! In lontananza, il Monte Semeru
erutta fumo denso ogni 15 minuti, come se fosse regolato da un orologio!
Le macchine fotografiche e le videocamere sono in piena azione,
per fortuna non c'è molta gente e riusciamo a vedere tutte
le evoluzioni del sorgere del sole con i vari giochi di luce sul
paesaggio circostante. Riesco ad imboscarmi in un minuscolo sentiero
sotto la piattaforma e da questo punto di osservazione, senza nessun
"ostacolo umano" e alcuni rami che fanno da cornice, mi
dedico al servizio fotografico! In questo momento, non rimpiango
di aver fatto 12 ore di minibus per arrivare qui, lo spettacolo
le vale tutte!
Ma è giunto il momento di ritornare alla jeep e di scendere
di nuovo nel Mare di Sabbia per raggiungere il Bromo. Passiamo vicino
al monte Batok, vulcano spento la cui forma particolare ricorda
la montagna di "Incontri ravvicinati". La jeep ci lascia
ai piedi di un sentiero che sale sui pendii del vulcano e proseguiamo
a piedi, si solleva molta polvere e cenere, ci stanno inseguendo
dei ragazzi con dei piccoli cavalli, con i quali c'è la possibilità
di affrontare la salita in modo più confortevole. Uno di
loro sta camminando vicino a me da un po' e continua a ripetermi
"20.000 Rp", alla fine cedo e dopo aver contrattato il
prezzo per 10.000 Rp (beh, ero già a metà salita!)
salgo sul cavallino e supero i miei compagni di viaggio che non
si erano accorti di nulla. Ve lo consiglio, è molto carino
farsi dondolare lentamente mentre si ha la possibilità di
osservare il paesaggio circostante senza affaticarsi e respirando
molto meno cenere, e poi questi ragazzi ne saranno felicissimi!
Ma non è finita, al termine del sentiero, c'è una
scalinata di 250 gradini da percorrere per arrivare fino all'orlo
del cratere! Mentre saliamo si sente un forte odore di zolfo che
ci prende la gola e i polmoni, alla cima l'odore è quasi
insopportabile! Tutti tossiscono! Dal fondo del cratere esce un
fumo bianco e denso ogni tre minuti circa e con esso l'odore dello
zolfo raddoppia. Non ci sono protezioni sull'orlo del cratere, soltanto
una sommaria barriera di legno di un paio di metri con la scritta
Hotel Bromo. Abbastanza divertente! Bisogna star attenti a non camminare
troppo sul bordo altrimenti si rischia di cadere! Per fortuna non
ci sono troppi turisti e ci stiamo tutti, ma non ho intenzione di
trascorrere qui tanto tempo!
Scattiamo alcune foto ricordo
e torniamo giù. Ricordo che due mesi fa un'eruzione improvvisa
ha causato la morte di due turisti che stavano sostando su queste
stesse scale, mi fa un po' impressione
La discesa verso la
jeep è ancora più difficoltosa perché i cavalli
sollevano un sacco di cenere e sabbia e all'arrivo siamo marroni!
Salutiamo questo posto e ritorniamo alla Yoshi's Guesthouse per
farci un'altra meritata doccia e la colazione. Di giorno questo
posto è veramente carino, lo sto rivalutando molto, diciamo
che ieri sera ero troppo stanca e arrabbiata per la fregatura del
cambiamento di albergo per accorgermene. I cottage di legno, molto
graziosi (vi consiglio i Cottage Deluxe nr 1 o 2, dotati di acqua
calda, perché qui di notte la temperatura scende moltissimo),
sono inseriti in una ricca vegetazione e siamo circondati da verdi
montagne. Si sta benissimo, c'è un'aria purissima, e ci rigeneriamo
dopo il viaggio del giorno precedente! Facciamo colazione sui tavoli
fuori nel prato ed è difficile staccarsi quando dobbiamo
ripartire alle 9.30 per Probolinggo con il minibus.
Questa volta nessun "ospite" indesiderato, all'ufficio
turistico scendiamo, raccogliamo i bagagli e aspettiamo il pullman
di linea per BALI. Purtroppo è quasi pieno e i sedili
sono ravvicinatissimi! Sembra che siano stati progettati per dei
bambini! Dobbiamo farci 6 ore così! Promette bene! Dopo circa
due ore ci fermiamo per pranzare e mangio un Nasi Kare Ayam (pollo
al curry con riso) buonissimo per poche rupie.
Fortunatamente dopo un po' il paesaggio cambia e siamo circondati
dal verde, foreste di palme, vulcani, risaie, eccola l'Asia che
mi piace! Ero rimasta un po' delusa dalla prima parte del tragitto
da Yogya al Bromo (circa 300 km), che non mi aspettavo così
trafficata e abitata. Al contrario, la punta est di Java è
molto più vergine dal punto di vista naturalistico e molto
meno popolata, infatti è occupata da un parco nazionale.
Quando arriviamo al porto ci fermiamo una decina di minuti, il tempo
di far salire dei venditori ambulanti con ogni sorta di generi alimentari
da venderci! Sembra di essere al cinema, questi ragazzi salgono
uno dopo l'altro in fila indiana nel pullman e ci espongono la loro
merce: frutta, biscotti, noodles istantanee!
Il bello è
che fanno il giro ben due volte!
Sul traghetto per Bali, per la prima volta non ci sentiamo
molto sicuri e soprattutto ci sentiamo molto osservati, ma non come
finora, amichevolmente, così ci viene una specie di paranoia
e ci immaginiamo un sacco di scenari: mentre siamo qui sul ponte
ci stanno rubando gli zaini giù nel pullman, oppure ci assaliranno
tre quattro tizi per rubarci i soldi!
Di turisti ci siamo
solo noi più altri 10 forse, tutto il resto dei passeggeri
è costituito da tizi loschi che ci guardano con insistenza.
Stiamo rimpiangendo di andar a Bali. E se fosse pericoloso? A Java
ci eravamo trovati benissimo, forse a Bali sono troppo abituati
ai turisti e ci vedono come dei "soldi che camminano"??
A completare lo scenario, una musica da discoteca indonesiana a
tutto volume e una puzza indescrivibile che proviene dai bagni (vediamo
alcuni turisti entrarci ed uscire immediatamente! Soltanto una ci
resta, si vede che non ce la faceva più!). Sfortunatamente,
invece dei 30 minuti previsti ci stiamo mettendo un sacco perché
non c'è posto al molo di Gilimanuk e il sole sta già
tramontando. Ovviamente non abbiamo prenotato nulla per la prima
notte a Bali e non abbiamo nessuna idea di dove dormiremo. Così
approfitto dell'attesa e consulto la Lonely:
individuiamo un gruppo di bungalow che potrebbe fare al caso nostro
a Pemuteran, la nostra destinazione prescelta. Vado nella cabina
telefonica del traghetto per contattare l'albergo ma la sfiga vuole
che l'unico numero errato della Lonely sia proprio quello dei Pondok
Sari Beach Cottages! E così, visto che gli altri indirizzi
segnalati sono tutti nella fascia di prezzo alto, decidiamo che
valuteremo la situazione una volta arrivati.
Alla frontiera gli Indonesiani vengono fatti scendere dal pullman
e controllati dalla polizia. Notiamo che uno di loro si nasconde
sotto i sedili per evitare il controllo! Chissà cos'ha combinato?!
A Gilimanuk scendiamo anche noi dal pullman e saliamo in un minibus
per proseguire il viaggio verso Pemuteran. In realtà siamo
gli unici a fermarci prima, tutti gli altri vanno fino a Lovina,
mentre il resto dei passeggeri del pullman (turisti più tutti
i ragazzi indonesiani che probabilmente sono venditori) prosegue
sul pullman per Denpasar. La situazione è molto critica:
il numero di turisti che deve stare nel minibus è decisamente
superiore al numero di passeggeri che ci starebbero comodamente
e così siamo tutti stretti come sardine e gli zaini sono
stati tutti caricati sul tetto! Speriamo che non caschino per strada!
Mi viene subito una crisi d'ansia perché sono schiacciata
nell'ultima fila del mezzo! Fa un caldo pazzesco, ma forse è
l'agitazione e la sensazione di claustrofobia! Abbiamo avvisato
l'autista che ci fermiamo a Pemuteran al Pondok Sari.
Dopo un'ora arriviamo, ormai è notte e non abbiamo capito
nulla di quello che c'era intorno a noi durante il viaggio. Al Pondok,
scendiamo solo io e Enrico pregando l'autista di aspettarci un attimo,
e facciamo bene perché non c'è più posto! Accidenti
dove dormiremo?? L'autista ci dice che lui conosce un altro albergo
più avanti e che ci ferma lì. Ok
Quando arriviamo
mi viene un colpo! Siamo davanti all'ingresso di un mega hotel!
Solo il nome mi fa già intuire il prezzo: Bagus Resort &
Spa. Enrico e Paolo vanno in ricognizione mentre facciamo quattro
chiacchiere con gli altri turisti, tutti stranieri. Dopo 5 minuti
arriva Paolo che ci dice che possiamo scaricare gli zaini dal tetto
del minibus, provo a chiedergli quanto costa e mi risponde: "Vai
a dar una mano a Enrico, quando l'ho lasciato, aveva già
abbassato il prezzo da 60 a 40 dollari!" Io mi precipito, figurati
se mi perdo una trattativa così! Quando arrivo, stanno ancora
discutendo il prezzo in modo molto pacato e cordiale, sono arrivati
a 35 dollari, l'impiegato mi invita a sedermi e dopo altri 5 minuti
riusciamo ad ottenere le camere per 30 dollari l'una compresa la
colazione! Allora il ragazzo si alza e ci stringe la mano sorridendo
e facendoci le congratulazioni!!! A noi!!!
Torno correndo
al minibus e comunico la notizia a Paolo e Giorgia che hanno finito
di scaricare gli zaini. Comunico il prezzo ottenuto anche agli altri
turisti, uno si congratula con noi, ma ho l'impressione che gli
altri stiano su budget molto più ristretti e mi guardano
come se fossi pazza! Diciamo che per la prima notte, non avevamo
tante altre scelte in questa zona (meno turistica rispetto ad altre
di Bali) e poi dopo il viaggio del giorno dopo fino al Bromo ci
meritiamo un posto da favola no?!
Le stanze sono molto belle,
immerse in un giardino tropicale favoloso, pieno di frangipani,
mi sembra di sognare! Cena a base di riso e gamberoni alla griglia
(siamo gli unici ospiti, o è troppo tardi?) e poi a nanna!
Domani finalmente si può dormire! Niente sveglia all'alba!
4 AGOSTO - PRIMO CONTATTO CON BALI - LA COSTA NORD
Oggi sarà dedicato al relax e così dopo colazione
ed una veloce esplorazione del resort (sembra che di turisti ci
siamo solo noi!) andiamo a rilassarci nella piccola piscina situata
quasi sulla spiaggia, qui la sabbia è nera, vulcanica, caratteristica
delle spiagge del nord di Bali. Chi cerca la tipica spiaggia bianca
con le palme non deve venire a Bali, almeno non su questa costa,
ma a noi piace molto, è particolare. Il paesaggio soprattutto
è fantastico: siamo tra le montagne di un verde intenso e
il mare! Il giardino del resort è veramente grazioso, per
la prima volta dall'inizio del viaggio, possiamo rilassarci e contemplare
la Natura respirando il profumo intenso dei frangipani, che ho eletto
mio fiore preferito da quando siamo stati alle Seychelles due anni
fa. L'acqua della doccia della piscina scende da una statua di Ganesh,
questo è un paradiso!
Sfortunatamente dobbiamo già abbandonare questo luogo, perché
abbiamo questa notte già prenotata in un altro posto (quando
avevo stilato l'itinerario dall'Italia pensavo di arrivare a Bali
in questa giornata, non un giorno prima, e così avevo prenotato
in un resort molto carino in previsione del "dopo Bromo").
Alle 13 siamo sulla strada ad aspettare un bemo o qualche minibus
che ci porti fino al Taman Sari Beach Cottages, a un paio di chilometri
da qui. Qui è facile spostarsi, basta mettersi sul bordo
giusto della strada e aspettare che passi qualche mezzo di trasporto
pubblico. A Bali circolano molti bemo, mezzi economici che usa la
popolazione locale, ci sono anche navette turistiche un po' più
costose ma più veloci. La nostra attesa dura poco ed arriva
subito un minibus di colore bordò (abbiamo notato che su
questa costa i minibus sono tutti di questo colore), il prezzo è
di 10.000 Rp in 4, questa volta non contrattiamo perché è
irrisorio (1 Euro in 4). Percorriamo gli ultimi 300 metri che ci
separano dal resort a piedi, zaini in spalla, fa molto caldo, lungo
la stradina sterrata, ci sono casette abitate da Balinesi e alcuni
grossi maiali neri che riposano all'ombra, legati ad un palo con
una catena.
Il Taman Sari è bellissimo, ancora più del Bagus,
i bungalow sono immersi in un giardino tropicale molto esteso, con
vista spettacolare sulle montagne da una parte e il mare azzurro
(qui la sabbia è più chiara) dall'altra. Posando gli
zaini nel cottage notiamo che il bagno è una stanzetta all'aperto
(il famoso bagno balinese) i cui muri, alti oltre due metri, sono
formati da ciottoli scuri e piatti impilati con precisione. Non
vedo l'ora di farmi una doccia! Ma è ora di andar ad esplorare
questo tratto di costa, non siamo mica venuti qui per star in un
cottage! Stesso sentiero di prima, stesso caldo e stessi maiali
sempre addormentati!
Questa volta arriva un mezzo di trasporto che noi definiremo bemo
in quanto strapieno di locali. Paghiamo 10.000 Rp per andar fino
al Puri Pulaki, un tempietto. Appena scendiamo dal bemo siamo circondati
da donne che ci vogliono vendere uva da dare alle scimmie che popolano
il tempio. Ci dicono che queste scimmie sono brave e che non aggrediscono.
Non so se crederci o meno dopo tutto quello che ho letto sulle scimmie
balinesi! Intanto indossiamo tutti un pareo o sarong, aiutati dalle
donne che ce lo legano in modo particolare intorno alla vita. Alla
fine compriamo l'uva. All'ingresso del tempio lasciamo un'offerta
e indossiamo la fascia di tessuto colorata obbligatoria per penetrare
nei templi. Ci accompagna un ragazzo giovane che ci fa da guida
e ci aiuta a prendere confidenza con le scimmie alle quali distribuiamo
i nostri chicchi molto cautamente. Siamo letteralmente circondati
dai piccoli macachi che litigano per aggiudicarsi un chicco! I più
piccoli sono tenerissimi e si aggrappano delicatamente con le loro
"manine" alle nostre dita! Capiamo subito che esiste una
gerarchia ben definita nel branco e le scimmie più grosse
hanno la precedenza! Ci divertiamo un mondo, inoltre siamo anche
qui da soli, non ci sono turisti quindi il tempio è tutto
nostro! La visita del tempio, arroccato sul fianco di una collina,
è molto interessante e dall'alto si ha una vista stupenda.
