Chi ha viaggiato superando le quattro ore di fuso orario sa che si va incontro a disturbi del sonno e in generale, alla riduzione dell’attenzione. Il disturbo è proporzionale al numero di ore di sfasamento.

Chi passa oltre nove fusi orari, smaltirà tutti i sintomi del Jet-Lag entro 5 giorni dall’arrivo, con dodici fusi ci vorranno fino a 8 giorni: stanchezza, confusione, sonnolenza, mal di testa, irritabilità, fino a disturbi dell’appetito e della digestione.

La disidratazione, comune nei lunghi viaggi aerei, è uno dei fattori che accentua i sintomi del Jet lag.

In linea di massima ci si adatta meglio e prima a sfasamenti verso Ovest che non verso Est, questo perchè è più semplice per l’organismo allungare i suoi ritmi, piuttosto che accorciarli.

La prima giornata verso ovest durerà circa 30 ore (ad esempio destinazione Los Angeles), mentre quella viaggiando verso est 14/16 ore (ad esempio destinazione Pechino).

Il fenomeno del Jet lag è chiamato anche disritmia, discronia, disincronosi circadiana o semplicemente “Jet Lag Syndrome” (sindrome da fuso orario) e viene classificato tra i “disturbi del ritmo circadiano”.

Il ritmo circadiano è quello che regola le nostre funzioni biologiche e vitali, con il ciclo buio/luce e quindi sonno/veglia.

Quali consigli per alleviarne i sintomi?

Se il viaggio dura meno di 3 giorni, meglio mantenere i propri orari di sonno, luce e pranzi.

In caso contrario, è necessario adattarsi il più velocemente possibile agli orari del paese in cui si è ospiti: per facilitare ciò, qualche giorno prima della partenza iniziate a spostare gli orari dei pasti e del sonno di una o due ore. In viaggio, cercate di dormire almeno 6 ore e giunti sul posto non andate a dormire fino a che non sia ora.

A volte si consiglia un farmaco a base melatonina, un ormone naturale, ma chiedete maggiori informazioni al vostro medico per decidere se e come prenderlo.

La concentrazione nel sangue della melatonina, ormone che regola il ritmo circadiano, raggiunge il massimo tra le 2 e le 4 di notte, per poi ridursi gradualmente verso il mattino.

L’uso della melatonina in compresse è generalmente indicato nei viaggi intercontinentali: è prescritta in modo da assumere una compressa prima dell’addormentamento notturno, sia una durante il viaggio, sia la sera dei 3-4 giorni successivi, ad un orario prefissato (esempio: le ore 23).

Bere tè e caffè, contenendo teina e caffeina, aiuta a rimanere svegli, ma non bisogna eccedere: potrebbero causare maggiori disagi, interferendo sulla qualità del successivo sonno notturno ed ottenendo così l’effetto contrario.

Infine, il consiglio è quello di esporsi il più possibile alla luce del sole una volta giunti a destinazione, ed evitare fonti di luce prima di andare a dormire la sera, come computer e tablet: il tutto facilita il ripristino del normale ritmo circadiano e biologico.