Mahè - Grand'Anse
La Digue - Source d'Argent
Pesce farfalla
Pralin
Mahè - Anse Royale
Io e la mia fida mini-moke

Siamo andati alle Seychelles nel 1996 e la prima cosa che mi viene da dire è che queste isole sono davvero uno dei luoghi più incantevoli della Terra. La seconda, è che sono anche un importante, ma purtroppo poco seguito, esempio di come sfruttamento del turismo quale risorsa economica e tutela e valorizzazione dell’ambiente e della natura si possano coniugare nell’interesse di entrambi. Certo, l’altra faccia della medaglia è che per farlo le Seychelles hanno sostanzialmente bandito il cosiddetto “turismo di massa” e che una vacanza in questo piccolo paradiso naturale non è allora davvero fra le più economiche. Ma nemmeno sono poi così esclusive, sul fronte dei costi, come la Polinesia o certe isole dei Caraibi. E di sicuro valgono alla grande il sacrificio economico che richiedono.

Ciò premesso, ecco in sintesi le “nostre” Seychelles, ancora precisando che si trattò di un viaggio del tutto “fai da te”, a quei tempi senza nemmeno l’ausilio di internet, dal momento che queste isole offrono ogni possibilità di alloggio e servizi per i turisti che vi si rechino autonomamente. Arriviamo a Mahè, l’isola principale, il 10 ottobre e alloggiamo all’Hotel Bougainville, una piccola struttura un po’ antiquata in stile creolo, in mezzo al verde e a splendide bougainville, situata nella parte meridionale dell’isola. Ci si mangia benissimo e in un recinto proprio adiacente alla nostra stanza a pianoterra ci sono ben 16 tartarughe di terra giganti che al mattino ci danno la sveglia con i loro esercizi sessuali ! Noleggiamo una mini-moke (una piccola vettura scoperta che sembra un incrocio fra una jeep e una doone-bugy) e ce ne andiamo con quella in giro per Mahè. Ah, alle Seychelles la guida è a sinistra, ma basta poco per farci la mano e poi il traffico non è davvero elevato.

Cosa vedere?
Certamente la piccola capitale, Victoria, merita una visita. Poi è da fare la Sans Souci Road, che taglia l’isola da est ad ovest attraversando i monti della Morne, rigogliosissimi di vegetazione equatoriale. E naturalmente tante spiagge e spiaggette, molte delle quali appaiono e scompaiono a seconda delle maree. Avete presente la cosiddetta tipica spiaggia da cartolina con la sabbia bianchissima, il mare blu e le palme che vi fanno da ombrellone ? Ecco, proprio quelle. Anche se talvolta invece della palma c’è l’albero della “casuarina” : meglio, intere distese di casuarina a ridosso della spiaggia ! Allora diciamo Anse Royale e la non distante spiaggetta antistante l’Ile Souris, uno scoglio che pare un palmeto a quattro bracciate da riva, ma poi non ci arrivate nemmeno a nuoto pinnato, tanto forte è la corrente contraria. E’ uno dei posti sottoriva migliori per fare snorkeling. Poi Anse Intendance, l’ideale per bearsi di uno splendido tramonto, e Baia Lazare, con la sabbia corallina simile a talco, la più fine di tutte le Seychelles. E Anse Petite Police, flagellata da onde di mare altissime che rendono pericolossimo fare il bagno, ma offrono uno spettacolo di indicibile selvaggia bellezza. E Baia Launay ed Anse Soleil e Grand’Anse, dove alla domenica i seychellesi vanno a farsi un giorno di festa con la famiglia e le famiglie degli amici e nugoli di bambini sguazzano nell’acqua con la stessa dimestichezza dei pesci e i turisti sono quelle poche chiazze di pelle bianca che fatichi a notare nel mare brunito di questa gente creola. Non ultima la spiaggia di Beau Vallon.