Dall'altra parte della strada, a picco sul mare, visitiamo un altro
tempio pieno di statue di pietra lavica molto affascinanti ed assistiamo
ad una scena molto comune a Bali: una famiglia viene a deporre delle
offerte per gli Dei e pregare
Più tardi quando ripassiamo
davanti al primo tempio un furgone si ferma sul bordo della destra
e due uomini scendono per pregare davanti al piccolo altare, dopo
essersi purificati bagnandosi il capo con dei rami immersi nell'acqua
santa. Queste scene di vita quotidiana legata alla religione induista
sono molto comuni a Bali e per noi occidentali sono ipnotizzanti.
Per rientrare al resort, prendiamo di nuovo un bemo ma questa volta
provo a contrattare il prezzo per divertimento: propongo 7.000 Rupie
contro le 10.000 richieste e accettano! Consiglio di imparare i
numeri in bahasa per poter contrattare i prezzi, sarà molto
apprezzato e avrete più chance di ottenere il prezzo che
volete!
Arrivati al Taman Sari ci rilassiamo un po' tra la spiaggia di sabbia
nera e la piscina, contemplando lo scenario meraviglioso delle montagne
dietro di noi.
Un cocktail sorseggiato al baretto all'aperto e una cena strepitosa
completano questa prima giornata a Bali, favolosa e ricca di emozioni.
5 AGOSTO - ESCURSIONE ALL'ISOLA MENJANGAN E ARRIVO A LOVINA
Oggi Paolo ed io faremo snorkeling mentre Enrico e Giorgia
proveranno la loro prima immersione in questa vacanza. Abbiamo prenotato
l'escursione ieri pomeriggio con un dive center situato sulla strada
principale. Dopo 30 minuti di minibus e 30 minuti di barca, sbarchiamo
sull'isoletta, stranamente molto arida. Il mare è di un colore
turchese stupendo perché qui la sabbia è molto bianca,
a differenza della costa. Il paesaggio intorno è molto suggestivo,
possiamo scorgere alcuni vulcani di Java. Facciamo un'oretta di
snorkeling con un accompagnatore. Sotto, una profusione di colori
e forme, coralli, pesci, in un'acqua caldissima! Nuotiamo lungo
il reef, vicino al "muro", è bellissimo ma ci sono
correnti molto forti. Dopo una pausa pranzo sulla spiaggia (con
nasi goreng da asporto!) torniamo subito in acqua ma questa volta
per meno tempo perché il mare è mosso e non è
facile nuotare per via della corrente. Prima di tornare indietro
osserviamo un cerbiatto che abita qui sull'isola, infatti Menjangan
significa cervo!
Al Taman Sari molto gentilmente ci danno la possibilità di
usare un bungalow anche se abbiamo già fatto il check-out,
per farci una doccia e cambiarci. E' ora di lasciare quest'oasi
di pace e andare verso Lovina, sulla costa nord. Un ragazzo della
reception carica i nostri zaini su una carretta che traina col suo
motorino mentre noi lo seguiamo a piedi per raggiungere la strada
principale. Fermiamo un minibus, contrattiamo il prezzo, ci mettiamo
d'accordo per 60.000 Rp per tutti e 4.
Il tragitto è molto bello e pittoresco, siamo gli unici turisti
sul minibus e salgono Balinesi in continuazione, carichi di ogni
genere di cose: cibo, sacchi di riso, gabbie con uccelli, ecc
Tutti ci sorridono e ci guardano con una notevole curiosità!
Tre bambine che tornano dalla scuola sono letteralmente in ammirazione
davanti a Giorgia e me! Sarà per i capelli chiari pensiamo.
Qui le mamme mettono dei cappellini di lana ai loro bimbi, non ci
spieghiamo perché, fa un caldo pazzesco! Il paesaggio che
osserviamo dai finestrini del minibus è incantevole: risaie,
palme, casette lungo la strada, spiagge deserte, ci fa piacere costatare
che siamo gli unici turisti (visibili) in giro. Incrociamo anche
una piccola processione di uomini e donne verso un tempio; sono
le donne, vestite con sarong e camicette di pizzo colorato, a portare
le offerte sul capo mentre gli uomini indossano sarong e camicie
bianche con il tipico copricapo indonesiano.
Il tragitto dura circa un'ora, così capiamo anche come funziona
il bemo: mentre salgono sul minibus i locali indicano all'autista
o al tipo che fa salire la gente dove devono andare, poi quando
devono scendere gridano all'autista che sono arrivati e prima di
scendere pagano la cifra statuita.
Noi scendiamo a Kalibukbuk, uno dei primi villaggi di Lovina.
Mentre ci aiutano a recuperare i nostri zaini dal tetto del minibus,
siamo già circondati da alcuni tizi che ci propongono alloggi.
Noi avevamo già consultato la Lonely
e vogliamo prima vedere se c'è posto al Nirwana Seaside Cottages.
Siamo fortunati ci sono delle stanze libere. Lovina è probabilmente
il posto più turistico della costa nord ma sembra comunque
che quest'anno non ci sia una grande affluenza. Ci fanno prima vedere
le stanze, com'è di uso a Bali, sono molto carine e confortevoli,
con aria condizionata, c'è anche una piscina e un bel giardino
curato. Di ritorno alla reception contrattiamo un po' il prezzo
che abbassiamo dalle 210.000 Rp richieste a 180.000. Dopo un bagno
rinfrescante nella piccola piscina usciamo per cena al Barakuda.
Chiacchieriamo un po' con il cameriere, molto gentile e mangiamo
tonno alla griglia con alcune salse tipiche.
Andiamo a letto presto stasera, domani dobbiamo svegliarci alle
7 perché abbiamo appuntamento con un autista, cugino di un
impiegato dell'albergo, per proseguire verso Uud. Qui, lo costateremo
anche in seguito, sono tutti fratelli e cugini!... oppure hanno
sempre un amico che ti può portare dove vuoi se loro non
possono farlo!
6 AGOSTO - DA LOVINA A UBUD
Dopo colazione, siamo pronti alle 8 ed aspettiamo il nostro
autista, che è puntualissimo. Prima del suo arrivo faccio
un salto fino alla spiaggia per vedere il panorama. Anche qui la
sabbia è nera e la spiaggia deserta, a quest'ora ci sono
solo i pescatori che stanno rientrando e alcuni uomini che stanno
chiacchierando. Il nostro autista, Ketut (a Bali esistono solo 4
nomi, per maschi o femmine) ha 33 anni e ha tre figli. Il nostro
percorso prevede una sosta alle sorgenti di acqua calda (air panas)
di Banjar, i laghi Buyan, Tamblingan e Bratan, fino ad arrivare
a Ubud, la capitale artistica, nel centro dell'isola.
Dopo mezz'ora arriviamo a Banjar, dove c'è un mercato molto
animato che attraversiamo. L'autista ci lascia poi vicino alle sorgenti.
Si paga 4.000 Rp a testa, sono delle terme pubbliche, immerse in
un paesaggio paradisiaco! Ci sono due piscine di acqua solfora e
ci si deve mettere sotto la bocca di statue di pietra che gettano
acqua caldissima procurando un piacevole massaggio. Non ci sono
altri turisti, dopo un po' arrivano alcuni Indonesiani, notiamo
che si frizionano il corpo con una piccola pietra, per farsi un
peeling. In un'altra vasca, vuota, l'acqua cade da 3 metri di altezza
fornendo un energico massaggio! Dopo un'oretta usciamo, è
difficile lasciare questo posto meraviglioso ma dobbiamo proseguire
il nostro viaggio
Torniamo alla jeep, Ketut è lì che ci aspetta. All'inizio
avevamo un po' di timore a lasciare gli zaini nella macchina, e
se poi ce li rubasse oppure si allontanasse e qualcun altro ce li
rubasse?... Ma ci rendiamo conto che questa diffidenza era totalmente
infondata e nessuno ha mai provato a rubarci qualcosa durante il
viaggio.
Per strada, verso il centro dell'isola, costeggiamo delle bellissime
risaie di un verde intenso, quasi fosforescente! Sembrano irreali!
Ketut si ferma ogni volta che vogliamo scattare delle foto, tanto
la stradina è completamente vuota. Dopo un po' si ferma di
fronte ad un baretto lungo la strada perché è di un
suo amico ed ha una bella vista, dice: il Bali Panorama. In effetti
la vista dal terrazzino è strepitosa, proprio sulle risaie
verdissime e su un villaggio in basso nella vallata. Non ci sono
altri clienti, è molto rilassante, soprattutto dopo i nostri
bagni alle sorgenti. Ma chi vediamo dietro il bancone?? Il cameriere
del Barakuda di Lovina! Il locale è suo. Che coincidenza!
Beviamo un Lime Juice fatto sul momento, nel frattempo la sorella
del ragazzo ci porta dei dolcetti tipici. I primi, che si chiamano
Dodol, sembrano lunghe caramelle molli, avvolte in una foglia
secca di mais, ci spiega che ci vogliono 4 ore di preparazione,
sono fatti con sticky rice, riso nero, zucchero di canna e arachidi.
Assaggiamo, sono molto buoni! Bisogna togliere la foglia sbucciandola
come se fosse una piccola banana. Ne compriamo una dozzina, ci dicono
che si possono conservare e il nostro intento è di portarli
in Italia (leggere più avanti cosa succede in Sulawesi
).
La seconda specialità è un sacchettino di plastica
che contiene del cocco grattugiato, sale, zucchero, arachidi, farina
di riso. Si consuma ingoiando tutto il contenuto del sacchetto,
è molto buono anche questo!
Dopo un'oretta di puro relax e i saluti, ripartiamo per fermarci
dopo un po' ad ammirare una cascata. Per raggiungerla ci vuole una
camminata in discesa di mezz'ora nella foresta. Quando stiamo per
arrivare c'è un gabbiotto dove dobbiamo pagare 4.000 Rp!
Eh eh, furbo! Il getto è potentissimo e ci sono per fortuna
pochissimi turisti e nessun venditore (come ci aveva detto Ketut)
così ci godiamo lo spettacolo in pace. La risalita è
meno divertente!
Riprendiamo il nostro viaggio verso l'interno di Bali, il paesaggio
si fa più montuoso, il cielo si sta annuvolando e fa molto
fresco, ci vuole la felpa per uscire. Ci fermiamo ad ammirare i
laghi Buyan e Tambligan da una piattaforma sopraelevata sul bordo
della strada. Nessun rumore, nessun turista, solo pick-up colmissimi
di scolaresche che ci salutano allegramente quando ci passano vicino!
All'ora di pranzo ci fermiamo vicino al lago Bratan, sulla sponda
del quale sorge uno dei templi più famosi di Bali, il Puri
Danau Bratan. Come avevo già notato su numerose cartoline
e fotografie, qui c'è sempre una nebbiolina e nuvole nere
basse che conferiscono al luogo un'aura di mistero e misticismo.
Ci sdraiamo cinque minuti in un bel prato verde di fronte al tempio,
ma scappiamo in fretta quando si avvicina a noi un ragazzo con un
pitone intorno al collo! Scopriamo che a pochi metri da qui c'è
un piccolo "stand" con animali esotici dove la gente si
può far fotografare, non fa per noi grazie!
Ripartiamo e questa volta non ci fermiamo più fino a Ubud,
Ketut fa delle stradine alternative che ci permettono di passare
in mezzo a villaggi molto carini e risaie verdissime.
Andiamo direttamente alla Honeymoon Guesthouse che avevo prenotato
via email qualche mese fa, su consiglio di una ragazza italiana.
Non sono delusa, il posto è incantevole, l'albergo è
situato su Jalan Bisma, una stradina perpendicolare alla via principale
di Ubud, Jalan Raya. La stradina non è asfaltata e ai suoi
lati partono piccolissimi vicoli che finiscono nelle risaie. Salutiamo
Ketut e ci mettiamo d'accordo con lui per fare un giro il giorno
dopo. Dopo le formalità e il cocktail di benvenuto, andiamo
nelle nostre stanze, situate in piccoli bungalow doppi nel giardino.
Sono molto diverse tra di loro, una ha il bagno balinese, all'esterno
e dei mobili molto più carini, così visto che stiamo
qui quattro notti decidiamo di scambiarci le stanze dopo due notti,
per approfittare tutti e quattro del comfort della stanza più
bella. Ci concediamo un po' di relax in piscina dove siamo da soli
ed usciamo per andar a cena. Non siamo ancora arrivati sulla strada
principale che veniamo abbordati da due ragazzi che ci propongono
dei biglietti per lo spettacolo di Kecak che sta per iniziare. Titubanti
all'inizio perché avevamo un po' di fame, decidiamo di andarci
perché lo spettacolo c'è solo stasera e avevo letto
che il Kecak è uno dei balli più coinvolgenti di
Bali. Lo spettacolo (50.000 Rp a testa) si svolge nella cornice
meravigliosa del Puri Dalem, un tempietto in mezzo alla vegetazione,
la scenografia è molto curata e decine di lucine illuminano
il tempio e gli alberi. La visione è magica! Lo spettacolo
è molto difficile da spiegare, è da vedere! E' molto
coinvolgente e sono come ipnotizzata davanti al coro di uomini seduti
in cerchio, con un sarong a quadri bianchi e neri stretto in vita
e un fiore di ibisco nei capelli, che canta senza sosta per un'ora
versi che assomigliano a "ciak ciak ciak. In mezzo un grande
candelabro illumina la scena e dei ballerini si esibiscono nella
rappresentazione del Ramayana (quello che abbiamo visto a
Java). Alla fine un uomo in trance cammina su delle brace! E' una
danza da non perdere se andate a Bali!
Usciamo dal tempio ancora storditi ed andiamo a cena al Café
Lotus, sulla Jalan Raya, locale perfetto per concludere questa serata.
Il ristorante è situato nel recinto di un grande tempio circondato
da un laghetto pieno di ninfee e fiori di loto. Mangiamo seduti
per terra sotto una lunga tettoia sopraelevata con vista sul laghetto.
Cibo e ambiente squisiti!
7 AGOSTO - IL VULCANO BATUR E I MONUMENTI DEL GUNUNG KAWI
Consumiamo un'abbondante colazione a base di succo di frutta,
tè, croissant fresco, frutta fresca e yogurt, servita da
gentili impiegate sul nostro terrazzino (la sera prima avevamo compilato
un modulo per ordinare la colazione!). Questo è un "plus"
molto apprezzato di questo albergo che ha un rapporto qualità/prezzo
eccellente! Infatti paghiamo solo 180.000 Rp in due.
Ketut arriva con un altro Ketut che ci presenta come suo fratello!
Ti pareva! Sarà lui ad accompagnarci nelle nostre gite se
lo vorremo. Ok
Stamattina andiamo a sud di Ubud in un villaggio
a vedere la rappresentazione di un'altra danza popolare: il Barong.
Noto che ci sono pochissimi turisti occidentali, sono quasi tutti
indonesiani che ridono a squarciagola alle battute degli attori.
Il Barong è una danza a tratti molto comica, se si capisce
l'indonesiano, ma anche osservando le gesta e le mimiche dei ballerini.
Qui è il gamelan a far da sottofondo musicale.
Visto che siamo nella zona dei villaggi di artigianato visitiamo
due cooperative di pittori, trovo un dipinto che mi piace molto
ma il prezzo è troppo alto e il venditore non vuole scendere
quindi rinuncio. Enrico e Giorgia invece acquistano due dipinti.
Verso mezzogiorno ci dirigiamo a nord e ci fermiamo a visitare
Goa Gajah un tempio con una grotta induista in mezzo alla vegetazione.
L'ingresso della grotta è la bocca di un mostro di pietra!
Arriviamo infine a Kintamani, il paese che domina il lago Batur
e il vulcano omonimo. Qui l'aria è molto fresca ed appena
scendiamo dall'auto per ammirare il panorama, veniamo assaliti da
decine di venditori! Ci stanno dietro tutto il tempo e sono molto
insistenti! Per la prima volta siamo infastiditi e non sappiamo
come fare per liberarci di loro! La vista comunque è molto
bella, la colata lavica sul fianco del vulcano è molto visibile,
è il risultato di varie eruzioni che negli anni hanno distrutto
villaggi e tempio, che è stato poi ricostruito da un'altra
parte, in alto. Ketut ci dice che l'anno scorso una coppia di Francesi
è morta scalando il vulcano, tuttora attivo, molto pericoloso
ed imprevedibile.
Dopo pranzo, andiamo al tempio Batur, il secondo più importante
dopo Besakih e anche qui veniamo circondati da decine di donne urlanti
che ci vogliono affittare sarong (che però noi abbiamo già)
e sash, la fascia colorata da legare in vita per entrare nel tempio.
Riusciamo ad uscirne fuori dandogli 10.000 Rp per 4 fasce!
All'interno per fortuna regna la pace e siamo gli unici turisti.
Una donna viene a deporre delle offerte su diversi altari, Ketut
ci spiega che lei sta probabilmente facendo costruire una casa e
che deve dare delle offerte ai dei della casa perché il suo
progetto vada a buon fine.
Nel viaggio di ritorno verso Ubud, ci fermiamo in una piantagione
di spezie, caffè, tè, cacao e frutta. Assaggiamo
un caffè mescolato con del cacao e acqua, molto buono! Dopo,
mi diverto a tostare chicchi di caffè vicino ad un impiegato
che fa questo tutto il giorno. Lui, apparentemente molto contento
di starmi vicino, mi mette un braccio sulla spalla! Dopo aver acquistato
curry e tè allo zenzero ripartiamo per Tampaksiring dove
visitiamo i Monumenti del Gunung Kawi, templi di pietra incastonati
nella collina, in fondo ad una gola con stupende risaie in terrazza.
Questo posto è fantastico e molto rilassante, siamo da soli
con Ketut, il sole è appena tramontato così non fa
più tanto caldo.
Quando torniamo poi sulla stradina del paese notiamo due uomini
che stanno allenando due galli da combattimento!
Di ritorno in albergo ci mettiamo d'accordo con Ketut per le 20'30
per farci portare al Café Wayan sulla Monkey Forest Rd dove
ceniamo. Il locale è molto carino ma stiamo al coperto perché
pioviggina questa sera. Torniamo in albergo a piedi. "Hey mister!
Transport?" ci chiedono alcuni tizi seduti sul bordo della
strada. Ma abbiamo voglia di camminare
8 AGOSTO - MERCATO DI UBUD E MASSAGGIO BALINESE
Ci svegliamo alle 8, oggi il tempo è brutto. Ci scambiamo
le stanze con Enrico e Giorgia e ci dividiamo fino a questa sera.
Prima di uscire prenotiamo il pulmino per questa sera per andar
a cena all'Indus, il ristorante dei proprietari della guesthouse,
conosciuta anche come Casa Luna. Prenotiamo anche un massaggio per
le 16'30.
Il mercato di Ubud è molto carino e mi viene voglia di comprare
di tutto! Tutto è molto economico anche se bisogna contrattare
molto. Compro due sarong, delle ciabattine infradito di pelle, dei
piatti e sottobicchieri fatti con la cannella, alcuni dipinti e
un borsone per trasportare tutto in aereo!
Pranziamo al ristorante Casa Luna sulla strada principale dove ci
incontriamo con Enrico e Giò. Paolo torna in albergo, è
stanco e stufo di fare acquisti, io proseguo fino alle 16.
Alle 16'30 ci attende il nostro massaggio balinese, che si svolge
in una piccola capanna nel giardino dell'albergo. Abbiamo ognuna
una massaggiatrice che ci copre il corpo con un sarong e lo scopre
man mano ci applica una preparazione a base di spezie profumatissima
e dalla consistenza granulosa. Fanno il massaggio attraverso il
telo e non toccano mai la pelle direttamente. E' molto rilassante
ed è difficile non addormentarsi. Sulla faccia e le tempie
ci applicano invece un olio asciutto che profuma di cocco, è
veramente piacevole. Il massaggio dura un'oretta in tutto, ma non
è finito. La parte migliore arriva con il bagno di spezie
che facciamo nel bagno all'aperto della nostra stanza. Nella vasca
le ragazze versano una preparazione arancione a base di bacche rosse,
spezie e rametti dove dobbiamo star a mollo per venti minuti dopo
aver fatto una doccia per togliere via la preparazione che abbiamo
sul corpo e che sembra curry! Dopo tutte queste cure la nostra pelle
è liscissima e siamo pronti per andar a cena!
L'Indus è un bellissimo ristorante e dal terrazzo c'è
una vista panoramica sulle Gole dell'Ayung. Purtroppo è già
abbastanza buio e possiamo solo indovinare la bellezza del paesaggio.
Mangiamo molto bene, seduti per terra su dei cuscini intorno ad
un bel tavolino basso.
9 AGOSTO - DUE SU QUATTRO SONO K.O.
Paolo ha avuto la febbre alta tutta la notte e sono abbastanza
preoccupata. Non sta per niente bene. Anche Giorgia ha un po' di
febbre. Decidiamo di annullare l'escursione a Besakih che avevamo
concordato con Ketut due giorni fa. Alle 8 vado fuori per avvisarlo
che dobbiamo rimandare la gita, è molto dispiaciuto per loro.
Ci diamo comunque appuntamento due ore dopo, caso mai andremo in
giro nelle vicinanze. Alle 10 Paolo non sta meglio pertanto rimane
in albergo, vorrei chiamare il medico ma lui dice di aspettare.
Giò non sta troppo male e così viene con noi nelle
Gole dell'Ayung. Scendiamo tanti gradini fino ad arrivare al fiume,
qui è il punto in cui arrivano quelli che fanno rafting ci
spiega Ketut. La salita è molto faticosa, fa molto caldo
e non mi sono portata acqua. Faccio un po' di riprese con la videocamera
per farle vedere a Paolo.
Prossima tappa: la Monkey Forest, nel cuore di Ubud. Qui conviene
non portarsi cibo perché le scimmie sono piuttosto aggressive
e ladre, dicono. Io nascondo la macchina fotografica nello zainetto
e entriamo nella foresta, spaventati da eventuali attacchi da parte
dei macachi! Dopo cinque minuti però ci accorgiamo che non
succede nulla e le scimmie non ci sembrano così cattive così
ci rilassiamo un po' e tiro fuori macchina foto e videocamera. Notiamo
comunque che alcuni turisti vengono letteralmente scalati dalle
scimmiette che cercano di procurarsi cibo! La foresta è molto
bella, ci sono tre templi al suo interno, molto suggestivi. Giorgia
inizia a sentirsi di nuovo male e vuole tornare in albergo.
Quando arriviamo scopro che Paolo ha sempre la febbre! A questo
punto decidiamo di chiamare l'Assistenza medica di Europ Assistance,
lascio il mio numero, come vuole la procedura ma non mi richiamano!
Sono piuttosto incavolata! Bel servizio!
Verso le 15 Enrico ed io siamo rimasti gli unici a reggerci in piedi
e lasciamo i nostri due moribondi in albergo per andar in giro con
Ketut a cercare un albergo per le prossime tre notti, vorremmo restare
ancora a Ubud, anche perché ci restano tante cose da vedere
e con due membri del gruppo k.o. non sappiamo cosa riusciremo a
vedere. Impieghiamo tutto il pomeriggio nella ricerca di un albergo,
ne vediamo almeno 15, possiamo visitare le stanze e a volte contrattiamo
il prezzo, ma c'è sempre un problemino: o non hanno posto
per tre notti, o ci danno due stanze completamente diverse, o costa
troppo, insomma alla fine troviamo il posto che fa per noi, è
un po' isolato rispetto al centro di Ubud ma è veramente
carino e costa solo 25 $ a notte. Le stanze sono pulitissime, inserite
in un bel giardino, c'è anche una piscina. Torniamo in albergo
abbastanza distrutti da questo giro che ci potrebbe servire per
scrivere una guida sugli alberghi di Ubud!
Paolo e Giorgia si sentono un pochino meglio
Paolo ha iniziato
a prendere gli antibiotici che ci eravamo portati dall'Italia, per
fortuna, perché ovviamente il suo non è solo un problema
di febbre! Chissà che cosa l'ha reso malato? Cominciamo a
pensare ai posti dove abbiamo mangiato e ci viene in mente che qualche
giorno fa al lago Bratan eravamo stati in un ristorante turistico
con un enorme buffet e forse Paolo aveva esagerato con le "schifezze"
(varie cremine colorate e altri cibi non identificati
)
Questa sera pioviggina, ceniamo al Café des Artistes, locale
gestito da un Belga, qualche metro più avanti nella nostra
via. Mangiamo davvero bene spendendo 100.000 Rp a testa.
10 AGOSTO - RISAIE IN TERRAZZA E SU TELA
10 AGOSTO - RISAIE IN TERRAZZA E SU TELA
Oggi Paolo e Giorgia stanno molto meglio, prima di trasferirci
nell'altro albergo vado a fare ancora un giretto al mercato di Ubud,
da sola. Qui non ci sono assolutamente pericoli per chi gira da
solo
Alle 12 Ketut ci viene a prendere e deve fare due giri per portarci
tutti e 4 con gli zaini. Paghiamo il conto alla Honeymoon Guesthouse
con dispiacere, era proprio un bel posto e lo consiglieremo a tutti.
Allo Sri Ratih Cottages sembra di essere gli unici clienti e sono
tutti gentilissimi con noi. Non è ora di riposare però
e ripartiamo subito con Ketut che ci porta a Sayan per osservare
un magnifico panorama delle Gole dell'Ayung. Qui si affacciano i
report più lussuosi di Ubud, con piscine incredibili.
Attraversiamo in seguito alcuni villaggi immersi nella campagna.
Tutti gli abitanti sono indaffarati nella preparazione del Galungan,
festa induista che si svolgerà domani e durerà per
i prossimi 11 giorni fino al Kuningan. Durante il Galungan gli
hindù commemorano la vittoria della virtù, Dharma,
sul male, Adharma, e ringraziano il dio per la creazione della Terra.
Fuori dalle abitazioni viene eretto un "penjor",
una canna di bambù altissima e curvata alla sua estremità,
addobbata con foglie di granturco, fiori, cocco e un pezzo di indumento
bianco o giallo; il penjor rappresenta il Vulcano Agung ed è
anche il simbolo della prosperità.
Siamo molto fortunati ad essere capitati a Bali proprio in questi
giorni, tutte le città e villaggi sono addobbati a festa
e i penjor che costeggiano le stradine sono bellissimi.
Proseguiamo il nostro viaggio fino a Tegallalang dove sono presenti
le risaie in terrazza più famose di Bali. Purtroppo il
sole è scomparso e i colori non sono brillanti come avrei
sperato.
Ci dirigiamo quindi alle fonti sacri di Tirta Empul dove,
a differenza delle sorgenti di Banjar, qui non si fa il bagno, almeno
non è consentito ai turisti. In questo momento possiamo osservare
la gente pregare e raccogliersi davanti alle sorgenti, è
molto emozionante.
Sulla collina che domina il tempio e le sorgenti si trova la villa
di Suharto, l'ex Presidente indonesiano. Con Ketut proviamo a chiedere
alle guardie se si può entrare per visitare, anche solo il
giardino, ma ci viene negato il permesso.
Torniamo quindi verso Ubud dove Enrico e Giorgia si fermano in albergo
mentre Paolo ed io proseguiamo con Ketut verso Mas, un villaggio
con gallerie d'arte. Voglio assolutamente acquistare un dipinto.
La prima volta che abbiamo girato le gallerie ci ero rimasta troppo
male per non aver trovato nulla così ci riproviamo oggi,
con calma e senza lo stress di dover fare in fretta
Ci fermiamo
in una galleria conosciuta da Ketut dove ci assicura che la qualità
è ottima. Se vi capita di entrare in una galleria fatevi
spiegare i diversi tipi di pittura balinese è molto interessante.
Il mio gusto mi indirizza verso i dipinti con colori nei toni del
verde che ritraggono scene della vita quotidiana, nelle risaie o
nei templi. Uno in particolare cattura la mia attenzione, è
assolutamente stupendo e molto diverso rispetto agli altri, rappresenta
la danza del Barong in un tempio in mezzo alle risaie, è
ricchissimo di particolari e ha dei colori molto curati, si capisce
subito che è di un livello superiore. Il commesso mi dice
che costa 1.900 $ e che è stato esposto in una mostra a New
York! Davanti al mio stupore scende subito a 1.000 $, ma è
ancora troppo per il nostro budget. Dice che è stato dipinto
da un maestro che ora è in pensione perché non ci
vede più per poter dipingere, questo è stato realizzato
nel 1999, in effetti in un angolo c'è la firma con la data
e la scritta Ubud, Bali. Contrattiamo alcuni minuti, scherzando
un po' ed arriviamo a 600, poi 300. Il mio ultimo prezzo è
180 $ ma non accetta. Allora distolgo l'attenzione da questo quadro,
con dispiacere e ne individuo un altro. La contrattazione è
molto più semplice: da 250 $ a 70 $. Davanti alla velocità
di accettazione mi dico che avrei potuto chiedere ancora uno sconto
ma va bene così! Mentre me lo imballano fuori dalla galleria,
chiacchiero con un altro commesso, che ci aveva accolto all'inizio,
mentre sopra le nostre teste svolazzano dei bellissimi aquiloni
facendo un rumore particolare nell'aria
Faccio vedere al ragazzo
il quadro appena comprato e gli dico che in realtà ne avrei
voluto prendere un altro ma che il suo collega non ha voluto accettare
il mio prezzo. Mi chiede allora qual'era il quadro e il mio prezzo.