Benchè vi graviti sopra la maggior parte delle grandi strutture alberghiere internazionali, è talmente estesa da apparire comunque quasi deserta e su di essa vige la proibizione di installare e anche solo portare ombrelloni e lettini da sole, mentre gli alberghi quasi nemmeno si vedono, inseriti e nascosti come sono fra la vegetazione : altro che cementificazione dei litorali italiani ! Ovunque, semplici ristorantini in riva in mare o piazzati discretamente nei punti più suggestivi, dove mangiare crostacei di ogni tipo e pesce cotto alla brace giusto appena pescato (in un ristorante abbiamo chiesto che tipo di pesce fosse quello indicato nel menu semplicemente come “grilled sea fish” e il cameriere ha fatto spallucce, ci ha indicato due tizi che provvisti di maschera e fiocina sguazzavano nel mare antistante e ci ha risposto che dipendeva da quello che avrebbero preso !).

Da Mahè ci siamo trasferiti a Praslin, la seconda isola dell’arcipelago, con un regolare volo di linea prenotato due giorni prima e volando quasi a pelo d’acqua su un aeroplanino bielica da 19 posti più il pilota. Lì abbiamo alloggiato all’Hotel Badamier, allora nuovissimo e composto di bungalows su un rialzo di roccia dal bellissimo panorama sul mare. In ogni caso, per soggiornare in qualsiasi albergo di Praslin curatevi di prenotare in anticipo una stanza, in bassa stagione anche solo telefonando da Mahè. Qui è molto meglio noleggiare un fuoristrada che una mini-moke. Praticamente al centro dell’isola, incastonata fra gli alti monti di origine vulcanica che caratterizzano tutte e tre le isole principali delle Seychelles, si trova la Vallee de Mai, parco naturale protetto, unico posto al mondo dove crescono le palme del Coco de Meer e dove gli alberi sono così imponenti che sembrano dell’epoca dei dinosauri e tu ti senti piccolo al cospetto di ogni foglia di palma, anche perchè le più piccole sono davvero grandi come due giocatori di basket ! Fra le spiagge, ci sono due Grand’Anse: quella ovest è la più grande, scenografica e sulla quale danno molti piccoli alberghi, ma è anche la più flagellata dallo spiaggiamento delle alghe che poi vi imputridiscono, mentre quella est è poco frequentata e si raggiunge facendo un po’ di sterrato. Poi la grande Anse Lazio, dove si può giocare con le onde perchè davanti non ha barriera corallina. Per lo snorkeling, Anse Gouvernement e soprattutto la Takamaka, che esiste solo quando c’è bassa marea. Anse Volbert non è granchè, ma ci potete pranzare splendidamente al Village de Pecheur. E infine la Petite Kerlan, la più difficile da raggiungere, che necessita di un buon tratto a piedi e proprio per questo è la più affollata di coppiette di turisti in cerca di spiaggette deserte !

Da Praslin, in mezz’ora di traghetto, trasferimento a La Digue, la più piccola delle tre isole maggiori. E’ questa l’isola le cui spettacolari rocce di granito rosa e nero col verde delle palme alle spalle e il blu del mare davanti sono ritratte nei depliant turistici di tutto il mondo e che forse qualcuno non più giovanissimo ricorderà per essere stata svelata al pubblico italiano da un film della serie Emmanuelle. E se le altre erano già un sogno, che dire di questo autentico incanto ? Punta Source d’Argent e Anse Source à Jean sono di una bellezza da togliere il respiro per l’emozione e dall’alto del monte Belle Vue potete godere davvero di una vista meravigliosa su quasi tutta l’isola. La Digue è molto piccola e sostanzialmente priva di veicoli a motore, per cui va benissimo girarla in bicicletta e in qualche caso persino a piedi. Poi, noi abbiamo alloggiato all’Hotel Mon Reve, che starebbe per “il mio riposo”, e che solitario in mezzo alla verde campagna ai piedi del Belle Vue pareva davvero meritarsi il suo nome. Al nostro ritorno a Mahè e per il nostro ultimo giorno alle Seychelles abbiamo infine preso un’escursione in barca con fondo di vetro che da Beau Vallon ci ha portato a fare snorkeling al parco marino di Baia Ternay : sicuramente il migliore che abbiamo fatto durante questa vacanza. Conclusione : andateci e ve ne innamorerete fino al punto da volerci andare a vivere!