Quando vede il quadro dice subito che è il più bello
del negozio! Io gli dico che gli offro 180 $, ci pensa su, guarda
dietro il prezzo iniziale scritto a matita e mi chiede ancora un
piccolo sforzo, annuncio 185 $, alla fine mi chiede di aspettare
un attimo perché deve andar a chiamare il pittore per chiedergli
se è d'accordo! Dopo poco torna sorridente e mi dice che
va bene!... Io che non ci credevo più rimango un attimo spiazzata:
fuori hanno finito di imballare l'altro quadro che ho già
pagato. Va bene, prenderò tutti e due e questo sarà
il regalo di compleanno per mio marito! E così smontano la
cornice, arrotolano la tela e imballano anche questo quadro! A questo
punto me li devo portare in giro per altre due settimane! Speriamo
in bene! Torniamo in albergo, soddisfatissimi, è proprio
un bel dipinto!
Ceniamo al Gajah Biru, ristorante con cucina Thai e indiana, molto
buona in un quadro affascinante. Siamo praticamente da soli!
11 AGOSTO - GALUNGAN DAY
Paolo non sta benissimo ma partiamo lo stesso per una nostra
lunga escursione con Ketut che toccherà il tempio madre di
Besakih, Tirtagangga, Pandang Bai, Goa Lawah e Klungkung.
E' una giornata stupenda e si respira un'aria di festa in giro.
Lungo le strade decine di donne con bellissimi vestiti colorati
camminano con un vassoio sulla testa pieno di frutta disposta in
modo piramidale molto grazioso. Anche gli uomini oggi indossano
i loro abiti da festa, per lo più bianchi con il tipico copricapo
indonesiano. E' una profusione di colori e di allegria!
A Besakih non c'è quasi nessuno sul parcheggio, siamo gli
unici turisti a quest'ora del mattino. Come da copione ci costringono
a prendere una guida dopo aver cercato di farci pagare ben 10 euro
a testa! Visto che ci eravamo informati prima sapevamo di questo
tentativo nei confronti dei turisti sprovveduti e così contrattiamo
che prendiamo una guida, sì, ma per 6 euro in quattro! Accettano
subito comunque! Quindi state attenti se vi viene richiesta una
somma eccessiva, facendovi vedere sul registro che i turisti che
vi hanno preceduto hanno donato somme ancora superiori! E' tutto
finto, oppure quei turisti prima di voi sono stati un po' ingenui
Il tempio è situato ai piedi del vulcano Agung che sfortunatamente
è avvolto nelle nuvole.
Purtroppo Paolo inizia a star male e si siede su dei gradini mentre
noi vistiamo i vari templi. Sono piuttosto preoccupata anch'io e
non mi godo la visita. Ha comunque dei momenti in cui sta meglio
pertanto proseguiamo la gita per Tirtagganga, famosa per le sue
bellissime risaie molto estese e i Royal Watergardens. E' un luogo
molto piacevole e oggi è pieno di Balinesi che fanno il pic-nic
sui prati e bambini che fanno il bagno nelle piscine. A pranzo mangiamo
i un ristorantino dov'è meglio non guardare le condizioni
della cucina. Oggi Coca Cola per tutti, per uccidere i batteri!...
Vicino al nostro tavolo notiamo due donne straniere, evidentemente
madre e figlia, accompagnate con due Balinesi. La madre si intrattiene
in modo particolare con uno dei due e capiamo subito la situazione
eh sì, non ci sono solo uomini che ricercano la compagnia
di giovane asiatiche, succede anche il contrario. La situazione
ci sembra ancora più morbosa in quanto tutto avviene sotto
gli occhi della figlia, che invece sembra non stare con l'altro
ragazzo
che squallore
Il viaggio prosegue verso la costa, superiamo Candidasa, brutta,
per fermarci un momento a Pandang Bai, una spiaggia sulla costa
est, da dove partono i traghetti per Nusa Penida e Lombok. Non vorrei
spaventare chi deve prendere uno di questi traghetti ma sono in
condizioni allucinanti! Pezzi di ferro arrugginito che galleggiano
Della spiaggia mi aspettavo meglio da quello che avevo letto, è
carina ma valgono il colpo d'occhio soprattutto le barche colorate
dei pescatori posate sulla sabbia e i bambini che giocano a pallone
gridando felici. Faccio due chiacchiere con loro e gli scatto alcune
foto, come tutti i bambini indonesiani, sono felicissimi di farsi
ritrarre e fanno un sacco di scene davanti all'obiettivo! Senza
chiedere una sola rupia.
Goa Lawah è invece il nome di una grotta sacra, piena
di pipistrelli! Ketut ci spiega che 8 mesi fa il serpente sacro
che abitava la grotta è morto e che pochi giorni dopo c'è
stato un terremoto a Bali. Così hanno dovuto cremarlo, come
se fosse un uomo, per placare la collera degli Dei visto che erano
convinti che il sisma fosse avvenuto per colpa della morte del serpente.
Ascoltiamo attenti le parole di Ketut con una punta di scetticismo
per queste credenze. Ci dice che un uomo è rimasto in meditazione
nella grotta per due giorni interi. Visto il numero di pipistrelli
non so in che stato ne possa essere uscito!
Proseguiamo il nostro viaggio verso l'ultima tappa: Klungkung, per
visitare Kertha Gosa, un padiglione circondato dall'acqua. A quest'ora
del giorno, con la luce del tramonto è davvero molto suggestivo.
Ketut si confida con noi e ci parla del Karma, della reincarnazione,
della cremazione. Ci racconta che per un induista è molto
importante cremare i propri cari per accompagnarli nell'aldilà
e assicurarsi un buon karma. Ci dice che alcuni fa è dovuto
sposarsi subito dopo la morte di sua madre perché in casa
mancava una donna e solo le donne possono donare le offerte agli
dei!
Stasera abbiamo alcune difficoltà a trovare un ristorante
aperto per via del Galungan, alla fine mangiamo al Dirty Duck in
Monkey Forest Rd. Hanno finito quasi tutto e mangiamo quello che
è rimasto in pratica.
12 AGOSTO - OGGETTI DELLA CURIOSITA' A MENGWI E TRAMONTO AL
TANAH LOT
Oggi Ketut arriva un po' in ritardo perché ha avuto
una riunione nel suo villaggio che è durata più a
lungo del previsto, si confonde in scuse. Sbrighiamo alcune cose
nell'internet café di Jalan Bisma: un paio di telefonate
all'albergo di Jimbaran e al resort nella Tangkoko Reserve in Sulawesi,
scarico poi la mail dei miei genitori che mi chiedono qual è
il nostro programma in Sulawesi per potersi incontrare e leggo la
mail di Freddy, il mio contatto per il cottage a Siladen
Finito tutto ci rechiamo a Mengwi, ad ovest di Ubud, dove si trova
un bellissimo tempio situato in mezzo ad uno stagno pieno di ninfee.
Il posto è molto bello ma essendo ancora giorno di festa
siamo circondati da migliaia di indonesiani! Il primo impatto, fuori
dal cancello del tempio, è impressionante! Una marea umana
che si sposta a piedi, in macchina, in moto, in scooter, vicino
a noi passa uno scooter con ben 5 membri di una famiglia!!! Siamo
gli unici turisti e diventiamo noi l'attrazione del giorno per decine
di indonesiani! Tutti ci salutano, ci guardano, ridono, ci parlano,
noi ovviamente non capiamo nulla e cerchiamo di farci tradurre da
Ketut, che molto diplomaticamente non ci rivela le frasi esatte
secondo noi! Abbiamo il sospetto che alcuni ci prendano un po' in
giro, ma non con cattiveria così ridiamo anche noi!
Ci è venuta fame e così andiamo a cercare un posto
per mangiare. Siccome Paolo è stato male, Ketut si preoccupa
di trovare un ristorante turistico e alla fine facciamo una bella
deviazione tornando sulla strada che va verso nord, in direzione
del lago Bratan, senza che ce ne accorgiamo però! Il pranzo
a buffet (per turisti appunto) non ci soddisfa molto solo che non
lo facciamo notare a Ketut che pensava di farci un favore.
A questo punto andiamo direttamente al tempio di Tanah Lot sulla
costa occidentale, per ammirare il famoso tramonto. Poco prima di
arrivare ci fermiamo all'hotel Le Méridien dove ci lasciano
entrare e girare a nostro piacimento. Dal Green del golf godiamo
di una bellissima vista sul tempio, certo che si sono scelti proprio
il posto migliore per costruire l'albergo!
dopo aver dato
un'occhiata alla piscina con finta spiaggia di sabbia (!), raggiungiamo
Ketut che ci aspettava fuori in macchina e ci rechiamo al tempio.
Qui, per la prima volta da quando siamo a Bali, si nota la presenza
massiccia dei turisti, il vialetto che conduce al tempio è
un percorso obbligato tra bancarelle di souvenir e t-shirt, che
ci sembra un po' squallido dopo aver conosciuto il mercato di Ubud.
Il tempio, il più famoso di Bali, è un tempio marino
ed è arroccato su un grosso scoglio, scoperto a bassa marea,
come in questo momento. Solo gli induisti possono accedervi
e ai turisti è concesso solo ammirarlo dal basso. Questi
sono i giorni del Galungan e possiamo assistere a numerose processioni
di Balinesi in abiti da cerimonia portare offerte in cima al tempio.
È molto suggestivo
Aspettando il tramonto scherziamo con Ketut e facciamo alcune riprese
con la videocamera mentre lui ci fa il suo "show" dicendo
"matre mia!" come Giorgia e Enrico glielo hanno insegnato!!!
Lui ci tiene a farsi una foto con noi e chiede ad un tizio con una
Polaroid di immortalare così la nostra amicizia. Subito dopo,
ci fa scrivere i nostri nomi al retro della foto, per non dimenticare.
Siamo molto toccati da questo gesto di affetto.
Il sole sta per tramontare ed è ora di mettersi in posizione
per scattare le migliori foto. Mi sposto pertanto verso est da dove
ho una visuale perfetta sul tempio, con il sole dietro. Ci sono
già diverse decine di turisti appostati su scogli con videocamere,
fotocamere digitali, reflex, ecc
Il tramonto è molto bello anche se non spettacolare come
avrei sperato. I turisti, pian piano se ne vanno, mentre arrivano
i locali
Mentre andiamo via, il cielo si tinge di arancione,
poi di rosso, per finire sul rosa. Questo sì, è spettacolare,
ma ormai siamo in macchina, sulla strada per Ubud. Ci mettiamo un
po' più di un'ora per arrivare. Ci cambiamo velocemente e
andiamo subito a cena, al Gaya, un bellissimo ristorante in mezzo
alle risaie, un po' fuori da Ubud, con annessa una galleria di dipinti
e ceramica. Scopriamo che il proprietario è italiano e ci
facciamo tentare dalla pasta, che è ottima! La facciamo anche
assaggiare a Ketut, che questa sera è rimasto con noi a cena,
anche se non mangia. Fa una faccia un po' strana quando Giorgia
gli porge la forchetta con gnocchi al gorgonzola!!! Non riusciamo
a capire se gli piace o meno; lui, molto diplomaticamente, non fa
commenti
13 AGOSTO - ULU WATU E ODALAN AL TEMPIO DI JIMBARAN
Oggi partiamo per il sud di Bali, direzione Jimbaran. Ci accompagna
un amico di Ketut che non ha potuto portarci perché oggi
alle 11 deve suonare il Gamelan nel suo villaggio (lui è
il capo dei suonatori di Gamelan). A Ubud ci fermiamo un attimo
in una farmacia nell'intento di acquistare dei fermenti lattici,
che ovviamente non hanno. Scopriamo però che in un frigo
ci sono delle bottigliette di Yacult, l'LC1 locale, ne prendiamo
subito una bottiglietta a testa! Stasera inizieremo la profilassi
col Malarone, dobbiamo rifoderarci un po' lo stomaco!
Partiamo quindi per Jimbaran, passando da Denpasar, la capitale,
dove non ci fermiamo. Percepiamo già un caos maggiore rispetto
alle zone centrali di Bali, simile a quanto visto a Java. Quando
arriviamo a destinazione andiamo subito a chiedere due stanze al
Puri Bamboo, l'albergo che avevamo scelto sulla guida. Purtroppo
hanno solo più una stanza standard, l'altra è Deluxe.
Le vediamo tutte e due, sono molto belle e lussuose rispetto a quanto
abbiamo avuto sinora. Anche il prezzo è lussuoso! 40 e 50
$ per camera! Riusciamo ad ottenere solo uno sconticino di 5 $ sulla
camera più costosa; certo che è diverso rispetto al
trattamento ricevuto a Pemuteran!
Ci cambiamo velocemente e ripartiamo subito con l'autista alla scoperta
della penisola all'estremo sud di Bali. Visitiamo Ulu Watu, tempio
marino a picco su una scogliera che uno non si aspetterebbe di trovare
a Bali! Questo luogo è molto frequentato da piccoli macachi
dispettosi e ladri, secondo la LP, quindi nascondiamo orologi, orecchini,
macchine foto, video camera e proseguiamo lungo il sentiero che
costeggia la scogliera. Non si può entrare nel tempio se
non si è Hindù ma la passeggiata vale il colpo d'occhio.
Il paesaggio è stupendo, dall'alto osserviamo le onde che
si infrangono regolarmente sugli scogli creando un gran fracasso.
Questa costa è famosa tra i surfisti ma per ora non se ne
vedono, forse sono su un altro tratto non visibile da qui.
Passano alcuni minuti e ci rendiamo conto che le scimmie non sono
così pericolose né ladre e tiriamo fuori di nuovo
il nostro arsenale fotografico.
Appena rilassati, assistiamo ad una scena degna di Paperissima:
una bambina giapponese si fa sottrarre la sua bottiglietta d'acqua
da un piccolo macaco che scappa velocissimo e se la scola tutta!
Scoppiamo a ridere mentre la bambina piange, non sappiamo se per
lo spavento o per il furto dell'acqua! Un'altra scimmia ha rubato
un cappello. Una coppia di Indonesiani, che ha capito il business
che poteva ricavare da questi furti, lancia delle noccioline ai
macachi che miracolosamente mollano la presa e così possono
recuperare gli oggetti rubati, in cambio di una gentile mancia immagino!
Dopo il giro intorno al tempio, andiamo a pranzo al Top Rock Café
che vista strepitosa sulla scogliera e la spiaggetta di sabbia dove
alcuni turisti si fanno arrostire. I surfisti sono tutti lì,
al largo, dove le onde si infrangono contro la barriera corallina.
A giudicare da quello che vediamo, non sono molto bravi.. Un tizio,
che incrociamo nel bar, ha la schiena completamente squarciata,
non è un bello spettacolo!
Offriamo il pranzo al nostro autista e ci godiamo un po' di relax
su questo terrazzo panoramico. Il Café offre anche delle
stanze, in piccoli bungalow, a prezzi non proprio bassissimi ma
la location è molto bella.
Decidiamo di andar a fare un giro nel "ghetto dorato"
ossia Nusa Dua, dove c'è una grande concentrazione di alberghi
di lusso. C'è un ingresso custodito per accedere all'intera
area e secondo il nostro punto di vista, questo posto è agghiacciante!
Avremmo voluto vedere gli alberghi da più vicino, per curiosità,
ma sono tutti imboscati e dalla strada non si vede nulla. Decisi
a non perdere tempo per vedere questa specie di Disney Land alberghiera,
torniamo a Jimbaran. Concordiamo tutti sul fatto che chi dorme qui
non potrà mai avere la stessa percezione di chi come noi
ha alloggiato diversi giorni a Ubud o nel nord, potendo entrare
in contatto con la vita balinese "reale".
Per strada ci imbattiamo in una processione di Balinesi verso il
tempio di Jimbaran, l'autista ci spiega che oggi è l'Odalan
del tempio, ossia il suo anniversario e quindi c'è una grande
festa. La stanchezza mi passa subito e decido di vedere questa cerimonia.
Siccome sono l'unica interessata ad andarci, lasciamo Paolo, Enrico
e Giorgia in albergo e proseguo con l'autista. Prima di partire
mi consiglia di indossare degli abiti più lunghi che coprano
anche le braccia, mi eseguo in due minuti e torno in macchina, armata
di macchina foto e videocamera. L'autista non riesce a lasciarmi
proprio davanti al tempio perché la strada è chiusa
al traffico, così proseguo a piedi, sono già estasiata:
decine e decine di uomini, donne e bambini, si stanno recando al
tempio in abiti da festa, le donne portano sulla testa dei vassoi
d'argento con delle composizioni piramidali spettacolari di frutta
e fiori. Entro nel tempio, dopo aver chiesto il permesso ad un Balinese
per strada e rimango a bocca aperta. Davanti a me si presenta un
vero quadro, coloratissimo: tutti gli uomini sono vestiti di bianco,
le donne di rosa scuro, sono tutti seduti per terra rivolti verso
l'altare e il "meru" del tempio. Sullo sfondo un bellissimo
tramonto che tinge il cielo di rosa e fa risaltare i numerosi "penjor"
allestiti all'occasione del Galungan. Davanti alle prime file, c'è
il Barong, la creatura buona. Sul lato sinistro i suonatori di Gamelan
si eseguono in una musica inebriante, vicino ad un altare dove vengono
deposti tutti i vassoi di offerte.
Un uomo parla al microfono e recita una preghiera, mentre un altro
cosparge la folla di acqua santa. Tutti si abbassano o alzano le
mani unite sopra il capo all'unisono. E' veramente emozionante.
Sembra che la mia presenza non disturbi affatto i locali che mi
guardano sorridendo e salutando. I bambini si divertono un mondo
quando si accorgono che si possono vedere nel piccolo schermo della
mia videocamera! Chiedo il permesso alle donne di fotografarle nei
loro bellissimi abiti colorati e loro accettano volentieri, mettendosi
pure in posa. Di turisti siamo pochissimi, forse 5 o 6, tutti con
gli occhi sgranati davanti a questa cerimonia molto suggestiva.
Il tempo passa in fretta e dopo un'ora, decido di avviarmi verso
l'albergo, è diventato buio e stasera andiamo a mangiare
il pesce alla griglia sulla spiaggia di Jimbaran. Prima di cercare
un mezzo di trasporto, compro alcune banane al mercatino allestito
fuori dal tempio, contrattando in bahasa indonesiano, il che mi
vale numerosi complimenti e apprezzamenti da parte della commessa!
Purtroppo per me non ci sono taxi perché la via è
chiusa al traffico e credo che il nostro albergo sia abbastanza
lontano
Comincio a preoccuparmi un po' ma presto trovo una
soluzione: chiedo ad uno dei vigili addetti allo sbarramento della
strada come posso fare per tornare in albergo e così uno
di loro di offre di accompagnarmi, in motorino! E' piuttosto divertente,
non sono mai salita in motorino con uno sconosciuto ma qualcosa
mi dice che mi posso fidare e mi godo l'aria tiepida della sera
mentre sfrecciamo lungo la via principale di Jimbaran! Arrivati
a destinazione gli lascio una mancia di 10.000 Rp. Avrei lasciato
qualcosa in meno (il percorso era stato veramente veloce alla fine)
ma lui non ha il resto
Dopo una rapida doccia e un piccolo racconto di quello che ho visto
a Paolo, usciamo a cena. Jimbaran è famosa per il fatto che
si può mangiare il pesce alla griglia direttamente sulla
spiaggia. Scegliamo uno dei ristorantini che ci ispira di più,
scegliamo il nostro pesce, contrattiamo un po' (1 kg di tonno =
3 Euro!) e ci sediamo piedi nella sabbia intorno ad un tavolo di
plastica illuminato con delle candele. Molto romantico! Mi guardo
intorno: ci sono tavolini, candele e turisti a perdita di vista!
Ma l'impressione non è brutta, anzi, è molto particolare,
le luci sembrano quelle di migliaia di lucciole. Aggiungiamo a questo
quadro il rumore delle grosse onde che si infrangono sulla sabbia
ed è perfetto! Mangiamo molto bene, il pesce è fresco
e viene accompagnato da verdure, salsine e l'immancabile riso bianco.
Per contribuire ulteriormente all'atmosfera un gruppo di musicisti
si piazza davanti al nostro tavolo e si esegue in due canzoni mitiche
di Eric Clapton (Leila) e Santana (Black Magic Woman). Devo dire
che questa cenetta è la perfetta conclusione di questo soggiorno
balinese e siamo un po' melanconici all'idea di dover lasciare quest'isola
meravigliosa l'indomani
Per fortuna il viaggio non è finito! Torniamo a dormire in
albergo, domani si prende l'aereo per il Sulawesi!
14 AGOSTO - ARRIVO IN SULAWESI ED INCONTRO DEL TERZO TIPO NELLA
GIUNGLA
Sveglia alle 6'45. Dopo la colazione partiamo per l'aeroporto
che per fortuna dista solo 15 minuti di pulmino, è anche
per questo che avevamo scelto di passare l'ultima notte a Jimbaran.
Il nostro volo parte alle 9'15. Dopo aver sorvolato il Gunung Agung,
che da terra avevamo visto solo avvolto nelle nuvole, facciamo uno
scalo a Unjung Pandang in Central Sulawesi (il nuovo nome di Makassar)
dopo un'ora. L'atterraggio è di quelli da brividi: l'aereo
effettua una curva pazzesca vicino alle montagne prima di tornare
dritto per affrontare la pista. Devo dire che l'atterraggio però
è perfetto, altro che quello avuto ad Amsterdam con l'Alitalia!
Il piccolo aeroporto non offre molto ai turisti e capiamo subito
che abbiamo lasciato Bali. Qui ci sono numerosi Musulmani e la maggior
parte delle donne indossa il tchador colorato in testa. Ripartiamo
per Manado, nel Nord Sulawesi alle 14'15. Dall'alto abbiamo già
potuto osservare una rigogliosa vegetazione ed alcuni vulcani. Il
paesaggio mi ricorda quasi la Malaysia con tutte queste palme da
cocco.
In aeroporto non troverete i trolley, non esistono, infatti ci sono
numerosi portatori che offrono i loro servizi contro alcune Rupie.
Siccome abbiamo bisogno di un taxi per recarci al Tangkoko National
Park, la nostra prima meta, aspettiamo a muoverci e vado in ricognizione!
Mi viene subito incontro un ragazzo giovane e carino dalla pelle
molto scura chiedendomi se voglio andar a Bunaken, meta dell'80%
dei turisti arrivati a Manado immagino. Gli rispondo che voglio
andare al Tangkoko, al Benteng Resort (che avevamo individuato via
internet a Bali). Ovviamente dice subito Ok ed andiamo a cercare
gli altri compagni di viaggio dopo aver prelevato dei soldi con
il bancomat al distributore dell'aeroporto.
Ci vogliono due ore per raggiungere il Tangkoko, mi sembra poco
visto quello che avevo letto sulla LP, ma lui mi assicura che hanno
rifatto la strada e che quindi ci vuole di meno. Gli chiedo se conosce
un certo Freddy (un ragazzo Indonesiano che vive a Bunaken e che
avevo contattato via email dall'Italia per trovarmi un alloggio
a Siladen. Mi era stato indicato da una viaggiatrice svedese conosciuta
sul forum del Lonely Planet). Fersi -questo è il nome del
ragazzo che ci ha prelevati in aeroporto- scoppia a ridere e dice
che lo conosce benissimo! Ti pareva! Lavorano insieme al bar del
Living Colours a Bunaken.
La strada in effetti è piuttosto bella ma il nostro autista
è un tipo spericolato e mi sembra di essere tornata a Java!
Il paesaggio è completamente diverso rispetto a Bali, ci
sono migliaia di palme da cocco, piccoli villaggi e tantissime chiese.
La regione del Nord Sulawesi in effetti è a dominanza Cristiana
(il 75%) contro un 20% di Musulmani e solo il 5% di Induisti, concentrati
a Manado. Nel Central Sulawesi i Musulmani sono più numerosi
e sono stati attori di diversi scontri sanguinosi contro i Cristiani
(nel 2002 è stato ucciso un turista nella regione di Poso).
Mi rassicurano dicendomi che nel Nord tutto è tranquillo.
La nostra seconda ora di viaggio è molto bella, passiamo
in mezzo ad una fitta vegetazione e scorgiamo alcuni vulcani, la
strada è sempre più stretta e ci sono numerose buche.
Ad un certo punto, scorgiamo davanti a noi, ad alcune centinai di
metri, due Bemo stracolmi di locali, sono in realtà due pick-up
e la gente sta seduta su degli assi di legno nel retro scoperto.
In mezzo alle facce scure, notiamo due turisti occidentali, neanche
giovanissimi da quello che si riesce a capire e ammiriamo il loro
coraggio nell'affrontare questo viaggio in simili condizioni! Quando
uno dei bemo si ferma, stiamo per superarlo quando mi accorgo che
i due turisti che stanno scendendo davanti al Mama's Roos (uno dei
3 homestay spartani del Tangkoko) sono
i miei genitori!!!
Mi viene un colpo! Beh, a dire la verità, sapevo che anche
loro erano in viaggio in Sulawesi e li avevo avvisati via email
che saremmo arrivati al Tangkoko più o meno in questa giornata,
ma non pensavo di beccarli così, in mezzo alla giungla! Inutile
dire che faccia fanno i locali e i nostri due autisti quando gli
dico che sono i miei! Dopo i saluti, ci diamo appuntamento per dopo,
per andar a fare l'escursione di sera nel Parco, per avvistare i
Tarsius Spectrum.
Noi proseguiamo per il Benteng Resort, che si trova un paio di km
più avanti, dopo il villaggio di Batupukih. La strada sale
su una collina ed è sempre più bruttina, non asfaltata.
Alla fine arriviamo davanti al "Resort": oddio è
un insieme di capanne spartane in mezzo al nulla!... C'è
una spiaggetta di sabbia nera e tutt'intorno la foresta! Scarichiamo
i bagagli e (sfortunatamente per noi) lasciamo andare i nostri autisti
dandoci appuntamento per il giorno successivo, per andare nei Minahasa
Highlands. Chiediamo alla padrona di farci vedere i cottage. Sono
piuttosto spartani, senza luce né acqua calda e costano uno
sproposito! Quando penso al sito web mi vengono i nervi! 28 Euro
a notte senza i pasti, nemmeno la colazione, praticamente un furto
in Indonesia! Non hanno nemmeno una macchina per portarci a fare
delle escursioni e l'ingresso del parco (di fronte a dove abbiamo
lasciato i miei) è troppo lontano per andarci a piedi, soprattutto
al buio. Siamo molto perplessi e ci sentiamo in trappola. Sul sito
era scritto che potevano organizzarci le escursioni, ecc
Ma
non è vero. Lo facciamo presente alla padrona che tra l'altro
non parla neanche bene inglese!... Mentre stiamo pensando a cosa
fare, la luce comincia a diminuire e per andar a fare il trekking
nella giungla per vedere i Tarsier bisogna partire alle 16, ormai
mi sa che è troppo tardi! Per fortuna arriva una jeep con
una turista indonesiana e il suo autista. Le chiedo se possiamo
approfittare del suo autista e dell'auto per tornare indietro all'ingresso
del parco. Lei è vaga, non dice né sì né
no e se ne va in un edificio in muratura, che immagino sia il posto
dove lei dormirà. Non ho parole! Siamo disperati! L'autista
non parla inglese e dobbiamo trattare tramite la padrona del resort
che non fa nessuno sforzo per fare da interprete, ovviamente lei
non ha interesse a perdere 4 clienti! Capiamo che spostarci da qui
ormai sarà molto problematico ma sono testarda e decido di
tornare al villaggio, anche a piedi se ci vuole! Vado verso i bagagli
e inizio a caricarmi lo zaino in spalla, senza rendermi conto che
quello che sto per fare è da pazzi! Camminare a quest'ora
per 2 km, forse 3, con i bagagli non è da persone sane, ma
sono troppo incazzata per questa fregatura! L'autista però
si "sveglia" e fa segno di collaborare. Gli faccio vedere
una banconota di ben 50.000 Rp (una follia!) e riesco a spiegargli
che vogliamo tornare all'ingresso del parco dove ci sono gli altri
homestay. Per fortuna capisce e carichiamo gli zaini nella sua jeep!
Mi sembra la fine di un incubo! Non so se sono riuscita a rendere
l'idea ma la situazione era veramente al limite dell'inverosimile:
un posto semi abbandonato, nessuno tranne noi, capanne spartanissime,
niente cibo, niente auto, noi bloccati lì senza poterci muovere!...
La tipa del resort ovviamente non è molto contenta, ma peggio
per lei, aveva solo da non fare un sito web ingannevole!
Mentre stiamo viaggiando, incrociamo i miei, che stavano venendo
verso il resort per incontrarci! Gli spieghiamo cos'è successo
e riusciamo a caricarli sui bordi della jeep per tornare indietro
da dove arrivavano! Che ridere! I miei appesi alla macchina mentre
viaggiamo! Sfortunatamente l'autista dice che ci sono dei controlli
e non possono restare così li dobbiamo lasciare lì
e proseguire, dopo avergli promesso che l'autista tornerà
a riprenderli. Vediamo i tre homestay: Mama Roos, Ranger Homestay
e Tarsier Homestay.
Ci fermiamo nel secondo dove stanno anche i miei. Le stanze sono
molto spartane: un letto con la zanzariera, un bagnetto con water
e mandi. Però dopo le vicissitudine di prima, ci sembra un
sogno. Costa 13 euro al giorno con i tre pasti inclusi!
Visto che ormai è tardi per addentrarsi nella foresta e vedere
i Tarsier, rimandiamo il trekking alla mattina successiva per le
4!
Ceniamo con i miei: tonno alla griglia, riso, verdure, frutta. Andiamo
a letto prestissimo ma non dormo per niente quasi! La paura di trovare
scarafaggi o ragni sopra la mia testa è più forte,
inoltre fuori c'è un vento pazzesco e tutto ciò è
molto inquietante! Tant'è che quando suona la sveglia alle
3'30 sono contenta!
15 AGOSTO - L'INCONTRO CON I TARSIER E I MACACHI NERI
Alle 4 siamo tutti pronti fuori dalle nostre stanze, con pantaloni
da trekking, calze spesse, camicie a maniche lunghe, mio padre con
la lampada frontale!... Il cielo è stupendo, ci sono milioni
di stelle e la via lattea è chiarissima. Iniziamo la camminata
che ci porta nel cuore della foresta. Siamo uno dietro l'altro con
delle torce per illuminarci, ci accompagnano tre rangers. Dopo circa
un'ora di camminata, sentiamo rumori sospetti tra gli alberi. Arriviamo
vicino ad un enorme fico e i rangers ci dicono di sederci in silenzio
ed attendere
Dobbiamo aspettare il rientro dei Tarsiers dalla
caccia notturna nel loro rifugio per il giorno, ossia questi "figtrees".
Stiamo in silenzio a scrutare l'oscurità, orecchie tese per
cercare di captare ogni minimo rumore, è un momento bellissimo
Ad un certo punto, a rompere la magia di questi istanti, uno dei
rangers mi chiede se ho dei fazzoletti di carta
perché
ha mal di pancia e mi fa capire che deve andare a "liberarsi"
dietro qualche albero!... Non vi dico le risate con Enrico e Giorgia!!...
Quando torna, evidentemente molto più rilassato, inizia ad
imitare il grido dei tarsiers, per chiamarli. E funziona! Dopo poco
sentiamo i rami muoversi e quel gridolino stranissimo! Di colpo
il ranger ci fa segno di avvicinarci all'albero. C'è un piccolo
tarsier appeso ad un tronco. Che emozione! E' bellissimo! Piccolissimo!
Con degli occhi enormi! Gira la testa a 360 gradi, è impressionante!
In un attimo salta e si rifugia nell'albero, che ha il tronco vuoto.
Per fortuna ce ne sono altri in giro e possiamo osservarne due in
un alberello. Siamo agitatissimi di poter assistere ad un simile
spettacolo!... Sembrano dei piccoli Gremlins, ma quelli gentili!
Dopo un po', quando tutti gli animaletti sono rientrati nell'albero,
proseguiamo la nostra camminata sperando di avvistare i macachi
neri, che abitano la foresta. Purtroppo non abbiamo questa fortuna,
in compenso vediamo dei bellissimi tucani coloratissimi.
Dopo circa 4 ore di camminata, torniamo al Ranger Homestay, dove
ci aspetta la prima colazione. Sono le 9 e abbiamo già fatto
un sacco di cose! Decidiamo di andar a rilassarci un po' sulla lunga
spiaggia nera e deserta che costeggia la foresta. Paolo, un po'
stanco perché non ha dormito per niente, rimane in camera.
Con i miei, Giorgia, Enrico e un ragazzino che ci fa da guida, andiamo
alla spiaggia. E' veramente bella e particolarissima con questa
sabbia nerissima! Abbiamo fatto bene a portarci la maschera perché
anche i fondali sono molto belli, c'è la barriera corallina
vicinissima al bordo.
Quando finalmente ci sdraiamo per riposare un po', la guida mi viene
vicino e mi dice: "macacca, macacca!". In un attimo realizzo
e mi alzo di scatto raccogliendo come posso la mia roba. Siamo in
costume da bagno, ci infiliamo velocemente pantaloncini e infradito,
mettiamo via le maschere negli zainetti, l'asciugamano, la macchina
foto e la videocamera intorno al collo (e già
visto
che Paolo non c'è, mi ero portato dietro tutte e due!) e
ci precipitiamo dietro il ragazzino che si è già addentrato
nella foresta. Quello che facciamo in seguito dimostra la nostra
eccitazione e incoscienza: corriamo come dei pazzi in mezzo alla
giungla, con i soli infradito e le cosce scoperte, ci graffiamo
ovunque, non ci fanno più paura i rami taglienti o gli insetti!
Alla faccia dei pantaloni e scarpe da trekking indossate al mattino!!!....
L'adrenalina è alta! Finalmente li avvistiamo!! C'è
un branco di macachi neri proprio vicino a noi! Nel frattempo, oltre
al ragazzino, erano arrivati altri due ragazzi che molto gentilmente
si propongono di scaricarci dei nostri zaini e degli asciugamani
per permetterci di scattare fotografie senza essere ingombrati.
Uno addirittura era andato in spiaggia a recuperare tutta la roba
che avevamo lasciato, nella fretta!... Questi macachi sono proprio
belli: hanno il muso lungo e dei pelli dritti sulla testa che li
fanno sembrare punk! Li inseguiamo per un po' ma per noi diventa
sempre più difficile avanzare nella giungla, mi accorgo di
avere le gambe tutte graffiate! Per di più mi accorgo di
essere morsa da un ragnetto o formica rossa sul piede! Fa un po'
male! Alla fine decidiamo di tornare indietro alla spiaggia. Questa
corsa improvvisata dietro i macachi è stata bellissima e
siamo ancora tutti agitati. Mi spiace che Paolo non abbia potuto
vederli! Per fortuna con la videocamera ho fatto delle belle riprese
che gli faccio vedere subito al nostro rientro per farlo morire
d'invidia!
Il tempo di farci una doccia veloce con il mandi siamo di nuovo
pronti per una nuova avventura: siamo stati tutti invitati ad una
festa nel villaggio organizzata da una famiglia benestante per il
15 agosto (il nord Nord Sulawesi è cattolico). Ci dicono
che ci sarà il buffet e che pranzeremo lì anziché
al Ranger Homestay. L'esperienza ci attrae e accettiamo subito!
Effettuiamo il tragitto caricati sul pick-up del proprietario dell'homestay,
seduti su delle panche di legno che balzano ad ogni buca! È
piuttosto movimentato ma divertente! La festa è stata allestita
davanti ad una casa, ci sono delle panche sulla stradina, un enorme
tendone azzurro copre il terrazzo della casa dove sotto sono state
sistemate delle sedie a platea. Diverse persone prendono la parola
con un microfono e recitano quello che mi sembrano preghiere o sermoni.
Nel frattempo alcune donne stanno allestendo un buffet su un tavolo
vicino a noi e possiamo osservare bene tutte le pietanze che ci
verranno offerte. Oltre alla Coca Cola allungata con l'acqua (del
rubinetto ahimé), scopriamo delle cose non proprio piacevoli:
chiediamo chiarimenti ad una donna inglese che vive qui e ci dice
che ci sono piatti di cane e di pipistrello, considerati prelibatezze
in Sulawesi! Oddio!!!.... e io che morivo di fame! Per fortuna portano
anche del riso, della frutta, della zuppa e delle torte. Ci viene
dato un piatto con un cucchiaio e quando finiscono i discorsi, siamo
tutti invitati a mangiare, la gente si butta letteralmente sui vassoi!
Ci saranno almeno 50 persone! Anche sotto il tendone c'è
un grande tavolo con gli stessi piatti di quelli che erano vicino
a noi sulla stradina. C'è musica pop indonesiana a tutto
volume e sotto il tendone non ci si sente talmente le casse sono
enormi!!... Mio padre, molto coraggiosamente, assaggia sia cane
che pipistrello, per rispetto delle tradizioni e soprattutto per
curiosità! Ma non rimane molto colpito dal sapore della carne
Dopo un po', scappiamo, ho la testa che mi scoppia per la musica
altissima e l'emozione di aver visto questi vassoi di cane con quelli
ancora vivi che gironzolavano sotto i tavoli, in attesa di essere
sacrificati anche loro (?!)
Il bello è che hanno tanti
cani, come animali da compagnia. Ho chiesto a uno se mangiavano
anche i loro cani e mi ha risposto di no, che li vanno a comprare
al mercato
Alle tre del pomeriggio, salutiamo i miei, che si fermano ancora
un giorno e partiamo con l'autista del giorno prima (che ci era
venuto a prendere) per Tomohon, la capitale della regione dei Minahasa
Highlands dove ci fermeremo tre notti.
Dopo due ore e mezzo di viaggio (durante le quali crolliamo tutti
e 4 letteralmente addormentati!) arriviamo all'Highland Resort che
avevo prenotato via email dall'Italia. Qui siamo un po' in altitudine
e fa molto fresco per non dire freddo la sera! Il Resort è
molto grazioso, composto di bungalow di legno curati. Ceniamo e
andiamo subito a letto.
16 AGOSTO - I MINAHASA HIGHLANDS, UNA MEZZA DELUSIONE
Alle 10'30 partiamo per visitare un po' la regione, promossa
molto bene dall'ufficio del Turismo del Nord Sulawesi. Ci muoviamo
autonomamente con i piccoli "Mikrolet" blu (furgoncini
taxi) che passano in continuazione lungo le strade ma partono dalla
stazione di Tomohon solo quando stracarichi di passeggeri!
Una volta ricordo che eravamo in 16 e se vedete la taglia di questi
mikrolet capirete subito in che condizioni abbiamo viaggiato! Per
non parlare della musica da discoteca sparata altissima nelle casse!!!
I mikrolet hanno la destinazione indicata sul tetto quindi è
facile individuare quello giusto. Quando troviamo delle difficoltà
i locali ci aiutano volentieri ad individuare il nostro mezzo di
trasporto, siamo anche gli unici turisti in giro! Si paga a seconda
della destinazione, di solito sulle 2.000 rupie a testa.
Prima tappa della giornata: Danau (lago) Linow, un lago di
origine vulcanica che ha la caratteristica di cambiare colore con
la luce del sole, dal turchese allo smeraldo. E' molto bello. Ci
sono anche delle buche nel terreno intorno al lago da dove esce
zolfo puzzolente
Quando torniamo al terminal dei mikrolet a Tomohon, prima di prenderne
un altro, decidiamo di acquistare acqua e biscotti in un negozietto,
che si trova proprio vicino al mercato. Visto che ci siamo decidiamo
di farci un giro, il mercato di Tomohon è molto famoso
A fianco della bancarella delle banane, un'allegra signora ci fa
vedere un cestino pieno di
topi arrostiti!!! Allunghiamo
lo sguardo ed ecco il bancone dei pipistrelli, tutti allineati con
cura con le ali distese, per attrarre le signore cha fanno la spesa.
Più avanti vedo una cosa che non avrei voluto vedere: il
bancone dei cani arrostiti! C'è ne uno intero completamente
abbrustolito! Fa un'impressione!!! Scatto una foto, per documentare,
e il ragazzo che se ne è accorto, prende il cane in mano
per farmelo vedere meglio: è rigidissimo!... Aiutooo! Scappiamo
da questo mercato degli orrori e ci perdiamo i serpenti e le tarantole,
ma anche la parte più "normale" con la frutta,
la verdure e le spezie
Prendiamo un mikrolet per Tondano, dove si trova il lago più
grande della regione, luogo di villeggiatura dei locali, promosso
anche dalla Lonely
Planet. Purtroppo, dopo due ore di strada stipati nel mikrolet
rimaniamo molto delusi dal lago, dal colore marrone e per niente
suggestivo!... Quanto alla specie di club di vacanze che si trova
sulla sua sponda, è di un desolato pazzesco! C'è solo
una famiglia di russi che si sta facendo il bagno nella piscina
a metà riempita. Decidiamo di scrivere alla LP al nostro
rientro per chiedergli cos'hanno trovato di bello in quel posto!
Mangiamo i nostri biscotti e le nostre banane su una panca di legno
e torniamo indietro con un altro mikrolet. Questa volta siamo fortunati,
c'è poca gente e possiamo respirare.
Andiamo alle Hot Springs di Rantepaso che la LP dice essere inserite
in mezzo alle risaie. Ma all'arrivo, altra delusione: le hot springs
non hanno nulla a che vedere con quello che ci immaginavamo. E'
solo un pozzo d'acqua fumante abbandonato in un prato dietro un
baretto, dove ci beviamo un tè aspettando il mikrolet che
avevamo prenotato per una mezz'ora dopo!
A questo punto, un po' delusi dalla giornata e dalle aspettative,
torniamo direttamente all'Highland Resort e prendiamo la decisione
di non fermarci un'altra giornata. Tanto non abbiamo intenzione
di scalare nessuno dei due vulcani che stanno vicino e vogliamo
arrivare un giorno prima sulle isole del Parco di Bunaken.
Così la sera chiamo l'MC Homestay a Bunaken dove avevamo
prenotato tre notti via email per sapere se hanno già due
bungalow liberi per la sera dopo; a risposta positiva, avvisiamo
l'Highland Resort che partiamo la mattina dopo.
17 AGOSTO - L'ARRIVO A BUNAKEN
Oggi è il giorno dell'Anniversario dell'Indipendenza
Nazionale. Prima di arrivare a Manado, per prendere la barca,
ci fermiamo ancora un paio di volte per strada. La prima sosta,
alle grotte giapponesi, è di nuovo un'altra delusione, non
c'è nulla da vedere. La seconda sosta è per fortuna
molto più interessante: si tratta di un cimitero con le Tombe
Waruga dei Minahasa. Una vecchia signora ci fa da guida tra i sarcofaghi
di pietra dove gli antenati di questo popolo venivano sepolti in
posizione fetale e sui quali venivano incisi diversi simboli per
rappresentare il mestiere del defunto. Le tombe sono molto particolari
e belle, tutte diverse tra di loro, almeno questa volta non abbiamo
fatto il viaggio per nulla.
Sulla strada per Manado ci fermiamo 10 minuti a Airmadidi per osservare
una festa organizzata per il giorno dell'Indipendenza. Militari,
scolaresche, tutti sfilano in un'atmosfera di grande allegria.
Arriviamo infine a Manado, città bruttissima dove non vi
consiglio di fermarvi! Fa pure un caldo terrificante e non vediamo
l'ora di arrivare sull'isola. Angelina, la ragazza indonesiana che
gestisce l'MC Homestay, ci aspetta al porto, che è ancora
più allucinante della città! Dopo 40 minuti di barca
arriviamo a Bunaken.
Con la bassa marea purtroppo la prima impressione non è delle
migliori, sembra una spiaggia bretone! La sabbia non è bianca
ma il mare è pulito e limpido e dalla barca possiamo vedere
i fondali e i coralli.
Andiamo al MC Homestay che si trova sulla spiaggia del villaggio
di Bunaken, vicino ad una strana Chiesa bianca. E' pronto il nostro
pranzetto: tonno alla griglia, riso, cetrioli e banane. Penso che
in questi giorni dimagriremo!... Qui c'è la "pensione
completa" e non si può scegliere quello che si vuole
mangiare, tranne la sera in cui c'è un piccolo buffet. Ma
non siamo venuti qui per mangiare, giusto?!
Prendiamo possesso dei nostri bungalow piuttosto spartani. E' il
bagno soprattutto ad attirare la mia attenzione: un wc alla turca
e due bacinelle piene d'acqua con due mestoli di plastica: una è
per pulire il wc e l'altra per farsi la doccia. E' molto, molto
spartano! D'altronde paghiamo soltanto 8 euro a testa con i tre
pasti inclusi, non possiamo chiedere di più. La spiaggia
non è stupenda ma la cosa bellissima a Bunaken è la
barriera corallina!... purtroppo oggi non mi posso tuffare perché
non ho affittato le pinne, ci andrò domani. Enrico e Giorgia
vanno a fare un po' di snorkeling e tornano incantati! Hanno anche
visto un serpente marino, avevo letto che ce n'erano tanti qui!
Nel pomeriggio mentre siamo al sole vediamo sbucare i miei! Sono
qui da due giorni e dormono al Lorenzo 2, un altro gruppo di bungalow
lungo Pantai Palisang. Sono immersi tra la mangrovia e non c'è
quasi spiaggia, in compenso i loro bungalow sono più confortevoli
e hanno l'acqua corrente. Alle 18'30, dopo una doccia con il mandi
e a lume di candele ceniamo: non c'è molta roba nemmeno stasera
e alle 20 abbiamo finito. E' notte fonda così andiamo a dormire
presto, dopo aver organizzato una gita snorkeling per il giorno
dopo con i ragazzi del MC Homestay. 250.000 Rp in 4 per tutto il
giorno. In camera e in bagno ci fanno compagnia due enormi scarafaggi!
Fantastico!...
18 AGOSTO - ALLA SCOPERTA DEL REEF DI BUNAKEN
Dopo un'abbondante colazione a base di bomboloni (!) e ananas
affittiamo delle pinne e partiamo con le piccole barche a bilancieri
tipiche dei pescatori. Navighiamo fino ad arrivare al largo di Pantai
Liang, l'altra spiaggia di Bunaken dove si trova la maggior parte
dei gruppi di bungalow. Ci tuffiamo
e siamo immersi in un
mondo fantastico! Il reef si interrompe bruscamente per lasciare
spazio al blù profondo e un "muro" di 90 m, famoso
tra i divers di tutto il mondo ho saputo. Purtroppo, mi accorgo
che il mio boccaglio imbarca acqua e non riesco a respirare! Tragedia!
Disperata, cerco di capire il problema, invano, così chiedo
al ragazzo della barca se può andar a prendermene uno al
dive center del MC Homestay. Nel frattempo cerco di osservare i
fondali in apnea, ma è molto scomodo. Dopo un po' ricompare
il ragazzo con la barca, ma purtroppo senza boccaglio! Mi propone
così di andare a Pantai Liang. Lì sulla spiaggia trovo
una signora che affitta materiale da snorkeling. Allelujah! Prendo
sia maschera che boccaglio per 50.000 Rp al giorno.
Purtroppo ho perso un bel po' di tempo con questa storia e quando
torniamo è già ora di cambiare posto. Ho comunque
avuto il tempo di osservare i meravigliosi coralli della barriera
e centinaia di pesci multicolori
Al pomeriggio andiamo in
un altro punto del reef, questa volta vediamo anche due tartarughe
marine enormi, uno squalo e un pesce scorpione! Ci lasciamo trascinare
dalla corrente è fortissima il che ci dà l'impressione
di vedere scorrere un film davanti ai nostri occhi! E' una sensazione
stupenda! Per fortuna che i ragazzi ci stanno seguendo con le barche
perché quando riemergiamo siamo molto lontani dal punto di
partenza!
A fine giornata ci facciamo portare fino al Living Colours, un altro
gruppo di bungalow dove lavora Freddy, il mio contatto per Siladen.
Purtroppo non c'è, mi dicono che è andato a Manado
così gli lascio un messaggio.
La sera a cena ci sono spaghetti con sugo di pomodoro, serviti in
nostro onore! Incredibbbile! Mentre chiacchieriamo una coppia di
Francesi grandi viaggiatori (riescono ad avere uno zaino di soli
6 kg! Ma come fanno???!) spunta Freddy! Finalmente dopo vari scambi
via email ci conosciamo!
Ci mettiamo d'accordo sul nostro trasferimento a Siladen (l'isola
si trova di fronte a Bunaken) per il 20 agosto. La sera abbiamo
di nuovo la compagnia dei nostri due amici scarafaggi, comincio
quasi a farci l'abitudine
più o meno
19 AGOSTO - INCONTRO MAGICO CON UNA TARTARUGA MARINA
Altra giornata di snorkeling con i ragazzi e le barchette.
Questa volta andiamo lungo il reef di Pantai Palisang. E' bellissimo
e ancora diverso dall'altro lato! Anche qui troviamo una corrente
allucinante! Vedo un serpente marino (bianco con anelli neri, velenoso!)
e inseguiamo una tartaruga marina per diverse decine di metri fino
a quando risale in superficie per respirare e si tuffa di nuovo
nelle profondità
I raggi del sole si riflettono sulla
barriera corallina e rimandano i raggi intorno a noi creando un'atmosfera
surreale
Al pomeriggio facciamo un giretto nel villaggio di Bunaken, con
casette ordinate e una maestosa chiesa bianca dall'architettura
molto particolare! Tutti i bambini ci salutano e ridono sul nostro
passaggio! Questa sera, chiacchierando di nuovo con i Francesi riusciamo
a fare tardissimo ed andiamo a letto alle 22, un record!
20 AGOSTO - L'ARRIVO A SILADEN E LA RICERCA DI UN POSTO DOVE
DORMIRE
Alle 9 la barca per Siladen ci viene a prendere. Enrico e Giorgia
hanno deciso di rimanere ancora qui perché stanno facendo
diving e a Siladen non siamo sicuri di trovare un altro dive center.
Passiamo a prendere i miei al Lorenzo 2 e partiamo. Il tragitto
è breve, neanche un quarto d'ora, quando passiamo sopra il
reef, l'acqua trasparentissima ci permette di osservare i fondali
e anche i pesci! E' stupendo! Quando arriviamo a Siladen notiamo
subito la differenza di colori: la spiaggia è meravigliosa,
con sabbia bianca e acqua turchese. Non vedo l'ora di tuffarmi!
Peccato che i nostri bungalow, i Monica Cottages, prenotati per
noi da Freddy, siano abbastanza brutti e senza bagno! Va bene la
spartanità ma almeno un mandi in camera ce lo aspettavamo.
Per 100.000 Rp a testa al giorno ci sembra troppo. Inoltre i tre
bungalow sono l'uno sopra l'altro, uno addirittura sul retro senza
vista, e il gruppo di bungalow si trova a ridosso degli Onong Cottages,
posto più confortevole dove ci sono quasi solo Italiani.
Sono piuttosto delusa. Vado a chiedere agli Onong se hanno dei bungalow
liberi ma sono al completo. Alla fine Paolo e mio madre decidono
di andar a fare un giro di ricognizione lungo la spiaggia. Dopo
un po' tornano: hanno trovato altri bungalow più avanti,
da Martha's Homestay. Sono spartani anch'essi ma almeno hanno il
mandi attaccato al cottage, la spiaggia è più ampia
e ogni bungalow ha un terrazzino. Con mia madre andiamo a vederli;
in effetti i bungalow sono più distaccati gli uni dagli altri
e la spiaggia è più ampia, senza nessun resort attaccato.
La padrona, Martha, ce ne fa vedere alcuni dentro: più che
bungalow sono capanne di legno, molto molto semplici, ma tutto sommato
graziose. La porta non si chiude a chiave ma ci siamo portati dei
lucchetti. Il bagno è una stanzetta mezzo all'aperto sul
retro della capanna con un wc alla turca e due bacinelle con scodelle
per farsi la doccia e pulire il wc. Però, a differenza del
MC Homestay mi sembra meno squallido perché le pareti sono
fatte di paglia e entra molta luce dall'esterno, e non sembra così
male.
Ci sono degli Spagnoli e una Francese sulla spiaggia, gli chiediamo
come si trovano: loro dicono benissimo, sono lì da tre settimane
e non se ne vogliono più andare! A questo punto comunichiamo
a Martha che prendiamo due cottage e che aspettiamo anche una coppia
di amici che arriveranno domani. Siccome non hanno benzina nella
barca, non ci possono accompagnare fino ai Monica Cottages per recuperare
i bagagli e mio padre e Paolo, così torniamo a piedi ma vengono
con noi due ragazzi per aiutarci. Monica, la padrona dei primi cottage,
era già andata a Manado al mercato così non vede nemmeno
che ce ne siamo andati, anche se le avevamo fatto parte della nostra
delusione e aveva capito che forse ce ne saremmo andati.
A Siladen, ci sono quindi 4 possibilità per dormire: gli
Onong Cottages, di gestione italo-indonesiana, con bungalows di
legno dotati di bagni con acqua corrente e calda, per 45 Euro a
testa al giorno con i tre pasti, i Monica Cottages di cui parlavo
prima, per 100.000 Rp a testa al giorno con i tre pasti, il Martha's
Homestay, dove andremo noi, per 100.000 Rp a testa al giorno con
i tre pasti (alla fine del soggiorno concorderemo 80.000 Rp), e
infine il Siladen Resort & Spa, a gestione italiana, un resort
piuttosto lussuoso con piscina, bungalows in muratura dotati di
ogni comfort, per la modica cifra di 300 $ a camera al giorno con
i pasti! Davvero un'esagerazione secondo noi.
Il primo giorno a Siladen scorre così, lentamente, tra bagni
e lettura all'ombra dei grandi alberi sulla spiaggia. Quando il
sole sta per tramontare vediamo arrivare una barchetta con una coppia
di ragazzi europei con gli zaini. Sbarcano proprio davanti a Martha.
Sono Italiani e abitano anche loro a Milano! Non hanno prenotato
nulla e stanno cercando un posto dove stare per alcuni giorni. Gli
facciamo parte della nostra esperienza del mattino e gli comunichiamo
le varie possibilità. La ragazza va a vedere se c'è
posto agli Onong, ma come al mattino, sono al completo fino a settembre
addirittura. Così decidono di fermarsi anche loro da Martha
e ci facciamo compagnia per cena. Qui si mangia tutti insieme su
un grande tavolo di legno con delle panche per sederci, di fronte
ai cottage. E' molto conviviale. Solo gli Spagnoli e la Francese
non condividono la cena con noi (e in seguito scopriamo tutti i
pasti) preferendo consumarla sul loro terrazzino
D'altronde
non capiamo bene questo trio (loro due molto giovani, lei di mezza
età
).
Alle 22 si spengono le luci e diventa indispensabile essere muniti
di torce se si vuole vedere qualcosa nel proprio cottage!
21 AGOSTO - VITA DA ROBINSON CRUSOE A SILADEN
Questa mattina possiamo goderci bene la vista dai bungalow
al nostro risveglio. I colori del mare sono favolosi, con una gradazione
di azzurri e turchesi che fanno venir voglia di tuffarsi subito!
Oggi verranno Enrico e Giorgia da Bunaken a fare snorkeling e per
vedere dove siamo alloggiati. Per ora stanno ancora al MC Homestay
e hanno deciso di venire qui il giorno dopo, dopo pranzo, visto
che hanno previsto di fare ancora un'immersione mi sembra.
Vado a fare snorkeling, è bellissimo, ma senza pinne faccio
una fatica tremenda perché c'è molta corrente. Domani
noleggio le pinne! Andiamo fino agli Onong Cottages ma non hanno
materiale da affittare, allora ne approfittiamo per berci una Coca
fresca perché da Martha le bibite fresche sono disponibili
solo la sera, su prenotazione pomeridiana! Il prezzo della Coca
è altino, come immaginavo!
Trascorriamo infine un'altra serata con i miei e i due ragazzi milanesi,
Angelica e Manfredi. E' arrivata anche un'altra coppia nel pomeriggio:
un signore italiano che vive a Singapore e la sua ragazza indonesiana
di Jakarta. Così i cottage sono al completo per questa sera!...
Chissà se domani se ne libera uno visto che arrivano Enrico
e Giorgia! E' una bella serata di chiacchiere e risate e scopriamo
che il signore italiano ha vissuto per anni nel nostro condominio
a Milano e conosce benissimo i miei vicini! Incredibile!!!
Comincio ad apprezzare molto questa vita da Robinson Crusoe, il
tramonto con vista sull'isola vulcano di Manado Tua è spettacolare!
Dopo cena ci sediamo sulla sabbia soffice per ammirare le stelle
e la via lattea, chiarissima! Comincia anche a piacermi la mia capanna
spartanissima, visto che la prima notte abbiamo dormito benissimo,
senza insetti e senza rumore
22 AGOSTO - SNORKELING FAVOLOSO A SILADEN
Dopo colazione vado ad affittare delle pinne al Siladen Resort
e poi parto fare un po' di snorkeling con mio padre. Qui è
comodissimo perché la barriera corallina è vicina
alla riva, bastano pochi metri e ci troviamo immersi in un vero
giardino tropicale sommerso. Non c'è bisogno di andarci con
una barca. Vediamo un Dugong, una specie di lamantino rarissimo,
che nuota vicino a noi e si ciba delle alghe lungo il reef. E' un
incontro magico, inaspettato!!! Sarà lungo almeno due metri
ed è bellissimo! Lo seguiamo per un po' finché sparisce
nel blù
Al rientro sulla spiaggia tutti sono molto
invidiosi del nostro avvistamento e mio padre diventa così
quello con cui tutti vogliono andare a fare snorkeling!!!
Oggi ci servono il pranzo alle 11'30! come ogni giorno mangiamo
cose molto semplici e freschissime: pesce alla griglia, verdure
cotte, riso, frutta.
Subito dopo pranzo parto per un altro giro di snorkeling con Angelica,
è meraviglioso! Non avrei mai creduto di vedere colori simili
su una barriera corallina! Sono già stata in diversi posti
come le Maldive, le Seychelles, la Malaysia, la Tailandia ma questo
li supera tutti in bellezza e diversità! Riusciamo ad avvicinare
dei piccoli pesci pagliaccio (come Nemo!) e anche a toccarli! I
"genitori" difendono molto bene i piccoli che si trovano
ancora nelle anemone, venendoci incontro come per respingerci! Proprio
come nel cartone animato!
Usciamo dall'acqua all'altezza degli Onong e proseguiamo a piedi
andando verso destra, c'è una spiaggia lunghissima e completamente
deserta, cosparsa di bellissime conchiglie bianche e rosa. Entriamo
di nuovo in acqua, anche se la marea è bassissima e dobbiamo
star attente a non graffiarci con i coralli, dando pochi colpi di
pinne per andar avanti. Passo vicinissimo ad un polipo e mi fa un
po' impressione! Quando torniamo sulla spiaggia da Martha siamo
esauste! Siamo rimaste in acqua per due ore almeno! Ma ne valse
la pena! Sembra di tuffarsi in un acquario.
Nel frattempo Enrico e Giorgia sono arrivati. Siccome il cottage
che occupava l'italiano con la ragazza indonesiana non è
ancora libero (hanno trascorso solo una notte) torniamo di nuovo
in acqua con loro per fargli vedere le meraviglie della barriera
corallina. Dobbiamo entrare in acqua di fronte agli Onong perché
c'è bassa marea e di fronte a Martha non è abbastanza
profondo. Al rientro, scopriamo con gioia che Martha ci ha preparato
una merenda con tè e torta! Che lusso! Il signore italiano
se ne va e ci lascia il suo cellulare per contattarlo quando saremo
a Singapore fra tre giorni, così magari ci vediamo.
Nel frattempo sono arrivati altri due ragazzi, olandesi, che Angelica
e Manfredi avevano conosciuto a Bunaken. Siamo così veramente
al completo da Martha, per la sua grande gioia! Con Paolo andiamo
in un negozietto vicino a prenotare 8 birre fredde per la sera.
Già, qui funziona così! Se vuoi una birra fredda devi
comunicarlo in anticipo così riescono a portarle in qualche
frigo fino all'ora di cena, visto che non c'è elettricità
tutto il giorno!
La cena si svolge in una bellissima atmosfera cosmopolita: Italiani,
Francesi, Olandesi
gli Spagnoli e la Francese sono sempre
nel bungalow degli Spagnoli e non socializzano
Dopo cena Paolo ed io vogliamo una botte di vita ed andiamo a berci
una Caipiroska al Siladen Resort, costosissima!!! L'atmosfera inoltre
è molto più formale e meno allegra che da noi! Non
rimpiangiamo di aver scelto i cottage spartani di Martha! D'altronde
di giorno, abbiamo notato che le coppie che passeggiano sulla spiaggia,
provenienti dal Siladen Resort, ci osservano come bestie strane
e ci sembra che compatiscano la nostra sorte in queste capanne di
legno, la cosa ci fa molto ridere!!! Visto che noi ci troviamo benissimo
e spendiamo solo 8 Euro al giorno contro i quasi 150 che sborsano
loro!
23 AGOSTO - MA COME TORNEREMO A MANADO???
Stamattina usciamo tutti insieme per fare snorkeling ma la
corrente è fortissima e anche con le pinne facciamo fatica
ad andare avanti. Torniamo in spiaggia dopo poco, purtroppo.
Anche oggi Martha ci serve il pranzo alle 11'30. Fino a sera creperemo
di fame!.. La giornata trascorre tra sole e bagni. Vedo un serpente
velenoso a pochi centimetri dalla mia maschera vicino alla riva
ed esco di corsa!!! Per fortuna viene portato via in fretta dalla
corrente
Al pomeriggio il vento cessa e decidiamo di ritentare
un'uscita per snorkeling. I colori sono sempre stupendi e ritroviamo
i nostri "amici" pesci pagliaccio
Ce ne sono anche
di diversi colori, non solo bianchi e rossi, sono veramente carinissimi.
Ci informiamo poi per il nostro trasferimento fino a Manado per
il giorno dopo. La situazione non è così semplice.
Martha non ha barche a disposizione. Chiediamo aiuto a Louis, un
Australiano che vive qui nell'ultimo cottage, ma anche lui non sa
come aiutarci. Agli Onong ci dicono che la loro barca è impegnata
per le immersioni e non ci possono dare un passaggio. Alla fine
chiediamo al Siladen Resort, ma ci chiede ben 75 $ per 6 persone.
Per l'Indonesia è un prezzo altissimo! Ci propongono di chiedere
anche ad un Francese che vive sull'isola, in un bungalow attaccato
a quelli di Martha, ma questo torna soltanto domani mattina. Decidiamo
di aspettare l'indomani e di decidere cosa fare.
La sera dopo cena andiamo tutti a bere un cocktail al Siladen Resort,
costa sempre tantissimo e l'atmosfera è freddina come l'altra
sera. Siamo tutti concordi sul fatto che da Martha si sta molto
meglio, malgrado l'assenza di luce e acqua corrente. A letto alle
22'30 dopo esserci lavati i denti alla luce della nostra torcia!
24 AGOSTO - PARTENZA PER MANADO E NOTTE DA INCUBO
Ultimo giorno a Siladen, purtroppo. Comincio a capire gli Spagnoli
e la Francese che stanno qui da tre settimane! Dopo colazione, andiamo
subito a trovare il Francese per chiedergli un passaggio con la
sua barca per il pomeriggio. Accetta!!! La barca parte tra le 15
e le 16 e ci chiede solo 150.000 Rp per tutti (saremo Enrico, Giorgia,
i due Olandesi, Paolo ed io; i miei e Angelica e Manfredi si fermano
ancora qualche giorno). Andiamo così a fare snorkeling, rilassati
per il fatto di aver trovato un passaggio. Anche oggi la corrente
è fortissima, le pinne sono davvero indispensabili se non
si vuole finire al largo! Rientriamo sulla spiaggia esausti! Angelica
e Manfredi arrivano dopo le 13, sono andati a fare un giro in barca
per avvistare i delfini che popolano i dintorni di Siladen e sono
stati fortunati: ne hanno visti decine e decine!!! Rimpiangiamo
di non aver organizzato anche noi questa gita. Purtroppo Martha
non ha barche a disposizione e loro si erano accordati con un tizio
di Bunaken.
Dopo pranzo prepariamo i bagagli e vado con Paolo a fare l'ultimo
tuffo per finire il mio rullino della macchina subacquea e per imprimere
nella mia mente ancora una volta questi meravigliosi colori.
Alle 15 però, abbiamo la brutta sorpresa di vedere passare
la barca del Francese in direzione del largo! Lo chiamiamo a squarciagola
ma non ci sente, o fa finta di non sentirci! Siamo sbalorditi! Alla
fine, a forza di urlare, il Francese si gira e dice: "I'm sorry"
Ci spiega che gli era sembrato che Martha non fosse d'accordo che
ci portasse lui a Manado! Ma è impazzito! Se Martha non ha
nemmeno una barca!!!... In effetti al mattino ci aveva fatto un
discorsetto strano: ci aveva chiesto con insistenza di chiedere
a Martha cosa dovevamo fare per il trasporto e che lei lo doveva
autorizzare a portarci, perché qui eravamo in Indonesia e
c'erano regole ben precise, lui voleva rimanere in Indonesia e non
avere problemi, ecc, ecc
Ma Martha non aveva nessun problema
al fatto che ci portasse lui a Manado! Ora però ci troviamo
in difficoltà, la sera dobbiamo essere a Manado perché
al mattino dopo abbiamo l'aereo per Singapore. Staremmo volentieri
ancora a Siladen per carità, ma non possiamo.
Racconto lo spiacevole episodio a Louis, l'Australiano, e lui non
sembra molto sorpreso, mi fa parte dei suoi sospetti sul Francese.
Coglie l'occasione per raccontarmi un po' di cose sul Siladen Resort.
Mi spiega che è di proprietà del figlio dell'Ambasciatore
Italiano in Indonesia e che quando hanno costruito il resort avevano
promesso alla popolazione dell'isola che avrebbero anche loro beneficiato
di elettricità 24 ore/24 e acqua corrente, nonché
di un piccolo ospedale. Purtroppo non hanno mantenuto le promesse,
anzi, hanno pure abbattuto tanti alberi
e la situazione della
popolazione di Siladen è forse peggiorata.
Alla fine dobbiamo però rassegnarci a quest'ultima possibilità
della barca del Resort, per 720.000 Rp in 6.
Parte alle 17. Di colpo, il Martha's Homestay si svuota! Anche gli
Spagnoli e la Francese sono partiti questa mattina con la barca
pubblica per Manado. Dopo i saluti partiamo con mezz'ora di ritardo.
C'è un bellissimo tramonto, con gradazioni di arancione e
rosa, che ci distrae dal fatto che i nostri due accompagnatori sembrano
avere qualche problema meccanico con un motore!!! Arriviamo così
al porto di Manado a notte fonda! L'attracco al molo è un'altra
avventura, la barca non ha luci, un tizio ci guida con una torcia
dal molo! Per scendere dalla barca dobbiamo fare un salto di quasi
1 m per raggiungere il muretto del molo, con il terrore di cascare
nelle acque buie e melmose del porto!
Per fortuna siamo tutti sani e salvi, bagagli compresi e ora aspettiamo
che passi qualche taxi. Non serve aspettare molto, si fermano diversi
mikrolet con luci stromboscopiche e musica a tutto volume. Concordiamo
il prezzo per farci portare al Manado Plaza Hotel, la nostra scelta,
suggerita dai miei. Da fuori è orribile ma la hall non è
male, chiediamo a vedere le camere Deluxe, le più costose
per la cifra di 150.000 Rp a camera, così pensiamo di avere
almeno un minimo di comfort per l'ultima notte. Ce ne fanno vedere
tre su tre piani diversi. Sono piuttosto semplici e molto poco "Deluxe"
ma per una notte andrà bene! Hanno l'acqua calda e l'aria
condizionata, indispensabile con l'umidità di Manado.
Appena entriamo nella nostra camera, vedo uno scarafaggio infilarsi
dietro qualche mobile! Cominciamo bene! Decido di non farmi sconvolgere
e una bella doccia riparatrice con acqua corrente ci fa un gran
bene! Riorganizziamo gli zaini in vista del volo aereo e usciamo
alle 20 con gli altri ragazzi per andar a cena.
Su suggerimento dei miei, andiamo al Green Garden, con un mikrolet.
E' molto semplice e pieno di acquari con pesci stranissimi che sembrano
piuttosto rimbambiti! Il cibo è molto buono però.
Prendo delle Mee Goreng (fried noodles) e pollo allo zenzero. Ci
mettiamo d'accordo con la coppia di Olandesi per vederci a Singapore
il giorno dopo. Loro hanno un volo diretto con la Singapore Airlines
mentre noi faremo scalo a Jakarta con la Garuda.
Alle 23 siamo tutti a letto. Facciamo molta fatica a dormire però,
tra il caldo e il casino che arriva da fuori, con musica sparata
a tutto volume alle 2 del mattino! Ci rassegniamo ad accendere l'aria
condizionata e va un po' meglio. Alle 4 invece siamo svegliati dal
muezzin della moschea affianco e alle 4'30 è la Reception
che ci sveglia, in anticipo di mezz'ora! Insomma, un vero incubo!
25 AGOSTO - SOSTA A SINGAPORE
Alle 6 partiamo per l'aeroporto con un taxi. Cerco di acquistare
le ultime cartoline in aeroporto ma sono orrende! Alle 8 il volo
parte, arrivederci Sulawesi! Sorvoliamo Tomohon e il vulcano Lokon,
che non avevamo scalato
Dopo uno scalo a Jakarta ripartiamo per Singapore dove ci accoglie
una vera tempesta tropicale! E' molto nuvoloso e piove! Che sfiga!
Soprattutto per Enrico e Giorgia che non l'hanno mai vista. Paolo
ed io ci eravamo già stati all'occasione di un viaggio in
Malaysia. E' sempre un piacere però arrivare al Changi Airport,
uno dei più lussuosi del pianeta credo! E' bellissimo, con
moquette, fontane e orchidee, pulito e molto funzionale. Visto che
abbiamo 12 ore di scalo lasciamo il nostro bagaglio a mano al Left
Baggage e prendiamo il metrò per il centro, fermata di City
Hall. Qui si paga in base a quante fermate si fanno, ci sono macchinette
automatiche, basta inserire la destinazione, e ci viene consegnata
una tesserina magnetica da avvicinare ai lettori di badge di prossimità
ai tornelli della metrò. Tecnologico! Quando si esce dalla
metrò, si può riavere 1 dollaro di Singapore indietro
restituendo la tessera, in modo da evitare che la gente le butti
per terra!... Sono davvero avanti rispetto a noi! Visto che diluvia
(ma cos'è? già il monsone??!) decidiamo di farci un
giretto al centro commerciale del Raffles Shopping Center.
Per fortuna quando usciamo ha smesso di piovere, in compenso fa
molto caldo e l'umidità è atroce! Facciamo un giro
delle principali attrattive di Singapore: il mitico Raffles Hotel
dove purtroppo non fanno entrare Enrico e Giorgia per via dei sandali
da trekking!!, la Raffles Place, Boat Quay, Chinatown
Invio un sms ad Andrea, l'Italiano conosciuto a Singapore ma non
ricevo risposta. Andiamo così all'hotel dove stanno i due
Olandesi, che sono molto contenti di vederci, ed usciamo a cena
con loro in Little India. Ci portano una montagna di cibo e non
ce la facciamo a mangiare tutto! Inoltre, Martin, il ragazzo, sta
malissimo e passa metà serata in bagno poverino! Così
alle 20'30 ci salutiamo, siamo stanchissimi e dobbiamo affrontare
altre 12 ore di volo fino ad Amsterdam.
Al check-in ci danno dei posti in mezzo, terribile!... Per ingannare
l'attesa prima del volo, che parte all'1'30 navighiamo in internet
su delle postazioni messe a disposizione gratuitamente in aeroporto.
Partiamo con un ritardo di mezz'ora e io sprofondo subito nel sonno
e non faccio caso alla cena che ci portano, tanto, non ho fame,
dopo il ristorante indiano! Mi sveglio completamente 6 ore dopo.
Arriviamo ad Amsterdam alle 8'40 e dopo una sosta in un café
per mangiare alcune brioche olandesi ripartiamo per Milano alle
12'30.
Così finisce il nostro periplo, iniziato il giorno prima
alle 4'30 a Manado! Siamo distrutti!!!... ma con la testa ancora
piena dei fantastici paesaggi, colori e popolazioni incontrate in
questo viaggio stupendo!...
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Indonesia
Con una guida Lonely Planet potrete trarre il meglio da un
viaggio in Indonesia. Questa edizione vi condurrà sulle
spiagge e nei locali migliori di Bali, tra le lussureggianti
risaie di Sumatra, a fare immersioni con le tartarughe al
largo delle Isole Gili a Lombok e ad assistere a una danza
tradizionale a Ubud.
Le
autentiche ricette dell'Indonesia
L'Indonesia è un immenso arcipelago formato da migliaia
di isole circondate da un mare di cristallo; il suo paesaggio
di terra passa dalle rigogliose foreste pluviali alle cime
innevate, alle savane, alle grandissime risaie. La Repubblica
Indonesiana, che occupa la gran parte dell'arcipelago, comprende,
tra le altre, le isole di Sumatra, Giava, Celebes o Sulawesi,
Borneo, Bali e la Nuova Guinea Occidentale. La grande diversità
geografica e culturale si riflette nell'incredibile varietà
del cibo, che in ogni regione si esprime con una propria cucina
in cui, nel corso dei secoli, sono stati accolti ingredienti
e tecniche di cottura provenienti da Cina, India e da altre
zone dell'Asia e anche dall'Europa. Nelle città più
popolose e affollate è facile trovare una cucina banalizzata
e ripetitiva; oggi però sono molti i turisti che partono
alla volta di luoghi meno frequentati per scoprire la ricca
diversità culturale dell'arcipelago indonesiano e con
essa le cucine locali.
Batik
Una ventata di fresco nel guardaroba, portando un tocco di
colore su jeans, canottiere, ecc. Con questa tecnica sarà
possibile arricchire: coperte, cuscini e altro, tutto per
rendere ancora più speciale la propria abitazione.
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